Libri! XD

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    Mi rendo conto di essere monotematica ma abbiate pazienza... Vi assicuro che presto la smetterò di essere così insistente. :nooo:

    jpg



    La foto ritrae la pagina 624 di Naamah's Blessing.
    Le pagine totali di Naama's Blessing sono 686.
    Sono a 60 pagine dalla fine della trilogia di Moirin. :sbarluccic:
    Probabilmente stasera non riuscirò a finirlo e questa settimana, specie i primi giorni, sarò abbastanza impegnata quindi non posso fare previsioni precise... Ma entro questa settimana dovrei farcela. :fugge:

    EDIT: mi sono sottovalutata. :argh:
    Ho ufficialmente finito di leggere la trilogia di Moirin! :corre:

    Edited by Hephaistion - 12/9/2021, 23:40
     
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    Ho riflettuto abbastanza sullo scrivere o meno questo post in questo periodo ed alla fine ho deciso di scriverlo per un motivo semplice: tra qualche settimana potrei non avere il tempo necessario per farlo o, per meglio dire, quello potrebbe esserci ma io probabilmente non vorrò utilizzarlo per scrivere dei post ma per leggere. :coffee:

    Inizio subito dicendo che praticamente tutti i buoni propositi del precedente post sono stati spazzati via.
    Per fortuna l'unico che ha resistito era quello più importante. :sbarluccic:
    Come avrete intuito dagli ultimi post che ho scritto, ho concluso la lettura della Trilogia di Moirin. :sw:
    Avendo parlato qui della conclusione del primo volume e qua del secondo, in questo post parlerò quasi esclusivamente del terzo e della trilogia in generale.
    Iniziamo con la chiusura del post sul secondo romanzo:
    CITAZIONE (Hephaistion @ 15/8/2021, 13:46) 
    Confido nel terzo per un bel finale.

    Ho fatto bene.
    La mia modesta opinione è che il terzo ed ultimo romanzo di questa trilogia sia il migliore sia per la storia sia per i personaggi.
    Moirin in questo romanzo mi è piaciuta molto e, per quanto il ricordo di Phedre non mi abbia mai abbandonata durante la lettura, ho trovato che Moirin sia riuscita finalmente a trovare una sua dimensione, realizzandosi pienamente come donna che racchiude in sé due identità, quella angeline e quella maghuin dòn, e che come tale deve vivere in armonia con entrambe.
    Il Carciofo citato nel precedente post ha magicamente riacquistato il suo cervello nello scarto temporale tra il secondo ed il terzo volume, dimostrandosi nuovamente il bel personaggio che era nel primo romanzo. Utile solo a tratti (perlomeno all'inizio del romanzo; successivamente acquista importanza nelle dinamiche della storia) ma almeno nella scatola cranica c'è qualcosa di buono.
    La mia unica perplessità che lo riguarda riguarda l'elaborazione del senso di colpa per il sacrificio umano, trattato a mio parere abbastanza superficialmente... Ma essendo un evento avvenuto in occasione dello scontro finale con Raphael ed essendo le fasi finali del romanzo ricche di salti temporali è abbastanza chiaro che lo spazio per assistere a questo processo è stato relativamente poco.

    Riguardo alla storia, immaginavo che il "boss finale" sarebbe stato quel personaggio ma non mi aspettavo che l'esacerbarsi del suo rancore passasse attraverso più dolore di quello che sapevamo aver provato, rendendo ancora più verosimile il suo essere diventato questo antagonista a tratti folle; se mi permettete una piccola analisi
    spoiler sulla Trilogia di Moirin
    Raphael de Mereliot è un personaggio che la Carey ha davvero massacrato.
    Nell'ordine...
    - Dato che chi governa la città che ospita il più importante dei porti di Terre d'Ange è sempre una donna, il figlio della Signora di Marsilikos ha saputo sin dall'infanzia di doversi costruire da solo il proprio ruolo nella società
    - La morte dei genitori in circostanze tragiche è la prima grande perdita che ha dovuto subire perché l'ha fatto sentire impotente per la prima volta
    - Diventato esperto di medicina ha assaporato il successo di poter salvare vite e al tempo stesso nuovamente l'impotenza di non poterlo fare sempre
    - Si innamora follemente della regina Jeanne, sentimento che si rivela essere viziato da ciò che deriva da questo suo status. Raphael nutre nei confronti della donna una possessività atipica per i canoni di Terre D'Ange, nazione in cui vige la massima "ama a tuo piacimento" e quindi non vede alcun male nell'infedeltà, anche se pubblica, quindi il re non ha problemi a permettere a Jeanne e Raphael di avere una relazione (e, aggiungo, neanche che la regina di tanto in tanto torni a servizio alla Corte della Notte, cosa che invece manda su tutte le furie Raphael) ma sin dal matrimonio ha chiesto alla donna, quando si sentirà pronta, di dargli un figlio indubbiamente suo (spiegazione rapida: per avere la possibilità di restare incinte le donne angeline devono prima accendere un cero a Eishet, una dei seguaci del Beato Elua e progenitrice dello stesso Raphael, chiedendole di aprire il loro grembo alla maternità; il re permette la relazione tra la moglie e Raphael proprio perché le donne angeline fino al momento della richiesta sono sterili quindi non ci sarebbe alcuna possibilità che Jeanne restasse incinta del suo amante mentre dopo l'offerta lei diverrebbe fertile, di conseguenza se lei continuasse ad avere rapporti con entrambi non vi sarebbe la certezza che in caso di gravidanza il figlio generato fosse del sovrano), un bambino che potrebbe diventare erede al trono in caso di disgrazia e di conseguenza un ostacolo per una relazione pubblica anche in caso di una eventuale vedovanza di Jeanne
    - Scopre che lavorando su quel pizzico di magia che scorre ancora nelle vene degli appartenenti alle maggiori casate in quanto diretti discendenti degli angeli caduti che hanno creato il regno può salvare più vite ma ben presto diviene ossessionato da queste forze sovrannaturali
    - L'arrivo di Moirin sconvolge il suo mondo sia perché lei è molto più potente di lui ed in maniera pressoché innata ma è reticente ad applicarsi nello studio delle arti maghiche sia perché lei si lega profondamente a Jeanne negli ultimi mesi prima del suo impegno esclusivo con il sovrano, allontanandolo dalla donna amata
    - Cade in disgrazia perché lui ed il suo circolo osano spingersi troppo oltre, portando alla morte di un'amica e al suo allontamento da palazzo da parte di Jeanne, che nel frattempo si è scoperta in attesa del figlio del re
    - Perde l'amore della sua vita durante il parto della principessa e proietta nuovamente il suo risentimento su Moirin, che vede come colei che gli ha rubato gli ultimi attimi felici con Jeanne e l'ha denunciato alla corte per poi andarsene, privandolo inoltre del mezzo che avrebbe potuto salvare la vita alla sua amata dato che incanalando il potere di Moirin per alimentare il suo aveva precedentemente salvato delle persone da morte certa (poi il fatto che Moirin ha rischiato la vita praticamente ogni volta che ha cercato di curare queste persone è un dettaglio insignificante...)
    - Perde la sorella per malattia e, essendo lei morta senza eredi, il ramo principale della famiglia perde il controllo sulla città di Marsilikos dopo secoli e secoli di egemonia
    - Parte per una missione praticamente suicida
    - Si vede attaccato dai conquistadores per aver trovato il modo di salvare la vita della popolazione locale, rivelatasi sensibile a virus portati sul continente proprio da loro e di conseguenza indeboliti da quella che è a tutti gli effetti un'arma batterilogica
    Ci credo che quando scopre che l'unico dono ricevuto dalle entità evocate anni prima con Moirin gli è talmente utile da renderlo un dio per gli indios il potere lo faccia diventare un antagonista talmente folle che quando scopre della morte del re e della straordinaria somiglianza tra Jeanne e sua figlia Desiré sviluppi la malsana intenzione di sposarsi con lei, la figlia dell'uomo che per averla ha costretto l'amore della sua vita ad allontanarsi da lui nonché la bambina che l'ha uccisa nel venire al mondo. Una bimba che, è bene ricordare, ha appena quattro anni!
    Ovviamente non è possibile giustificare le sue azioni e personalmente è un personaggio che ho detestato a pelle (figurarsi quindi il mio pensiero nel momento in cui diventa palese che sta sfruttando Moirin senza pensare alla sua incolumità...), ma è un personaggio talmente maltrattato dal destino che non si può fare a meno di provare un pizzico di pietà per lui, immaginando che forse avrebbe potuto avere un destino diverso se almeno uno di quegli eventi non si fosse verificato.

    Personalmente non ho trovato il libro perfetto ed è ironico che quello che più mi ha colpito sia strettamente legato a quello che più mi ha delusa.
    Ho apprezzato molto la scelta fatta dall'autrice quando ha deciso di mettere in scena
    il suicidio del sovrano alla notizia della morte del figlio... Ma allo stesso tempo non ho apprezzato le conseguenze.
    Ho accettato senza problemi l'idea di questo pover'uomo che, dopo aver perso prima la madre del suo primogenito nonché l'amore della sua vita, e poi, nel giro di circa quattro anni, sia la seconda moglie sia il figlio ed erede al trono, abbia deciso di farla finita (la Carey fa capire sin dalla sua apparizione in questo romanzo che il poverino è seriamente depresso)... Ma dall'altra l'ho trovata una scelta abbastanza lontana dal personaggio perché è sempre stato descritto come un personaggio molto responsabile e lasciare in balia della corte una regina di quattro anni senza aver premura quantomeno di scegliere un reggente al di sopra di ogni sospetto, specie quando pochi giorni prima aveva parlato con Moirin del fatto che il Duca aveva proposto di promettere in sposo suo figlio quindicenne alla sua bambina e che vi era una palese intenzione di manipolare la piccola Desiré usando proprio quel ragazzino di dieci anni più grande di lei, mi ha fatto storcere il naso. :hmm:

    Di conseguenza anche ciò che è scaturito da questo mi ha convinta per certi aspetti e per altri meno:
    SPOILER ALLA TRILOGIA DI PHEDRE E ALLA TRILOGIA DI MOIRIN
    per quanto l'idea di questa reggenza mirata a plasmare la bambina mi sia piaciuta, anche perché mi è sembrato che perlomeno da parte del Duca ci fosse sincero affetto nei confronti di Desirè oltre che desiderio di potere, dall'altra il pallido rimando al complotto di Lyonette de la Courcel, presente nel primo volume, con questo imberbe pseudo-Baudoin versione adolescente bastardo ed una moglie del reggente che mira al potere mi è piaciuto poco... E ancor meno la conclusione abbastanza a tarallucci e vino che viene data al complotto ordito per isolare la "regina bambina che in realtà è la delfina". Diciamo che la Carey ha scritto intrighi politici decisamente migliori.

    Insomma, un romanzo piacevole con molti lati positivi e alcuni negativi, bei colpi di scena e coerenza.
    Una chiusura degna di questo nome.
    E adesso vediamo se la Carey pubblicherà davvero un nuovo romanzo contemporaneo a quelo di Phedre con protagonista... IaP. :sbarluccic:

    Passando oltre (anche perché già ho scritto un botto :argh: ) in questi mesi ho letto una discreta quantità di "roba" tra manga e romanzi.
    Inizio con i manga.
    Vi ricordate che a luglio avevo scritto
    CITAZIONE
    - Slam Dunk di Takehiko Inoue: ho programmato la rilettura da quando è stata annunciata la pubblicazione italiana della nuova edizione dato che la prima e unica volta che lo lessi lo feci in 2-3 giorni perché mi era stato prestato da un compagno di scuola e non volevo approfittare troppo della sua gentilezza (infatti se ben ricordo mi prestò pure Captain Tsubasa che macinai in pochi giorni :roftl_drop: )
    - i volumi dal 12 in poi di Yona la principessa scarlatta di Kusanagi Mizuho... E realizzare che l'ultimo volume che ho letto risale a dicembre 2019 perché volevo tenermene un po' da parte mi spaventa un po'

    ?
    Ecco.
    Dimenticatevene. :XD:
    Circa un mesetto dopo ho rivoluzionato la disposizione dei miei manga perché mi sono resa conto che alcuni manga li ho adorati ma non mi ricordo nulla o quasi perché sono passati almeno 6-7 anni, se non 10-12 dalla prima e unica lettura. :diperato:
    E fu così che gli ultimi giorni d'agosto mi sono divorata nuovamente i 20 volumi di Crimson Hero di Mitsuba Takanashi. :corre:
    Ho realizzato che la prima lettura di questo manga l'avevo fatta con la testa tra le nuvole perché non mi ricordavo NULLA. :animavia:
    Comunque la mia opinione a riguardo l'ho espressa qua (sì, in queste settimane ho sparso opinioni più del solito :P ).
    Al momento sto rileggendo Host Club di Hatori Bisco (sono a 8 su 18) e, se da una parte di questo mi ricordo molto meglio (anche perché una decina d'anni fa ho avuto un periodo da fangirl per la ship del manga e tuttora li adoro tanto tanto tanto :] ) dall'altra è di nuovo una lettura ricca di sorprese. :roftl_drop: Probabilmente mi ricorderò meglio gli ultimi volumi. ;P

    Ultima categoria, ossia i romanzi.
    Inclusi i romanzi della Carey, di cui ho ampiamente parlato fino a poco fa, sono circa 14 libri spalmati su circa tre mesi quindi non sono tantissimi ma neanche pochi. :susuvai:

    Mi sono finalmente decisa a leggere The answer e The beginning di Katherine Applegate, gli ultimi due romanzi della serie Animorphs.
    Sono passati eoni da quando ho letto il volume 52 (non scherzo: era l'estate del 2002 quindi sono passato 19 anni!) ma la serie Animorphs è stata una colonna portante dei primi anni della mia adolescenza e non ho avuto alcun problema a riprendere la storia da dove l'avevo interrotta. Ovviamente adesso ho più del doppio degli anni che avevo allora quindi se dovessi valutare oggettivamente questi romanzi li troverei abbastanza carenti... Ma c'è l'effetto nostalgia quindi me li sono coccolati come cuccioli.
    Ovviamente non posso scendere in dettagli della trama (sono i volumi 53 e 54 di una serie!) come feci con la graphic novel del primo volume qualche mese fa ma posso dire che è il 53 è stato davvero molto bello e, sinceramente, avrei accorpato i primi capitoli del volume 54 a quello per poi chiuderla lì.
    Non so se l'autrice avesse il desiderio di chiudere la storia degli yeerk per dare un nuovo scopo ai nostri protagonisti ma la chiusura per me è un no. Ed è un no che combina la tredicenne che ero la prima volta che presi in mano un romanzo della serie, la diciassettenne che chiuse il volume 52 in trepidante attesa del 53 e la trentaseienne di oggi perché l'adolescente, in entrambe le fasi evolutive, avrebbe lanciato ingiurie in tutte le lingue del mondo per quella scena finale e la donna di oggi lo trova solo un troncamento monco utile esclusivamente ad una eventuale prosecuzione che mai è arrivata.
    SPOILER FINALE ANIMORPHS
    Non mi è dispiaciuto il finale dolceamaro in cui il lettore si rende conto che sì, questi adolescenti hanno vinto la guerra e l'hanno fatto in modo tale da dare speranza anche al nemico che hanno combattuto tanto a lungo ma al tempo stesso hanno perso qualcosa perché non sono più i ragazzini conosciuti all'inizio della storia, dato che questo lunghissimo conflitto ha lasciato su di loro indelebili cicatrici e creato voragini che non potranno mai colmare, oltre ad aver strappato loro un'amica e, nel caso di Jake, anche un fratello.
    A me non è dispiaciuto lo sguardo sul futuro che viene dato, con i suoi pro ed i suoi contro, ma quella che non mi è piaciuta è l'avventura spaziale lasciata a metà da quegli ultimi capitoli.
    Se mi è stato chiaro il motivo per cui Jake decida di non coinvolgere nella nuova missione Cassie, in quanto colei che ne è uscita meno spezzata nonché l'artefice di questa pace che ha permesso a tante vite di essere risparmiate e quella che tra loro è riuscita ad andare avanti ricostruendosi una vita e dando un vero scopo alla sua drammatica esperienza, ma perché allora coinvolgere nuovamente Marco e Tobias in una missione suicida? Non meritavano anche loro un po' di pace e serenità? Ok, dato che Tobias è il fratellastro di Ax e Marco era molto legato all'alieno quindi un certo senso la scelta ce l'ha... Ma anche no, dato che hanno chiamato TE per questa missione e loro potevi anche lasciarli vivere quel che restava della loro esistenza. E poi perché quel finale da "ci vediamo in una nuova dimensione" se poi non c'è altro? Sarebbero vissuti nei miei cuori anche chiudendo la storia con un ultimo evento significativo poco dopo la fine della guerra e via. Anche perché l'amaro in bocca per come le loro strade si separano resta. :sisi:

    Con questo non voglio dire che la Mondadori avesse ragione quando 18-19 anni fa ha interrotto la serie ad una sola uscita dalla conclusione, ma rende un pochino più comprensibile la loro spiegazione... Anche se resta il fatto che "il finale italiano" stravolge completamente il messaggio della serie di romanzi perché lancia un messaggio diametralmente opposto rispetto a quello originale. :coffee: A questo punto potevano incollare i primi capitoli del 54 al 53 e far uscire un volume con un finale sì tronco ma in linea con quello reale.
    Perché in Italia il finale è "genocidio di yeerk brutti e cattivi perché vogliono migliorare la loro vita di vermi ciechi ma intelligenti" mentre in originale è "condividendo la tecnologia possiamo dare una vita migliore a tutti, yeerk compresi".

    Se permettete sono due messaggi MOLTO diversi. :coffee:

    Negli stessi giorni ho letto anche Sono io Taylor Jordan! Le fantastiche disavventure di Meggie Clarke di Tania Paxia, un romance molto carino.
    Protagonista della storia è Meggie Clarke, una giovane cover designer di New York con un libro nel cassetto e tanta insicurezza. Quasi per caso il suo romanzo, che lei ha scritto sotto lo pseudonimo di Taylor Jordan e proposto a molte case editrici senza ricevere riscontro positivo, diventa un caso editoriale del self publishing, mentre la ragazza inizia a conoscere meglio il suo capo Ray Parker.
    L'ho adorato.
    Si sente che non è un romanzo recentissimo e si nota che l'autrice non era quella che è oggi quando l'ha pubblicato... Ma è adorabile!
    La storia è dolcissima, i personaggi sono molto accattivanti ed io lo sto descrivendo apposta in questo modo perché non voglio fare spoiler. :roftl_drop:
    L'ho letto tutto d'un fiato mentre ero in ospedale ed è una vera medicina per l'anima.

    Ho letto anche due romanzi autopubblicati: Aotheria un'ombra nella valle di Flavio Rosa (aka il seguito di Aotheria Il destino di Shyn, letto circa sei mesi fa) e Ronnie Cage nella terra dei sogni di Daniele Zolfanelli.
    Del primo non posso parlarvi molto perché è un sequel... E anche perché da una parte mi è sembrato più debole del precedente per poi rivelarsi essere una vera bomba perché tutto quadra e ti lascia appeso nella speranza di avere il prima possibile un terzo volume. :busta:
    Il secondo è un primo romanzo (o almeno così credo, visto che il finale lascia ampio spazio ad ulteriori avventure) molto grazioso che narra la storia di un diciassettenne, Ronnie Cage, che lavora in un negozio di magia senza capire che è davvero un negozio di magia :roftl_drop: fino a quando non sarà costretto a fare i conti con la realtà dei fatti: la magia esiste e lui c'è dentro fino al collo. Si tratta di un romanzo adatto ad un pubblico di lettori giovani (direi scuola media) che risulta piacevole anche ad un lettore maturo. L'unica pecca secondo me è un finale un pochino troppo movimentato (il filo si segue ma c'è bisogno di un pizzico di attenzione in più) ma per il resto è promosso.

