The Eternal Zero

mi è piaciuto come il perché Miyabe Kyuzo decise di offrirsi come volontario non venga completamente chiarito. Come dice giustamente Oshi, ci sono cose che non si possono spiegare a parole. Ma per un pilota come lui che voleva proteggere la sua vita e quella dei suoi uomini più di ogni altra cosa, vedere questi ragazzini che aveva addestrato morire praticamente per nulla, visto la bassa percentuale di successo degli attacchi, proprio davanti ai suoi occhi mentre gli faceva da "scorta", doveva essere come morire dentro ad ogni missione. Del resto Miyabe non aveva paura di morire, ma aveva paura di lasciare da sola la sua famiglia. Cosa che non fa, perché lascia un'eredità di vita nelle persone che lo hanno incontrato, e non solo in Oshi, ma anche in Hasegawa che difenderà Matsune con la katana quando sarà in pericolo.

Hasegawa per me è un altro personaggio interessante: vero samurai, non teme la morte in battaglia, ma trova assurdo l'attacco suicida. E capisce che è in pratica una dichiarazione di sconfitta. Come a mostrare che il vero senso del bushido è andato perduto in questa guerra. Fa rabbrividire come l'impossibilità culturale di accettare una sconfitta portò il paese al sacrificio inutile di così tante vite.

Sacrificio che il Giappone moderno non capisce più, come si evince dalla conversazione di Kentaro con i suoi amici al locale. Per loro i kamikaze erano una specie di fanatici attentatori suicidi. Da cui l'importanza di non perdere il ricordo di quanto è successo, perché questi uomini (anzi ragazzi, vista l'età media) non erano folli fanatici, ma credevano davvero che il loro sacrificio avrebbe protetto il paese e le persone che amavano.

Ma come giustamente osserva Miyabe, questi studenti che si mandavano al macello, erano le giovani forze che invece avrebbero dovuto essere protette perché ricostruissero il Giappone una volta finita la guerra. E mentre come "vecchia generazione" si schianta su una portaerei riunendosi ai tanti compagni che lo hanno preceduto e "torna a casa", salva con il suo sacrificio il futuro rappresentato da Oshi, trovando un senso alla sua vita e alla sua morte.