Comrades

nel campo di concentramento (un tantino sbrodolati, per la verità) in cui lei non si vede quasi per niente, non ne ho sentito la mancanza. Speravo vivamente che fosse crepata, per quanto insulso ho trovato il suo personaggio. Sarà anche stata un cecchino formidabile, ma io la vedevo andare avanti e indietro sculettando... ho preferito a lei anche la subdola direttrice del campo, giusto per citarne una.

Lo ammetto, fino all'ultimo ho sperato che qualcun altro, oltre al Sergente Lee, si salvasse. Ma dalla morte del Sergente Park ho visto i corvi svolazzare uno ad uno sui ragazzi. Ok, ci sta... in guerra non si salva per forza il più capace o astuto... il più delle volte è solo e semplice fattore C***, tipo nel caso del tenente utile quanto un frigo al polo nord. Mai capii il suo tentato suicidio sul ponte, ovviamente non riuscito per mancanza di proiettili. Alla fine che ha ottenuto? Dare l'input ad entrambi i plotoni di scannarsi all'arma bianca.

Anche la morte del ragazzino me l'aspettavo in qualche modo, ma come è stata brutale!
E purtroppo, dal punto di vista dell'assassino, nemmeno ingiustificata. Mi ha fatto pena, davvero.

Ma le sorti peggiori, a mio avviso, sono toccate all'infermiere Juyong, morto come soldato della NKPA e a Taeksu restato invalido dalla cintola in giù. Tra l'altro Taeksu è uno dei personaggi che ho preferito in tutto il drama, perché da spietato assassino carico di rabbia verso il nord, è riuscito a maturare e capire la vera follia della guerra... ironia della sorte, salvato ogni volta proprio da un nordcoreano.

L'uscita di scena del sergente nordcoreano invece mi ha molto delusa, in quanto non in linea con il suo personaggio. Stiamo parlando di un uomo che imbraccia un'arma da 8 anni, ma che ha conservato lucidità e umanità che vengono fuori in ogni situazione difficile: quando deve salvare l'ameba, quando per salvare Seongil accetta lo scambio di prigonieri all'insaputa dei superiori e soprattutto quando lascia scappare lo stesso Seongil. Ha mantenuto il suo ruolo anche nei momenti più dfficili, quindi perché quella morte da fesso? e non mi riferisco alla granata che lo colpisce... perché scegliere di andare a combattere (e mandare a morire la sua squadra) quando era stata autorizzata la ritirata? Mah, mi è quasi sembrato un voler risolvere in fretta e furia la fine del personaggio. Avrei trovato più coerente la morte in agguato durante la ritirata... sceneggiatori cari, magari non era meglio mettere due episodi in meno nel campo e darsi più tempo per far morire i personaggi chiave?