    Dato che la Nord ha annunciato finalmente la data di uscita dell'ultimo volume della tetralogia, ho riletto Il dominio del fuoco di Sabaa Tahir perché erano passati circa 6 anni dalla prima lettura e ricordavo poco o nulla.
    Il romanzo è ambientato in una realtà che ricorda il Medio Oriente per le ambientazioni ed il folklore mentre la struttura gerarchica della società ha dei rimandi all'antica Roma; in questa realtà da 500 anni la popolazione dei Dotti vive assoggettata dall'Impero dei Marziali. Laia, la protagonista e voce narrante femminile di questa storia, è una Dotta che vive con il fratello maggiore Darin in casa dei nonni perché i suoi genitori e la sorella maggiore sono morti da anni; nonostante le vessazioni dovute al suo status di appartenente ad un popolo inferiore la vita di Laia è abbastanza tranquilla, ma tutto cambia quando il fratello viene accusato di aver collaborato con la Resistenza: i nonni vengono assassinati, Darin viene arrestato e Laia, costretta a scappare, chiede aiuto proprio all'organizzazione che il fratello era stato accusato di spalleggiare. Loro si offrono di aiutarla in cambio di un compito: dovrà infiltrarsi a Rupenera, l'accademia dove vengono formate le forze armate dell'Impero. Tra gli studenti di Rupenera c'è Elias, un giovane Marziale che vorrebbe solo fuggire dalle grinfie di un impero che gli chiede di essere uno dei suoi mercenari più spietati, ossia una Maschera.
    Come accaduto per la prima lettura, ho apprezzato molto questo romanzo... Ma i sei anni di differenza si sono fatti sentire e ho notato ingenuità di trama e di scrittura che mi erano sfuggite, oltre ad avere un giudizio decisamente meno favorevole riguardo ai protagonisti che quella volta mi erano parsi solidi mentre adesso decisamente meno validi.
    Resta un bel romanzo e continuerò con piacere la serie perché si prospetta molto interessante... ma diciamo che questo primo volume l'ho leggermente rivalutato.

    Restando nell'ambito delle serie, ho letto la duologia Il sangue delle stelle di Elizabeth Lim, composta da Spin the dawn e Unravel the dusk.
    Nel complesso l'ho trovata una storia piacevole ma non mi ha fatto gridare al caso letterario (infatti l'ho iniziata solo perché la Mondadori faceva il reclutamento e conclusa perché il finale del primo volume era criminale :roftl_drop: ); storia di ambientazione cinese che strizza l'occhio a Mulan, la protagonista è Maia Tamarin, ultima dei quattro figli di uno dei più famosi sarti di A'landi, tragicamente caduto in disgrazia dopo la morte della moglie e reso povero dalla guerra che ha ucciso i due figli maggiori e paralizzato il terzogenito. Quando l'imperatore convoca a palazzo l'uomo per partecipare alla competizione per determinare il nuovo sarto di corte, a rispondere alla chiamata è proprio Maia, che si spaccia per suo fratello perché alle donne non è concesso lavorare (almeno non legalmente e fuori dalle mura domestiche).
    Da questa competizione poi ha origine la vera storia narrata dal romanzo, che non si tira indietro quando c'è bisogno di buttare nel pentolone intrighi politici, avventura, magia e romance, un potpourri ben amalgamato ma forse un tantino dispersivo ed annacquato.
    Maia è una bella protagonista e il suo legame con l'interesse amoroso si rivela interessante (così come TUTTA la storia di questo personaggio) ma in tutta onestà non mi ha fatto saltare dalla sedia perché sa di già visto e rivisto; insomma, una serie caruccia ma non esaltante.

    Sempre nell'ambito delle serie si colloca La ragazza del collegio di Alessia Gazzola, nuova avventura investigativa del medico legale Alice Allevi.
    Ovviamente non posso dire nulla sulla trama ma sappiate che per me è sempre bello tornare da questa protagonista. :]
    E adesso aspetto il terzo di Costanza perché sono una lettrice impossibile da soddisfare. :roftl_drop:

    In realtà anche Evil di Victoria Schwab sarebbe parte di una serie ma io lo considererò come autoconclusivo perché, per quanto mi sia piaciuta la struttura narrativa, la penna della Schwab non mi ha convinta del tutto; inoltre, vista la delusione di Dark, che era un volume programmato, preferisco tenermi il mio bel ricordo di questo romanzo piuttosto che insozzarlo con un seguito appiccicato lì per far soldi. :coffee:
    Evil narra la storia a cavallo tra passato e presente di Eli Cardale e Victor Vale, due uomini brillanti che si sono conosciuti all'università e che insieme hanno lavorato ad una ricerca assai particolare su come nascono i supereroi, uno studio che ha portato il secondo in galera e permesso a entrambi di sviluppare capacità sovrumane.
    Ho apprezzato il saltare avanti e indietro nel tempo e la struttura "a conto alla rovescia", ho apprezzato i personaggi e ho apprezzato la storia ma sono rimasta abbastanza tiepida, quasi come se non riuscissi a entrare in sintonia con il romanzo. :=/:
    Insomma, una bella lettura ma non sono innamorata. :nono: :nono:

    Per un vero colpo di fortuna a metà settembre ho acquistato Le ragazze non possono entrare di Emily Lockhart ad un prezzo davvero irrisorio.
    Puntavo quel romanzo da anni ma non mi ero mai decisa ad acquistarlo perché mi sembrava il classico young adult con protagonista una ragazzina che supera il limite e finisce per scottarsi, insomma il tipo di storia vista e rivista per la quale non avevo voglia di spendere 15 euro.
    Come ho scoperto a posteriori, li valeva... Ma è stato meglio averne spesi solo 2,75. :roftl_drop:
    Protagonista della storia è Frankie Landau-Banks, una quindicenne iscritta l'Alabaster, una scuola esclusiva della costa orientale degli Stati Uniti che cela un segreto di Pulcinella: ha una società segreta esclusivamente maschile di cui praticamente tutti i figli di ex allievi sono a conoscenza. :roftl_drop:
    Diversamente da quanto potrebbe far pensare il titolo, questo romanzo non è incentrato su Frankie che trova il modo di entrare in questa società e poi viene scoperta ma sul modo in cui Frankie riesce ad affrancarsi da Cucciolotta, il soprannome affettuoso con cui è nota in famiglia nonché il modo in cui tutti la vedono, ossia una ragazzina tranquilla e indifesa da proteggere con fare paternalistico; la storia narrata è il grido di protesta di una ragazzina che vuole essere presa sul serio in un mondo che la sottovaluta e la faccenda della società segreta assume una sua importanza solo dopo un certo punto della storia ed in maniera differente da quello che si può pensare.
    Vista l'età dei personaggi c'è anche un po' di romance ma persino quello è trattato in maniera diversa, più realistica e meno scontata.
    Insomma, questo è stato un romanzo che mi ha conquistata.

    Ultimo ma non per importanza (ANZI!) la sorpresa di questo periodo.
    Il giorno dopo l'attivazione del mese di prova di Audible mi sono trovata davanti a una empasse: a metà pomeriggio dovevo partecipare ad una riunione e sapevo che se avessi preso in mano La ragazza del collegio non solo non sarei riuscita a concluderlo ma probabilmente avrei dovuto interrompere la lettura nelle fasi finali dell'indagine quindi avrei passato quelle due ore a tormentarmi quindi ho deciso che quello doveva essere il mio premio. Il problema era che non avevo altri libri in lettura e non volevo iniziare un nuovo volume di Host Club con il rischio di restare appesa pure con quello!
    E' stato allora che ho deciso di sfruttare Audible e, dopo aver messo in libreria due audiolibri molto impegnativi in termini di tempo come il secondo della serie di Locke Lamora (oltre 25 ore) e l'intera trilogia Licanus di James Islington (oltre 92 ore), ho deciso di iniziare ad ascoltare Poet X di Elizabeth Acevedo.
    Si trattava di un volume decisamente più breve degli altri (circa 3 ore) e non essendo in vena di young adult con ambientazione contemporanea mi sono detta che poteva essere carino da ascoltare ma non abbastanza da fare troppi danni alla mia già latitante voglia di partecipare alla riunione. :busta:
    A posteriori devo ammettere che, avendone sentito parlare molto bene sui social da Tiffany aka MissFiction, che di solito ha un palato molto raffinato, avrei dovuto intuirlo che sarebbe stato un libro differente; sarà stata l'interpretazione di Chiara Leoncini, sarà stato lo stile di scrittura graffiante dell'autrice, ma alle 16:20 ero di nuovo inguaiata perché io dall'audiolibro non volevo staccarmi! :fugge:
    Ovviamente, avendo dato la mia disponibiità, ho fatto il mio dovere ma sappiate che la Gazzola è passata in secondo piano fino a dopo cena, quando ho concluso l'ascolto di questa bomba.
    Protagonista della storia è Xiomara, quindicenne di origini dominicane nata e cresciuta ad Harlem, ed è proprio sua la voce graffiante che narra al lettore la sua storia fatta di scontri con la madre profondamente credente, rabbia e conflitto per i pregiudizi legati al suo aspetto fisico ed il suo sesso ed una voce potente e graffiante che lotta per farsi ascoltare.
    Ciò che mi ha colpito maggiormente di questo libro non sono stati i temi affrontati quanto la scrittura: Elizabeth Acevedo colpisce con una narrazione che ti dice l'essenziale e ti colpisce con quella rabbia tagliente, cieca e feroce dell'adolescenza, fatta di "ti odio" e porte sbattute in faccia ai genitori.
    Questo libro mi ha colpita a tal punto che dopo poche pagine ero già lì a cercare gli altri titoli dell'autrice. X)
    Insomma, una fantastica sorpresa.

    Prossime letture

    Per novembre e dicembre (è abbastanza probabile che il prossimo post sarà il tipico post di fine anno :animavia: ) non ho particolari programmi di lettura per i libri ma non per i manga.
    Riguardo a questi ultimi, è assai probabile che concluso Host Club, che nei giorni in cui scrivo sto dosando con molta calma ma sicuramente in prossimità del finale mi verrà voglia di fare uno sprint :roftl_drop: , tornerò da Yona per leggere i circa 20 volumi in arretrato che avrò accumulato per quel periodo (lo ammetto: lo faccio perché la copertina del volume 30 mi spinge a pensare ad un particolare risvolto della storia ed io sono MOLTO curiosa :roftl_drop: ). Ergo Slam Dunk slitterà come minimo a gennaio. :coffee:

    Sul fronte romanzi ho alcuni punti cardine ma poche altre certezze.
    Come intuibile nel post, vorrei concludere la tetralogia di Sabaa Tahir; al momento sto leggendo Una fiamma nella notte, il secondo volume della serie, ma avendo avuto altre letture più impellenti me la sono presa abbastanza comoda... Tuttavia non escludo la possibilità di andare più spedita nell'immediato futuro e quindi arrivare alla data di pubblicazione di Il cielo oltre la tempesta, se non con Un assassino alle porte già sulla pila dei libri letti almeno da annoverare tra quelli in corso. :sisi:
    Al momento ho iniziato anche La corte dei miracoli di Kester Grant, che è ispirato a I miserabili e Il libro della giungla (come abbia fatto l'autrice a combinarli non lo so) e soprattutto vede come protagonista Nina, una ragazza ispirata a Eponine... E per chi fosse curioso di capire come mai per me la cosa sia tanto importante, vi riporto uno spoiler che risale a quasi 4 anni fa
    CITAZIONE (Hephaistion @ 2/3/2018, 16:18) 
    SPOILER MISTI TRA IL LIBRO DEI MISERABILI E IL FILM TRATTO DEL 2012
    [...] il mio personaggio preferito del libro, la vera EROINA di questa storia, una a cui Cosette dovrebbe solo pulire le scarpe e invece è la più sfigata del circondario, ossia Eponine.
    Ora, piccola digressione a riguardo: ma che male ha mai fatto la povera Eponine? La sua unica colpa è quella di essere nata nella famiglia sbagliata e, quando era bambina di massimo sei anni, di aver trattato male la povera Cosette. Perché farla soffrire tanto? Non bastava l'amore a senso unico con quello stordito di Mario (che, per carità, si merita la sua altrettanto stordita Cosette e di mettere al mondo una nidiata di storditi loro pari), era necessario anche farla morire MALE! Seriamente, in tutto il libro la povera Eponine è stata la mia preferita assieme a Jean Valjean e mi è dispiaciuto che stirasse la giovine ala in quel modo tanto tragico. :sisi:

    Ebbene sì, al grido di GIUSTIZIA PER EPONINE io DEVO leggere quel romanzo. :forza:

    Sempre in queste settimane vorrei leggere anche La chiave delle tenebre di Morgan Rhodes, ultima chance che concederò alla saga dei tre regni; se anche questo dovesse causarmi i nervi per la combinazione traduzione+storia demente chiuderò il romanzo e metterò immediatamente in vendita tutti i sei libri senza alcuna remora, come tra l'altro mi ripromettevo a inizio anno.
    CITAZIONE
    - Finire o abbandonare i libri di Morgan Rhodes (quindi o la finisco o la metto in vendita entro il 31/12/21)

    EDIT del 20/10: alla fine della giornata di ieri, arrivata intorno a pagina 70, dopo l'ennesima risposta da bimbo treenne proferita dal re crudele, brutto e cattivo, ho deciso di finirla con questa tortura. A partire da oggi considero in vendita quei sei romanzi.
    Io, per pura curiosità legata essenzialmente a uno spoiler involontario che mi beccai quasi un anno fa, potrei andare a leggere qualche riassunto per sapere come si è arrivati a quel punto... Ma non è detto perché non è che mi interessi un granché la cosa.


    Nei giorni intorno ad Halloween mi piacerebbe fare qualche lettura a tema quindi probabilmente o recupererò qualche libro breve per cui sono MOLTO fuori target come Le strege di Roald Dahl o Vita stregata di Diana Wynne Jones (la stessa autrice della trilogia di Howl, che sarebbe una lettura adatta tanto quanto questa :hmm: ) oppure mi butterò su vecchie glorie come Ghostbusters, volume che contiene i romanzi dei due film ad opera di Richard Mueller e Ed Naha oppure gettarmi su King (di suo ho l'imbarazzo della scelta essendo stata mia madre una kingiana della prima ora :roftl_drop: ) o tentare la sorte con L'albero delle bugie di Frances Hardinge.

    Oltre a questi titoli, l'intenzione di leggere la tetralogia dei romanzi di Josiah Bancroft è ancora presente ma non preponderante: diciamo che riuscirci sarebbe bene ma fallire tentando non mi farà strappare i capelli. :coffee:
    Poi ci sono gli audiolibri sopra citati, ma dubito fortemente di riuscire a portare a termine qualcosa vista la mole. :mu: Probabilmente li sfrutterò nei tempi morti per testare qualche primo capitolo di libri che mi attirano per capire se vale la pena leggerli o meno. :hmm:

    Edited by Hephaistion - 20/10/2021, 09:00
     
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    Ormai è tradizione che io chiuda l'anno con un bel post mastodontico sulle ultime letture e sui buoni propositi presenti e passati quindi... Scappate finché potete perché come al solito è quando meno me lo aspetto che riesco a dare il meglio di me.
    E stavolta non me lo aspettavo proprio! :roftl_drop:

    COSA HO LETTO

    Inizio dai manga e fumetti perché la faccenda si chiude davvero in fretta.

    CITAZIONE (Hephaistion @ 19/10/2021, 11:52)
    Riguardo a questi ultimi, è assai probabile che concluso Host Club, che nei giorni in cui scrivo sto dosando con molta calma ma sicuramente in prossimità del finale mi verrà voglia di fare uno sprint :roftl_drop: , tornerò da Yona per leggere i circa 20 volumi in arretrato che avrò accumulato per quel periodo (lo ammetto: lo faccio perché la copertina del volume 30 mi spinge a pensare ad un particolare risvolto della storia ed io sono MOLTO curiosa :roftl_drop: ). Ergo Slam Dunk slitterà come minimo a gennaio. :coffee:

    Finito Host Club non ho toccato né Yona né altri manga. :busta:
    Yona e Slam Dunk, così come la rilettura di Lovely Complex e Assassination Classroom (e probabilmente anche altri), slitteranno da gennaio in poi ma esattamente quando non so e visto che si tratta di minimo quattro serie, è quasi sicuro che per almeno una serie si parli del 2023. :coffee:

    Per compensare all'assenza di manga ho letto due graphic novel molto belle in maniere assai differenti.
    La prima, di cui posso parlare solo molto brevemente perché è un volume di una serie, è il quarto volume di Heartstopper di Alice Oseman.
    Tanto carino quanto impegnato... Ma il finale è da denuncia. :roftl_drop:
    Aspetto con ansia il quinto (e, mi pare, ultimo) per sapere come si concluderà la storia. Per sopportare l'attesa non è da escludere che io possa decidere di leggere qualche romanzo della Oseman in cui compaiono Nick e Charlie come personaggi secondari... E visti i miei progetti per il 2022 potrei avere un motivo in più per farlo. :shifty:

    Bellissimo e devastante è stato invece March, il fumetto in tre volumi disegnato da Nate Powell e scritto da Andrew Aydin sulla base della testimonianza di John Lewis (1940-2020), che è stato tra i protagonisti della lotta contro la segregazione negli Stati Uniti d'America.
    John Lewis inizia narrando la sua storia di ragazzo che diviene in fretta consapevole dell'ingiustizia patita da coloro che, come lui, hanno la pelle scura nella black belt e in generale negli stati meridionali degli Stati Uniti d'America, e di come il suo contributo e quello di tanti altri uomini e donne sia stato fondamentale per la lunga strada lastricata di marce che hanno portato alla fine ad una reale ugualianza dei diritti di ogni cittadino (per quanto la storia recente sia testimonianza che ancora oggi una certa disparità esiste).
    March è un pugno nello stomaco, di quelli che fanno sgorgare lacrime e mozzano il fiato per il dolore e sono felice di avergli dato una possibilità in questi ultimi giorni di dicembre.

    CITAZIONE
    Sul fronte romanzi ho alcuni punti cardine ma poche altre certezze.
    Come intuibile nel post, vorrei concludere la tetralogia di Sabaa Tahir; al momento sto leggendo Una fiamma nella notte, il secondo volume della serie, ma avendo avuto altre letture più impellenti me la sono presa abbastanza comoda... Tuttavia non escludo la possibilità di andare più spedita nell'immediato futuro e quindi arrivare alla data di pubblicazione di Il cielo oltre la tempesta, se non con Un assassino alle porte già sulla pila dei libri letti almeno da annoverare tra quelli in corso. :sisi:

    :?
    Mi sono arenata intorno a pagina 100 del secondo volume intorno alla metà di novembre perché facevo una fatica immane ad avanzare; avevo pensato di rimettermici sopra prima a inizio dicembre e successivamente prima di Natale ma ho preferito dare la precedenza ad altre letture quindi alla fine la pausa è durata oltre un mese e mezzo. :busta:
    Alla fine la sera di Santo Stefano mi sono rimessa a leggere il libro e il 28, anche se con un po' di fatica, l'ho concluso (erano le 23, morivo di sonno causa effetti collaterali del vaccino ma mi mancavano solo 30 pagine per finirlo!).
    Mi è piaciuto?
    Abbastanza. Non l'ho amato particolarmente: ci sono stati un paio di colpi di scena niente male così come due momenti in cui mi sono cadute le braccia perché l'autrice si è contraddetta riguardo ad elementi abbastanza importanti... Quindi non me la sento proprio di apprezzarlo in maniera particolare. Di sicuro non mi getterò sul terzo perché non ne sento l'urgenza, ma probabilmente punterò a completare la serie entro la prima metà del 2022 perché sono curiosa di conoscere il destino di Helene (nel primo romanzo personaggio quasi secondario che qui diventa personaggio principale a tutti gli effetti) e di alcuni personaggi secondari a lei collegati... E sì, lo ammetto: ora come ora di Laia ed Elias, aka i protagonisti principali dal minuto uno, mi importa davvero pochissimo. :coffee:

    CITAZIONE
    Al momento ho iniziato anche La corte dei miracoli di Kester Grant, che è ispirato a I miserabili e Il libro della giungla (come abbia fatto l'autrice a combinarli non lo so) e soprattutto vede come protagonista Nina, una ragazza ispirata a Eponine... E per chi fosse curioso di capire come mai per me la cosa sia tanto importante, vi riporto uno spoiler che risale a quasi 4 anni fa
    CITAZIONE (Hephaistion @ 2/3/2018, 16:18) 
    SPOILER MISTI TRA IL LIBRO DEI MISERABILI E IL FILM TRATTO DEL 2012
    [...] il mio personaggio preferito del libro, la vera EROINA di questa storia, una a cui Cosette dovrebbe solo pulire le scarpe e invece è la più sfigata del circondario, ossia Eponine.
    Ora, piccola digressione a riguardo: ma che male ha mai fatto la povera Eponine? La sua unica colpa è quella di essere nata nella famiglia sbagliata e, quando era bambina di massimo sei anni, di aver trattato male la povera Cosette. Perché farla soffrire tanto? Non bastava l'amore a senso unico con quello stordito di Mario (che, per carità, si merita la sua altrettanto stordita Cosette e di mettere al mondo una nidiata di storditi loro pari), era necessario anche farla morire MALE! Seriamente, in tutto il libro la povera Eponine è stata la mia preferita assieme a Jean Valjean e mi è dispiaciuto che stirasse la giovine ala in quel modo tanto tragico. :sisi:

    Ebbene sì, al grido di GIUSTIZIA PER EPONINE io DEVO leggere quel romanzo. :forza:

    Il mio percorso è stato accidentato ma tra Natale e Santo Stefano mi sono decisa e ho fatto fuori una full immersion. :susuvai:
    Diciamo che nutrivo grandi aspettative e immenso terrore nei confronti di questo romanzo... E, per quanto non sia l'amore della vita, certamente si tratta di un romanzo che mi ha soddisfatta.

    Piccola digressione riguardante la collocazione storica delle vicende: in quanto retelling di I Miserabili la storia è ambientata a Parigi a cavallo tra gli anni '20 e '30 del XIX secolo ma si tratta di una realtà ucronica in cui la Rivoluzione Francese è fallita a causa dell'intervento delle potenze straniere in supporto dei nobili francesi in un periodo di tempo successivo l'esecuzione di Luigi XVI e sua moglie Maria Antonietta ma precedente la morte di Luigi XVII, che ha avuto modo di divenire adulto. Il fallimento della rivoluzione ha portato alla condanna a morte di tutti i rivoluzionari ed in particolare di tutti i membri delle famiglie dei sei leader della rivoluzione, mentre gli ultimi si sono organizzati in una complessa organizzazione formata da nove corporazioni che si occupano di regolare le attività criminali.
    Detto questo...

    La storia narrata è quella di Eponine, nota come Nina la Gatta Nera della Corporazione dei Ladri della Corte dei Miracoli, che dopo aver perso la sorella maggiore Azelma, reclamata da Kaplan, noto anche come la Tigre, il crudele capo della Corporazione della Carne, cerca di evitare che il medesimo destino venga patito dalla graziosa Cosette, una ragazzina più giovane di lei di cui si occupa il padre; per salvare quella che lei considera una sorella minore la ragazza decide di battere sul tempo la Tigre affidandola all'Orso, capo della Corporazione dei Morti.

    Non sapevo cosa aspettarmi da questa strana combinazione di elementi e sono rimasta sorpresa dal modo in cui la Grant è riuscita a mescolare due classici tanto diversi dando vita ad una storia che non solo ha reso giustizia a Eponine, ma pure a Cosette, che nell'originale è una sorta di ameba che subisce supinamente il suo destino mentre qui, per quanto mantenga quella medesima purezza ed innocenza (anche perché, se ho ben tenuto conto degli anni dei salti temporali, Cosette è poco più di una bambina in buona parte del romanzo), Cosette non si limita a essere spettatrice della sua vita.
    Avendo già una simpatia per lei, non ho potuto fare a meno di amare questa versione di Eponine astuta ed appassionata che farebbe davvero di tutto per difendere la sorellina ma
    ho gradito meno quella sorta di quadrilatero in cui Nina è l'interesse amoroso di ben tre personaggi maschili. :specchio:

    Per fortuna che, a parte quello, Nina mi è piaciuta moltissimo e la storia, che si è rivelata essere più crudele di quanto immaginassi, è stata davvero molto interessante e ben strutturata. Ho apprezzato in particolare
    il colpo di scena in cui si scopre che il rapimento di Cosette dopo la risoluzione della crisi del pane, gesto per il quale Eponine attacca pubblicamente Kaplan finendo per essere picchiata a sangue e ricevere "le striscie", altro non era che un trucco della stessa Eponine per salvare la ragazzina facendola sparire dalla circolazione. :argh: Non me l'aspettavo un risvolto simile. :argh:

    Per me è promosso e ringrazio anche l'autrice di aver scritto un romanzo parte di una serie ma con un finale abbastanza chiuso che mi permette di riposare in attesa che arrivi il seguito.

    E ora il momento shock, che è arrivato intorno al 22 ottobre.
    Sotto Halloween volevo fare letture spaventose... Ed in un certo senso è stato così, perché mi sono davvero spaventata quando mi è scoppiata la vena romance. :roftl: :roftl_drop: :roftl: :roftl_drop:
    A mia discolpa, io ho provato davvero a dedicarmi a
    CITAZIONE
    Le strege di Roald Dahl o Vita stregata di Diana Wynne Jones (la stessa autrice della trilogia di Howl, che sarebbe una lettura adatta tanto quanto questa :hmm: ) oppure mi butterò su vecchie glorie come Ghostbusters, volume che contiene i romanzi dei due film ad opera di Richard Mueller e Ed Naha oppure gettarmi su King (di suo ho l'imbarazzo della scelta essendo stata mia madre una kingiana della prima ora :roftl_drop: ) o tentare la sorte con L'albero delle bugie di Frances Hardinge.

    ma non c'è stato verso: non avevo voglia di quei libri.
    E' stato quasi per caso che mi sono detta "ma buttiamo un occhio su La proposta di un gentiluomo di Julia Quinn..." (aka "il terzo libro dei Bridgerton"), che ho divorato in un weekend per poi gettarmi a pesce su Un uomo da conquistare (aka "il quarto libro dei Bridgerton").
    Il problema di questi libri è che sono romance abbastanza blandi ma talmente accattivanti da dare dipendenza! :nooo:
    Insomma, long story short, preparatevi al commento dei volumi dal tre all'otto della serie di Bridgerton. :roftl_drop:
    In caso non si voglia alcuno spoiler, essendo anche oggetto di serie televisiva in corso, metterò sotto spoiler tutto tranne il nome del Bridgerton protagonista... Ma sappiate che a questo punto la sottoscritta si sente anche liberissima di darsi all'anticipazione selvaggia :drink:
    La proposta di un gentiluomo, il terzo volume, è incentrato sul secondogenito Benedict
    e Sophie, figlia illegittima del conte di Penwood che è cresciuta come una nobildonna fino a quando, alla morte del padre, la sua matrigna non l'ha ridotta al ruolo di serva sua e delle sue due figlie (sì, la prima parte del romanzo è una rivisitazione di Cenerentola ;) ). Una sera le figlie acquisite di Penwood vengono invitate a casa Bridgerton per un ballo e anche Sophie riesce a partecipare, incontrando lì il fratello minore del padrone di casa, Benedict; i due si innamorano perdutamente l'una dell'altro in un batter d'occhio ma poi lei deve scappare, la matrigna scopre la cosa e Sophie viene cacciata di casa.
    Anni dopo i due si incontrano di nuovo ma lui non la riconosce e dopo una serie di vicissitudini (alcune anche abbastanza opinabili a parer mio) l'amore vince su tutto. :win:

    L'ho trovato molto carino (altrimenti non me lo sarei fatto fuori in una giornata :XD: ) ma passata l'euforia non è chissà quale gran romanzo e alla lunga non ne ricordo più moltissimo (e sono passati appena un paio di mesi!).
    Al contrario diversi dettagli di Un uomo da conquistare, ossia il romanzo del terzogenito Colin, mi sono rimasti in mente.
    Sarà perché è il romanzo del balzo temporale più ampio (per l'esattezza sette anni, escamotage utile per poter portare all'età adulta Hyacinth e Gregory, i fratelli Bridgerton che nel primo romanzo avevano circa una decina d'anni), sarà perché è il libro in cui viene rivelato (anche se chi ha visto la serie tv lo sapeva già :roftl_drop: ) che Lady Whistledown altri non era che Penelope Featherington, ma è un romanzo che mi è rimasto impresso in mente sia nel bene sia nel male.
    La storia è ancora più semplice del precedente: Colin Bridgerton torna da uno dei suoi viaggi, rivede l'amica Penelope Featherington che ormai ha smesso di cercare marito in quanto ventottenne e in breve si scopre innamorato di lei quanto lei lo era sempre stata di lui, il tutto mentre l'identità segreta della ragazza è in pericolo.
    Ovviamente non è un romanzo privo di difetti, in primis questo amore che quasi di punto in bianco inizia a sentire Colin nei confronti di Penelope (e tu resti lì a pensare "ma come siamo arrivati a questo? :mu: ", ma è molto grazioso, Penelope si meritava una storia d'amore simile e lady Danbury è impareggiabile.

    A sir Phillip, con amore, dedicato a Eloise, per me è il romanzo peggiore dopo Il duca ed io (il primo proprio non mi ha soddisfatta, ma sono consapevole che lì ha giocato un ruolo l'effetto alone della trasposizione); con questo non voglio dire che sia un romanzo poco piacevole perché non è così... Solo che non è carino come gli altri.
    Avendo come protagonista Eloise, la più ribelle delle Bridgerton, tutto mi aspettavo tranne che questa donna che ha rifiutato diverse proposte di matrimonio da persone che aveva modo di conoscere e non reputava alla sua altezza, presa dalla smania di matrimonio dopo che la migliore amica è convolata a giuste nozze con suo fratello Colin si butti a pesce sul primo sconosciuto che passa, in questo caso un nobiluomo vedovo di una sua lontana parente con il quale ha solo scambiato una corrispondenza per qualche mese; da Eloise non mi aspettavo un simile sviluppo ed il fatto che questo Phillip Crane non sia neanche una persona particolarmente piacevole ha peggiorato la situazione. L'intento di voler rendere Eloise una sorta di angelo salvatore in grado di sistemare le cose con i piccoli orfanelli Crane è carina ma nel complesso il romanzo non mi ha soddisfatta un granché.

    Per fortuna dopo questo tonfo è arrivato il primo dei due romanzi che vanno a completare il mio personalissimo podio dei romanzi della serie nonché il primo a parimerito con Il visconte che mi amava; si tratta di Amare un libertino, il romanzo di Francesca Bridgerton.
    Per me questo romanzo è il primo a parimerito perché, se la storia di Anthony era di grande intrattenimento e la chimica tra i protagonisti "da chef kiss", ho trovato quella di Francesca la meglio costruita e più profonda.
    Nei precedenti romanzi leggiamo che Francesca si è sposata negli anni trascorsi tra il terzo ed il quarto volume con John Stirling, conte di Kilmartin, un uomo che la giovane amava molto ma che sfortunatamente ha perso a causa di un aneurisma cerebrale appena due anni dopo le nozze, poco prima di scoprire di essere in attesa di un bambino che purtroppo perderà qualche settimana più tardi.
    Alla morte di John e del bambiino, il titolo di conte di Kilmartin passa a Micheal Stirling, cugino di John nonché amico fraterno della coppia. L'uomo ha la fama del libertino ma in realtà nasconde un segreto: la sera prima del matrimonio John gli ha presentato Francesca e lui se ne è perdutamente innamorato.
    Il romanzo è giocato tutto sul senso di colpa di Micheal, che si sente un impostore in quanto ha "rubato" il ruolo al cugino che amava come un fratello e fugge per quattro anni in India, e Francesca, che al ritorno di Micheal decide di cercarsi un nuovo marito perché sente la necessità di diventare madre ed inizia a provare qualcosa proprio per quello che anni prima era il suo migliore amico.
    Il disagio provato da Micheal e Francesca nei confronti di quel sentimento che li lega e che pensano di non dover provare per rispetto al defunto John è palpabile e le loro reazioni sono verosimili... Insomma, questo romanzo non è leggero come gli altri, anche perché viene trattato anche il tema della malattia ed il timore della morte.

    Facendo doppietta, l'altro romanzo da podio ma al terzo posto (avendo un primo posto a due piazze...) è Tutto in un bacio, aka il romanzo di quella pettegola di Hyacinth. :XD:
    Il motivo per cui l'ho apprezzato tanto è la chimica tra la protagonista e il suo interesse amoroso, Gareth St. Clair, figlio illegittimo della figlia di lady Danbury ma nato in costanza di matrimonio e riconosciuto dal conte St. Clair. Tra battute salaci e un tesoro segreto nascosto a palazzo dalla madre del conte, si dipana una storia d'amore frizzante e decisamente divertente, nonostante il peso della paternità misteriosa di Gareth si senta.

    Ultimo, e a mio avviso molto carino, è Il vero amore esiste, il romanzo di Gregory (che essendo uomo può sposarsi più tardi della sorellina Hyacinth).
    Si ricalca un po' lo stilema del secondo volume:
    avendo ben sette fratelli che si sono sposati per amore, anche Gregory sogna questo sentimento e non appena vede la bellissima Hermione Watson credi di averlo travato; per avvicinarsi a lei cerca l'intercessione di Lucy, la migliore amica di Hermione... Ed è qui che sorge il problema perché lei non solo gli rivela che l'amica è già innamorata ma finisce per essere attratta da lui nonostante il suo matrimonio sia imminente. Insomma, la prima parte del romanzo è un bel casino di amori non corrisposti e sentimenti che non dovrebbero essere provati mentre la seconda vira sul drammatico.
    Molto carino ma non da podio a causa degli avversari. :P


    CITAZIONE
    Oltre a questi titoli, l'intenzione di leggere la tetralogia dei romanzi di Josiah Bancroft è ancora presente ma non preponderante: diciamo che riuscirci sarebbe bene ma fallire tentando non mi farà strappare i capelli. :coffee:
    Poi ci sono gli audiolibri sopra citati, ma dubito fortemente di riuscire a portare a termine qualcosa vista la mole. :mu: Probabilmente li sfrutterò nei tempi morti per testare qualche primo capitolo di libri che mi attirano per capire se vale la pena leggerli o meno. :hmm:

    Qui un ruolo l'ha giocato Amazon.
    Cercherò di raccontarvi la cosa nella maniera più concisa possibile.
    Avendo visto il prezzo piuttosto vantaggioso, l'8 gennaio 2021 ho fatto la follia di preordinarlo quasi un anno prima della pubblicazione e, circa sei mesi dopo, avendo dei buoni Amazon, ho pensato bene di pagarlo con quelli; la data fornitami all'epoca per la consegna era il 23 novembre ma, sapendo che il romanzo sarebbe stato pubblicato il 9 novembre, in quei giorni ho iniziato a monitorare il sito per capire quando sarebbe stato spedito. Intorno al 20 novembre il libro risultava disponibile in magazzino e con consegna entro le 24 ore successive, di conseguenza pensavo mi sarebbe stato spedito a momenti... Cosa che non solo non è avvenuta ma il 23 mi è pure arrivata una mail in cui mi dicevano che non potevano spedire l'articolo al momento.
    Ok...
    Aspetto una settimana in più continuando a monitorare la situazione, che rimaneva invariata (ossia il prodotto risultava in magazzino e, se ordinato ex novo, in consegna entro le 24 ore successive, ma la mia copia non partiva), e alla fine il 1 dicembre contatto l'assistenza clienti per capire come mai il libro non era ancora stato spedito; l'operatrice che mi ha risposto che il mio pacco non sarebbe stato spedito prima del 5... peccato con fosse il 5 dicembre ma il 5 gennaio. :mu:
    Le ho chiesto lumi riguardo al motivo per cui, nonostante l'articolo fosse disponibile in magazzino e oltretutto avessero già i soldi accreditati, avrei dovuto aspettare così a lungo e mi ha risposto che non c'erano copie in magazzino.
    Per quel giorno ho lasciato perdere, anche perché dovevo andare a lavorare quindi non avevo tempo di stare a discutere sul fatto che sul sito lo davano come "disponibilità immediata", ma il 3 ho riprovato in un orario migliore, rinnovando il pagamento e mettendo in carrello una copia del romanzo per avere la prova che in effetti era in consegna per il giorno successivo; fortunatamente quella volta ho trovato un'operatrice che concordava con me riguardo alla stranezza della cosa e che nei giorni successivi mi ha contattata più volte per aggiornarmi sulle novità a riguardo... Ma una settimana dopo mi ha mandato una mail in cui mi diceva che non sapeva il perché di queste tempistiche e di continuare ad spettare.
    Alla fine il libro è arrivato una decina di giorni da quell'ultima mail e inaspettatamente; non so quale santo abbia concesso la grazia di venerdì 17 ( :roftl_drop: ) ma ha tutta la mia gratitudine perché sabato pomeriggio ho potuto finalmente stringerlo tra le mano. :roftl_drop:
    Dopo questa epopea capirete come mai la lettura dei libri di Bancroft sia slittata al 2022.

    Tra l'altro, restando in tema "la sfiga paccofila", durante il Black Friday avevo ordinato due libri che desideravo immensamente dal sito Mondadori e con un bellissimo scontone: si trattava di Marea tossica di Chen Qiufan e La via dei re di Brandon Sanderson.
    Si sono persi il pacco nel percorso tra i loro magazzini e la sede del corriere (se al corriere arrivano le informazioni del pacco ma non il pacco, a rigor di logica è sparito nel percorso tra il punto A e il punto B)! ;_; ;_; ;_; ;_; ;_; ;_; ;_; ;_; ;_; ;_; ;_; ;_;
    E, scorno degli scorni, alla Mondadori l'ho dovuto comunicare io (servizio clienti al top :? ); me lo rimborseranno ma con quella cifra è già tanto se riuscirò a ricomprarne uno. ;_; ;_; ;_; ;_; ;_; ;_;
    Ho poi deciso di investire quei soldi per andare al cinema (se vi interessa, ho dato anche io il mio contributo all'incasso di Spiderman No Way Home :b: )... E il giorno dopo su IBS hanno rimesso Marea Tossica con lo stesso sconto! :animavia:
    E questa è la storia di come non solo mi sono fatta un regalo di Natale extra ma Babbo Natale ci ha messo lo zampino facendo arrivare il pacco il giorno della vigilia invece che il 28 dicembre come previsto :]

    Comunque sia spero che questi non siano segni di un "non c'è due senza tre" perché al momento un pacco contenente una copia usata di The tiger's daughter di K. Arsenault Rivera sta viaggiando dagli Stati Uniti a qui e ho il terrore di cosa potrebbe accadere. Se vi state chiedendo "ma perché ti fai mandare una copia usata dall'America?" il motivo è semplice: non so per quale motivo, ma questa trilogia edita in copertina flessibile costicchia abbastanza (non ha prezzi folli ma di norma le flessibili in lingua costano almeno 4-6 euro di meno) e i suoi volumi non sono neanche facilissimi da trovare, quindi quando ho scoperto su Amazon una copia che in descrizione davano come in ottime condizioni, con spese di spedizione gratuite e a meno di 6 euro ho fatto la spesa nonostante i tempi d'attesa biblici (circa 5 settimane) e l'assenza di tracciamento dettagliato (ad oggi so solo che è partito dal Maryland un mese fa).
    Spero di non aver buttato i miei soldi.

    Tornando alle letture inaspettate, un altro romanzo che ho divorato in questo periodo nonostante fossi scettica è stato P.S. I like you di Kasie West.
    Un altro romance. :roftl_drop:
    Sarò onesta: a me questo romanzo rosa per adolescenti attirava per qualche oscuro motivo da quando venne pubblicato ma speravo in una edizione tascabile perché non volevo spenderci 10 euro; in quell'edizione non è mai uscito ma in compenso l'ho trovato in offerta all'ipermercato insieme ad altri titoli ed alla fine ho preso quello e La corona del potere, il secondo volume della serie Le sette dinastie di Matteo Strukul. :roftl_drop:
    Come avrete intuito da quanto riferito poco fa, l'ho apprezzato davvero moltissimo.
    La storia narra di come Lily, una ragazza piuttosto solitaria, inizia a scambiare lettere quasi per caso con una persona sconosciuta che frequenta il suo stesso corso di chimica ad orari diversi (i ragazzi del suo anno sono divisi in tre gruppi).
    Si tratta di un romanzo molto dolce e scorrevole che mi ha catturata nonostante la mia adolescenza sia un lontanissimo ricordo. :roftl_drop:

    Nello stesso periodo ho ceduto alla tentazione e ho letto Tutta colpa del k-pop dello youtuber Seoul Mafia. Adorando Marco non avevo dubbi che avrei adorato anche il libro in cui raccontava la sua esperienza e così è stato. :susuvai:

    Dopo l'indigestione di romance ho letto il fantasy per ragazzi Edenya di Laura Rizzoglio.
    Le creature fantastiche di cui parla sono gli angeli, che nella mia scala di gradimento si trovano davvero in basso quindi non incontrava molto il mio gusto personale, ma l'ho apprezzato dal punto di vista oggettivo perché è ben scritto, con personaggi caratterizzati a puntino e con una struttura molto valida. Insomma, stavolta il problema era davvero la sottoscritta. :roftl_drop:
    E no, la trama non l'ho inserita perché è un libro tutto da scoprire. :P

    Penultima lettura di cui devo parlarvi è Blackbird. I colori del cielo, romanzo su cui avevo puntato lo sguardo da tempo ma ho realizzato essere uscito in italiano soltanto un mese fa. Ambientato principalmente nel 1986, il romanzo vede nei panni delle protagoniste Oksana Savchenko e Valentina Kaplan, due ragazzine molto diverse accomunate dal medesimo indirizzo e dal fatto che entrambi i loro padri lavorano nella stessa sezione della centrale nucleare di Chernobyl. Il loro rapporto è burrascoso principalmente per via del pregiudizio instillato dal padre di Oksana nella figlia per via delle origini ebraiche della famiglia Kaplan, ma quando il reattore n.4 esplode le ragazze sono costrette a fuggire, così come aveva dovuto fare quarantacinque anni prima la dodicenne Rifkah, una ragazzina ebrea che per sottrarsi al dilagare delle truppe naziste deve abbandonare la sua famiglia.
    Blackbird è un romanzo molto intenso che narra le difficili esistenze di queste tre ragazze e di come l'amicizia possa essere il legame più importante che si possa stringere, anche quando la distanza tra gli amici sembra incolmabile. Mi è piaciuto davvero moltissimo.

    L'ultimo libro letto quest'anno è stato Lei che divenne il sole di Shelley Parker Chan, romanzo in cui si reinterpreta l'ascesa al potere di Zhu Yuanzhang, fondatore della dinastia Ming, partendo dal presupposto che in realtà fosse una giovane contadina che, alla morte del fratello maggiore al quale un'indovina aveva predetto un futuro grandioso, decide di prenderne il destino.
    Sarò onesta: da come se ne parlava credevo fosse un romanzo indimenticabile e invece mi è sì piaciuto ma non l'ho apprezzato particolarmente perché non è riuscito a coinvolgermi moltissimo. La rilettura in chiave queer del fondatore della dinastia Ming non mi è dispiaciuta perché ho trovato la trattazione della psiche di quest'uomo nato in un corpo di donna ben fatta, con l'accento posto principalmente sulla sua smisurata ambizione,
    tanto che arriva ad ordire una macchinazione che porta prima all'eliminazione dei suoi diretti superiori e successivamente uccide con le sue mani il bambino che era destinato a divenire imperatore,
    ma l'ho trovata una trattazione poco sentita e quindi non sono riuscita ad avvicinarmi alla protagonista.
    Riguardo
    all'eunuco Ouyang,
    personaggio molto amato da tutti, la mia opinione è simile: ne ho apprezzato la caratterizzazione ma a me non è arrivato.
    Insomma, questo romanzo mi ha lasciata piuttosto tiepida.

    BILANCIO ANNUALE



    Iniziamo rivangando quanto affermato un anno fa.
    Obiettivi generali
    CITAZIONE
    - Innanzitutto mi riprometto di mantenere il mio spirito molto critico, riuscendo in questo modo a mentenere lo stesso livello di selettività tenuto nel 2020, sia a tutela del portafoglio sia in caso di collaborazioni con autori o case editrici

    Direi di sì.
    In alcuni casi sono stata abbastanza generosa con i voti perché li ho valutati in base al target di riferimento o per affetto, ma in generale sono stata abbastanza brava. :susuvai:
    E poi l'importante è che io abbia acquistato meno e sfruttato maggiormente le potenzialità dell'usato. :win:
    CITAZIONE
    - Rinnovo il proposito di leggere almeno 50 romanzi in un anno, che sarebbe stato un obiettivo perfettamente raggiungibile senza questi momenti di stasi

    Devo ammettere che intorno al 25 ottobre ero abbastanza pessimista a riguardo perché contando solo i romanzi ero arrivata più o meno a quota 39 o 40, in quei giorni le letture programmate procedevano abbastanza a rilento e di lì a poco avrei iniziato a lavorare a pieno regime quindi difficilmente sarei riuscita a raggiungere quell'obiettivo...
    Ma poi sono arrivati i romanzi di cui vi ho parlato sopra e già a metà dicembre avevo praticamente raggiunto l'obiettivo. :win:
    CITAZIONE
    - Rinnovo anche quello di leggere più libri in lingua inglese, visto anche il fatto che nel 2020 ho recuperato una serie che bramavo da molto (tecnicamente l'ultimo è ancora in viaggio ed il tracciamento degli ordini "non Amazon" è uno schifo in questi giorni, quindi non ho neanche idea se sia in consegna o in un centro di raccolta) e mi sono decisa ad aprire il portafoglio per completarne una interrotta in Italia

    Sono sincera: ho dovuto controllare per capire a cosa mi riferivo. :roftl_drop:

    Devo ammettere che quest'anno ho letto decisamente di più in lingua. Non sono riuscita a rispettare il buon proposito di arrivare a 5 romanzi letti in lingua ma...
    CITAZIONE
    - Finire la terza trilogia di Terre d'Ange come gli scorsi quattro anni, ovviamente (lo so, sono ridicola :busta: )

    jpg


    Non sono più ridicola! :corre: :corre: :corre:
    Insomma, due dei tre sono loro e il terzo è la graphic novel degli Animorphs (che ho conteggiato come libro perché è abbastanza densa) quindi sono più che soddisfatta! :]
    CITAZIONE
    - Quest'anno vorrei spaziare un po' di più con i generi quindi dedicarmi un po' più spesso ai romanzi storici e dare una chance anche a qualche romance, giallo e thriller

    Qui ho fatto jackpot. :susuvai:
    Ho letto 15 romanzi con ambientazione storica su 50 e tra questi otto erano romance con ambientazione storica e uno era un giallo ad ambientazione storia. :] E in più ho letto anche altri romanzi che erano romance e basta. :roftl_drop:
    Direi che ho spaziato. :corre:

    Specifici

    CITAZIONE
    - Questo è l'anno di Mistborn... E stavolta sono anche abbastanza sicura che sia vero perché la Mondadori ha annunciato che uscirà la ristampa quindi si suppone che dopo quella andranno avanti con i volumi mancanti della seconda trilogia :susuvai: Ed in nome di questa "non certezza ma poco ci manca" potrò finalmente trovare spazio nella mia vita per questa trilogia che rimando da anni

    :specchio:
    No, neanche questo è stato l'anno buono.

    NEXT!


    CITAZIONE
    - Leggere un libro di Allison Pataki (qui vinco facile perché punto a leggere come primo o secondo libro dell'anno Il destino di una regina)
    - Finire la Winternight Trilogy di Katherine Arden (questo entro febbraio-marzo, altrimenti non è più in tema :busta: )

    Fatto e fatto :susuvai: (anche se non ho rispettato le tempistiche preventivate :roftl_drop: )
    CITAZIONE
    - Fare la solita lettura a tema Shoa entro gennaio

    Sono state due ed erano più a tema seconda guerra mondiale che Olocausto, ma va bene così.
    CITAZIONE
    - Riprendere in mano almeno un romanzo di Robin Hobb
    - La lettura di tutto Slam Dunk (non so ancora se tutto in nuova edizione, e quindi verso l'estate, o se parzialmente in vecchia e quindi entro la prima metà dell'anno, visto che già adesso avrei tutta la storia a disposizione)

    Qui ho toppato.
    Ci penserà il 2022.
    CITAZIONE
    - Finire o abbandonare i libri di Morgan Rhodes (quindi o la finisco o la metto in vendita entro il 31/12/21)

    Tra pochi giorni sarà il secondo complimese nella loro nuova casa quindi direi proprio che sì, non solo entro il 2021 l'ho messa in vendita ma l'ho pure piazzata e con quei soldi mi sono pagata una bolletta del telefono. :]

    OBIETTIVI PER IL 2022

    Iniziamo con la novità più grande: dopo aver valutato e scartato più e più volte l'idea di mettermi alla prova con una reading challenge annuale, quest'anno ho trovato che la PopSugar Reading Challenge 2022 (che trovate qui) andasse nella stessa direzione che vorrei prendere io con le letture, ossia sperimentare generi e autori, e dopo aver fatto qualche ricerca riguardo alle papabili letture per la maggior parte della categorie, scoprendo non solo romanzi interessantissimi ma soprattutto che alcune storie che mi riprometto di leggere da diverso tempo sono in linea con gli obiettivi, ho deciso di seguirla in maniera informale... Ossia prendendo spunto dalle categorie da "dover completare" ma fregandomene del risultato. :roftl_drop:

    Oltre a questa novità, i miei obiettivi sono più o meno gli stessi dello scorso anno quindi:
    - Occhio al portafoglio e alla qualità delle letture
    - Leggere circa un libro alla settimana escludendo racconti, fumetti e manga se non in caso di opere oggettivamente "dense"
    - Leggere Mistborn
    - Finire la tetralogia Il dominio del fuoco
    - Leggere maggiormente in inglese
    - Fare la solita lettura di gennaio a tema Shoha o Seconda Guerra Mondiale
     
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    Salve.
    No, non sono morta.
    Semplicemente in questi primi sei mesi dell'anno non ho letto moltissimo (sempre per i miei standard) quindi ho accumulato...
    E accumulato...
    E accumulato fino a quando non mi sono resa conto che forse era il caso di fare un aggiornamento perché ok che la metà delle letture sono manga e ci sono un paio di novelle, ma resta pur sempre il fatto che sia "un pochino" di roba. :argh:
    Per migliorare la fruizione, divido in categorie.

    MANGA/GRAPHIC NOVEL/FUMETTI

    Inizio togliendo subito di mezzo le opere illustrate.
    L'anno è iniziato con poca voglia di leggere e in generale scarse capacità di concentrarsi quindi, dopo un primo mese passato ad arrancare, ho deciso di dedicarmi a un manga.

    La mia scelta è caduta su Lovely Complex di Aya Nakahara, di cui ricordavo abbastanza bene le fasi iniziali grazie all'anime mentre delle fasi finali, complice anche il periodo in cui finii di leggerlo, ricordavo davvero poco.
    Per chi non conoscesse la storia, piccola sinossi

    Koizumi Risa e Otani Atsushi hanno un problema con la propria altezza: Koizumi, ossia "piccola sorgente", è alta 1,7m e non la smette di crescere mentre Otani, ossia "grande valle", è alto appena 1,56m. La cosa li porta ad avere problemi ad avere una relazione sentimentale e la cosa è resa ancora più difficile dal fatto che i due, rappresentanti di classe, non fanno altro che bisticciare, tanto da essere soprannominati All Hanshin Kyojin (un duo comico composto da un uomo alto e uno basso realmente attivo in Giappone).
    Le cose cambiano quando, l'estate del primo anno delle superiori, Risa incontra ai corsi di recupero Suzuki Ryouji, coetaneo che frequenta un'altra classe e che è abbastanza alto perché lei possa guardarlo dal basso verso l'altro; Otani nota immediatamente l'interesse della ragazza per Suzuki e decide di aiutarla a fare breccia nel suo cuore in cambio di un favore: lei dovrà aiutarlo a conquistare la sua amica Tanaka Chiharu.
    Inizia così l'amicizia tra i due


    Inutile dire che è uno shoujo e quindi SI SA dove si andrà a parare... Ma è tanto dolce questa storia! :sbarluccic:
    Per quanto non mi sia mai rispecchiata in questi personaggi e quando iniziò io fossi un pochino più grandicella di loro alla fine della storia, ho legato questa storia ad alcuni ricordi agrodolci quindi non posso non giudicarlo con indulgenza.
    Nonostante il primo volume risalga a ormai 20 anni fa (la vecchiaia! :animavia: ), la storia è invecchiata abbastanza bene e le sensazioni sono rimaste le stesse (tanto che, come feci all'epoca, mi sono sciolta per una particolare scena che ho adorato anche nell'anime)... E poi si parla del film che ne venne tratto e che vedeva nei panni di Otani Koike Teppei :roftl_drop: (tra l'altro non ricordavo vi fosse una dolcissima storia dedicata agli WaT, ossia il duo formato da Koike Teppei ed Eiji Wentz, che prima della celebrità si esibivano per strada).
    Insomma, vi risparmio la reiterazione del fatto che avessi gli occhi a cuoricino e passo alla successiva lettura. :roftl_drop:

    Da un paio d'anni a dicembre la Mondadori mette su Instagram per qualche ora al giorno un titolo del suo catalogo (come per il programma di recensioni) e una delle opere che ho preso in questi anni è stata Trottole di Tillie Walden, graphic novel autobiografica in cui l'autrice narra la sua gioventù segnata dal pattinaggio.
    Una sera l'ho iniziata quasi per caso e, per quanto non l'abbia apprezzato come speravo, non mi sono staccata fino alla fine (tra l'altro è anche un bel mattoncino di 400 pagine).
    Tillie Walden narra i sacrifici fatti per il pattinaggio ma ben presto quello che è a tutti gli effetti un memoir inizia a trattare anche dei turbamenti dell'autrice, molti legati alla sua identità sessuale oltre che al peso di una faticosa attività agonistica che le richiede sempre maggiori sacrifici ma le regala sempre meno gioie; per quanto abbia apprezzato oggettivamente quest'opera, che è davvero molto sentita ed intensa, non sono riuscita a legarmi quanto avrei voluto a questa ragazzina e per questo non è riuscita a trascinarmi fuori dalla realtà. E se un libro non fa questo, per quanto oggettivamente valido per me è solo un "bello ma..."

    ROMANZI/NOVELLE/RACCONTI

    Non andrò in ordine cronologico ma come al solito saltellerò di titolo in titolo per affinità.
    E inizierò con le delusioni... perché, si sa, di certi titoli è meglio parlare all'inizio così il resto è tutto rosa e fiori! :roftl_drop:
    Dovete sapere che in questi giorni ho deciso di leggere alcuni libri che vegetano in casa da anni al fine di capire se devono trovarsi una nuova casa o meno, di conseguenza le mie due delusioni più recenti non mi hanno sorpresa particolarmente. :roftl_drop:

    La più "attesa" è stata La spia di Paulo Coelho, romanzo di meno di 200 pagine dedicato a Mata Hari.
    Faccio parte di quella fetta di popolazione che detesta cordialmente le opere di Coelho e quindi gira molto al largo dai suoi libri, tuttavia mi sono detta che una chance potevo provare a dargliela visto il soggetto della storia; a posteriori, con tutto il rispetto per l'autore, io gli alberi usati per stampare questo romanzo li avrei risparmiati. :coffee:
    Il problema non è la penna di Coelho, che io posso trovare talmente eterea dal risultare vuota e talmente soffusa da risultare soporifera (storia vera: io che dormo pochissimo mi sono addormentata in pieno giorno!) ma oggettivamente sa mettere insieme le parole dando loro una forma gradevole (che, ribadisco, per me non lo è ma per tanti sì), ma ciò che mi è sembrato essere questo libro, ossia un temino in Times New Roman 28 con interlinea doppia scritto di getto in un pomeriggio giusto per passare il tempo tra il TG dell'ora di pranzo e quello dell'ora di cena, privo di qualsiasi sentimento a parte un trasudante e sminuente patetismo.
    Il romanzo non è brutto, bensì inutile: se si cercano informazioni su Mata Hari si ottiene di più consultando Wikipedia (cosa che dubito Coelho abbia fatto per tutto quello che precede la fase delle accuse), se si cerca una storia che commuova si fa prima a guardare Sky News 24, se si cerca un libro breve ve ne sono a bizzeffe e di molto più validi.
    Insomma, sapevo che molto probabilmente non mi sarebbe piaciuto ma non fino a questo punto.

    Altra delusione telefonata ma non troppo è stato Fermate gli sposi! di Sophie Kinsella. Il mio rapporto con l'autrice è fatto di alti e di bassi senza mezze misure, quindi sapevo che questo romanzo avrebbe potuto piacermi tantissimo o infastidirmi immensamente; ha vinto l'opzione B.
    Iniziamo con una sinossi "fatta in casa per voi" perché, per iniziare alla grande, questo libro non solo ha una sinossi estremamente spoilerosa ma pure bugiarda! :XP:
    CITAZIONE
    Lottie è una donna di 33 anni realizzata sia sul lavoro sia in amore: lavora per una casa farmaceutica, è chiamata a fare conferenze per reclutare neolaureati e con il suo ragazzo Richard le cose vanno talmente bene che sente nell'aria il profumo di fiori d'arancio a tal punto da convincersi che quell'invito a pranzo in un ristorante tanto lussuoso sia il segnale che Richard voglia chiederle la mano. Grande è la sua delusione quando si rende conto che l'uomo non ha affatto queste intenzioni quindi lo molla e sprofonda in una delle crisi emotive che sua sorella Fliss, quarantunenne madre di un bambino in procinto di divorziare, ha imparato a temere... E a ragione perché Lottie, a poco più di 24 ore dalla rottura con Richard, accetta la proposta di matrimonio di Ben, ragazzo con il quale ha passato una torrida estate quindici anni prima!

    Perdonatemi l'imminente pippone ma devo esternare le mie opinioni con dovizia di particolari, per questo vi avviso a un certo punto andrò di tag SPOILER.
    Il romanzo è narrato in prima persona e sfrutta la tecnica del punto di vista alternato; nel caso specifico le voci narranti sono quelle di Lottie e Fliss (entrambi sono soprannomi con cui le chiamano tutti quindi facciamo finta siano i loro nomi all'anagrafe).
    Questa tecnica narrativa non mi disturba né impazzisco di gioia quando me la trovo davanti ma posso dire che preferisco quando si segue uno schema regolare; in Fermate gli sposi l'alternarsi delle narratrici non è sempre regolare tuttavia ci sono passata sopra senza particolari patemi perché ero troppo focalizzata su problemi ben più seri, tuttavia un cambio di prospettiva non l'ho proprio mandato giù:
    io capisco che senza questo stratagemma il lettore avrebbe potuto storcere il naso quando Richard annuncia di essere andato da Arthur ad indagare sull'incendio della pensione avvenuto quindici anni prima, ma a me non è andato giù quel punto di vista di Arthur che spunta quasi a casaccio. Se non fosse l'unica eccezione all'alternarsi dei punti di vista, ad esempio inserendo nel corso del romanzo un capitolo con la voce di Ben, Lorcan, Nico e/o Richard probabilmente la cosa non mi avrebbe infastidita tanto.

    Comunque sia, come scrivevo poco fa, questa cosa mi ha infastidita ma ci sono passata sopra con tranquillità perché ero troppo impegnata a definire con termini poco lusinghieri Lottie e Fliss.
    Iniziamo dalla più giovane delle due: Lottie ha trentatre anni all'anagrafe ma ha la maturità di una ragazzina di quindici o meno. :coffee:
    Se da una parte la scenata fatta in occasione della mancata proposta di matrimonio ci stia tutta (se il tipo con cui stai da due anni e sei in perfetta sintonia ti invita in un ristorante extralusso e ti dice che deve farti una domanda importante la prima cosa che ti viene in mente è quella e non come usare le sue miglia aeree!), il resto è una discesa negli inferi dell'asilo Mariuccia: quale donna sarebbe così pazza da accettare la proposta di matrimonio di un perfetto sconosciuto (perché sì, il tizio con cui per un paio di mesi hai fatto sesso sfrenato a diciotto anni su un'isoletta delle Cicladi per un'estate per poi non sentirvi MAI PIU' dal momento in cui avete entrambi posato i piedi sulla natia isola britannica manco non esistessero internet ed i telefoni nel 1998, è uno sconosciuto!) a 36 ore dalla fine di un rapporto che pareva quello della vita?
    E quale donna accetterebbe di unirsi in matrimonio con un uomo che ti piomba in ufficio dichiarando che sta affrettando i tempi per ripicca al suo braccio destro Lorcan (perché il tizio, tra le altre cose, ha ereditato una cartiera)? Per non parlare della presenza fissa di due fiorentine sugli occhi per non notare quanto la situazione sia sbagliata in quanto lei questo tipo NON LO CONOSCE!

    E tutto ciò in nome del "devo cambiare le dinamiche delle mie relazioni quindi se fino ad ora lo schema è stato "sesso-amore-nozze" adesso facciamo che sia "amore-nozze-sesso". :?
    Comunque devo ammettere che almeno Lottie qualche buon momento me l'ha regalato.
    Con Fliss il discorso cambia completamente.
    Io capisco sia una donna amareggiata perché sta divorziando da un uomo che è più bambino di loro figlio di sette anni e che si senta responsabile per la sorella minore di cui in un certo senso si è occupata in quanto la madre non c'è più (per quanto se ho ben capito il decesso è avvenuto quando lei aveva sui 25-30 anni quindi Lottie aveva una ventina d'anni)... Ma Lottie è una donna adulta quindi puoi parlarci! Ora, capisco che il soggetto vada in profonda crisi ogni volta che si lascia con un partner ma non è una bimba di due anni quindi puoi provare a farla ragionare. E, aggiungo, se non dovesse ascoltarti... Amen, la appoggerai nella sua scelta e le farai compiere i suoi errori,
    non complotti per non farle consumare il matrimonio con il gran capoccia dell'albergo (altro personaggio di cui sarà necessario parlare) con mezzi tipo arrivare a un passo dal causare a tua sorella uno shock anafilattico!

    E poi, piccola nota a margine riguardo al suo essere madre... Capisco tu voglia far felice il tuo bambino e che la colpa sia di quel beota del padre che non gli ha fatto svolgere il compito di costruire il modellino di una mongolfiera (anche se mi stupisco che il bambino, avendo 7 anni e dicendo di tenerci tanto, non l'abbia ossessionato fino allo sfinimento perché la preparassero), ma un preservativo come camera d'aria in una mostra di modellini creati da bambini di prima elementare è un NO.
    Insomma, la parola che descrive meglio Fliss è PAZZA :sisi: ... Ma mai quanto FOLLE descrive bene Ben, ossia il tizio che si propone a Lottie: se in questo romanzo qualcuno dovrebbe subire un TSO quello è certamente Ben e no, non c'è nulla di ironico in questa affermazione.
    Ben è reduce dal trauma di aver perso il padre "abbastanza improvvisamente" (le tempistiche non sono chiare ma non è stata una lunghissima malattia ma neppure breve), trovandosi di punto in bianco a dover gestire una cartiera, di cui se n'è sempre altamente fregato perché voleva sfondare come comico (con risultati miseri, da quanto risulta su internet) e di una residenza d'epoca nelle cui terre sono costruite le case del personale dell'impresa... Insomma, è diventato responsabile del futuro di una discreta quantità di gente e per fortuna al suo fianco ha il fido Lorcan, avvocato che ha rinunciato a diverse opportunità lavorative vantaggiose per aiutarlo... E lui lo ripaga disprezzandolo perché "lui s'impiccia".
    :hmm:
    :hmm:
    :hmm:
    Certo, lui che ha esperienza pluriennale nell'azienda ti sta aiutando a gestire la situazione e tu lo ripaghi trattandolo come se volesse mandarti a gambe all'aria. Ha senso... :acc:

    Ben è in preda a questo sconvolgimento quando cerca di rintracciare quella che di punto in bianco è diventata l'amore della sua vita, ossia la ragazza con cui ha passato torride giornate nelle Cicladi, ergo Lottie. Sia chiaro, nelle sue intenzioni iniziali non c'era quella di chiedere la mano a Lottie ma visto che lei aveva deciso di cambiare le carte in tavola lui ha pensato bene che per riuscire ad andare a letto con lei ed essendo l'amore della sua vita andava bene sposarla. :mu:
    Ed è in quel momento che Ben entra in modalità "testa di cazzo" :XD: Scusate la terminologia ma è quella più indicata per descrivere il fatto che da quel momento in poi quest'uomo inizierà a ragionare usando il contenuto delle sue mutande.
    Cercherà di fare sesso con Lottie praticamente in ogni occasione possibile, compreso quando lei avrà il già citato "quasi shock anafilattico" (che grand'uomo quello che non solo non si preoccupa per il fatto che la donna che dice di amare sia diventata color cremisi a causa di un rash cutaneo esteso su buona parte del suo corpo ma le rinfaccia pure che lei non voglia fare sesso in quello stato! :acc: ) e dopo aver scoperto che la donna della sua vita non è neppure Lottie ma la figlia del tizio della pensione perché ehi, lui si era innamorato della ragazza che l'aveva curato dall'influenza e Lottie all'epoca MANCO ERA ARRIVATA ALLA PENSIONE! In pratica lui aveva iniziato con lei quella famosa torrida relazione perché la credeva un'altra ma non si ricordava che due giorni prima lei non era presente. :mu:

    Tutto molto sano. :mu: :mu: :mu:
    Ultimo ma non per importanza, Nico aka "il gran capo dell'albergo" nonché l'uomo che non assumerei MAI.
    Eh sì, perché se io fossi il proprietario di un albergo extralusso delle Cicladi specializzato in lune di miele non metterei mai in un ruolo tanto importante un tizio che si fa raggirare dalle promesse di una "non proprietaria di una rivista" che gli chiede in cambio di una copertina dedicata a lui su questa rivista specializzata in recensioni di viaggi (e quindi anche alberghi) di sabotare in ogni modo la luna di miele di due clienti paganti della suite più lussuosa di tutta la struttura, con il rischio che loro lo vadano a raccontare sia ad altri clienti della struttura sia ad altre persone l'esperienza.

    Che voglia cambiare aria?
    Insomma, come penso sia abbastanza chiaro questo romanzo è stato un buco nell'acqua ed è assai probabile che con questo io chiuda in maniera definitiva con la Kinsella.

    Altra delusione è stato Made for love di Alissa Nutting, romanzo che definirei strano.
    A grandi linee la trama è questa:
    CITAZIONE
    Hazel si rifugia dal padre dopo essere scappata dal tetto coniugale in quanto suo marito, il geniale ma abusante Byron Gogol, CEO di una grandissima azienda specializzata nel fornire tecnologie che facilitano la vita, voleva impiantarle un chip nel cervello.

    Ve lo assicuro, le prime pagine di questo romanzo mi avevano intrigato tantissimo... Poi, per quanto mi riguarda, è stato un costante calare fino ad assestarsi su un "ma che diavolo di polpettone insensato sto leggendo?"
    Il libro appartiene a un genere che non è nelle mie corde, la protagonista è abbastanza anonima e uno dei personaggi principali mi ha lasciato a metà tra il perplesso e lo sconvolto...
    E non perché volesse ficcare il pene nello sfiatatoio dei delfino dopo essere quasi stato stuprato da uno di questi. :mu:

    E' un romanzo talmente strano che alla fine l'ho già rimosso (l'ho letto verso febbraio, abbiate pietà) e, per quanto mi riguarda, l'unico lato positivo degno di nota è che si è trattato di un reclutamento quindi non l'ho pagato.

    Ultima delusione, ma neanche tanto seria perché dei quattro appartenenti alla categoria è stato quello che più mi è piaciuto, è stato Final girls di Riley Sager.
    Ho lasciato questo romanzo a vegetare per anni nella mia libreria prima di affrontarne la lettura perché avevo grandi aspettative a riguardo... Peccato che siano state deluse.
    Si tratta di un thriller che parla di Quincy, una blogger trentenne che ai tempi dell'università è stata l'unica sopravvissuta ad un massacro in cui sono morti il suo ragazzo e diversi suoi amici. La sua vita tranquilla viene sconvolta da due eventi: la morte di Lisa, un'altra sopravvissuta che si impegnava attivamente ad aiutare ragazze con traumi simili, e l'arrivo a casa sua di Samantha, terza sopravvissuta ad una strage.
    Come ripeto ogni volta, non leggo romanzi gialli e thriller perché se c'è un assassino io lo sgamo in tempo zero.
    Secondo voi cosa è successo?
    Bingo. =_=
    Aggiungete uno stile di scrittura abbastanza soporifero e un ritmo lento ed ecco qua il romanzo che mi ha fatta dormire da pagina 1 a pagina 300 per poi interessarmi da pagina 301 a pagina 346. ^U^ Ovviamente è un po' pochino ma meglio di niente...

    Eliminate le dolenti note, passiamo a quelle decisamente più dolci. :ador:
    Ho iniziato l'anno con una rilettura che rimandavo davvero da una vita, ossia quella di Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi. :corre: :sbarluccic:
    Qualsiasi parola a riguardo non sarebbe all'altezza di quest'opera e mi sto già dilungando troppo (e, spoiler, continuerò a farlo) quindi vado avanti. :roftl_drop:

    Sempre a gennaio ho letto La ragazza con la bicicletta rossa di Monica Hesse per il mio solito progetto di lettura di libri sulla Shoa in questo mese.
    Prima di partire con l'ennesimo pippone, vi lascio una sinossi.

    CITAZIONE
    Amsterdam, gennaio 1943
    Hanneke è una diciassettenne che dalla morte al fronte del suo ragazzo ha smesso di farsi coinvolgere emotivamente dalle persone che la circondano; costretta dall'invalidità del padre a lavorare in un'agenzia di pompe funebri, la ragazza arrotonda facendo la "trovatrice", ossia raccogliendo richieste per il mercato nero e consegnando quanto reperito ai richiedenti in cambio di un compenso.
    Un giorno una donna le chiede di trovare qualcosa di assai particolare: Mirjam, un'adolescente ebrea che la donna fino a qualche giorno prima nascondeva in casa sua. Tra i pochi indizi a sua disposizione c'è il fatto che la ragazza indossi un cappotto blu.

    Mi è piaciuto immensamente ma per me questo romanzo sarà sempre "il romanzo dal titolo sbagliato".
    Io non so in base a quale criterio adattino i titoli alla Piemme ma io continuo ad essere polemica a riguardo. :coffee: Se per Pachinko l'iniziale adattamento La moglie coreana era giustificabile per via della probabile ignoranza di una fetta di lettori riguardo a cosa fosse il pachinko, qui capisco solo in parte perché Girl in blue coat si sia tramutato in La ragazza con la bicicletta rossa.
    Se da un lato comprendo che si sia voluto focalizzare l'attenzione sulla protagonista della storia, ossia Hanneke, e su quanto la ricerca di Mirjam la porterà a cambiare, dall'altra questa decisione punta l'attenzione su un dettaglio che mi pare venga citato a malapena una volta nel romanzo, ossia il colore della bici con cui la ragazza si sposta per la città, piuttosto che sul colore del cappotto di Mirjam, dettaglio davvero centrale nella storia, oltre al fatto che il perno attorno a cui ruota la storia è proprio la ricerca di questa ragazza con indosso un soprabito di quel particolare colore. :hmm:
    Al di là della mia tirata sul titolo, come preannunciavo il romanzo mi è piaciuto davvero tanto. La sparizione di Mirjam è il punto di partenza dell'ideale viaggio dell'eroe di Hanneke, una ragazza che non vuole più essere emotivamente toccata da nulla e nessuno
    in quanto si sente responsabile per la morte del suo ragazzo, che si è arruolato proprio perché spinto da lei
    ma che finirà per lasciarsi coinvolgere sempre più in questa ricerca che la trascinerà per la città, portandola a scoprire verità di cui era totalmente ignara.
    Questo romanzo è un discreto pugno in faccia ed è meraviglioso nella sua amarezza quindi, se posso permettermi il consiglio, se vi piace il genere è un titolo consigliato.

    Restando nell'ambito delle ragazze complicate, una lettura primaverile è stata La ragazza invisibile di Torey Hayden.
    Io amo questa autrice quindi recupero all'uscita tutti i suoi romanzi, tuttavia devo ammettere che le sue ultime pubblicazioni non mi stanno colpendo quanto le prime, probabilmente perché la posizione ricoperta della Hayden in queste opere, ossia volontaria di un'associazione che opera in sinergia con gli uffici di assistenza sociale del Galles, le offre meno libertà di quello di insegnante e terapeuta che rivestiva negli Stati Uniti.
    Protagonista di questo romanzo è Eloise, un'adolescente con un passato di abbandoni ed abusi alle spalle ed un problema a gestire i rapporti con le famiglie a cui viene affidata. Carino e godibile, questo è indubbio, tuttavia non mi ha emozionata come altre storie dell'autrice. Nota positivissima:
    per una volta tanto sappiamo che fine ha fatto Eloise in maniera meno stringata dei dettagli che ogni tanto spuntano sul sito dell'autrice, quindi sono felice di sapere che nonostante tutto Eloise se l'è cavata ed è anche diventata madre.


    Nello stesso periodo ho letto un altro romanzo inviato dalla Mondadori per il reclutamento recensori ossia Un'alleanza pericolosa di Jennieke Cohen.
    Protagonista della storia è lady Victoria Aston, 17 anni, che dal giorno alla notte si trova ad avere tra le mani il futuro della sua famiglia: un evento catastrofico potrebbe mettere a repentaglio l'intero patrimonio degli Aston ed è necessario che Vicky si sposi al più presto. L'impresa potrebbe rivelarsi più ardua del previsto, tra cacciatori di dote, minacce mortali e serate in società.
    Questo romanzo è un omaggio a Jane Austen, di cui la stessa Vicky è una sfegatata ammiratrice, ma anche dei romanzi di quel periodo storico, ricreandone ambientazioni ed atmosfere. Si tratta davvero di un romanzo molto carino e soprattutto intrattenente (non per nulla l'ho fatto fuori in un finesettimana :roftl_drop: )... E poi lady Victoria è una protagonista davvero molto bella da leggere. Vi assicuro che non mi aspettavo mi potesse piacere tanto.

    Un romanzo da cui invece mi aspettavo tanto e ho ricevuto in cambio un pochino meno quanto chiedevo è stato Caterina. Una principessa tra amore e potere di Susan Hastings, primo volume di una dilogia dedicata a Caterina II di Russia.
    Metto le mani avanti: quel "un pochino meno" non è legato alla storia in quanto tale, che mi ha appassionata, quanto al ristagnare un po' della narrazione man mano che si procedeva. Sia chiaro, la vita di palazzo e i sopprusi subiti sono stati molto interessanti... Ma alla fine il brodo risulta un pochino allungato e si arriva giusto all'incoronazione di Pietro come zar quindi finisce anche "sul più bello".
    SPOILERINO STORICO
    Pietro resta zar all'incirca sei mesi prima che gli facciano le scarpe e Caterina prenda il suo posto come imperatrice (attenzione, non reggente per conto del figlio Paolo ma proprio imperatrice).

    Insomma, bello ma anche in 400-450 pagine ci stava tutto il necessario. ;P

    Una bella sorpresa è stato invece Ramondo lo scudiero di Antonio Chirico, avvocato pugliese che ha voluto dare giustizia ad un personaggio storico poco noto a causa anche di una damnatio memoriae che ha subito nel corso del XV secolo (se non erro).
    Romanzo storico nostrano e autopubblicato, l'opera narra la vita liberamente romanzata di Ramondo Orsini del Balzo (1350/55-1406), nobiluomo e condottiero che riuscì a creare un feudo di discrete dimensioni nelle terre che corrispondono all'odierno Salento.
    L'ho trovato davvero molto avvincente, spesso abbastanza aderente alle fonti storiche (poi l'autore stesso ha scritto chiaramente di aver "aggiustato" alcune cose per la trama ma ho trovato che lo spirito dell'opera non si perda in queste "correzioni") e lo consiglio perché è davvero una pubblicazione valida.

    Sempre di ambientazione storica ma da tuttaltra parte, ho letto Palazzo di sangue di Jane Hur, romanzo ambientato a metà del XVIII secolo in Corea.
    Quando ho scoperto della pubblicazione di questo romanzo mi si sono accese tutte le lampadine perché si trattava di un giallo storico in cui la compenente medica avrebbe contato parecchio essendo la protagonista infermiera di palazzo. :corre:
    Quello che non sapevo perché non avevo fatto i conti, era che uno dei personaggi sarebbe stato il celebre principe Sado nel corso di uno degli ultimi anni della sua vita. :susuvai:
    Di cosa parla il romanzo?
    CITAZIONE
    Hyeon è la figlia illegittima di un alto funzionario di palazzo e di una gisaeng; decisa ad essere all'altezza dell'approvazione paterna, la ragazza si impegna a fondo per divenire infermiera di palazzo e all'età di diciotto anni è una delle più giovani ad ottenere quella posizione. Tuttavia, quando a pochi mesi dalla nomina la sua mentore viene accusata di essere l'artefice di una terribile mattanza, la ragazza non esita a mettere in gioco la sua posizione e la sua vita pur di dimostrare la sua innocenza.

    L'ho già scritto prima: io di solito non leggo molte storie del genere perché becco subito il colpevole.
    E' andata così anche questa volta?
    Sì e no; diciamo che avevo dei sospetti immotivati a riguardo ma non mi sono preclusa di sospettare anche di altri soggetti quindi è andata bene. :susuvai:
    E poi devo ammettere che la controparte maschile della storia merita. :roftl_drop:
    Sia chiaro che non è il romanzo dell'anno (quellI arriverANNO tra un po') ma è stata una bella lettura e non mi pento di aver inserito questo titolo dello sfacelo di maggio (perché sì, sono stata brava a comprare poco e a preferire usati e offertone varie, ma poi a maggio ho preso in blocco 6 libri di cui uno di cui mia madre aspettava la ristampa da una vita).

    Restando in Asia, ho finalmente letto La repubblica del drago di R. F. Kuang, secondo volume della trilogia La guerra dei papaveri (il terzo me l'hanno regalato per il compleanno ma devo trovare il momento giusto per aggredirlo).
    Non posso dire nulla perché sarebbe spoiler ma WOW! :sbarluccic: Si tratta di un romanzo che per certi aspetti è un po' la preparazione al macello che avverrà nel terzo volume ma resta comunque una Signora Lettura. :animavia:

    Chiuso il capitolo "storico", passo a un romanzo che ho letto all'inizio di giugno quasi per caso.
    Dovete sapere che io ho l'abitudine di selezionare un "libro da autobus", ossia un romanzo da leggere esclusivamente da telefono tramite l'app Kindle quando sono sui mezzi pubblici o mentre faccio qualche coda; questa volta la scelta è caduta su La casa di sale e lacrime di Erin Craig, cupo retelling della fiaba Le dodici principesse danzanti dei fratelli Grimm.
    Ecco, io non mi immaginavo fosse TANTO cupo. :animavia:
    La storia ha inizio con un funerale, quello della quarta delle dodici figlie del signore dell'isola. Questo luttuoso giorno viene rallegrato dalla notizia della gravidanza della seconda moglie dell'uomo, ma ciò non cambia il fatto che in meno di una manciata d'anni, oltre alla prima moglie dell'uomo, abbiano perso la vita l'erede del titolo di signora di Highmoor e le tre sorelle insignite del titolo dopo di lei, motivo per cui inizia a serpeggiare la voce che le ragazze siano colpite da una maledizione.
    La storia è narrata dal punto di vista di Annaleigh, la sesta delle dodici sorelle, e vi assicuro che a un certo punto il caos che regnava nella sua testa ha iniziato ad annebbiare pure la mia,
    per quanto il fatto che alla fine la causa di tutto fosse Morella era abbastanza palese, per quanto la donna abbia finto davvero bene, anche se mai mi sarei immaginata tutto quel sottobosco di divinità varie che in tutta onestà mi ha dato l'idea di espediente incollato lì in corso d'opera e quindi un filino stonato rispetto al resto. :coffee:

    Questa sensazione non mi ha impedito di adorare questa storia... E infatti, come è facile intuire, il libro non l'ho affatto letto solo nei momenti morti ma anzi me lo sono trascinato persino nel corso dei pasti, cosa che ultimamente non faccio spesso. :roftl_drop:

    Prima di passare alle stelle polari letterarie dei miei primi sei mesi del 2022, menzione d'onore per uno dei romanzi che più attendevo e che, per quanto introduttivo, non mi ha affatto delusa... Se non per l'orrida copertina italiana (che ho rivalutato dopo aver visto quel mostro di copertina del secondo volume :sick: ).
    Il titolo in question è Il ladro di Megan Whalen Turner ed io lo bramavo da ANNI, tanto da essere stata diverse volte sul punto di metterlo nel carrello di Amazon.
    Protagonista della storia è Gen, un ladro rinchiuso nelle prigioni del regno di Sounis che viene ingaggiato dal mago del re per aiutarlo a trovare un artefatto dagli immensi poteri.
    Lo so, sembra banalissimo e come dicevo il romanzo è quasi una scusa per introdurre i vari personaggi ma io lo aspettavo da talmente tanto da trovarlo una meraglia. :roftl_drop: Scherzi a parte, è davvero molto carino e sono certa che il secondo, già uscito in italiano, sarà una magnifica lettura... Quando lo recupererò. ;P

    E adesso passiamo alle star di questo periodo, che sono rispettivamente un romanzo autoconclusivo e... un universo narrativo di cui devo recuperare al più presto altri volumi perché no che non finisce qui. :roftl_drop:
    Inizio con il volume singolo perché certamente l'argomento si esaurirà prima. :roftl_drop:
    Di Christina Dalcher avevo già sentito parlare per via di Vox, romanzo in cui si parla di un mondo distopico in cui alle donne sono concesse solo cento parole al giorno e zero diritti civili (spoiler: ce l'ho già in casa e prevedo di leggerlo entro l'anno), ma quando ho letto la trama di La classe ho capito che prima avrei dovuto leggere quello.
    E non sbagliavo perché questo romanzo è in pole position per essere IL romanzo del mio 2022.
    La storia è ambientata in un ipotetico futuro in cui negli Stati Uniti la vita della popolazione è influenzata dal Q, un quoziente che valuta i meriti accademici delle persone ed in base a questi suddivide la popolazione in argento, verdi e gialli. Questo sistema, basato su verifiche periodiche, porta ad una suddivisione della popolazione fin dalla più tenera età: i bambini argento e verdi frequentano apposite scuole locali mentre i gialli vengono portati in scuole speciali in uno stato diverso da quello di appartenenza. Elena Fairchild, insegnante in una scuola argento nonché moglie di uno dei responsabili di questo sistema, non si preoccupa molto del rendimento scolastico di Annie, perfetta adolescente argento, mentre ha paura per Frankie, la sua fragile bambina di nove anni che patisce molto la tensione delle frequenti verifiche. Sfortunatamente un giorno Frankie non raggiunge gli standard richiesti dalla sua scuola verde e per questo la bambina verrà portata in un collegio giallo.
    Questo romanzo mette i brividi.
    Ve lo assicuro: è inquietantissimo perché è davvero una realtà molto verosimile ed è facilissimo rispecchiarsi nei flashback di Elena o ripensare ai racconti di nonni e bisnonni di fronte a quelli di un particolare personaggio con specifiche origini.
    Non dico altro se non LEGGETELO.

    E adesso veniamo al gran finale... E grande lo è davvero perché comprende tre romanzi, due novelle e una raccolta di brevi racconti. :roftl_drop:
    Gente, sono stata acchiappata dal Grishaverse di Leigh Bardugo. :corre:
    Erano almeno 6-7 anni che avevo in casa la prima trilogia della Bardugo, ossia Shadow and bones, Siege and storm e Ruin and rising ma non mi ero mai decisa ad iniziarla perché ad una certa temevo l'avrei trovata infantile o che tutte le mie aspettative sarebbero state deluse.
    Ecco, sbagliavo clamorosamente perché, dopo un inizio che sì era carino ma non mi convinceva del tutto, ho ingranato la marcia e nel giro di una decina di giorni non solo avevo fatto fuori i tre romanzi in linga ( :susuvai: ) ma anche The life of saints e le novelle The tailor e The demon in the wood.
    E ho avuto la fortuna di trovare nello stesso periodo a meno di 5 euro Six of crows, ossia il primo volume della dilogia spin off che ha ispirato la serie Netflix assieme alla trilogia principale, anche se prima di leggere quello ho deciso di aspettare di prendere Crooked Kingdom per completezza. :sisi: Tra l'altro, nota estetica, l'edizione in sconto era quella con le immagini promozionali della serie in copertina, cosa che non mi fa esattamente impazzire... Ma a quel prezzo sarei stata idiota a lasciarlo lì. :susuvai:
    Per ovvi motivi tra tutto questo ambaradan posso parlare solo del primo volume, in italiano noto come Tenebre e ossa.

    NOTA: io i libri li ho letti tutti in inglese e non ricordo tutti i termini specifici in italiano quindi potrei confondermi
    Alina Starkov è una mappatrice dell'esercito del regno di Ravka che viene inviata assieme ai suoi commilitoni alla Faglia d'Ombra. Tra questi c'è il suo migliore amico Mal, di cui è segretamente innamorata; sarà per salvare lui dall'imminente pericolo dei volcra, creature d'ombra che attaccano la loro Velasabbia, che Alina libererà un potere che fino a quel momento ignorava di possedere. Alina non solo è una Grisha, ossia una persona in grado di plasmare alcuni aspetti del mondo grazie al proprio potere, ma è la sola e unica Evocaluce e per questo viene presa in custodia dall'Oscuro, l'unico Grisha in grado di evocare le tenebre nonché il capo di tutti i Grisha.

    Come scrivevo prima, inizialmente stavo trovando il romanzo carino ma non tutta questa gran cosa... Ma pian piano mi sono immersa in questo modo ed è stata un'escalation di frenesia letteraria di cui ad oggi non mi spiego il motivo. :roftl_drop: La storia è carina ma è figlia del suo tempo (il primo volume uscì oltre dieci anni fa), le dinamiche tra i protagonisti non sono chissà quale esempio di originalità e la loro stessa caratterizzazione lascia a desiderare per certi versi... Ma che ci posso fare se ci sono caduta con tutte le scarpe come un'adolescente? :ador: :ador: :ador:
    Mi è piaciuta davvero tantissimo questa trilogia; per quanto riguarda la raccolta di racconti e le novelle sono carini e interessanti ma ovviamente non mi hanno causato scompensi come la trilogia. :roftl_drop:

    Con questo chiudo l'ennesimo post fluviale... Per quanto essendo di sei mesi e non di tre o quattro non è neanche così lungo. :roftl_drop:
    Voi avete letto qualcosa?
    Non fatemi fare la particella di sodio dell'acqua Lete (non quella di adesso che ha famiglia e organizza feste in spiaggia ma quella dei primi anni 2000 :roftl_drop: )
     
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    Quando ho iniziato a scrivere questo post erano circa tre i mesi in esame ma come al solito mi sono persa in lungaggini e a un certo punto mi sono resa conto che mi ero dilungata a tal punto da essere più vicina a Natale che a Ferragosto! :animavia: Vista questa illuminazione, ho ben pensato di prendermela ancora più comoda :roftl_drop: ... toppando alla grandissima ;_; perché tra l'abbonamento Audible ed il mio ormai consueto rush natalizio la cosa è andata fuori controllo.
    Scrivo tutto questo per scusarmi del messaggio lunghissimo e degli eventuali anacronismi. :roftl_drop:



    La volta scorsa vi ho parlato del fatto che fossi un tantino delusa per aver letto poco per i miei gusti.
    Ecco mi sono rifatta :roftl_drop: perché in questi sei mesi, nonostante una parentesi di stallo e diversi impegni (di cui uno catalogato come "impiego" :roftl_drop: ), ho letto 30 libri tra romanzi e racconti, due serie manga per un totale di 35 volumi e due raccolte di storie di Topolino. :win:
    Vista la mole di roba di cui dovrei parlare ho pensato di sfruttare la tecnica di Midwinter di staccare i vari spezzoni usando delle immagini. Tranquilli, lo sa.

    Prima di partire con queste letture, devo recuperare una mancanza: nel post precedente ho dimenticato di citare uno dei libri che ho più apprezzato in questo 2022 ossia Le cronache del drago e del pugnale, una raccolta di racconti realizzata da dieci autori emergenti ambientati in epoche diverse in vari paesi dell'Asia.

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    Vi dico solo una cosa:

    LEGGETELO


    Gli autori coinvolti sono tutti delle ottime penne, nessuno escluso, ed il risultato è una bomba assoluta per tutti gli amanti dell'Estremo Oriente.
    Per evitare di dilungarmi troppo (perché, come avrete intuito, sarà una faccenda lunga), vi lascio qui la mia recensione che contiene un pensiero su ognuno dei racconti.
    Tra l'altro la raccolta ha anche un fine benefico quindi c'è un ulteriore motivo per acquistarla e leggerla.

    Passando alle letture di questo periodo...

    MANGA E FUMETTI



    Inizio con i volumi a tema Disney, che sono Le più belle storie horror e Paperina di Rivondosa, entrambi antologie con storie diverse.
    Sarò estremamente breve: storie carine e divertenti ma non li rileggerei prima di una decina d'anni o anche di più.
    Tra l'altro, forse perché queste due nello specifico erano l'una dietro l'altra, ho notato una cosa: le rivisitazioni fumettistiche di I Miserabili e Elisa di Rivombrosa (sì, lo so che questa storia è a sua volta una rivisitazione di un romanzo epistolare ma il discorso riguarda proprio il prodotto televisivo) sono entrambe indirizzate ad un pubblico di bambini e in quanto tali edulcorate e rivisitate in modo che il lettore si diverta leggendole, tuttavia ho trovato l'ironia della prima rivisitazione molto meno "sciocca" di quella della seconda, sì divertente e ironica (nonché folle perché a un certo punto resta davvero pochissimo della storia di Cosette e si segue una vicenda originale con qua e là rimandi al romanzo di Hugo) ma non così infantile...
    Ok, se nella vostra vita vi è mai capitato di vedere questa serie saprete che Elisa di Rivombrosa è in buona parte costituito da una sequela di morti ammazzati, relazioni tossiche e situazioni per soli adulti ed ovviamente, non potendo propinare una simile storia ai bambini,
    SPOILER DI PAPERINA DI RIVONDOSA
    hanno alleggerito le seconde, eliminato le terze e fatto in modo che i primi venissero tramutati tutti in cactus grazie alla magia, una condizione quindi potenzialmente reversibile

    ma il romanzo I Miserabili non è che sia così tanto gentile con i suoi personaggi... eppure sono riusciti ad adattare il tutto in chiave comica stravolgendo la storia senza però scadere in una ironia in grando di far presa solo sui bambini. :roftl_drop:
    E poi Paperina di Rivondosa è di un tale peso che in confronto quel macignetto dell'Elisa di Rivombrosa può al massimo pulirle le scarpe. :roftl_drop:
    Della serie: e per fortuna che dovevo essere estremamente breve...

    Passando oltre, i manga letti sono sette volumi di Deep love e tutto Anatolia story.
    Avendone già parlato nella sezione apposita non mi dilungherò particolarmente a riguardo, fornendo solo la sinossi e qualche informazione ed impressione fugace.

    Di Deep love, che è una serie di manga correlati tra loro che definire "devastante" è un eufemismo (per scoprire come mai, potete leggere a vostro rischio e pericolo la ricostruzione cronologica o quasi della storia contenuta in questi volumi che ho scritto qui sul forum qualche tempo fa... Ma vi avviso che è un vero concentrato di sfighe); io ho letto quelli che raccontano le storie di Ayu, che è la protagonista da cui tutta la serie è partita, e di quelli che nel suo volume sono personaggi secondari ma importanti ossia Pao,Yoshiyuki e Reina; in teoria vi è una serie molto più lunga che parla di un personaggio secondario che compare nei volumi di cui è protagonista Yoshiyuki ma in tutta onestà non sono interessata al personaggio.
    La narrazione ha inizio quando Ayu, adolescente che da quando è stata abbandonata dai genitori si guadagna da vivere prostituendosi e vive assieme ad un uomo che svolge il suo stesso mestiere, vede una donna anziana di cui mai si scoprirà il nome rimproverare un uomo per strada in quanto lui ha appena gettato in terra un mozzicone di sigaretta; la ragazza troverà quella donna patetica ma nel momento in cui pochi giorno dopo vedrà sul ciglio della strada una scatola con dentro un cagnolino bisognoso d'aiuto sarà proprio a lei che si rivolgerà, dando inizio ad una storia che vi strapperà o le gonadi (è possibile, non tutti amano i drammoni) o i bulbi oculari (se siete sensibili girate al largo perché contiene tragedie di vari tipi).
    Tecnicamente per me alcuni volumi di Deep Love sono stati una rilettura... Ma in buona parte mi sono "goduta" le sfighe di questi personaggi in prima visione. ;_;

    Riguardo ad Anatolia story, si tratta di una serie composta da 28 volumi e abbastanza vecchiotta (il primo volume è del 1995 e l'ultimo è uscito nel 2002) di cui avevo sentito parlare quando avevo circa 16-17 anni e che ho recuperato questa estate dopo anni ed anni di attesa e tentennamenti dovuti principalmente al fattore culturale (si tratta di una saga fantasy vecchia di 25 anni e in questo lasso di tempo gli stilemi del genere sono cambiati, così come la visione in prospettiva di alcuni atteggiamenti).
    Anatolia Story narra la storia di come Suzuki Yuri, quindicenne giapponese viene catapultata indietro nel tempo di circa 3500 anni, finendo nella capitale degli Ittiti al tempo di re Suppiluliuma; ad averla portata lì è la magia della regina Nakia, che ha bisogno del suo sangue per un sacrificio, ma grazie all'intervento del principe Kail Mursuli riesce a scampare da questo infausto destino.
    Come scritto altrove, a me la serie è piaciuta molto ma è figlia del suo tempo e non priva di pecche; per saperne altro c'è la discussione che ho linkato all'inizio di questa "sezione" del post. ;P

    ROMANZI AUTOCONCLUSIVI



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    Questa estate ho letto Vox, il primo romanzo di Christina Dalcher pubblicato in Italia (e qualche settimana fa ne è uscito uno nuovo :sbarluccic: ) e devo dire che, come La classe, anche questo mi è piaciuto davvero molto. La storia è ambientata negli USA in un'ucronia corrispondente al nostro 2017-2018 (diciamo che l'indicazione del primo presidente afroamericano del paese è significativa) in cui le elezioni del 2016 sono state vinte da un personaggio di fantasia (per quanto sia un personaggio controverso non si tratta di Trump), appoggiato da un predicatore molto carismatico che, facendo leva sulla misoginia della popolazione, in sostanza promulga la visione dell'Antico Testamento della differenza tra uomini e donna, ossia afferma che le seconde siano inferiori ai primi e che di conseguenza nel paese vi sia l'estrema necessità che gli uomini si riprendano i propri spazi e soprattutto la loro posizione predominante sul genere femminile.
    Morale della favola, in una manciata di mesi le donne hanno perso quasi tutti i propri diritti: l'unica occupazione che possono svolgere è quella di casalinghe, non possono possedere denaro né documenti d'identità
    (ma, controsenso abbastanza spinoso del romanzo, possono guidare :mu: )

    e soprattutto sono costrette a portare al polso un contaparole settato in modo tale che se nell'arco di 24 ore la donna pronuncia più di 100 parole dal macchinario iniziano a partire scariche elettriche sempre più forti per punirla della sua disobbedienza.
    La protagonista del romanzo è Jean, ex luminare della ricerca neurologica di origini italiane che da mesi è relegata al ruolo di casalinga e madre dei suoi quattro figli; la donna è preoccupata soprattutto per la figlia minore, che ha appena iniziato le elementari e sta interiorizzando in maniera sempre più radicale il credo della nuova amministrazione (che penso sia corretto riassumere con la massima "donna schiava, zitta e lava") mentre con il maggiore, quasi maggiorenne, le cose non vanno per il meglio in quanto il ragazzo è un adolescente che di giorno in giorno diventa sempre più un fervente sostenitore delle tesi del reverendo (per rispetto a tutti mi censuro sulla terminologia tecnica con cui definirei questo ingrato).
    La situazione cambia quando il fratello del presidente, nonché suo consigliere più fidato, ha un incidente sugli sci e subisce un danno all'area del cervello di cui Jean è la massima luminare del paese; al fine di curarlo nel migliore dei modi la donna potrà temporaneamente liberarsi delle restrizioni e donare maggiore libertà anche a sua figlia e alle donne con cui collaborerà ma ben presto si renderà conto che dietro tutto ciò c'è dell'altro.
    Come La classe, anche questo romanzo è inquietantissimo per via dei rimandi per nulla velati a situazioni attuali e, per quanto non sia privo di difetti (in primis l'impresione che la Dalcher scriva sempre la stessa storia con personaggi diversi), l'ho adorato dalla prima all'ultima pagina.

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    Un altra bella storia con una protagonista costretta al silenzio è La custode dei peccati di Megan Campisi, romanzo ambientato in una sorta d'Inghilterra elisabettiana ucronistica in cui si muove la nostra protagonista May, una mangiapeccati.
    Chi o cosa è una mangiapeccati? Una tradizione anglosassone, probabilmente di origine pagana, voleva che se sul petto di una persona morta veniva posto del cibo (tradizionalmente un pane) questo ne assorbisse i peccati; il sin eater era una persona che per professione consumava questo cibo, prendendosi di conseguenza carico dei suoi peccati e permettendo all'anima del defunto di lasciare la terra priva di colpe. Ca va sans dire che quello non fosse un bel mestiere e che i mangiapeccati erano additati come persone maligne.
    L'autrice ha ricamato molto sulla figura del mangiapeccati, creando un sistema che probabilmente risulta essere più complesso di quello reale e decisamente affascinante.
    May, la protagonista della storia, è condannata a divenire una mangiapeccati dopo aver compiuto un piccolo furto: le viene tatuata una S sulla lingua e messo un collare attorno alla gola per poi essere inviata dalla mangiapeccati locale a imparare a svolgere il mestiere; la ragazza è consapevole che, tranne nel momento in cui pronuncerà le formule rituali al capezzale di un moribondo, da quel momento non potrà più parlare con nessuno perché la sua voce verrà considerata quella del maligno, così come maledirà tutto ciò con cui entrerà in contatto. La sua vita, già resa complessa da queste restrizioni, si farà ancora più complicata quando verrà convocata a palazzo con la sua mentore per l'imminente trapasso di una dama al servizio della regina Bethany (l'autrice ha cambiato leggermente i nomi dei personaggi storici e modificato alcuni eventi per esigenze di trama).
    Puntavo il romanzo dallo scorso gennaio, periodo della sua pubblicazione, e devo ammettere che, per quanto mi aspettassi una scrittura più elaborata e matura, non sono rimasta delusa: la storia è coinvolgente e scorrevole, i personaggi di contorno risultano interessanti ed efficaci e il fatto che sia narrata dalla stessa May giustifica il registro lessicale semplice.
    Insomma, una bella lettura.

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    Autoconclusivo e al femminile è anche Le impure di Kim Liggett.
    La storia è questa:
    CITAZIONE
    La vita delle donne della Garner County è scandita dal colore del nastro che hanno tra i capelli.
    Bianco per l'infanzia e la giovinezza, a simboleggiare la loro purezza.
    Nero per la maturità, quando ognuna prende il posto che le spetta nel mondo.
    Sia il nastro bianco sia il nastro rosso sono importanti, tuttavia quello che più segna la vita di una donna della contea è il nastro che ornerà i suoi capelli per il lasso di tempo più breve.
    Il nastro rosso, quello dell'anno di grazia.
    Le ragazze di sedici anni, quelle in cui la magia ha iniziato a svilupparsi e che di conseguenza fa ribollire il sangue nelle vene degli uomini che le osservano, vengono inviate per un anno nei boschi al fine di poter sfogare i propri poteri; molte di loro muoiono, uccise dai bracconieri o dagli stenti di quella vita, mentre quelle che sopravvivono ricevono il nastro nero e possono tornare in seno alla propria comunità come mogli o lavoratrici, membri produttivi della società.
    Per Tierney James è scaduto il tempo: il suo anno di grazia sta per iniziare e nulla nella sua vita sarà più lo stesso.

    Volevo leggere questo libro da mesi ed ho fatto bene a seguire quell'impulso perché è un romanzo davvero valido in cui si è fatta l'azzeccatissima scelta di sovrapporre protagonista e voce narrante, uno stratagemma che permette al lettore di essere condizionato dallo sguardo di Tierney e quindi non solo di entrare in completa empatia con lei ma di seguire i suoi ragionamenti, nel bene e nel male.
    Ho gradito particolarmente il fatto che la storia oscilli tra realtà e fantasia, con questi momenti in cui non solo Tierney ma anche il lettore si trova confuso, incapace di comprendere se sia davvero una storia realistica o se esista davvero la magia di cui si parla perché, come i personaggi, anche in lui si insinua il tarlo del dubbio
    SPOILER DI LE IMPURE
    e riesce a spiegarsi il tutto solo quando, messi insieme i tasselli, scopre che si tratta di una combinazione tra avvelenamento e autosuggestione e che la magia che si imputa a queste ragazze non è altro che ciò che il lettore sapeva essere sin dal primo momento: il combinarsi del fiorire della femminilità di queste ragazze e l'attrazione provata dagli uomini di questa società patriarcale che vede nelle donne solo ed esclusivamente delle proprietà da possedere e, al massimo, dei mezzi per trasmettere il proprio patrimonio genetico alla generazione successiva.

    Ultima osservazione, ma non per questo meno importante, è quella riguardo alla società in cui è innestata questa storia. Quanta rabbia! Quanta, quanta rabbia!

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    Pur essendo un romanzo " un po' Balto" ("non è cane, non è lupo; sa soltanto quello che non è" :roftl_drop: ) ho inserito tra gli autoconclusivi Riflessi di Elizabeth Lim, una storia facente parte della serie A twisted tale, progetto in cui alcuni autori si sono prestati a scrivere degli "e se..." riguardanti film Disney; questo in particolare riguarda il film Mulan e lo snodo in cui la storia differisce dal lungometraggio è il fatto che sia Li Shang a rimanere ferito durante l'attacco dei mongoli (no, per me non saranno MAI unni) al passo Tung Shao (la scena della valanga, per intenderci). Partendo da questo punto, l'autrice ha narrato una storia in cui per salvare la vita al suo generale Mulan intraprende un viaggio nel regno dei morti in compagnia di ShiShi, leone guardiano della famiglia Li.
    L'idea è molto carina e lo svolgimento risulta gradevole ma, forse perché è una storia indirizzata a un pubblico giovane, non sempre l'autrice è risultata efficace e a tratti queste "ingenuità" si sono sentite. Ciò non significa che non mi sia piaciuto perché, ripeto, è stata una lettura davvero carina e in futuro potrei essere tentata di leggere altri libri di questa serie.

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    Ultimo in ordine di tempo (perlomeno in questa categoria) ma non per importanza, La più grande di Davide Morosinotto, una storia ambientata in Cina alla fine del '700 che vede come protagonista Shi Yu, una bambina rimasta sola al mondo e accolta da un locandiere di Canton per fare la sguattera. All'età di sei anni la bambina incontra Li Wei, un ragazzino suo coetaneo, e suo nonno, uomo che la introduce alle arti marziali e che in questo modo cambierà completamente la sua esistenza.
    La storia, che si dipana in circa 40 anni ed è liberamente ispirata all'esistenza della pirata Ching Shih (1775-1844), è stata scritta per un pubblico di giovani lettori e di conseguenza presenta un lessico abbastanza semplice e situazioni perlopiù adatte ai lettori più giovani... Ma non per questo è meno degno di lode!
    Non si tratta di una storia complessa ma è ben strutturata e ben trattata, con scene ricche d'azione e colpi di scena interessanti quindi è approvatissima.

    SERIE



    Come è intuibile da quanto scritto poco fa, gli altri libri sono tutti parte di serie che ho iniziato e/o proseguito e/o concluso.

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    Apro la sequenza delle serie con una che non proseguirò perché il primo volume mi è bastato e avanzato.
    Si tratta di The Atlas Six di Olivie Blake.
    In soldoni la storia narrata in questo mattoncino è questa:
    CITAZIONE
    Sei ragazzi in possesso di poteri magici fuori dall'ordinario si contendono i cinque posti messi a disposizione dalla Società Alessandrina.
    Entro l'anno dovranno scegliere chi di loro verrà eliminato.

    Avevo grandi aspettative per questo romanzo e quindi sono rimasta delusa quando mi sono trovata di fronte a una sorta di gigantesco esercizio di stile fine a se stesso (e, mi spiace, io ho una vera e propria repulsione per l'onanismo letterario), con ben poca storia a fare da impalcatura e personaggi sì ben strutturati e per certi aspetti interessanti ma con i quali non sono entrata affatto in empatia. Si tratta di un romanzo molto immobile, per certi aspetti, e questo neanche mi è piaciuto quindi ho deciso che non andrò avanti perché, detto semplicemente, non me ne frega nulla di cosa accadrà a questi personaggi.

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    Stessa sorte, ossia restare una serie inconclusa, per la dilogia di cui è parte Malice di Heather Walter, tuttavia devo specificare che in questo caso la mia scelta è stata dettata da un motivo del tutto opposto: contro ogni aspettativa questo romanzo mi è piaciuto e, visto che nel secondo volume è lecito aspettarsi che accada qualcosa, ho una fottuta paura che quell'ipotetica camionata di tarallucci e vino necessaria per arrivare al risultato atteso possa rovinarmi il bel ricordo, quindi ho deciso che per me questo è un autoconclusivo. :susuvai:
    Malice è stata una lettura inviata dalla Mondadori per il programma delle recensioni che ho richiesto quasi per caso in quanto avevo paura fosse una storia estremamente trash e che per questo non mi sarebbe piaciuta... E invece, nonostante sia ben lontana dalla perfezione, mi ha piacevolmente sorpresa.
    Si tratta di un romanzo fantasy ispirato alla storia di La bella addormentata nel bosco in cui la protagonista è Alyce, detta Malyce, una ventenne che ha nelle sue vene sangue di Vila, ossia la stirpe di demoni che secoli addietro minacciò il regno dei Fae e maledisse la stirpe dei regnanti di Briar con una maledizione: ogni principessa metterà al mondo esclusivamente figlie femmine che moriranno il giorno del loro ventunesimo compleanno se non avranno ricevuto il bacio del vero amore. Per ovvi motivi Alyce è osteggiata praticamente da chiunque nel regno e una delle pochissime persone che le mostreranno amicizia sarà proprio Aurora, l'ultima esponente della famiglia reale di Briar, alla quale sono rimasti pochi mesi per trovare il vero amore. Per essere del tutto onesta devo ammettere che i primi capitoli di questa storia sono abbastanza noiosi e che Alyce, per quanto abbia una sua buona parte di ragione, è una protagonista abbastanza lagnosa :roftl_drop: ma una volta preso il via la storia inizia a farsi più avvincente ed il finale mi è piaciuto davvero molto
    pur essendo un bad ending visto che lei diventa ciò che tutti pensavano fosse e Aurora è sprofondata nel suo sonno magico. :lacrime:
    Ed è proprio in prospettiva rispetto a questo finale che il secondo volume mi terrorizza: in queste scene finale Alyce si comporta in maniera davvero malvagia quindi le opzioni sono due: o si imbastirà una giustificazione usando come capro espiatorio lo spirito della Vila che si trova nel corpo di Alyce o l'autrice la farà morire prendendosi le sue responsabilità. Ora, io vorrei tanto avere fiducia in Heather Walter ma è un'autrice esordiente in un ambiente piuttosto tossico come quello della letteratura per giovani adulti e in questi sei mesi dalla pubblicazione non mi pare che Misrule sia stato oggetto di una shitstorm quindi ho il sospetto che abbia scelto la via più semplice, ossia quella dello scaricabarile... Ed io non apprezzo questa scelta in quanto, vista l'evoluzione di Alyce nel corso del romanzo e visto quanto dolore patisce nelle ore precedenti a quest'ultima scena troverei comprensibile (ma NON GIUSTIFICABILE) una simile reazione. E' una sorta di reazione a tutte le ingiustizie patite in vent'anni di vita, una risposta agli abusi e alle calunnie patite nel corso della sua intera esistenza e quindi è comprensibile che arrivata al limite e influenzata anche dalla rabbia dello spirito che adesso risiede in lei Alyce esploda attaccando ferocemente coloro che ritiene responsabili dei dolori patiti, specie l'ambasciatore dei Fae e il re di Briar. Sono questi i motivi per cui un finale in cui probabilmente si scarica tutta la responsabilità sull'influenza dell'altra Vila (lo ammetto, non ricordo il nome :roftl_drop: ) lo odierei ed è per questo che a quello preferisco un finale drammatico in cui non saprò se Aurora riuscirà mai a essere risvegliata. :susuvai:

    Non me la sento di consigliarlo senza riserve perché non è il fantasy della vita ma sarebbe ingiusto dire che è brutto.
    Insomma, siamo un po' nel mezzo ma visto che partivo con aspettative minime mi ha fatto una buona impressione. :roftl_drop:

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    Altra serie iniziata ma che non ho idea quando continuerò perché non è dato sapere se i volumi successivi usciranno in Italia è la Lady astronaut serie, di cui in lingua sono usciti tutti i volumi ma di cui qui in Italia al momento abbiamo disponibile solo The calculating stars.
    Si tratta di un'ucronia che si snoda a partire da un evento avvenuto (nella finzione) nel 1952: un meteorite precipita sulla costa orientale degli Stati Uniti d'America, uccidendo milioni di persone e dando il via ad una serie di cambiamenti climatici i cui effetti andranno a cambiare pian piano l'equilibrio del pianeta, rendendolo invivibile nel giro di una manciata d'anni e per questo spingendo buona parte delle nazioni ad allearsi per sviluppare un progetto spaziale comune al fine di evacuare la Terra prima dell'estinzione dell'umanità.
    Elma York, la protagonista della storia, è una matematica con una certa esperienza nell'ambito del volo essendo stata pilota durante la Seconda Guerra Mondiale; cooptata per il progetto assieme a suo marito, ben presto si trova suo malgrado a divenire la rappresentante del desiderio di poter divenire astronauta da parte di altre pilote come lei, estromesse dal programma.
    Per quanto mi riguarda l'ho trovata un'ottima ucronia, ben sviluppata sia nella trama sia nei contenuti, verosimile e decisamente appassionante (non per nulla il romanzo ha vinto alcuni dei più prestigiosi premi della letteratura fantascientifica), quindi trovo un gran peccato che al momento possa quasi considerarsi una serie interrotta (il romanzo è stato pubblicato da noi un anno fa e la casa editrice non ha ancora annunciato i volumi successivi nonostante siano tutti editi in lingua).

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    Sempre di un primo volume ma di serie che continuerò certamente è Gilded di Marissa Meyer, retelling della fiaba di Tremotino.
    Ora, io nella Meyer avevo una gran fiducia in quanto ho adorato le Cronache Lunari (sono passati quasi cinque anni dalla lettura dell'ultimo romanzo ;_; ) ed essendo anche questa una storia in cui le favole e la magia avevano un grande peso speravo in bene, tuttavia non nego di aver avuto un pochino di paura perché superare le aspettative che mi ero creata basandomi su quella serie sarebbe stato difficile.
    Ora, per me Gilded non è superiore a quella serie ma è stato quello che mi aspettavo e volevo, ossia un bellissimo romanzo.
    Protagonista della storia è Serilda, un'adolescente che vive in un villaggio con suo padre, che ha un mulino (anche nella storia originale la protagonista è la figlia di un mugnaio); Serilda ha degli occhi molto particolari, che presentano dei raggi dorati che da tutti sono visti come il tocco della divinità della menzogna (la Meyer attinge molto dalle figure fantastiche del folklore nordeuropeo) in quanto la ragazza pare incapace di raccontare le cose così come sono nella realtà.
    La sera in cui si ritiene si sarebbe svolta la Caccia guidata dall'Erlking e che per questo spinge tutti gli abitanti del villaggio a sprangare la porta della propria abitazione, la ragazza salva la vita a due creature dei boschi mentendo proprio a lui: Serilda gli racconta infatti di essere fuori casa per raccogliere della paglia che grazie al suo dono riuscirà a filare in rocchetti di filo d'oro. La creatura crede alla sua storia e la lascia in pace ma il mese successivo la convoca al suo castello affinché lei fili la paglia in oro per lui; ovviamente Serilda non ne è in grado ma nella stanza in cui è rinchiusa appare uno spiritello che risponde al nome di Gild che possiede quella specifica capacità e che in cambio di un pegno tangibile farà quel lavoro al posto suo.
    Ho apprezzato molto il fatto che l'autrice sia riuscita a creare una storia molto originale pur rispettando i punti cardine della fiaba di Tremotino, inserendo anche scene che non mi aspettavo assolutamente di leggere e colpi di scena piuttosto inaspettati (ve ne sono altri decisamente più telefonati, sono d'accordo, ma alcuni mi hanno proprio colpita).
    L'unica incognita adesso è se la casa editrice porterà in Italia in tempi brevi anche Cursed (il secondo volume, che non so se sarà l'ultimo) o se dovrò attendere invano la sua pubblicazione. :roftl_drop: Io spero nella prima ipotesi perché ho davvero bisogno di sapere cosa succede. :sbarluccic:

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    Altro romanzo di cui aspetto il seguito con trepidazione (e che dovrò pazientare ancora un bel po' per leggere perché in inglese non uscirà prima di otto mesi interi :lacrime: ) è Iron widow di Xiran Jay Zhao.
    Se amate le storie di mecha, questo romanzo fantascientifico è pane per i vostri denti.
    In questa realtà futuristica la popolazione si difende dagli assalti dei temibili Hundun usando le loro carcasse, costituite da un materiale denominato metallo-spirito, per creare le Crisalidi, macchine in cui dovranno prendere posto un pilota e la sua concubina che utilizzeranno la loro energia spirituale per attivarla; se il primo ha possibilità di sopravvivere allo scontro, la seconda quasi sempre non ha la medesima fortuna.
    Zetian, la protagonista di questo romanzo, decide di offrirsi come concubina di uno dei più celebri piloti di Crisalide per poterlo uccidere e vendicare sua sorella, assassinata da quel ragazzo mentre non erano in servizio; il suo piano in un certo senso ha successo in quanto Zetian riesce ad ucciderlo, tuttavia non aveva calcolato la possibilità di riuscirvi in una diretta di fronte a milioni di spettatori e men che meno di sopravvivere al gesto, divenendo di fatto la Iron Widow, la vedova di ferro.
    Il romanzo mi è piaciuto davvero moltissimo (io i mecha nel 95% dei casi li detesto mentre nel restante 5% me ne innamoro... E questo fortunatamente è stato uno di questi casi) ed il finale è stato talmente epico da farmi attendere con ansia
    il titolo potrebbe essere visto come uno spoilerino quindi lo nascondo
    Heavenly Tyrant

    Tra l'altro ho trovato davvero ben trattata la relazione sentimentale presente:
    non ho molta esperienza a riguardo in quanto non ho letto moltissimi libri con questo tipo di situazione sentimentale ma qui ho trovato la dinamica di questo rapporto amoroso a tre davvero ben trattata.

    Insomma, soffrirò certamente fino al 2023 inoltrato (anche perché nello stesso periodo dovrebbe uscire un nuovo romanzo di Jacqueline Carey con protagonista Phedre :ador: ).

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    Altro primo volume di serie letto in questi mesi è stato Lifel1k3 di Jay Kristoff, il primo di una trilogia già conclusa sia in inglese sia in italiano (quindi probabilmente nel 2023 provvederò a terminarla).
    Protagonista della storia è Eve, una ragazza di diciassette anni che vive in condizioni economiche molto precarie in una discarica di una realtà post apocalittica. Nel giro di poche pagine Eve si trova costretta a fronteggiare diversi problemi piuttosto seri come l'aver perso il robot da combattimento con cui partecipava a dei combattimenti che le garantivano il denaro necessario a fornire delle cure a suo nonno, l'aver accidentalmente distrutto con la forza del pensiero il robot che aveva appena fatto a pezzi il suo e quindi avere alle sue calcagna una setta di fanatici religiosi che non tollerano simili aberrazioni e il dover fronteggiare una gang che cerca di rubare l'androide che ha appena trovato e dal cui smantellamento potrebbe ricavare un certo profitto. Peccato che l'androide sia danneggiato ma non dismesso, abbia un nome e che con il suo arrivo porterà guai enormi sia a lei e a suo nonno che alla sua amica Lemon Fresh, al machina Cricket e al suo Melampo (per capirci, un cane con componenti elettroniche che ad esempio rendono il suo olfatto finissimo).
    Si tratta di una sorta di retelling che mescola con una certa coerenza
    la storia di Anastasia Romanov, sia quella reale sia quella del film d'animazione degli anni'90, e il personaggio di Pinocchio di Carlo Collodi

    quindi saperlo può dare indizi sulla storia narrata ma l'ho trovata davvero ben eseguita e ricca di colpi di scena inattesi
    che lei fosse Ana era abbastanza chiaro... Ma che fosse una macchina creata per rimpazzarla non me lo aspettavo assolutamente!
    E riguardo al fatto che colei che ha i poteri non sia Eve ma Lemon c'ero sì arrivata prima della grande rivelazione, ma non con così tanto anticipo!

    Insomma, altro primo volume approvatissimo di una serie che proseguirò certamente (me la tengo da parte giusto perché ci sono gli audiolibri su Audible e dovendo farmi spesso lunghe camminate mi fa comodo fruirli in questo formato).

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    Ultimo "primo volume" (tecnicamente non è così ma gli altri due sono molto più in basso) di cui devo parlarvi è L'atlante di smeraldo di John Stephens, primo di una trilogia che posseggo da davvero tanto tempo e che finalmente mi sono decisa ad iniziare.
    Protagonisti di questa storia sono i piccoli Kate, Micheal e Emma, cresciuti in orfanotrofio in quanto la notte di Natale di dieci anni prima i loro genitori sono misteriosamente svaniti nel nulla. Giunti a Cambrige Falls dopo l'ennesimo trasferimento da una struttura all'altra, i ragazzi diventano ospiti del misterioso dottor Pym. Quest'esperienza farà iniziare ai ragazzi un viaggio che farà scoprire loro uno dei misteri fondamentali del mondo e, forse, un giorno potrebbe condurli a riabbracciare i propri genitori.
    Si tratta di una storia molto semplice e adatta a lettori abbastanza giovani che ho trovato piuttosto gradevole e appassionante.

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    In questi mesi sono andata avanti con la serie di romanzi destinati ai giovani lettori scritti da Daniele Zolfanelli che vedono come protagonista il giovane Ronnie Cage, ragazzo che nel primo volume ha scoperto il mondo della magia.
    Ronnie Cage nella tana dei lupi è un ottimo secondo volume in cui non solo proseguono le vicende di Ronnie e dei personaggi che abbiamo già conosciuto ma vengono introdotti nuovi personaggi e nuove sottotrame. Ora sono davvero curiosa di scoprire cosa accadrà.

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    Nel periodo di Halloween, per staccare un po' dalla serie di romanzi di cui parlerò alla fine di questa sezione, ho preso il toro per le corna e, complice la spintarella fornita dal film Netflix (che nonostante le ingenuità e la scarsa fedeltà alla storia originale ho trovato gradevole), mi sono decisa a rileggere L'accademia del bene e del male di Soman Chainani per poi andare avanti almeno con la prima trilogia (teoricamente ce n'è una seconda, di cui posseggo solo il primo volume, e da poco in Italia dovrebbe essere uscito un volume prequel); al momento ci sto riuscendo perché sotto le feste ho finito Un mondo senza eroi, ossia il secondo volume (di cui ovviamente non potrò parlare molto).
    In breve la base della storia è questa
    CITAZIONE
    Una precisa notte di ogni quattro anni gli abitanti di Gavaldon rinchiudono in casa i propri figli in quanto due di loro verranno rapiti per diventare studenti dell'Accademia del Bene e del Male, una scuola in cui vengono istruiti i futuri eroi e i futuri cattivi delle storie. Le nostre protagoniste sono abitanti di questa cittadina, ossia Sophie, solare incarnazione della classica principessa (capelli color del grano, occhi di smeraldo, pelle perfetta...), e Agatha, pallida come la luna e amichevole come un cespuglio di rovi; al fine di incarnare le virtù di una vera principessa ed essere portata via da quel paesino in cui si ritiene sprecata, Sophie dedica parte del suo tempo a fraternizzare con l'emarginata Agatha, che per quanto in maniera assai scontrosa pare apprezzare le attenzioni ben poco disinteressate della ragazza. Quando Sophie viene rapita è ben felice di essere strappata da una cittadina per la quale ritiene di essere sprecata mentre Agatha vorrebbe tornare a casa, tuttavia è proprio al momento dell'assegnazione alla rispettiva scuola che le cose si fanno paradossali in quanto Agatha è assegnata all'Accademia del Bene mentre Sophie si ritrova relegata all'Accademia del Male.

    Lo specifico subito: la storia è destinata ad un pubblico abbastanza giovane ma è davvero molto, molto gradevole e ben strutturata. Il ribaltamento dello stereotipo di bello=buono e brutto=cattivo che avviene al momento dell'assegnazione alle rispettive scuole delle due ragazze è solo il primo di una serie di cambi di prospettiva in cui viene fatta una critica dell'immagine di bene e male mostrando quanto male possa essere contenuto nel bene e viceversa, fatto che rende questi romanzi interessanti anche per i lettori più attempati.
    A questo aspetto positivo si collega anche una trama per nulla scontata, ricca d'azione, misteri e colpi di scena che rendono la storia ancora più accattivante; per essere chiari, io mi sono già messa sul comodino il terzo perché vorrei leggerlo entro febbraio (ma io e i buoni proposito, ormai è noto, non andiamo d'accordissimo...).

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    In questi mesi ho letto anche La regina di Attolia di Megan Whalen Turner, il secondo di una serie.
    Il primo volume, come dicevo circa sei mesi fa, aveva la funzione di introdurre il lettore a questo mondo; questo ha approfondito la figura di Eugenides, il protagonista, e a tratti è stato straziante.
    Bello, bello, bello... Talmente bello che ho guardato le copertine sotto un nuovo punto di vista, le ho capite e adesso mi piacciono molto (tra l'altro dal vivo questa rende MOLTO più che in foto).
    Adesso sono in febbrile attesa del terzo, che si preannuncia scoppiettante.

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    Il giorno di Natale ho letto questi due volumi abbastanza brevi (in totale dovrebbero essere circa 300 pagine ma sono presenti diverse illustrazioni), ossia Questo inverno e Nick e Charlie.
    Si tratta di due romanzi brevi che narrano alcuni momenti non raccontati dalla serie di graphic novel Heartstopper.
    Molto carini, come del resto è la serie di fumetti... Tuttavia, alla luce di quanto letto, preferisco la serie principale a questi scorci in quanto lo stile della Oseman non mi ha fatto impazzire e non ho trovato efficace in maniera uniforme l'uso dei punti di vista dei vari personaggi. :hmm:

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    Questa estate ho concluso la serie di Costanza Macallè di Alessia Gazzola leggendo La Costanza è un'eccezione.
    Metto le mani avanti: il romanzo mi è piaciuto molto ma il mio preferito della serie resta Costanza e buoni propositi (di cui parlai quasi due anni fa) fondamentalmente perché
    SPOILER DI LA COSTANZA è UN'ECCEZIONE
    se alla fine del volume precedente non mi dispiaceva l'idea che Marco e Costanza iniziassero una relazione, alla fine di questo romanzo avrei preferito che i due restassero in buoni rapporti ma senza coinvolgimento sentimentale.
    In tutta onestà Marco non è un personaggio che mi ha fatto impazzire in questo romanzo (l'ho preferito nei primi due volumi) e avrei trovato più soddisfacente che Costanza, consapevole di dover amare in primis se stessa per essere una buona madre, gli dicesse che prima di pensare ad una relazione con lei dovrebbe prendersi del tempo per fare assoluta chiarezza su quel che prova per la sua ex e capire se è lei che ama o l'idea di avere una famiglia canonica.

    Tra l'altro, se la volta scorsa scrivevo che un personaggio
    (Diana)
    non lo sopportavo per nulla, devo dire che in questo romanzo la mia opinione è radicalmente cambiata; sia chiaro, non è neanche lontanamente un grande amore ma si è dimostrato un personaggio corretto, cosa che nel romanzo precedente non sembrava, e anche gradevole quindi almeno l*i approvatissim*. :susuvai:

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    Altra serie conclusa è stata quella di La guerra dei papaveri.
    Come scrissi qualche mese fa, per il mio compleanno mi era stato regalato il volume conclusivo,La dea in fiamme, e ad agosto ho deciso di farmi del male concludendo questa dolorosa trilogia.
    Se il secondo volume l'ho centellinato, questo l'ho letto decisamente più speditamente perché nonostante fosse un discreto mattoncino ogni pagina tirava la successiva.
    Sono soddisfatta?
    Sì, molto.
    SPOILER LA DEA IN FIAMME
    Immaginavo sin dalle prime pagine del primo volume che Rin non sarebbe arrivata alla conclusione quindi non mi ha sorpresa il finale tragico quanto il fatto che Nezha sia arrivato vivo all'ultima pagina; si tratta di un finale amarissimo, che strazia l'anima perché si sente la disperazione di questa transizione da un mondo più spirituale ad uno più concreto, in cui è la scienza e la ragione a farla da padrone.
    In tutta onestà mi è dispiaciuto più per la morte di Kitay che per Rin proprio per questo: se Rin era incompatibile con questa realtà in quanto legata per natura al mondo spirituale, Kitay avrebbe certamente prosperato in un simile mondo se non fosse stato legato a doppio filo all'amica di una vita, per quanto non avrei messo la mano sul fuoco riguardo al fatto che potesse piacergli la nuova identità del paese.
    Altro elemento che mi aveva preparata alla dipartita di Rin e Kitay era il fatto che fosse improbabile che Rin riuscisse a tenere unita la nazione perché di fatto troppo inesperta e disinteressata agli aspetti amministrativi legati all'essere a capo di una nazione; anche in questo caso Kitay era decisamente più preparato di lei alla cosa e per questo lui sì che avrebbe potuto essere un buon sovrano... Ma essendo l'ancora di Rin ed avendo quel carattere era palese che se fosse andata a fondo lei, lui l'avrebbe seguita.

    Insomma, un gran bel finale tragico.

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    Restando nell'ambito dei finali, il 27 dicembre mi sono detta che quasi quasi avevo tempo per il 31 per finire la tetralogia Una fiamma nella notte di Sabaa Tahir quindi ho preso in mano Un assassino alle porte e una volta concluso quello il 29 dicembre mi sono gettata su Il cielo oltre la tempesta.
    E avevo ragione a fare questa scelta perché nonostante me la sia presa abbastanza comoda ho concluso la lettura con ben 40 minuti d'anticipo :win: e ho scoperto che la tetralogia migliorava. :argh:
    Un anno fa scrissi questo...
    CITAZIONE
    ma probabilmente punterò a completare la serie entro la prima metà del 2022 perché sono curiosa di conoscere il destino di Helene (nel primo romanzo personaggio quasi secondario che qui diventa personaggio principale a tutti gli effetti) e di alcuni personaggi secondari a lei collegati... E sì, lo ammetto: ora come ora di Laia ed Elias, aka i protagonisti principali dal minuto uno, mi importa davvero pochissimo. :coffee:

    Sarete felici di sapere che le cose non sono cambiate fino alla fine del quarto volume. :roftl_drop:
    Ora, devo dare a Cesare quel che è di Cesare: a parte l'inizio del terzo volume e alcuni capitoli sparsi qua e là tra i due volumi, questi libri mi sono piaciuti abbastanza... Tanto che se il 27 dicembre ero piuttosto convinta che fosse ora di spedire la tetralogia su Vinted e il 29 dicembre, per quanto in maniera molto meno convinta, ero ancora del medesimo parere, oggi posso dire di aver deciso di tenerla. :sisi:
    Essendo metà di una tetralogia non posso parlare nella trama ma posso dire che in generale l'ho trovato un finale dolorosamente giusto.
    Mi è piaciuto in toto? No, specie per
    SPOILER DI ENTRAMBI I LIBRI
    Mirra, la mamma di Laia.
    Il suo ritorno in scena mi è parso abbastanza forzato ed il suo rispuntare al momento giusto dopo l'ennesima presunta morte l'ho trovato addirittura peggiore.

    Non che l'autrice sia nuova a forzature, sia chiaro, ma tra questa situazione e
    SPOILER DA UNA FIAMMA NELLA NOTTE IN POI
    quella di Elias, che non solo era stato avvelenato ma che è letteralmente stato resuscitato perché senza di lui non ci sarebbe stato il finale felice per la protagonista femminile (evitare il veleno mortale sin dall'inizio era troppo complicato...)

    non è che mi sia sentita esaltata... Però non posso negare che la storia mi sia piaciuta.
    SPOILER IL CIELO OLTRE LA TEMPESTA
    Avrei voluto un finale più gioioso per Helene?
    Certamente: per quanto ci facciano capire nel finale che ci sia un potenziale inciucio con Musa in quanto hanno entrambi perso l'amore della loro vita, io avrei preferito avessero lasciato tra i respiranti Harper! :lacrime: Vabbè, l'importante è che sia lei l'imperatrice. :roftl_drop:


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    Dilogia che ho iniziato e concluso quest'estate è stata These violent delights di Chloe Gong, composta da Queste gioie violente e Questa violenta fine.
    Ambientati a Shanghai tra il 1926 e il 1927, i romanzi raccontano una storia verosimile con alcuni elementi fantasy che vede come protagonisti Roman Nikolaevich Montagov, detto Roma, e Cài Jùnlì, detta Juliette, eredi rispettivamente dei Fiori Bianchi e della Gang Scarlatta, le due organizzazioni criminali che dominano la città (quindi... no, il fatto che i loro nomi somiglino fin troppo a quelli di a Romeo e Giulietta NON è un caso).
    Alcuni anni prima degli eventi i due si sono innamorati e per un certo periodo hanno tentato di far funzionare la loro relazione, tuttavia la rivalità tra le loro famiglie li ha portati a diversi e odiarsi; tutto cambia quando una strana epidemia inizia a circolare tra la popolazione, colpendo indiscriminatamente i membri delle due fazioni e spingendo Juliette, appena rientrata in città, ad avvicinarsi nuovamente a Roma.
    Ammetto di aver avuto qualche problemino a carburare: inizialmente la storia non mi ha presa moltissimo (sì, ero interessata, ma non riuscivo a leggere più di uno o due capitoli alla volta) ma man mano che proseguiva le cose sono cambiate e dalla metà del primo romanzo sono andata a un passo decisamente più spedito. Tra l'altro credo che l'aver fatto una pausa di circa un mese tra la lettura del primo romanzo e quella del secondo mi abbia aiutata a sviluppare quel po' di attesa che mi ha fatto divorare il secondo in meno di una settimana. :P
    Se sulla carta è un retelling di Romeo e Giulietta e come tale mantiene alcune tappe di quella storia, dall'altra trovo che l'autrice abbia il merito di aver creato una storia che, dopo aver gettato un po' di utili basi per introdurre il lettore alla realtà in cui si svolgono le vicende, diventa molto avvincente ed il fatto che i personaggi abbiano un bello spessore (certe esternazioni di Juliette mi hanno fatta impazzire :roftl_drop: ) rende il tutto ancora più piacevole.
    Io ora incrocio le dita perché Mondadori porti in Italia i volumi spin off perché ho davvero il bisogno di sapere cosa accadrà al personaggio (o forse i personaggi, perché non volendo sapere nulla della trama per non rovinarmi la sorpresa non so se vi saranno anche altri ritorni).

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    Ultima serie da citare è La saga dei Clifton di Jeffrey Archer, serie composta da sette volumi che coprono un arco temporale di diversi decenni
    (nello specifico dal 1919 al 1993).

    Tutto ha avuto inizio quando quasi per caso mi sono trovata davanti a un bundle promozionale nel reparto remainders che conteneva Solo il tempo lo dirà e I peccati del padre. In realtà io il primo libro lo possedevo già da 4 anni perché al lancio lo vendevano a solo 1,90 euro (e che si dice no a un libro di 500 pagine a quel prezzo?) ma mi sono decisa a iniziare solo ora: in pratica per prendere il secondo a meno di 5 euro mi sono ritrovata in mano anche una seconda copia del primo volume e quello ho preso in mano quasi per caso un paio di giorni dopo. :roftl_drop:
    E' stato quello il giorno in cui sono caduta di faccia in questa saga familiare :roftl: che, intervallata qua e là da altre letture meno impegnative, mi ha tenuto compagnia per 49 giorni.:roftl_drop:
    Si tratta di una saga familiare che narra la storia della famiglia Clifton
    (o, per meglio dire, che tratta la storia di questa famiglia nell'arco temporale in cui è in vita Harry Clifton, ossia tra il 1920 e il 1992, più due capitoli ambientati nel 1919 per narrarne il concepimento e nel 1993 per raccontare della messa dell'anniversario della sua morte)
    a partire dal concepimento di Harry Clifton nel 1919.
    Se nel proseguire dei romanzi alla storia della vita di Harry si affiancheranno sempre più spesso le vicende di chi gli è accanto, il nucleo di questo romanzo è proprio quest'uomo nato a Bristol nel 1920 a cui sin dalla più tenera età viene raccontato che il padre Arthur è morto in guerra, cosa che molto in fretta il bambino capisce non essere plausibile, e a cui il destino riserverà una vita memorabile; il lettore assisterà a tutte le fasi della vita di Harry e a tutti gli sconvolgimenti che colpiranno la sua famiglia, dai grandi dolori alle immense gioie, mentre il mondo attorno a loro cambia completamente nel corso di gran parte di quegli anni che lo storico Hobsbawm definì "il secolo breve".
    Lo stile di Archer mi ha catturata immediatamente e la storia era così scorrevole ed avvincente che, nonostante i vari impegni, sono riuscita a leggere in media un libro alla settimana.
    Piccola chicca doramistica: non c'entra quasi nulla ma io in questa storia ho sentito tante vibrazioni "alla Giant"... Anche se in tutta onestà si avvicina più a King of baking Kim Tak Gu. :roftl_drop:
    Questa è una serie che consiglio caldamente... Anche se forse sconglierei di fare una maratona come invece ha fatto la sottoscritta. :roftl_drop:

    RIEPILOGO



    Come al solito in questa risposta è mia intenzione ripercorrere quanto scritto all'inizio dell'anno per vedere quanto mi sia sbagliata. :roftl:

    CITAZIONE (Hephaistion @ 1/1/2022, 07:22) 
    OBIETTIVI PER IL 2022

    Iniziamo con la novità più grande: dopo aver valutato e scartato più e più volte l'idea di mettermi alla prova con una reading challenge annuale, quest'anno ho trovato che la PopSugar Reading Challenge 2022 (che trovate qui) andasse nella stessa direzione che vorrei prendere io con le letture, ossia sperimentare generi e autori, e dopo aver fatto qualche ricerca riguardo alle papabili letture per la maggior parte della categorie, scoprendo non solo romanzi interessantissimi ma soprattutto che alcune storie che mi riprometto di leggere da diverso tempo sono in linea con gli obiettivi, ho deciso di seguirla in maniera informale... Ossia prendendo spunto dalle categorie da "dover completare" ma fregandomene del risultato. :roftl_drop:

    Per quanto dati alla mano non sia la colonna sonora più appropriata, io mi sento di associare i miei risultati a questo: