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Mi rendo conto di essere monotematica ma abbiate pazienza... Vi assicuro che presto la smetterò di essere così insistente.
La foto ritrae la pagina 624 di Naamah's Blessing.
Le pagine totali di Naama's Blessing sono 686.
Sono a 60 pagine dalla fine della trilogia di Moirin.
Probabilmente stasera non riuscirò a finirlo e questa settimana, specie i primi giorni, sarò abbastanza impegnata quindi non posso fare previsioni precise... Ma entro questa settimana dovrei farcela.
EDIT: mi sono sottovalutata.
Ho ufficialmente finito di leggere la trilogia di Moirin!
Edited by Hephaistion - 12/9/2021, 23:40. -
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Ho riflettuto abbastanza sullo scrivere o meno questo post in questo periodo ed alla fine ho deciso di scriverlo per un motivo semplice: tra qualche settimana potrei non avere il tempo necessario per farlo o, per meglio dire, quello potrebbe esserci ma io probabilmente non vorrò utilizzarlo per scrivere dei post ma per leggere.
Inizio subito dicendo che praticamente tutti i buoni propositi del precedente post sono stati spazzati via.
Per fortuna l'unico che ha resistito era quello più importante.
Come avrete intuito dagli ultimi post che ho scritto, ho concluso la lettura della Trilogia di Moirin.
Avendo parlato qui della conclusione del primo volume e qua del secondo, in questo post parlerò quasi esclusivamente del terzo e della trilogia in generale.
Iniziamo con la chiusura del post sul secondo romanzo:
Ho fatto bene.
La mia modesta opinione è che il terzo ed ultimo romanzo di questa trilogia sia il migliore sia per la storia sia per i personaggi.
Moirin in questo romanzo mi è piaciuta molto e, per quanto il ricordo di Phedre non mi abbia mai abbandonata durante la lettura, ho trovato che Moirin sia riuscita finalmente a trovare una sua dimensione, realizzandosi pienamente come donna che racchiude in sé due identità, quella angeline e quella maghuin dòn, e che come tale deve vivere in armonia con entrambe.
Il Carciofo citato nel precedente post ha magicamente riacquistato il suo cervello nello scarto temporale tra il secondo ed il terzo volume, dimostrandosi nuovamente il bel personaggio che era nel primo romanzo. Utile solo a tratti (perlomeno all'inizio del romanzo; successivamente acquista importanza nelle dinamiche della storia) ma almeno nella scatola cranica c'è qualcosa di buono.SPOILER (clicca per visualizzare)La mia unica perplessità che lo riguarda riguarda l'elaborazione del senso di colpa per il sacrificio umano, trattato a mio parere abbastanza superficialmente... Ma essendo un evento avvenuto in occasione dello scontro finale con Raphael ed essendo le fasi finali del romanzo ricche di salti temporali è abbastanza chiaro che lo spazio per assistere a questo processo è stato relativamente poco.
Riguardo alla storia, immaginavo che il "boss finale" sarebbe stato quel personaggio ma non mi aspettavo che l'esacerbarsi del suo rancore passasse attraverso più dolore di quello che sapevamo aver provato, rendendo ancora più verosimile il suo essere diventato questo antagonista a tratti folle; se mi permettete una piccola analisi
spoiler sulla Trilogia di MoirinSPOILER (clicca per visualizzare)Raphael de Mereliot è un personaggio che la Carey ha davvero massacrato.
Nell'ordine...
- Dato che chi governa la città che ospita il più importante dei porti di Terre d'Ange è sempre una donna, il figlio della Signora di Marsilikos ha saputo sin dall'infanzia di doversi costruire da solo il proprio ruolo nella società
- La morte dei genitori in circostanze tragiche è la prima grande perdita che ha dovuto subire perché l'ha fatto sentire impotente per la prima volta
- Diventato esperto di medicina ha assaporato il successo di poter salvare vite e al tempo stesso nuovamente l'impotenza di non poterlo fare sempre
- Si innamora follemente della regina Jeanne, sentimento che si rivela essere viziato da ciò che deriva da questo suo status. Raphael nutre nei confronti della donna una possessività atipica per i canoni di Terre D'Ange, nazione in cui vige la massima "ama a tuo piacimento" e quindi non vede alcun male nell'infedeltà, anche se pubblica, quindi il re non ha problemi a permettere a Jeanne e Raphael di avere una relazione (e, aggiungo, neanche che la regina di tanto in tanto torni a servizio alla Corte della Notte, cosa che invece manda su tutte le furie Raphael) ma sin dal matrimonio ha chiesto alla donna, quando si sentirà pronta, di dargli un figlio indubbiamente suo (spiegazione rapida: per avere la possibilità di restare incinte le donne angeline devono prima accendere un cero a Eishet, una dei seguaci del Beato Elua e progenitrice dello stesso Raphael, chiedendole di aprire il loro grembo alla maternità; il re permette la relazione tra la moglie e Raphael proprio perché le donne angeline fino al momento della richiesta sono sterili quindi non ci sarebbe alcuna possibilità che Jeanne restasse incinta del suo amante mentre dopo l'offerta lei diverrebbe fertile, di conseguenza se lei continuasse ad avere rapporti con entrambi non vi sarebbe la certezza che in caso di gravidanza il figlio generato fosse del sovrano), un bambino che potrebbe diventare erede al trono in caso di disgrazia e di conseguenza un ostacolo per una relazione pubblica anche in caso di una eventuale vedovanza di Jeanne
- Scopre che lavorando su quel pizzico di magia che scorre ancora nelle vene degli appartenenti alle maggiori casate in quanto diretti discendenti degli angeli caduti che hanno creato il regno può salvare più vite ma ben presto diviene ossessionato da queste forze sovrannaturali
- L'arrivo di Moirin sconvolge il suo mondo sia perché lei è molto più potente di lui ed in maniera pressoché innata ma è reticente ad applicarsi nello studio delle arti maghiche sia perché lei si lega profondamente a Jeanne negli ultimi mesi prima del suo impegno esclusivo con il sovrano, allontanandolo dalla donna amata
- Cade in disgrazia perché lui ed il suo circolo osano spingersi troppo oltre, portando alla morte di un'amica e al suo allontamento da palazzo da parte di Jeanne, che nel frattempo si è scoperta in attesa del figlio del re
- Perde l'amore della sua vita durante il parto della principessa e proietta nuovamente il suo risentimento su Moirin, che vede come colei che gli ha rubato gli ultimi attimi felici con Jeanne e l'ha denunciato alla corte per poi andarsene, privandolo inoltre del mezzo che avrebbe potuto salvare la vita alla sua amata dato che incanalando il potere di Moirin per alimentare il suo aveva precedentemente salvato delle persone da morte certa (poi il fatto che Moirin ha rischiato la vita praticamente ogni volta che ha cercato di curare queste persone è un dettaglio insignificante...)
- Perde la sorella per malattia e, essendo lei morta senza eredi, il ramo principale della famiglia perde il controllo sulla città di Marsilikos dopo secoli e secoli di egemonia
- Parte per una missione praticamente suicida
- Si vede attaccato dai conquistadores per aver trovato il modo di salvare la vita della popolazione locale, rivelatasi sensibile a virus portati sul continente proprio da loro e di conseguenza indeboliti da quella che è a tutti gli effetti un'arma batterilogica
Ci credo che quando scopre che l'unico dono ricevuto dalle entità evocate anni prima con Moirin gli è talmente utile da renderlo un dio per gli indios il potere lo faccia diventare un antagonista talmente folle che quando scopre della morte del re e della straordinaria somiglianza tra Jeanne e sua figlia Desiré sviluppi la malsana intenzione di sposarsi con lei, la figlia dell'uomo che per averla ha costretto l'amore della sua vita ad allontanarsi da lui nonché la bambina che l'ha uccisa nel venire al mondo. Una bimba che, è bene ricordare, ha appena quattro anni!
Ovviamente non è possibile giustificare le sue azioni e personalmente è un personaggio che ho detestato a pelle (figurarsi quindi il mio pensiero nel momento in cui diventa palese che sta sfruttando Moirin senza pensare alla sua incolumità...), ma è un personaggio talmente maltrattato dal destino che non si può fare a meno di provare un pizzico di pietà per lui, immaginando che forse avrebbe potuto avere un destino diverso se almeno uno di quegli eventi non si fosse verificato.
Personalmente non ho trovato il libro perfetto ed è ironico che quello che più mi ha colpito sia strettamente legato a quello che più mi ha delusa.
Ho apprezzato molto la scelta fatta dall'autrice quando ha deciso di mettere in scenaSPOILER (clicca per visualizzare)il suicidio del sovrano alla notizia della morte del figlio... Ma allo stesso tempo non ho apprezzato le conseguenze.
Ho accettato senza problemi l'idea di questo pover'uomo che, dopo aver perso prima la madre del suo primogenito nonché l'amore della sua vita, e poi, nel giro di circa quattro anni, sia la seconda moglie sia il figlio ed erede al trono, abbia deciso di farla finita (la Carey fa capire sin dalla sua apparizione in questo romanzo che il poverino è seriamente depresso)... Ma dall'altra l'ho trovata una scelta abbastanza lontana dal personaggio perché è sempre stato descritto come un personaggio molto responsabile e lasciare in balia della corte una regina di quattro anni senza aver premura quantomeno di scegliere un reggente al di sopra di ogni sospetto, specie quando pochi giorni prima aveva parlato con Moirin del fatto che il Duca aveva proposto di promettere in sposo suo figlio quindicenne alla sua bambina e che vi era una palese intenzione di manipolare la piccola Desiré usando proprio quel ragazzino di dieci anni più grande di lei, mi ha fatto storcere il naso.
Di conseguenza anche ciò che è scaturito da questo mi ha convinta per certi aspetti e per altri meno:
SPOILER ALLA TRILOGIA DI PHEDRE E ALLA TRILOGIA DI MOIRINSPOILER (clicca per visualizzare)per quanto l'idea di questa reggenza mirata a plasmare la bambina mi sia piaciuta, anche perché mi è sembrato che perlomeno da parte del Duca ci fosse sincero affetto nei confronti di Desirè oltre che desiderio di potere, dall'altra il pallido rimando al complotto di Lyonette de la Courcel, presente nel primo volume, con questo imberbe pseudo-Baudoin versione adolescente bastardo ed una moglie del reggente che mira al potere mi è piaciuto poco... E ancor meno la conclusione abbastanza a tarallucci e vino che viene data al complotto ordito per isolare la "regina bambina che in realtà è la delfina". Diciamo che la Carey ha scritto intrighi politici decisamente migliori.
Insomma, un romanzo piacevole con molti lati positivi e alcuni negativi, bei colpi di scena e coerenza.
Una chiusura degna di questo nome.
E adesso vediamo se la Carey pubblicherà davvero un nuovo romanzo contemporaneo a quelo di Phedre con protagonista... IaP.
Passando oltre (anche perché già ho scritto un botto ) in questi mesi ho letto una discreta quantità di "roba" tra manga e romanzi.
Inizio con i manga.
Vi ricordate che a luglio avevo scrittoCITAZIONE- Slam Dunk di Takehiko Inoue: ho programmato la rilettura da quando è stata annunciata la pubblicazione italiana della nuova edizione dato che la prima e unica volta che lo lessi lo feci in 2-3 giorni perché mi era stato prestato da un compagno di scuola e non volevo approfittare troppo della sua gentilezza (infatti se ben ricordo mi prestò pure Captain Tsubasa che macinai in pochi giorni )
- i volumi dal 12 in poi di Yona la principessa scarlatta di Kusanagi Mizuho... E realizzare che l'ultimo volume che ho letto risale a dicembre 2019 perché volevo tenermene un po' da parte mi spaventa un po'
?
Ecco.
Dimenticatevene.
Circa un mesetto dopo ho rivoluzionato la disposizione dei miei manga perché mi sono resa conto che alcuni manga li ho adorati ma non mi ricordo nulla o quasi perché sono passati almeno 6-7 anni, se non 10-12 dalla prima e unica lettura.
E fu così che gli ultimi giorni d'agosto mi sono divorata nuovamente i 20 volumi di Crimson Hero di Mitsuba Takanashi.
Ho realizzato che la prima lettura di questo manga l'avevo fatta con la testa tra le nuvole perché non mi ricordavo NULLA.
Comunque la mia opinione a riguardo l'ho espressa qua (sì, in queste settimane ho sparso opinioni più del solito ).
Al momento sto rileggendo Host Club di Hatori Bisco (sono a 8 su 18) e, se da una parte di questo mi ricordo molto meglio (anche perché una decina d'anni fa ho avuto un periodo da fangirl per la ship del manga e tuttora li adoro tanto tanto tanto ) dall'altra è di nuovo una lettura ricca di sorprese. Probabilmente mi ricorderò meglio gli ultimi volumi.
Ultima categoria, ossia i romanzi.
Inclusi i romanzi della Carey, di cui ho ampiamente parlato fino a poco fa, sono circa 14 libri spalmati su circa tre mesi quindi non sono tantissimi ma neanche pochi.
Mi sono finalmente decisa a leggere The answer e The beginning di Katherine Applegate, gli ultimi due romanzi della serie Animorphs.
Sono passati eoni da quando ho letto il volume 52 (non scherzo: era l'estate del 2002 quindi sono passato 19 anni!) ma la serie Animorphs è stata una colonna portante dei primi anni della mia adolescenza e non ho avuto alcun problema a riprendere la storia da dove l'avevo interrotta. Ovviamente adesso ho più del doppio degli anni che avevo allora quindi se dovessi valutare oggettivamente questi romanzi li troverei abbastanza carenti... Ma c'è l'effetto nostalgia quindi me li sono coccolati come cuccioli.
Ovviamente non posso scendere in dettagli della trama (sono i volumi 53 e 54 di una serie!) come feci con la graphic novel del primo volume qualche mese fa ma posso dire che è il 53 è stato davvero molto bello e, sinceramente, avrei accorpato i primi capitoli del volume 54 a quello per poi chiuderla lì.
Non so se l'autrice avesse il desiderio di chiudere la storia degli yeerk per dare un nuovo scopo ai nostri protagonisti ma la chiusura per me è un no. Ed è un no che combina la tredicenne che ero la prima volta che presi in mano un romanzo della serie, la diciassettenne che chiuse il volume 52 in trepidante attesa del 53 e la trentaseienne di oggi perché l'adolescente, in entrambe le fasi evolutive, avrebbe lanciato ingiurie in tutte le lingue del mondo per quella scena finale e la donna di oggi lo trova solo un troncamento monco utile esclusivamente ad una eventuale prosecuzione che mai è arrivata.
SPOILER FINALE ANIMORPHSSPOILER (clicca per visualizzare)Non mi è dispiaciuto il finale dolceamaro in cui il lettore si rende conto che sì, questi adolescenti hanno vinto la guerra e l'hanno fatto in modo tale da dare speranza anche al nemico che hanno combattuto tanto a lungo ma al tempo stesso hanno perso qualcosa perché non sono più i ragazzini conosciuti all'inizio della storia, dato che questo lunghissimo conflitto ha lasciato su di loro indelebili cicatrici e creato voragini che non potranno mai colmare, oltre ad aver strappato loro un'amica e, nel caso di Jake, anche un fratello.
A me non è dispiaciuto lo sguardo sul futuro che viene dato, con i suoi pro ed i suoi contro, ma quella che non mi è piaciuta è l'avventura spaziale lasciata a metà da quegli ultimi capitoli.
Se mi è stato chiaro il motivo per cui Jake decida di non coinvolgere nella nuova missione Cassie, in quanto colei che ne è uscita meno spezzata nonché l'artefice di questa pace che ha permesso a tante vite di essere risparmiate e quella che tra loro è riuscita ad andare avanti ricostruendosi una vita e dando un vero scopo alla sua drammatica esperienza, ma perché allora coinvolgere nuovamente Marco e Tobias in una missione suicida? Non meritavano anche loro un po' di pace e serenità? Ok, dato che Tobias è il fratellastro di Ax e Marco era molto legato all'alieno quindi un certo senso la scelta ce l'ha... Ma anche no, dato che hanno chiamato TE per questa missione e loro potevi anche lasciarli vivere quel che restava della loro esistenza. E poi perché quel finale da "ci vediamo in una nuova dimensione" se poi non c'è altro? Sarebbero vissuti nei miei cuori anche chiudendo la storia con un ultimo evento significativo poco dopo la fine della guerra e via. Anche perché l'amaro in bocca per come le loro strade si separano resta.
Con questo non voglio dire che la Mondadori avesse ragione quando 18-19 anni fa ha interrotto la serie ad una sola uscita dalla conclusione, ma rende un pochino più comprensibile la loro spiegazione... Anche se resta il fatto che "il finale italiano" stravolge completamente il messaggio della serie di romanzi perché lancia un messaggio diametralmente opposto rispetto a quello originale. A questo punto potevano incollare i primi capitoli del 54 al 53 e far uscire un volume con un finale sì tronco ma in linea con quello reale.SPOILER (clicca per visualizzare)Perché in Italia il finale è "genocidio di yeerk brutti e cattivi perché vogliono migliorare la loro vita di vermi ciechi ma intelligenti" mentre in originale è "condividendo la tecnologia possiamo dare una vita migliore a tutti, yeerk compresi".
Se permettete sono due messaggi MOLTO diversi.
Negli stessi giorni ho letto anche Sono io Taylor Jordan! Le fantastiche disavventure di Meggie Clarke di Tania Paxia, un romance molto carino.
Protagonista della storia è Meggie Clarke, una giovane cover designer di New York con un libro nel cassetto e tanta insicurezza. Quasi per caso il suo romanzo, che lei ha scritto sotto lo pseudonimo di Taylor Jordan e proposto a molte case editrici senza ricevere riscontro positivo, diventa un caso editoriale del self publishing, mentre la ragazza inizia a conoscere meglio il suo capo Ray Parker.
L'ho adorato.
Si sente che non è un romanzo recentissimo e si nota che l'autrice non era quella che è oggi quando l'ha pubblicato... Ma è adorabile!
La storia è dolcissima, i personaggi sono molto accattivanti ed io lo sto descrivendo apposta in questo modo perché non voglio fare spoiler.
L'ho letto tutto d'un fiato mentre ero in ospedale ed è una vera medicina per l'anima.
Ho letto anche due romanzi autopubblicati: Aotheria un'ombra nella valle di Flavio Rosa (aka il seguito di Aotheria Il destino di Shyn, letto circa sei mesi fa) e Ronnie Cage nella terra dei sogni di Daniele Zolfanelli.
Del primo non posso parlarvi molto perché è un sequel... E anche perché da una parte mi è sembrato più debole del precedente per poi rivelarsi essere una vera bomba perché tutto quadra e ti lascia appeso nella speranza di avere il prima possibile un terzo volume.
Il secondo è un primo romanzo (o almeno così credo, visto che il finale lascia ampio spazio ad ulteriori avventure) molto grazioso che narra la storia di un diciassettenne, Ronnie Cage, che lavora in un negozio di magia senza capire che è davvero un negozio di magia fino a quando non sarà costretto a fare i conti con la realtà dei fatti: la magia esiste e lui c'è dentro fino al collo. Si tratta di un romanzo adatto ad un pubblico di lettori giovani (direi scuola media) che risulta piacevole anche ad un lettore maturo. L'unica pecca secondo me è un finale un pochino troppo movimentato (il filo si segue ma c'è bisogno di un pizzico di attenzione in più) ma per il resto è promosso.
Dato che la Nord ha annunciato finalmente la data di uscita dell'ultimo volume della tetralogia, ho riletto Il dominio del fuoco di Sabaa Tahir perché erano passati circa 6 anni dalla prima lettura e ricordavo poco o nulla.
Il romanzo è ambientato in una realtà che ricorda il Medio Oriente per le ambientazioni ed il folklore mentre la struttura gerarchica della società ha dei rimandi all'antica Roma; in questa realtà da 500 anni la popolazione dei Dotti vive assoggettata dall'Impero dei Marziali. Laia, la protagonista e voce narrante femminile di questa storia, è una Dotta che vive con il fratello maggiore Darin in casa dei nonni perché i suoi genitori e la sorella maggiore sono morti da anni; nonostante le vessazioni dovute al suo status di appartenente ad un popolo inferiore la vita di Laia è abbastanza tranquilla, ma tutto cambia quando il fratello viene accusato di aver collaborato con la Resistenza: i nonni vengono assassinati, Darin viene arrestato e Laia, costretta a scappare, chiede aiuto proprio all'organizzazione che il fratello era stato accusato di spalleggiare. Loro si offrono di aiutarla in cambio di un compito: dovrà infiltrarsi a Rupenera, l'accademia dove vengono formate le forze armate dell'Impero. Tra gli studenti di Rupenera c'è Elias, un giovane Marziale che vorrebbe solo fuggire dalle grinfie di un impero che gli chiede di essere uno dei suoi mercenari più spietati, ossia una Maschera.
Come accaduto per la prima lettura, ho apprezzato molto questo romanzo... Ma i sei anni di differenza si sono fatti sentire e ho notato ingenuità di trama e di scrittura che mi erano sfuggite, oltre ad avere un giudizio decisamente meno favorevole riguardo ai protagonisti che quella volta mi erano parsi solidi mentre adesso decisamente meno validi.
Resta un bel romanzo e continuerò con piacere la serie perché si prospetta molto interessante... ma diciamo che questo primo volume l'ho leggermente rivalutato.
Restando nell'ambito delle serie, ho letto la duologia Il sangue delle stelle di Elizabeth Lim, composta da Spin the dawn e Unravel the dusk.
Nel complesso l'ho trovata una storia piacevole ma non mi ha fatto gridare al caso letterario (infatti l'ho iniziata solo perché la Mondadori faceva il reclutamento e conclusa perché il finale del primo volume era criminale ); storia di ambientazione cinese che strizza l'occhio a Mulan, la protagonista è Maia Tamarin, ultima dei quattro figli di uno dei più famosi sarti di A'landi, tragicamente caduto in disgrazia dopo la morte della moglie e reso povero dalla guerra che ha ucciso i due figli maggiori e paralizzato il terzogenito. Quando l'imperatore convoca a palazzo l'uomo per partecipare alla competizione per determinare il nuovo sarto di corte, a rispondere alla chiamata è proprio Maia, che si spaccia per suo fratello perché alle donne non è concesso lavorare (almeno non legalmente e fuori dalle mura domestiche).
Da questa competizione poi ha origine la vera storia narrata dal romanzo, che non si tira indietro quando c'è bisogno di buttare nel pentolone intrighi politici, avventura, magia e romance, un potpourri ben amalgamato ma forse un tantino dispersivo ed annacquato.
Maia è una bella protagonista e il suo legame con l'interesse amoroso si rivela interessante (così come TUTTA la storia di questo personaggio) ma in tutta onestà non mi ha fatto saltare dalla sedia perché sa di già visto e rivisto; insomma, una serie caruccia ma non esaltante.
Sempre nell'ambito delle serie si colloca La ragazza del collegio di Alessia Gazzola, nuova avventura investigativa del medico legale Alice Allevi.
Ovviamente non posso dire nulla sulla trama ma sappiate che per me è sempre bello tornare da questa protagonista.
E adesso aspetto il terzo di Costanza perché sono una lettrice impossibile da soddisfare.
In realtà anche Evil di Victoria Schwab sarebbe parte di una serie ma io lo considererò come autoconclusivo perché, per quanto mi sia piaciuta la struttura narrativa, la penna della Schwab non mi ha convinta del tutto; inoltre, vista la delusione di Dark, che era un volume programmato, preferisco tenermi il mio bel ricordo di questo romanzo piuttosto che insozzarlo con un seguito appiccicato lì per far soldi.
Evil narra la storia a cavallo tra passato e presente di Eli Cardale e Victor Vale, due uomini brillanti che si sono conosciuti all'università e che insieme hanno lavorato ad una ricerca assai particolare su come nascono i supereroi, uno studio che ha portato il secondo in galera e permesso a entrambi di sviluppare capacità sovrumane.
Ho apprezzato il saltare avanti e indietro nel tempo e la struttura "a conto alla rovescia", ho apprezzato i personaggi e ho apprezzato la storia ma sono rimasta abbastanza tiepida, quasi come se non riuscissi a entrare in sintonia con il romanzo.
Insomma, una bella lettura ma non sono innamorata.
Per un vero colpo di fortuna a metà settembre ho acquistato Le ragazze non possono entrare di Emily Lockhart ad un prezzo davvero irrisorio.
Puntavo quel romanzo da anni ma non mi ero mai decisa ad acquistarlo perché mi sembrava il classico young adult con protagonista una ragazzina che supera il limite e finisce per scottarsi, insomma il tipo di storia vista e rivista per la quale non avevo voglia di spendere 15 euro.
Come ho scoperto a posteriori, li valeva... Ma è stato meglio averne spesi solo 2,75.
Protagonista della storia è Frankie Landau-Banks, una quindicenne iscritta l'Alabaster, una scuola esclusiva della costa orientale degli Stati Uniti che cela un segreto di Pulcinella: ha una società segreta esclusivamente maschile di cui praticamente tutti i figli di ex allievi sono a conoscenza.
Diversamente da quanto potrebbe far pensare il titolo, questo romanzo non è incentrato su Frankie che trova il modo di entrare in questa società e poi viene scoperta ma sul modo in cui Frankie riesce ad affrancarsi da Cucciolotta, il soprannome affettuoso con cui è nota in famiglia nonché il modo in cui tutti la vedono, ossia una ragazzina tranquilla e indifesa da proteggere con fare paternalistico; la storia narrata è il grido di protesta di una ragazzina che vuole essere presa sul serio in un mondo che la sottovaluta e la faccenda della società segreta assume una sua importanza solo dopo un certo punto della storia ed in maniera differente da quello che si può pensare.
Vista l'età dei personaggi c'è anche un po' di romance ma persino quello è trattato in maniera diversa, più realistica e meno scontata.
Insomma, questo è stato un romanzo che mi ha conquistata.
Ultimo ma non per importanza (ANZI!) la sorpresa di questo periodo.
Il giorno dopo l'attivazione del mese di prova di Audible mi sono trovata davanti a una empasse: a metà pomeriggio dovevo partecipare ad una riunione e sapevo che se avessi preso in mano La ragazza del collegio non solo non sarei riuscita a concluderlo ma probabilmente avrei dovuto interrompere la lettura nelle fasi finali dell'indagine quindi avrei passato quelle due ore a tormentarmi quindi ho deciso che quello doveva essere il mio premio. Il problema era che non avevo altri libri in lettura e non volevo iniziare un nuovo volume di Host Club con il rischio di restare appesa pure con quello!
E' stato allora che ho deciso di sfruttare Audible e, dopo aver messo in libreria due audiolibri molto impegnativi in termini di tempo come il secondo della serie di Locke Lamora (oltre 25 ore) e l'intera trilogia Licanus di James Islington (oltre 92 ore), ho deciso di iniziare ad ascoltare Poet X di Elizabeth Acevedo.
Si trattava di un volume decisamente più breve degli altri (circa 3 ore) e non essendo in vena di young adult con ambientazione contemporanea mi sono detta che poteva essere carino da ascoltare ma non abbastanza da fare troppi danni alla mia già latitante voglia di partecipare alla riunione.
A posteriori devo ammettere che, avendone sentito parlare molto bene sui social da Tiffany aka MissFiction, che di solito ha un palato molto raffinato, avrei dovuto intuirlo che sarebbe stato un libro differente; sarà stata l'interpretazione di Chiara Leoncini, sarà stato lo stile di scrittura graffiante dell'autrice, ma alle 16:20 ero di nuovo inguaiata perché io dall'audiolibro non volevo staccarmi!
Ovviamente, avendo dato la mia disponibiità, ho fatto il mio dovere ma sappiate che la Gazzola è passata in secondo piano fino a dopo cena, quando ho concluso l'ascolto di questa bomba.
Protagonista della storia è Xiomara, quindicenne di origini dominicane nata e cresciuta ad Harlem, ed è proprio sua la voce graffiante che narra al lettore la sua storia fatta di scontri con la madre profondamente credente, rabbia e conflitto per i pregiudizi legati al suo aspetto fisico ed il suo sesso ed una voce potente e graffiante che lotta per farsi ascoltare.
Ciò che mi ha colpito maggiormente di questo libro non sono stati i temi affrontati quanto la scrittura: Elizabeth Acevedo colpisce con una narrazione che ti dice l'essenziale e ti colpisce con quella rabbia tagliente, cieca e feroce dell'adolescenza, fatta di "ti odio" e porte sbattute in faccia ai genitori.
Questo libro mi ha colpita a tal punto che dopo poche pagine ero già lì a cercare gli altri titoli dell'autrice.
Insomma, una fantastica sorpresa.
Prossime letture
Per novembre e dicembre (è abbastanza probabile che il prossimo post sarà il tipico post di fine anno ) non ho particolari programmi di lettura per i libri ma non per i manga.
Riguardo a questi ultimi, è assai probabile che concluso Host Club, che nei giorni in cui scrivo sto dosando con molta calma ma sicuramente in prossimità del finale mi verrà voglia di fare uno sprint , tornerò da Yona per leggere i circa 20 volumi in arretrato che avrò accumulato per quel periodo (lo ammetto: lo faccio perché la copertina del volume 30 mi spinge a pensare ad un particolare risvolto della storia ed io sono MOLTO curiosa ). Ergo Slam Dunk slitterà come minimo a gennaio.
Sul fronte romanzi ho alcuni punti cardine ma poche altre certezze.
Come intuibile nel post, vorrei concludere la tetralogia di Sabaa Tahir; al momento sto leggendo Una fiamma nella notte, il secondo volume della serie, ma avendo avuto altre letture più impellenti me la sono presa abbastanza comoda... Tuttavia non escludo la possibilità di andare più spedita nell'immediato futuro e quindi arrivare alla data di pubblicazione di Il cielo oltre la tempesta, se non con Un assassino alle porte già sulla pila dei libri letti almeno da annoverare tra quelli in corso.
Al momento ho iniziato anche La corte dei miracoli di Kester Grant, che è ispirato a I miserabili e Il libro della giungla (come abbia fatto l'autrice a combinarli non lo so) e soprattutto vede come protagonista Nina, una ragazza ispirata a Eponine... E per chi fosse curioso di capire come mai per me la cosa sia tanto importante, vi riporto uno spoiler che risale a quasi 4 anni faSPOILER MISTI TRA IL LIBRO DEI MISERABILI E IL FILM TRATTO DEL 2012SPOILER (clicca per visualizzare)[...] il mio personaggio preferito del libro, la vera EROINA di questa storia, una a cui Cosette dovrebbe solo pulire le scarpe e invece è la più sfigata del circondario, ossia Eponine.
Ora, piccola digressione a riguardo: ma che male ha mai fatto la povera Eponine? La sua unica colpa è quella di essere nata nella famiglia sbagliata e, quando era bambina di massimo sei anni, di aver trattato male la povera Cosette. Perché farla soffrire tanto? Non bastava l'amore a senso unico con quello stordito di Mario (che, per carità, si merita la sua altrettanto stordita Cosette e di mettere al mondo una nidiata di storditi loro pari), era necessario anche farla morire MALE! Seriamente, in tutto il libro la povera Eponine è stata la mia preferita assieme a Jean Valjean e mi è dispiaciuto che stirasse la giovine ala in quel modo tanto tragico.
Ebbene sì, al grido di GIUSTIZIA PER EPONINE io DEVO leggere quel romanzo.
Sempre in queste settimane vorrei leggere anche La chiave delle tenebre di Morgan Rhodes, ultima chance che concederò alla saga dei tre regni; se anche questo dovesse causarmi i nervi per la combinazione traduzione+storia demente chiuderò il romanzo e metterò immediatamente in vendita tutti i sei libri senza alcuna remora, come tra l'altro mi ripromettevo a inizio anno.CITAZIONE- Finire o abbandonare i libri di Morgan Rhodes (quindi o la finisco o la metto in vendita entro il 31/12/21)
EDIT del 20/10: alla fine della giornata di ieri, arrivata intorno a pagina 70, dopo l'ennesima risposta da bimbo treenne proferita dal re crudele, brutto e cattivo, ho deciso di finirla con questa tortura. A partire da oggi considero in vendita quei sei romanzi.
Io, per pura curiosità legata essenzialmente a uno spoiler involontario che mi beccai quasi un anno fa, potrei andare a leggere qualche riassunto per sapere come si è arrivati a quel punto... Ma non è detto perché non è che mi interessi un granché la cosa.
Nei giorni intorno ad Halloween mi piacerebbe fare qualche lettura a tema quindi probabilmente o recupererò qualche libro breve per cui sono MOLTO fuori target come Le strege di Roald Dahl o Vita stregata di Diana Wynne Jones (la stessa autrice della trilogia di Howl, che sarebbe una lettura adatta tanto quanto questa ) oppure mi butterò su vecchie glorie come Ghostbusters, volume che contiene i romanzi dei due film ad opera di Richard Mueller e Ed Naha oppure gettarmi su King (di suo ho l'imbarazzo della scelta essendo stata mia madre una kingiana della prima ora ) o tentare la sorte con L'albero delle bugie di Frances Hardinge.
Oltre a questi titoli, l'intenzione di leggere la tetralogia dei romanzi di Josiah Bancroft è ancora presente ma non preponderante: diciamo che riuscirci sarebbe bene ma fallire tentando non mi farà strappare i capelli.
Poi ci sono gli audiolibri sopra citati, ma dubito fortemente di riuscire a portare a termine qualcosa vista la mole. Probabilmente li sfrutterò nei tempi morti per testare qualche primo capitolo di libri che mi attirano per capire se vale la pena leggerli o meno.
Edited by Hephaistion - 20/10/2021, 09:00. -
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Ormai è tradizione che io chiuda l'anno con un bel post mastodontico sulle ultime letture e sui buoni propositi presenti e passati quindi... Scappate finché potete perché come al solito è quando meno me lo aspetto che riesco a dare il meglio di me.
E stavolta non me lo aspettavo proprio!
COSA HO LETTO
Inizio dai manga e fumetti perché la faccenda si chiude davvero in fretta.CITAZIONE (Hephaistion @ 19/10/2021, 11:52)Riguardo a questi ultimi, è assai probabile che concluso Host Club, che nei giorni in cui scrivo sto dosando con molta calma ma sicuramente in prossimità del finale mi verrà voglia di fare uno sprint , tornerò da Yona per leggere i circa 20 volumi in arretrato che avrò accumulato per quel periodo (lo ammetto: lo faccio perché la copertina del volume 30 mi spinge a pensare ad un particolare risvolto della storia ed io sono MOLTO curiosa ). Ergo Slam Dunk slitterà come minimo a gennaio.
Finito Host Club non ho toccato né Yona né altri manga.
Yona e Slam Dunk, così come la rilettura di Lovely Complex e Assassination Classroom (e probabilmente anche altri), slitteranno da gennaio in poi ma esattamente quando non so e visto che si tratta di minimo quattro serie, è quasi sicuro che per almeno una serie si parli del 2023.
Per compensare all'assenza di manga ho letto due graphic novel molto belle in maniere assai differenti.
La prima, di cui posso parlare solo molto brevemente perché è un volume di una serie, è il quarto volume di Heartstopper di Alice Oseman.
Tanto carino quanto impegnato... Ma il finale è da denuncia.
Aspetto con ansia il quinto (e, mi pare, ultimo) per sapere come si concluderà la storia. Per sopportare l'attesa non è da escludere che io possa decidere di leggere qualche romanzo della Oseman in cui compaiono Nick e Charlie come personaggi secondari... E visti i miei progetti per il 2022 potrei avere un motivo in più per farlo.
Bellissimo e devastante è stato invece March, il fumetto in tre volumi disegnato da Nate Powell e scritto da Andrew Aydin sulla base della testimonianza di John Lewis (1940-2020), che è stato tra i protagonisti della lotta contro la segregazione negli Stati Uniti d'America.
John Lewis inizia narrando la sua storia di ragazzo che diviene in fretta consapevole dell'ingiustizia patita da coloro che, come lui, hanno la pelle scura nella black belt e in generale negli stati meridionali degli Stati Uniti d'America, e di come il suo contributo e quello di tanti altri uomini e donne sia stato fondamentale per la lunga strada lastricata di marce che hanno portato alla fine ad una reale ugualianza dei diritti di ogni cittadino (per quanto la storia recente sia testimonianza che ancora oggi una certa disparità esiste).
March è un pugno nello stomaco, di quelli che fanno sgorgare lacrime e mozzano il fiato per il dolore e sono felice di avergli dato una possibilità in questi ultimi giorni di dicembre.CITAZIONESul fronte romanzi ho alcuni punti cardine ma poche altre certezze.
Come intuibile nel post, vorrei concludere la tetralogia di Sabaa Tahir; al momento sto leggendo Una fiamma nella notte, il secondo volume della serie, ma avendo avuto altre letture più impellenti me la sono presa abbastanza comoda... Tuttavia non escludo la possibilità di andare più spedita nell'immediato futuro e quindi arrivare alla data di pubblicazione di Il cielo oltre la tempesta, se non con Un assassino alle porte già sulla pila dei libri letti almeno da annoverare tra quelli in corso.
Mi sono arenata intorno a pagina 100 del secondo volume intorno alla metà di novembre perché facevo una fatica immane ad avanzare; avevo pensato di rimettermici sopra prima a inizio dicembre e successivamente prima di Natale ma ho preferito dare la precedenza ad altre letture quindi alla fine la pausa è durata oltre un mese e mezzo.
Alla fine la sera di Santo Stefano mi sono rimessa a leggere il libro e il 28, anche se con un po' di fatica, l'ho concluso (erano le 23, morivo di sonno causa effetti collaterali del vaccino ma mi mancavano solo 30 pagine per finirlo!).
Mi è piaciuto?
Abbastanza. Non l'ho amato particolarmente: ci sono stati un paio di colpi di scena niente male così come due momenti in cui mi sono cadute le braccia perché l'autrice si è contraddetta riguardo ad elementi abbastanza importanti... Quindi non me la sento proprio di apprezzarlo in maniera particolare. Di sicuro non mi getterò sul terzo perché non ne sento l'urgenza, ma probabilmente punterò a completare la serie entro la prima metà del 2022 perché sono curiosa di conoscere il destino di Helene (nel primo romanzo personaggio quasi secondario che qui diventa personaggio principale a tutti gli effetti) e di alcuni personaggi secondari a lei collegati... E sì, lo ammetto: ora come ora di Laia ed Elias, aka i protagonisti principali dal minuto uno, mi importa davvero pochissimo.CITAZIONEAl momento ho iniziato anche La corte dei miracoli di Kester Grant, che è ispirato a I miserabili e Il libro della giungla (come abbia fatto l'autrice a combinarli non lo so) e soprattutto vede come protagonista Nina, una ragazza ispirata a Eponine... E per chi fosse curioso di capire come mai per me la cosa sia tanto importante, vi riporto uno spoiler che risale a quasi 4 anni faSPOILER MISTI TRA IL LIBRO DEI MISERABILI E IL FILM TRATTO DEL 2012SPOILER (clicca per visualizzare)[...] il mio personaggio preferito del libro, la vera EROINA di questa storia, una a cui Cosette dovrebbe solo pulire le scarpe e invece è la più sfigata del circondario, ossia Eponine.
Ora, piccola digressione a riguardo: ma che male ha mai fatto la povera Eponine? La sua unica colpa è quella di essere nata nella famiglia sbagliata e, quando era bambina di massimo sei anni, di aver trattato male la povera Cosette. Perché farla soffrire tanto? Non bastava l'amore a senso unico con quello stordito di Mario (che, per carità, si merita la sua altrettanto stordita Cosette e di mettere al mondo una nidiata di storditi loro pari), era necessario anche farla morire MALE! Seriamente, in tutto il libro la povera Eponine è stata la mia preferita assieme a Jean Valjean e mi è dispiaciuto che stirasse la giovine ala in quel modo tanto tragico.
Ebbene sì, al grido di GIUSTIZIA PER EPONINE io DEVO leggere quel romanzo.
Il mio percorso è stato accidentato ma tra Natale e Santo Stefano mi sono decisa e ho fatto fuori una full immersion.
Diciamo che nutrivo grandi aspettative e immenso terrore nei confronti di questo romanzo... E, per quanto non sia l'amore della vita, certamente si tratta di un romanzo che mi ha soddisfatta.
Piccola digressione riguardante la collocazione storica delle vicende: in quanto retelling di I Miserabili la storia è ambientata a Parigi a cavallo tra gli anni '20 e '30 del XIX secolo ma si tratta di una realtà ucronica in cui la Rivoluzione Francese è fallita a causa dell'intervento delle potenze straniere in supporto dei nobili francesi in un periodo di tempo successivo l'esecuzione di Luigi XVI e sua moglie Maria Antonietta ma precedente la morte di Luigi XVII, che ha avuto modo di divenire adulto. Il fallimento della rivoluzione ha portato alla condanna a morte di tutti i rivoluzionari ed in particolare di tutti i membri delle famiglie dei sei leader della rivoluzione, mentre gli ultimi si sono organizzati in una complessa organizzazione formata da nove corporazioni che si occupano di regolare le attività criminali.
Detto questo...
La storia narrata è quella di Eponine, nota come Nina la Gatta Nera della Corporazione dei Ladri della Corte dei Miracoli, che dopo aver perso la sorella maggiore Azelma, reclamata da Kaplan, noto anche come la Tigre, il crudele capo della Corporazione della Carne, cerca di evitare che il medesimo destino venga patito dalla graziosa Cosette, una ragazzina più giovane di lei di cui si occupa il padre; per salvare quella che lei considera una sorella minore la ragazza decide di battere sul tempo la Tigre affidandola all'Orso, capo della Corporazione dei Morti.
Non sapevo cosa aspettarmi da questa strana combinazione di elementi e sono rimasta sorpresa dal modo in cui la Grant è riuscita a mescolare due classici tanto diversi dando vita ad una storia che non solo ha reso giustizia a Eponine, ma pure a Cosette, che nell'originale è una sorta di ameba che subisce supinamente il suo destino mentre qui, per quanto mantenga quella medesima purezza ed innocenza (anche perché, se ho ben tenuto conto degli anni dei salti temporali, Cosette è poco più di una bambina in buona parte del romanzo), Cosette non si limita a essere spettatrice della sua vita.
Avendo già una simpatia per lei, non ho potuto fare a meno di amare questa versione di Eponine astuta ed appassionata che farebbe davvero di tutto per difendere la sorellina maSPOILER (clicca per visualizzare)ho gradito meno quella sorta di quadrilatero in cui Nina è l'interesse amoroso di ben tre personaggi maschili.
Per fortuna che, a parte quello, Nina mi è piaciuta moltissimo e la storia, che si è rivelata essere più crudele di quanto immaginassi, è stata davvero molto interessante e ben strutturata. Ho apprezzato in particolareSPOILER (clicca per visualizzare)il colpo di scena in cui si scopre che il rapimento di Cosette dopo la risoluzione della crisi del pane, gesto per il quale Eponine attacca pubblicamente Kaplan finendo per essere picchiata a sangue e ricevere "le striscie", altro non era che un trucco della stessa Eponine per salvare la ragazzina facendola sparire dalla circolazione. Non me l'aspettavo un risvolto simile.
Per me è promosso e ringrazio anche l'autrice di aver scritto un romanzo parte di una serie ma con un finale abbastanza chiuso che mi permette di riposare in attesa che arrivi il seguito.
E ora il momento shock, che è arrivato intorno al 22 ottobre.
Sotto Halloween volevo fare letture spaventose... Ed in un certo senso è stato così, perché mi sono davvero spaventata quando mi è scoppiata la vena romance.
A mia discolpa, io ho provato davvero a dedicarmi aCITAZIONELe strege di Roald Dahl o Vita stregata di Diana Wynne Jones (la stessa autrice della trilogia di Howl, che sarebbe una lettura adatta tanto quanto questa ) oppure mi butterò su vecchie glorie come Ghostbusters, volume che contiene i romanzi dei due film ad opera di Richard Mueller e Ed Naha oppure gettarmi su King (di suo ho l'imbarazzo della scelta essendo stata mia madre una kingiana della prima ora ) o tentare la sorte con L'albero delle bugie di Frances Hardinge.
ma non c'è stato verso: non avevo voglia di quei libri.
E' stato quasi per caso che mi sono detta "ma buttiamo un occhio su La proposta di un gentiluomo di Julia Quinn..." (aka "il terzo libro dei Bridgerton"), che ho divorato in un weekend per poi gettarmi a pesce su Un uomo da conquistare (aka "il quarto libro dei Bridgerton").
Il problema di questi libri è che sono romance abbastanza blandi ma talmente accattivanti da dare dipendenza!
Insomma, long story short, preparatevi al commento dei volumi dal tre all'otto della serie di Bridgerton.
In caso non si voglia alcuno spoiler, essendo anche oggetto di serie televisiva in corso, metterò sotto spoiler tutto tranne il nome del Bridgerton protagonista... Ma sappiate che a questo punto la sottoscritta si sente anche liberissima di darsi all'anticipazione selvaggia
La proposta di un gentiluomo, il terzo volume, è incentrato sul secondogenito BenedictSPOILER (clicca per visualizzare)e Sophie, figlia illegittima del conte di Penwood che è cresciuta come una nobildonna fino a quando, alla morte del padre, la sua matrigna non l'ha ridotta al ruolo di serva sua e delle sue due figlie (sì, la prima parte del romanzo è una rivisitazione di Cenerentola ). Una sera le figlie acquisite di Penwood vengono invitate a casa Bridgerton per un ballo e anche Sophie riesce a partecipare, incontrando lì il fratello minore del padrone di casa, Benedict; i due si innamorano perdutamente l'una dell'altro in un batter d'occhio ma poi lei deve scappare, la matrigna scopre la cosa e Sophie viene cacciata di casa.
Anni dopo i due si incontrano di nuovo ma lui non la riconosce e dopo una serie di vicissitudini (alcune anche abbastanza opinabili a parer mio) l'amore vince su tutto.
L'ho trovato molto carino (altrimenti non me lo sarei fatto fuori in una giornata ) ma passata l'euforia non è chissà quale gran romanzo e alla lunga non ne ricordo più moltissimo (e sono passati appena un paio di mesi!).
Al contrario diversi dettagli di Un uomo da conquistare, ossia il romanzo del terzogenito Colin, mi sono rimasti in mente.SPOILER (clicca per visualizzare)Sarà perché è il romanzo del balzo temporale più ampio (per l'esattezza sette anni, escamotage utile per poter portare all'età adulta Hyacinth e Gregory, i fratelli Bridgerton che nel primo romanzo avevano circa una decina d'anni), sarà perché è il libro in cui viene rivelato (anche se chi ha visto la serie tv lo sapeva già ) che Lady Whistledown altri non era che Penelope Featherington, ma è un romanzo che mi è rimasto impresso in mente sia nel bene sia nel male.
La storia è ancora più semplice del precedente: Colin Bridgerton torna da uno dei suoi viaggi, rivede l'amica Penelope Featherington che ormai ha smesso di cercare marito in quanto ventottenne e in breve si scopre innamorato di lei quanto lei lo era sempre stata di lui, il tutto mentre l'identità segreta della ragazza è in pericolo.
Ovviamente non è un romanzo privo di difetti, in primis questo amore che quasi di punto in bianco inizia a sentire Colin nei confronti di Penelope (e tu resti lì a pensare "ma come siamo arrivati a questo? ", ma è molto grazioso, Penelope si meritava una storia d'amore simile e lady Danbury è impareggiabile.
A sir Phillip, con amore, dedicato a Eloise, per me è il romanzo peggiore dopo Il duca ed io (il primo proprio non mi ha soddisfatta, ma sono consapevole che lì ha giocato un ruolo l'effetto alone della trasposizione); con questo non voglio dire che sia un romanzo poco piacevole perché non è così... Solo che non è carino come gli altri.SPOILER (clicca per visualizzare)Avendo come protagonista Eloise, la più ribelle delle Bridgerton, tutto mi aspettavo tranne che questa donna che ha rifiutato diverse proposte di matrimonio da persone che aveva modo di conoscere e non reputava alla sua altezza, presa dalla smania di matrimonio dopo che la migliore amica è convolata a giuste nozze con suo fratello Colin si butti a pesce sul primo sconosciuto che passa, in questo caso un nobiluomo vedovo di una sua lontana parente con il quale ha solo scambiato una corrispondenza per qualche mese; da Eloise non mi aspettavo un simile sviluppo ed il fatto che questo Phillip Crane non sia neanche una persona particolarmente piacevole ha peggiorato la situazione. L'intento di voler rendere Eloise una sorta di angelo salvatore in grado di sistemare le cose con i piccoli orfanelli Crane è carina ma nel complesso il romanzo non mi ha soddisfatta un granché.
Per fortuna dopo questo tonfo è arrivato il primo dei due romanzi che vanno a completare il mio personalissimo podio dei romanzi della serie nonché il primo a parimerito con Il visconte che mi amava; si tratta di Amare un libertino, il romanzo di Francesca Bridgerton.
Per me questo romanzo è il primo a parimerito perché, se la storia di Anthony era di grande intrattenimento e la chimica tra i protagonisti "da chef kiss", ho trovato quella di Francesca la meglio costruita e più profonda.SPOILER (clicca per visualizzare)Nei precedenti romanzi leggiamo che Francesca si è sposata negli anni trascorsi tra il terzo ed il quarto volume con John Stirling, conte di Kilmartin, un uomo che la giovane amava molto ma che sfortunatamente ha perso a causa di un aneurisma cerebrale appena due anni dopo le nozze, poco prima di scoprire di essere in attesa di un bambino che purtroppo perderà qualche settimana più tardi.
Alla morte di John e del bambiino, il titolo di conte di Kilmartin passa a Micheal Stirling, cugino di John nonché amico fraterno della coppia. L'uomo ha la fama del libertino ma in realtà nasconde un segreto: la sera prima del matrimonio John gli ha presentato Francesca e lui se ne è perdutamente innamorato.
Il romanzo è giocato tutto sul senso di colpa di Micheal, che si sente un impostore in quanto ha "rubato" il ruolo al cugino che amava come un fratello e fugge per quattro anni in India, e Francesca, che al ritorno di Micheal decide di cercarsi un nuovo marito perché sente la necessità di diventare madre ed inizia a provare qualcosa proprio per quello che anni prima era il suo migliore amico.
Il disagio provato da Micheal e Francesca nei confronti di quel sentimento che li lega e che pensano di non dover provare per rispetto al defunto John è palpabile e le loro reazioni sono verosimili... Insomma, questo romanzo non è leggero come gli altri, anche perché viene trattato anche il tema della malattia ed il timore della morte.
Facendo doppietta, l'altro romanzo da podio ma al terzo posto (avendo un primo posto a due piazze...) è Tutto in un bacio, aka il romanzo di quella pettegola di Hyacinth.SPOILER (clicca per visualizzare)Il motivo per cui l'ho apprezzato tanto è la chimica tra la protagonista e il suo interesse amoroso, Gareth St. Clair, figlio illegittimo della figlia di lady Danbury ma nato in costanza di matrimonio e riconosciuto dal conte St. Clair. Tra battute salaci e un tesoro segreto nascosto a palazzo dalla madre del conte, si dipana una storia d'amore frizzante e decisamente divertente, nonostante il peso della paternità misteriosa di Gareth si senta.
Ultimo, e a mio avviso molto carino, è Il vero amore esiste, il romanzo di Gregory (che essendo uomo può sposarsi più tardi della sorellina Hyacinth).
Si ricalca un po' lo stilema del secondo volume:SPOILER (clicca per visualizzare)avendo ben sette fratelli che si sono sposati per amore, anche Gregory sogna questo sentimento e non appena vede la bellissima Hermione Watson credi di averlo travato; per avvicinarsi a lei cerca l'intercessione di Lucy, la migliore amica di Hermione... Ed è qui che sorge il problema perché lei non solo gli rivela che l'amica è già innamorata ma finisce per essere attratta da lui nonostante il suo matrimonio sia imminente. Insomma, la prima parte del romanzo è un bel casino di amori non corrisposti e sentimenti che non dovrebbero essere provati mentre la seconda vira sul drammatico.
Molto carino ma non da podio a causa degli avversari.CITAZIONEOltre a questi titoli, l'intenzione di leggere la tetralogia dei romanzi di Josiah Bancroft è ancora presente ma non preponderante: diciamo che riuscirci sarebbe bene ma fallire tentando non mi farà strappare i capelli.
Poi ci sono gli audiolibri sopra citati, ma dubito fortemente di riuscire a portare a termine qualcosa vista la mole. Probabilmente li sfrutterò nei tempi morti per testare qualche primo capitolo di libri che mi attirano per capire se vale la pena leggerli o meno.
Qui un ruolo l'ha giocato Amazon.
Cercherò di raccontarvi la cosa nella maniera più concisa possibile.
Avendo visto il prezzo piuttosto vantaggioso, l'8 gennaio 2021 ho fatto la follia di preordinarlo quasi un anno prima della pubblicazione e, circa sei mesi dopo, avendo dei buoni Amazon, ho pensato bene di pagarlo con quelli; la data fornitami all'epoca per la consegna era il 23 novembre ma, sapendo che il romanzo sarebbe stato pubblicato il 9 novembre, in quei giorni ho iniziato a monitorare il sito per capire quando sarebbe stato spedito. Intorno al 20 novembre il libro risultava disponibile in magazzino e con consegna entro le 24 ore successive, di conseguenza pensavo mi sarebbe stato spedito a momenti... Cosa che non solo non è avvenuta ma il 23 mi è pure arrivata una mail in cui mi dicevano che non potevano spedire l'articolo al momento.
Ok...
Aspetto una settimana in più continuando a monitorare la situazione, che rimaneva invariata (ossia il prodotto risultava in magazzino e, se ordinato ex novo, in consegna entro le 24 ore successive, ma la mia copia non partiva), e alla fine il 1 dicembre contatto l'assistenza clienti per capire come mai il libro non era ancora stato spedito; l'operatrice che mi ha risposto che il mio pacco non sarebbe stato spedito prima del 5... peccato con fosse il 5 dicembre ma il 5 gennaio.
Le ho chiesto lumi riguardo al motivo per cui, nonostante l'articolo fosse disponibile in magazzino e oltretutto avessero già i soldi accreditati, avrei dovuto aspettare così a lungo e mi ha risposto che non c'erano copie in magazzino.
Per quel giorno ho lasciato perdere, anche perché dovevo andare a lavorare quindi non avevo tempo di stare a discutere sul fatto che sul sito lo davano come "disponibilità immediata", ma il 3 ho riprovato in un orario migliore, rinnovando il pagamento e mettendo in carrello una copia del romanzo per avere la prova che in effetti era in consegna per il giorno successivo; fortunatamente quella volta ho trovato un'operatrice che concordava con me riguardo alla stranezza della cosa e che nei giorni successivi mi ha contattata più volte per aggiornarmi sulle novità a riguardo... Ma una settimana dopo mi ha mandato una mail in cui mi diceva che non sapeva il perché di queste tempistiche e di continuare ad spettare.
Alla fine il libro è arrivato una decina di giorni da quell'ultima mail e inaspettatamente; non so quale santo abbia concesso la grazia di venerdì 17 ( ) ma ha tutta la mia gratitudine perché sabato pomeriggio ho potuto finalmente stringerlo tra le mano.
Dopo questa epopea capirete come mai la lettura dei libri di Bancroft sia slittata al 2022.
Tra l'altro, restando in tema "la sfiga paccofila", durante il Black Friday avevo ordinato due libri che desideravo immensamente dal sito Mondadori e con un bellissimo scontone: si trattava di Marea tossica di Chen Qiufan e La via dei re di Brandon Sanderson.
Si sono persi il pacco nel percorso tra i loro magazzini e la sede del corriere (se al corriere arrivano le informazioni del pacco ma non il pacco, a rigor di logica è sparito nel percorso tra il punto A e il punto B)!
E, scorno degli scorni, alla Mondadori l'ho dovuto comunicare io (servizio clienti al top ); me lo rimborseranno ma con quella cifra è già tanto se riuscirò a ricomprarne uno.
Ho poi deciso di investire quei soldi per andare al cinema (se vi interessa, ho dato anche io il mio contributo all'incasso di Spiderman No Way Home )... E il giorno dopo su IBS hanno rimesso Marea Tossica con lo stesso sconto!
E questa è la storia di come non solo mi sono fatta un regalo di Natale extra ma Babbo Natale ci ha messo lo zampino facendo arrivare il pacco il giorno della vigilia invece che il 28 dicembre come previsto
Comunque sia spero che questi non siano segni di un "non c'è due senza tre" perché al momento un pacco contenente una copia usata di The tiger's daughter di K. Arsenault Rivera sta viaggiando dagli Stati Uniti a qui e ho il terrore di cosa potrebbe accadere. Se vi state chiedendo "ma perché ti fai mandare una copia usata dall'America?" il motivo è semplice: non so per quale motivo, ma questa trilogia edita in copertina flessibile costicchia abbastanza (non ha prezzi folli ma di norma le flessibili in lingua costano almeno 4-6 euro di meno) e i suoi volumi non sono neanche facilissimi da trovare, quindi quando ho scoperto su Amazon una copia che in descrizione davano come in ottime condizioni, con spese di spedizione gratuite e a meno di 6 euro ho fatto la spesa nonostante i tempi d'attesa biblici (circa 5 settimane) e l'assenza di tracciamento dettagliato (ad oggi so solo che è partito dal Maryland un mese fa).
Spero di non aver buttato i miei soldi.
Tornando alle letture inaspettate, un altro romanzo che ho divorato in questo periodo nonostante fossi scettica è stato P.S. I like you di Kasie West.
Un altro romance.
Sarò onesta: a me questo romanzo rosa per adolescenti attirava per qualche oscuro motivo da quando venne pubblicato ma speravo in una edizione tascabile perché non volevo spenderci 10 euro; in quell'edizione non è mai uscito ma in compenso l'ho trovato in offerta all'ipermercato insieme ad altri titoli ed alla fine ho preso quello e La corona del potere, il secondo volume della serie Le sette dinastie di Matteo Strukul.
Come avrete intuito da quanto riferito poco fa, l'ho apprezzato davvero moltissimo.
La storia narra di come Lily, una ragazza piuttosto solitaria, inizia a scambiare lettere quasi per caso con una persona sconosciuta che frequenta il suo stesso corso di chimica ad orari diversi (i ragazzi del suo anno sono divisi in tre gruppi).
Si tratta di un romanzo molto dolce e scorrevole che mi ha catturata nonostante la mia adolescenza sia un lontanissimo ricordo.
Nello stesso periodo ho ceduto alla tentazione e ho letto Tutta colpa del k-pop dello youtuber Seoul Mafia. Adorando Marco non avevo dubbi che avrei adorato anche il libro in cui raccontava la sua esperienza e così è stato.
Dopo l'indigestione di romance ho letto il fantasy per ragazzi Edenya di Laura Rizzoglio.
Le creature fantastiche di cui parla sono gli angeli, che nella mia scala di gradimento si trovano davvero in basso quindi non incontrava molto il mio gusto personale, ma l'ho apprezzato dal punto di vista oggettivo perché è ben scritto, con personaggi caratterizzati a puntino e con una struttura molto valida. Insomma, stavolta il problema era davvero la sottoscritta.
E no, la trama non l'ho inserita perché è un libro tutto da scoprire.
Penultima lettura di cui devo parlarvi è Blackbird. I colori del cielo, romanzo su cui avevo puntato lo sguardo da tempo ma ho realizzato essere uscito in italiano soltanto un mese fa. Ambientato principalmente nel 1986, il romanzo vede nei panni delle protagoniste Oksana Savchenko e Valentina Kaplan, due ragazzine molto diverse accomunate dal medesimo indirizzo e dal fatto che entrambi i loro padri lavorano nella stessa sezione della centrale nucleare di Chernobyl. Il loro rapporto è burrascoso principalmente per via del pregiudizio instillato dal padre di Oksana nella figlia per via delle origini ebraiche della famiglia Kaplan, ma quando il reattore n.4 esplode le ragazze sono costrette a fuggire, così come aveva dovuto fare quarantacinque anni prima la dodicenne Rifkah, una ragazzina ebrea che per sottrarsi al dilagare delle truppe naziste deve abbandonare la sua famiglia.
Blackbird è un romanzo molto intenso che narra le difficili esistenze di queste tre ragazze e di come l'amicizia possa essere il legame più importante che si possa stringere, anche quando la distanza tra gli amici sembra incolmabile. Mi è piaciuto davvero moltissimo.
L'ultimo libro letto quest'anno è stato Lei che divenne il sole di Shelley Parker Chan, romanzo in cui si reinterpreta l'ascesa al potere di Zhu Yuanzhang, fondatore della dinastia Ming, partendo dal presupposto che in realtà fosse una giovane contadina che, alla morte del fratello maggiore al quale un'indovina aveva predetto un futuro grandioso, decide di prenderne il destino.
Sarò onesta: da come se ne parlava credevo fosse un romanzo indimenticabile e invece mi è sì piaciuto ma non l'ho apprezzato particolarmente perché non è riuscito a coinvolgermi moltissimo. La rilettura in chiave queer del fondatore della dinastia Ming non mi è dispiaciuta perché ho trovato la trattazione della psiche di quest'uomo nato in un corpo di donna ben fatta, con l'accento posto principalmente sulla sua smisurata ambizione,ma l'ho trovata una trattazione poco sentita e quindi non sono riuscita ad avvicinarmi alla protagonista.SPOILER (clicca per visualizzare)tanto che arriva ad ordire una macchinazione che porta prima all'eliminazione dei suoi diretti superiori e successivamente uccide con le sue mani il bambino che era destinato a divenire imperatore,
Riguardopersonaggio molto amato da tutti, la mia opinione è simile: ne ho apprezzato la caratterizzazione ma a me non è arrivato.SPOILER (clicca per visualizzare)all'eunuco Ouyang,
Insomma, questo romanzo mi ha lasciata piuttosto tiepida.BILANCIO ANNUALE
Iniziamo rivangando quanto affermato un anno fa.
Obiettivi generaliCITAZIONE- Innanzitutto mi riprometto di mantenere il mio spirito molto critico, riuscendo in questo modo a mentenere lo stesso livello di selettività tenuto nel 2020, sia a tutela del portafoglio sia in caso di collaborazioni con autori o case editrici
Direi di sì.
In alcuni casi sono stata abbastanza generosa con i voti perché li ho valutati in base al target di riferimento o per affetto, ma in generale sono stata abbastanza brava.
E poi l'importante è che io abbia acquistato meno e sfruttato maggiormente le potenzialità dell'usato.CITAZIONE- Rinnovo il proposito di leggere almeno 50 romanzi in un anno, che sarebbe stato un obiettivo perfettamente raggiungibile senza questi momenti di stasi
Devo ammettere che intorno al 25 ottobre ero abbastanza pessimista a riguardo perché contando solo i romanzi ero arrivata più o meno a quota 39 o 40, in quei giorni le letture programmate procedevano abbastanza a rilento e di lì a poco avrei iniziato a lavorare a pieno regime quindi difficilmente sarei riuscita a raggiungere quell'obiettivo...
Ma poi sono arrivati i romanzi di cui vi ho parlato sopra e già a metà dicembre avevo praticamente raggiunto l'obiettivo.CITAZIONE- Rinnovo anche quello di leggere più libri in lingua inglese, visto anche il fatto che nel 2020 ho recuperato una serie che bramavo da molto (tecnicamente l'ultimo è ancora in viaggio ed il tracciamento degli ordini "non Amazon" è uno schifo in questi giorni, quindi non ho neanche idea se sia in consegna o in un centro di raccolta) e mi sono decisa ad aprire il portafoglio per completarne una interrotta in ItaliaSPOILER (clicca per visualizzare)Sono sincera: ho dovuto controllare per capire a cosa mi riferivo.
Devo ammettere che quest'anno ho letto decisamente di più in lingua. Non sono riuscita a rispettare il buon proposito di arrivare a 5 romanzi letti in lingua ma...CITAZIONE- Finire la terza trilogia di Terre d'Ange come gli scorsi quattro anni, ovviamente (lo so, sono ridicola )
Non sono più ridicola!
Insomma, due dei tre sono loro e il terzo è la graphic novel degli Animorphs (che ho conteggiato come libro perché è abbastanza densa) quindi sono più che soddisfatta!CITAZIONE- Quest'anno vorrei spaziare un po' di più con i generi quindi dedicarmi un po' più spesso ai romanzi storici e dare una chance anche a qualche romance, giallo e thriller
Qui ho fatto jackpot.
Ho letto 15 romanzi con ambientazione storica su 50 e tra questi otto erano romance con ambientazione storica e uno era un giallo ad ambientazione storia. E in più ho letto anche altri romanzi che erano romance e basta.
Direi che ho spaziato.
SpecificiCITAZIONE- Questo è l'anno di Mistborn... E stavolta sono anche abbastanza sicura che sia vero perché la Mondadori ha annunciato che uscirà la ristampa quindi si suppone che dopo quella andranno avanti con i volumi mancanti della seconda trilogia Ed in nome di questa "non certezza ma poco ci manca" potrò finalmente trovare spazio nella mia vita per questa trilogia che rimando da anni
No, neanche questo è stato l'anno buono.NEXT!
CITAZIONE- Leggere un libro di Allison Pataki (qui vinco facile perché punto a leggere come primo o secondo libro dell'anno Il destino di una regina)
- Finire la Winternight Trilogy di Katherine Arden (questo entro febbraio-marzo, altrimenti non è più in tema )
Fatto e fatto (anche se non ho rispettato le tempistiche preventivate )CITAZIONE- Fare la solita lettura a tema Shoa entro gennaio
Sono state due ed erano più a tema seconda guerra mondiale che Olocausto, ma va bene così.CITAZIONE- Riprendere in mano almeno un romanzo di Robin Hobb
- La lettura di tutto Slam Dunk (non so ancora se tutto in nuova edizione, e quindi verso l'estate, o se parzialmente in vecchia e quindi entro la prima metà dell'anno, visto che già adesso avrei tutta la storia a disposizione)
Qui ho toppato.
Ci penserà il 2022.CITAZIONE- Finire o abbandonare i libri di Morgan Rhodes (quindi o la finisco o la metto in vendita entro il 31/12/21)
Tra pochi giorni sarà il secondo complimese nella loro nuova casa quindi direi proprio che sì, non solo entro il 2021 l'ho messa in vendita ma l'ho pure piazzata e con quei soldi mi sono pagata una bolletta del telefono.
OBIETTIVI PER IL 2022
Iniziamo con la novità più grande: dopo aver valutato e scartato più e più volte l'idea di mettermi alla prova con una reading challenge annuale, quest'anno ho trovato che la PopSugar Reading Challenge 2022 (che trovate qui) andasse nella stessa direzione che vorrei prendere io con le letture, ossia sperimentare generi e autori, e dopo aver fatto qualche ricerca riguardo alle papabili letture per la maggior parte della categorie, scoprendo non solo romanzi interessantissimi ma soprattutto che alcune storie che mi riprometto di leggere da diverso tempo sono in linea con gli obiettivi, ho deciso di seguirla in maniera informale... Ossia prendendo spunto dalle categorie da "dover completare" ma fregandomene del risultato.
Oltre a questa novità, i miei obiettivi sono più o meno gli stessi dello scorso anno quindi:
- Occhio al portafoglio e alla qualità delle letture
- Leggere circa un libro alla settimana escludendo racconti, fumetti e manga se non in caso di opere oggettivamente "dense"
- Leggere Mistborn
- Finire la tetralogia Il dominio del fuoco
- Leggere maggiormente in inglese
- Fare la solita lettura di gennaio a tema Shoha o Seconda Guerra Mondiale. -
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Salve.
No, non sono morta.
Semplicemente in questi primi sei mesi dell'anno non ho letto moltissimo (sempre per i miei standard) quindi ho accumulato...
E accumulato...
E accumulato fino a quando non mi sono resa conto che forse era il caso di fare un aggiornamento perché ok che la metà delle letture sono manga e ci sono un paio di novelle, ma resta pur sempre il fatto che sia "un pochino" di roba.
Per migliorare la fruizione, divido in categorie.
MANGA/GRAPHIC NOVEL/FUMETTI
Inizio togliendo subito di mezzo le opere illustrate.
L'anno è iniziato con poca voglia di leggere e in generale scarse capacità di concentrarsi quindi, dopo un primo mese passato ad arrancare, ho deciso di dedicarmi a un manga.
La mia scelta è caduta su Lovely Complex di Aya Nakahara, di cui ricordavo abbastanza bene le fasi iniziali grazie all'anime mentre delle fasi finali, complice anche il periodo in cui finii di leggerlo, ricordavo davvero poco.
Per chi non conoscesse la storia, piccola sinossiKoizumi Risa e Otani Atsushi hanno un problema con la propria altezza: Koizumi, ossia "piccola sorgente", è alta 1,7m e non la smette di crescere mentre Otani, ossia "grande valle", è alto appena 1,56m. La cosa li porta ad avere problemi ad avere una relazione sentimentale e la cosa è resa ancora più difficile dal fatto che i due, rappresentanti di classe, non fanno altro che bisticciare, tanto da essere soprannominati All Hanshin Kyojin (un duo comico composto da un uomo alto e uno basso realmente attivo in Giappone).
Le cose cambiano quando, l'estate del primo anno delle superiori, Risa incontra ai corsi di recupero Suzuki Ryouji, coetaneo che frequenta un'altra classe e che è abbastanza alto perché lei possa guardarlo dal basso verso l'altro; Otani nota immediatamente l'interesse della ragazza per Suzuki e decide di aiutarla a fare breccia nel suo cuore in cambio di un favore: lei dovrà aiutarlo a conquistare la sua amica Tanaka Chiharu.
Inizia così l'amicizia tra i due
Inutile dire che è uno shoujo e quindi SI SA dove si andrà a parare... Ma è tanto dolce questa storia!
Per quanto non mi sia mai rispecchiata in questi personaggi e quando iniziò io fossi un pochino più grandicella di loro alla fine della storia, ho legato questa storia ad alcuni ricordi agrodolci quindi non posso non giudicarlo con indulgenza.
Nonostante il primo volume risalga a ormai 20 anni fa (la vecchiaia! ), la storia è invecchiata abbastanza bene e le sensazioni sono rimaste le stesse (tanto che, come feci all'epoca, mi sono sciolta per una particolare scena che ho adorato anche nell'anime)... E poi si parla del film che ne venne tratto e che vedeva nei panni di Otani Koike Teppei (tra l'altro non ricordavo vi fosse una dolcissima storia dedicata agli WaT, ossia il duo formato da Koike Teppei ed Eiji Wentz, che prima della celebrità si esibivano per strada).
Insomma, vi risparmio la reiterazione del fatto che avessi gli occhi a cuoricino e passo alla successiva lettura.
Da un paio d'anni a dicembre la Mondadori mette su Instagram per qualche ora al giorno un titolo del suo catalogo (come per il programma di recensioni) e una delle opere che ho preso in questi anni è stata Trottole di Tillie Walden, graphic novel autobiografica in cui l'autrice narra la sua gioventù segnata dal pattinaggio.
Una sera l'ho iniziata quasi per caso e, per quanto non l'abbia apprezzato come speravo, non mi sono staccata fino alla fine (tra l'altro è anche un bel mattoncino di 400 pagine).
Tillie Walden narra i sacrifici fatti per il pattinaggio ma ben presto quello che è a tutti gli effetti un memoir inizia a trattare anche dei turbamenti dell'autrice, molti legati alla sua identità sessuale oltre che al peso di una faticosa attività agonistica che le richiede sempre maggiori sacrifici ma le regala sempre meno gioie; per quanto abbia apprezzato oggettivamente quest'opera, che è davvero molto sentita ed intensa, non sono riuscita a legarmi quanto avrei voluto a questa ragazzina e per questo non è riuscita a trascinarmi fuori dalla realtà. E se un libro non fa questo, per quanto oggettivamente valido per me è solo un "bello ma..."
ROMANZI/NOVELLE/RACCONTI
Non andrò in ordine cronologico ma come al solito saltellerò di titolo in titolo per affinità.
E inizierò con le delusioni... perché, si sa, di certi titoli è meglio parlare all'inizio così il resto è tutto rosa e fiori!
Dovete sapere che in questi giorni ho deciso di leggere alcuni libri che vegetano in casa da anni al fine di capire se devono trovarsi una nuova casa o meno, di conseguenza le mie due delusioni più recenti non mi hanno sorpresa particolarmente.
La più "attesa" è stata La spia di Paulo Coelho, romanzo di meno di 200 pagine dedicato a Mata Hari.
Faccio parte di quella fetta di popolazione che detesta cordialmente le opere di Coelho e quindi gira molto al largo dai suoi libri, tuttavia mi sono detta che una chance potevo provare a dargliela visto il soggetto della storia; a posteriori, con tutto il rispetto per l'autore, io gli alberi usati per stampare questo romanzo li avrei risparmiati.
Il problema non è la penna di Coelho, che io posso trovare talmente eterea dal risultare vuota e talmente soffusa da risultare soporifera (storia vera: io che dormo pochissimo mi sono addormentata in pieno giorno!) ma oggettivamente sa mettere insieme le parole dando loro una forma gradevole (che, ribadisco, per me non lo è ma per tanti sì), ma ciò che mi è sembrato essere questo libro, ossia un temino in Times New Roman 28 con interlinea doppia scritto di getto in un pomeriggio giusto per passare il tempo tra il TG dell'ora di pranzo e quello dell'ora di cena, privo di qualsiasi sentimento a parte un trasudante e sminuente patetismo.
Il romanzo non è brutto, bensì inutile: se si cercano informazioni su Mata Hari si ottiene di più consultando Wikipedia (cosa che dubito Coelho abbia fatto per tutto quello che precede la fase delle accuse), se si cerca una storia che commuova si fa prima a guardare Sky News 24, se si cerca un libro breve ve ne sono a bizzeffe e di molto più validi.
Insomma, sapevo che molto probabilmente non mi sarebbe piaciuto ma non fino a questo punto.
Altra delusione telefonata ma non troppo è stato Fermate gli sposi! di Sophie Kinsella. Il mio rapporto con l'autrice è fatto di alti e di bassi senza mezze misure, quindi sapevo che questo romanzo avrebbe potuto piacermi tantissimo o infastidirmi immensamente; ha vinto l'opzione B.
Iniziamo con una sinossi "fatta in casa per voi" perché, per iniziare alla grande, questo libro non solo ha una sinossi estremamente spoilerosa ma pure bugiarda!CITAZIONELottie è una donna di 33 anni realizzata sia sul lavoro sia in amore: lavora per una casa farmaceutica, è chiamata a fare conferenze per reclutare neolaureati e con il suo ragazzo Richard le cose vanno talmente bene che sente nell'aria il profumo di fiori d'arancio a tal punto da convincersi che quell'invito a pranzo in un ristorante tanto lussuoso sia il segnale che Richard voglia chiederle la mano. Grande è la sua delusione quando si rende conto che l'uomo non ha affatto queste intenzioni quindi lo molla e sprofonda in una delle crisi emotive che sua sorella Fliss, quarantunenne madre di un bambino in procinto di divorziare, ha imparato a temere... E a ragione perché Lottie, a poco più di 24 ore dalla rottura con Richard, accetta la proposta di matrimonio di Ben, ragazzo con il quale ha passato una torrida estate quindici anni prima!
Perdonatemi l'imminente pippone ma devo esternare le mie opinioni con dovizia di particolari, per questo vi avviso a un certo punto andrò di tag SPOILER.
Il romanzo è narrato in prima persona e sfrutta la tecnica del punto di vista alternato; nel caso specifico le voci narranti sono quelle di Lottie e Fliss (entrambi sono soprannomi con cui le chiamano tutti quindi facciamo finta siano i loro nomi all'anagrafe).
Questa tecnica narrativa non mi disturba né impazzisco di gioia quando me la trovo davanti ma posso dire che preferisco quando si segue uno schema regolare; in Fermate gli sposi l'alternarsi delle narratrici non è sempre regolare tuttavia ci sono passata sopra senza particolari patemi perché ero troppo focalizzata su problemi ben più seri, tuttavia un cambio di prospettiva non l'ho proprio mandato giù:SPOILER (clicca per visualizzare)io capisco che senza questo stratagemma il lettore avrebbe potuto storcere il naso quando Richard annuncia di essere andato da Arthur ad indagare sull'incendio della pensione avvenuto quindici anni prima, ma a me non è andato giù quel punto di vista di Arthur che spunta quasi a casaccio. Se non fosse l'unica eccezione all'alternarsi dei punti di vista, ad esempio inserendo nel corso del romanzo un capitolo con la voce di Ben, Lorcan, Nico e/o Richard probabilmente la cosa non mi avrebbe infastidita tanto.
Comunque sia, come scrivevo poco fa, questa cosa mi ha infastidita ma ci sono passata sopra con tranquillità perché ero troppo impegnata a definire con termini poco lusinghieri Lottie e Fliss.
Iniziamo dalla più giovane delle due: Lottie ha trentatre anni all'anagrafe ma ha la maturità di una ragazzina di quindici o meno.
Se da una parte la scenata fatta in occasione della mancata proposta di matrimonio ci stia tutta (se il tipo con cui stai da due anni e sei in perfetta sintonia ti invita in un ristorante extralusso e ti dice che deve farti una domanda importante la prima cosa che ti viene in mente è quella e non come usare le sue miglia aeree!), il resto è una discesa negli inferi dell'asilo Mariuccia: quale donna sarebbe così pazza da accettare la proposta di matrimonio di un perfetto sconosciuto (perché sì, il tizio con cui per un paio di mesi hai fatto sesso sfrenato a diciotto anni su un'isoletta delle Cicladi per un'estate per poi non sentirvi MAI PIU' dal momento in cui avete entrambi posato i piedi sulla natia isola britannica manco non esistessero internet ed i telefoni nel 1998, è uno sconosciuto!) a 36 ore dalla fine di un rapporto che pareva quello della vita?SPOILER (clicca per visualizzare)E quale donna accetterebbe di unirsi in matrimonio con un uomo che ti piomba in ufficio dichiarando che sta affrettando i tempi per ripicca al suo braccio destro Lorcan (perché il tizio, tra le altre cose, ha ereditato una cartiera)? Per non parlare della presenza fissa di due fiorentine sugli occhi per non notare quanto la situazione sia sbagliata in quanto lei questo tipo NON LO CONOSCE!
E tutto ciò in nome del "devo cambiare le dinamiche delle mie relazioni quindi se fino ad ora lo schema è stato "sesso-amore-nozze" adesso facciamo che sia "amore-nozze-sesso".
Comunque devo ammettere che almeno Lottie qualche buon momento me l'ha regalato.
Con Fliss il discorso cambia completamente.
Io capisco sia una donna amareggiata perché sta divorziando da un uomo che è più bambino di loro figlio di sette anni e che si senta responsabile per la sorella minore di cui in un certo senso si è occupata in quanto la madre non c'è più (per quanto se ho ben capito il decesso è avvenuto quando lei aveva sui 25-30 anni quindi Lottie aveva una ventina d'anni)... Ma Lottie è una donna adulta quindi puoi parlarci! Ora, capisco che il soggetto vada in profonda crisi ogni volta che si lascia con un partner ma non è una bimba di due anni quindi puoi provare a farla ragionare. E, aggiungo, se non dovesse ascoltarti... Amen, la appoggerai nella sua scelta e le farai compiere i suoi errori,SPOILER (clicca per visualizzare)non complotti per non farle consumare il matrimonio con il gran capoccia dell'albergo (altro personaggio di cui sarà necessario parlare) con mezzi tipo arrivare a un passo dal causare a tua sorella uno shock anafilattico!
E poi, piccola nota a margine riguardo al suo essere madre... Capisco tu voglia far felice il tuo bambino e che la colpa sia di quel beota del padre che non gli ha fatto svolgere il compito di costruire il modellino di una mongolfiera (anche se mi stupisco che il bambino, avendo 7 anni e dicendo di tenerci tanto, non l'abbia ossessionato fino allo sfinimento perché la preparassero), ma un preservativo come camera d'aria in una mostra di modellini creati da bambini di prima elementare è un NO.
Insomma, la parola che descrive meglio Fliss è PAZZA ... Ma mai quanto FOLLE descrive bene Ben, ossia il tizio che si propone a Lottie: se in questo romanzo qualcuno dovrebbe subire un TSO quello è certamente Ben e no, non c'è nulla di ironico in questa affermazione.SPOILER (clicca per visualizzare)Ben è reduce dal trauma di aver perso il padre "abbastanza improvvisamente" (le tempistiche non sono chiare ma non è stata una lunghissima malattia ma neppure breve), trovandosi di punto in bianco a dover gestire una cartiera, di cui se n'è sempre altamente fregato perché voleva sfondare come comico (con risultati miseri, da quanto risulta su internet) e di una residenza d'epoca nelle cui terre sono costruite le case del personale dell'impresa... Insomma, è diventato responsabile del futuro di una discreta quantità di gente e per fortuna al suo fianco ha il fido Lorcan, avvocato che ha rinunciato a diverse opportunità lavorative vantaggiose per aiutarlo... E lui lo ripaga disprezzandolo perché "lui s'impiccia".
Certo, lui che ha esperienza pluriennale nell'azienda ti sta aiutando a gestire la situazione e tu lo ripaghi trattandolo come se volesse mandarti a gambe all'aria. Ha senso...
Ben è in preda a questo sconvolgimento quando cerca di rintracciare quella che di punto in bianco è diventata l'amore della sua vita, ossia la ragazza con cui ha passato torride giornate nelle Cicladi, ergo Lottie. Sia chiaro, nelle sue intenzioni iniziali non c'era quella di chiedere la mano a Lottie ma visto che lei aveva deciso di cambiare le carte in tavola lui ha pensato bene che per riuscire ad andare a letto con lei ed essendo l'amore della sua vita andava bene sposarla.
Ed è in quel momento che Ben entra in modalità "testa di cazzo" Scusate la terminologia ma è quella più indicata per descrivere il fatto che da quel momento in poi quest'uomo inizierà a ragionare usando il contenuto delle sue mutande.SPOILER (clicca per visualizzare)Cercherà di fare sesso con Lottie praticamente in ogni occasione possibile, compreso quando lei avrà il già citato "quasi shock anafilattico" (che grand'uomo quello che non solo non si preoccupa per il fatto che la donna che dice di amare sia diventata color cremisi a causa di un rash cutaneo esteso su buona parte del suo corpo ma le rinfaccia pure che lei non voglia fare sesso in quello stato! ) e dopo aver scoperto che la donna della sua vita non è neppure Lottie ma la figlia del tizio della pensione perché ehi, lui si era innamorato della ragazza che l'aveva curato dall'influenza e Lottie all'epoca MANCO ERA ARRIVATA ALLA PENSIONE! In pratica lui aveva iniziato con lei quella famosa torrida relazione perché la credeva un'altra ma non si ricordava che due giorni prima lei non era presente.
Tutto molto sano.
Ultimo ma non per importanza, Nico aka "il gran capo dell'albergo" nonché l'uomo che non assumerei MAI.SPOILER (clicca per visualizzare)Eh sì, perché se io fossi il proprietario di un albergo extralusso delle Cicladi specializzato in lune di miele non metterei mai in un ruolo tanto importante un tizio che si fa raggirare dalle promesse di una "non proprietaria di una rivista" che gli chiede in cambio di una copertina dedicata a lui su questa rivista specializzata in recensioni di viaggi (e quindi anche alberghi) di sabotare in ogni modo la luna di miele di due clienti paganti della suite più lussuosa di tutta la struttura, con il rischio che loro lo vadano a raccontare sia ad altri clienti della struttura sia ad altre persone l'esperienza.
Che voglia cambiare aria?
Insomma, come penso sia abbastanza chiaro questo romanzo è stato un buco nell'acqua ed è assai probabile che con questo io chiuda in maniera definitiva con la Kinsella.
Altra delusione è stato Made for love di Alissa Nutting, romanzo che definirei strano.
A grandi linee la trama è questa:CITAZIONEHazel si rifugia dal padre dopo essere scappata dal tetto coniugale in quanto suo marito, il geniale ma abusante Byron Gogol, CEO di una grandissima azienda specializzata nel fornire tecnologie che facilitano la vita, voleva impiantarle un chip nel cervello.
Ve lo assicuro, le prime pagine di questo romanzo mi avevano intrigato tantissimo... Poi, per quanto mi riguarda, è stato un costante calare fino ad assestarsi su un "ma che diavolo di polpettone insensato sto leggendo?"
Il libro appartiene a un genere che non è nelle mie corde, la protagonista è abbastanza anonima e uno dei personaggi principali mi ha lasciato a metà tra il perplesso e lo sconvolto...SPOILER (clicca per visualizzare)E non perché volesse ficcare il pene nello sfiatatoio dei delfino dopo essere quasi stato stuprato da uno di questi.
E' un romanzo talmente strano che alla fine l'ho già rimosso (l'ho letto verso febbraio, abbiate pietà) e, per quanto mi riguarda, l'unico lato positivo degno di nota è che si è trattato di un reclutamento quindi non l'ho pagato.
Ultima delusione, ma neanche tanto seria perché dei quattro appartenenti alla categoria è stato quello che più mi è piaciuto, è stato Final girls di Riley Sager.
Ho lasciato questo romanzo a vegetare per anni nella mia libreria prima di affrontarne la lettura perché avevo grandi aspettative a riguardo... Peccato che siano state deluse.
Si tratta di un thriller che parla di Quincy, una blogger trentenne che ai tempi dell'università è stata l'unica sopravvissuta ad un massacro in cui sono morti il suo ragazzo e diversi suoi amici. La sua vita tranquilla viene sconvolta da due eventi: la morte di Lisa, un'altra sopravvissuta che si impegnava attivamente ad aiutare ragazze con traumi simili, e l'arrivo a casa sua di Samantha, terza sopravvissuta ad una strage.
Come ripeto ogni volta, non leggo romanzi gialli e thriller perché se c'è un assassino io lo sgamo in tempo zero.
Secondo voi cosa è successo?
Bingo.
Aggiungete uno stile di scrittura abbastanza soporifero e un ritmo lento ed ecco qua il romanzo che mi ha fatta dormire da pagina 1 a pagina 300 per poi interessarmi da pagina 301 a pagina 346. Ovviamente è un po' pochino ma meglio di niente...
Eliminate le dolenti note, passiamo a quelle decisamente più dolci.
Ho iniziato l'anno con una rilettura che rimandavo davvero da una vita, ossia quella di Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi.
Qualsiasi parola a riguardo non sarebbe all'altezza di quest'opera e mi sto già dilungando troppo (e, spoiler, continuerò a farlo) quindi vado avanti.
Sempre a gennaio ho letto La ragazza con la bicicletta rossa di Monica Hesse per il mio solito progetto di lettura di libri sulla Shoa in questo mese.
Prima di partire con l'ennesimo pippone, vi lascio una sinossi.CITAZIONEAmsterdam, gennaio 1943
Hanneke è una diciassettenne che dalla morte al fronte del suo ragazzo ha smesso di farsi coinvolgere emotivamente dalle persone che la circondano; costretta dall'invalidità del padre a lavorare in un'agenzia di pompe funebri, la ragazza arrotonda facendo la "trovatrice", ossia raccogliendo richieste per il mercato nero e consegnando quanto reperito ai richiedenti in cambio di un compenso.
Un giorno una donna le chiede di trovare qualcosa di assai particolare: Mirjam, un'adolescente ebrea che la donna fino a qualche giorno prima nascondeva in casa sua. Tra i pochi indizi a sua disposizione c'è il fatto che la ragazza indossi un cappotto blu.
Mi è piaciuto immensamente ma per me questo romanzo sarà sempre "il romanzo dal titolo sbagliato".
Io non so in base a quale criterio adattino i titoli alla Piemme ma io continuo ad essere polemica a riguardo. Se per Pachinko l'iniziale adattamento La moglie coreana era giustificabile per via della probabile ignoranza di una fetta di lettori riguardo a cosa fosse il pachinko, qui capisco solo in parte perché Girl in blue coat si sia tramutato in La ragazza con la bicicletta rossa.
Se da un lato comprendo che si sia voluto focalizzare l'attenzione sulla protagonista della storia, ossia Hanneke, e su quanto la ricerca di Mirjam la porterà a cambiare, dall'altra questa decisione punta l'attenzione su un dettaglio che mi pare venga citato a malapena una volta nel romanzo, ossia il colore della bici con cui la ragazza si sposta per la città, piuttosto che sul colore del cappotto di Mirjam, dettaglio davvero centrale nella storia, oltre al fatto che il perno attorno a cui ruota la storia è proprio la ricerca di questa ragazza con indosso un soprabito di quel particolare colore.
Al di là della mia tirata sul titolo, come preannunciavo il romanzo mi è piaciuto davvero tanto. La sparizione di Mirjam è il punto di partenza dell'ideale viaggio dell'eroe di Hanneke, una ragazza che non vuole più essere emotivamente toccata da nulla e nessunoma che finirà per lasciarsi coinvolgere sempre più in questa ricerca che la trascinerà per la città, portandola a scoprire verità di cui era totalmente ignara.SPOILER (clicca per visualizzare)in quanto si sente responsabile per la morte del suo ragazzo, che si è arruolato proprio perché spinto da lei
Questo romanzo è un discreto pugno in faccia ed è meraviglioso nella sua amarezza quindi, se posso permettermi il consiglio, se vi piace il genere è un titolo consigliato.
Restando nell'ambito delle ragazze complicate, una lettura primaverile è stata La ragazza invisibile di Torey Hayden.
Io amo questa autrice quindi recupero all'uscita tutti i suoi romanzi, tuttavia devo ammettere che le sue ultime pubblicazioni non mi stanno colpendo quanto le prime, probabilmente perché la posizione ricoperta della Hayden in queste opere, ossia volontaria di un'associazione che opera in sinergia con gli uffici di assistenza sociale del Galles, le offre meno libertà di quello di insegnante e terapeuta che rivestiva negli Stati Uniti.
Protagonista di questo romanzo è Eloise, un'adolescente con un passato di abbandoni ed abusi alle spalle ed un problema a gestire i rapporti con le famiglie a cui viene affidata. Carino e godibile, questo è indubbio, tuttavia non mi ha emozionata come altre storie dell'autrice. Nota positivissima:SPOILER (clicca per visualizzare)per una volta tanto sappiamo che fine ha fatto Eloise in maniera meno stringata dei dettagli che ogni tanto spuntano sul sito dell'autrice, quindi sono felice di sapere che nonostante tutto Eloise se l'è cavata ed è anche diventata madre.
Nello stesso periodo ho letto un altro romanzo inviato dalla Mondadori per il reclutamento recensori ossia Un'alleanza pericolosa di Jennieke Cohen.
Protagonista della storia è lady Victoria Aston, 17 anni, che dal giorno alla notte si trova ad avere tra le mani il futuro della sua famiglia: un evento catastrofico potrebbe mettere a repentaglio l'intero patrimonio degli Aston ed è necessario che Vicky si sposi al più presto. L'impresa potrebbe rivelarsi più ardua del previsto, tra cacciatori di dote, minacce mortali e serate in società.
Questo romanzo è un omaggio a Jane Austen, di cui la stessa Vicky è una sfegatata ammiratrice, ma anche dei romanzi di quel periodo storico, ricreandone ambientazioni ed atmosfere. Si tratta davvero di un romanzo molto carino e soprattutto intrattenente (non per nulla l'ho fatto fuori in un finesettimana )... E poi lady Victoria è una protagonista davvero molto bella da leggere. Vi assicuro che non mi aspettavo mi potesse piacere tanto.
Un romanzo da cui invece mi aspettavo tanto e ho ricevuto in cambio un pochino meno quanto chiedevo è stato Caterina. Una principessa tra amore e potere di Susan Hastings, primo volume di una dilogia dedicata a Caterina II di Russia.
Metto le mani avanti: quel "un pochino meno" non è legato alla storia in quanto tale, che mi ha appassionata, quanto al ristagnare un po' della narrazione man mano che si procedeva. Sia chiaro, la vita di palazzo e i sopprusi subiti sono stati molto interessanti... Ma alla fine il brodo risulta un pochino allungato e si arriva giusto all'incoronazione di Pietro come zar quindi finisce anche "sul più bello".
SPOILERINO STORICOSPOILER (clicca per visualizzare)Pietro resta zar all'incirca sei mesi prima che gli facciano le scarpe e Caterina prenda il suo posto come imperatrice (attenzione, non reggente per conto del figlio Paolo ma proprio imperatrice).
Insomma, bello ma anche in 400-450 pagine ci stava tutto il necessario.
Una bella sorpresa è stato invece Ramondo lo scudiero di Antonio Chirico, avvocato pugliese che ha voluto dare giustizia ad un personaggio storico poco noto a causa anche di una damnatio memoriae che ha subito nel corso del XV secolo (se non erro).
Romanzo storico nostrano e autopubblicato, l'opera narra la vita liberamente romanzata di Ramondo Orsini del Balzo (1350/55-1406), nobiluomo e condottiero che riuscì a creare un feudo di discrete dimensioni nelle terre che corrispondono all'odierno Salento.
L'ho trovato davvero molto avvincente, spesso abbastanza aderente alle fonti storiche (poi l'autore stesso ha scritto chiaramente di aver "aggiustato" alcune cose per la trama ma ho trovato che lo spirito dell'opera non si perda in queste "correzioni") e lo consiglio perché è davvero una pubblicazione valida.
Sempre di ambientazione storica ma da tuttaltra parte, ho letto Palazzo di sangue di Jane Hur, romanzo ambientato a metà del XVIII secolo in Corea.
Quando ho scoperto della pubblicazione di questo romanzo mi si sono accese tutte le lampadine perché si trattava di un giallo storico in cui la compenente medica avrebbe contato parecchio essendo la protagonista infermiera di palazzo.
Quello che non sapevo perché non avevo fatto i conti, era che uno dei personaggi sarebbe stato il celebre principe Sado nel corso di uno degli ultimi anni della sua vita.
Di cosa parla il romanzo?CITAZIONEHyeon è la figlia illegittima di un alto funzionario di palazzo e di una gisaeng; decisa ad essere all'altezza dell'approvazione paterna, la ragazza si impegna a fondo per divenire infermiera di palazzo e all'età di diciotto anni è una delle più giovani ad ottenere quella posizione. Tuttavia, quando a pochi mesi dalla nomina la sua mentore viene accusata di essere l'artefice di una terribile mattanza, la ragazza non esita a mettere in gioco la sua posizione e la sua vita pur di dimostrare la sua innocenza.
L'ho già scritto prima: io di solito non leggo molte storie del genere perché becco subito il colpevole.
E' andata così anche questa volta?
Sì e no; diciamo che avevo dei sospetti immotivati a riguardo ma non mi sono preclusa di sospettare anche di altri soggetti quindi è andata bene.
E poi devo ammettere che la controparte maschile della storia merita.
Sia chiaro che non è il romanzo dell'anno (quellI arriverANNO tra un po') ma è stata una bella lettura e non mi pento di aver inserito questo titolo dello sfacelo di maggio (perché sì, sono stata brava a comprare poco e a preferire usati e offertone varie, ma poi a maggio ho preso in blocco 6 libri di cui uno di cui mia madre aspettava la ristampa da una vita).
Restando in Asia, ho finalmente letto La repubblica del drago di R. F. Kuang, secondo volume della trilogia La guerra dei papaveri (il terzo me l'hanno regalato per il compleanno ma devo trovare il momento giusto per aggredirlo).
Non posso dire nulla perché sarebbe spoiler ma WOW! Si tratta di un romanzo che per certi aspetti è un po' la preparazione al macello che avverrà nel terzo volume ma resta comunque una Signora Lettura.
Chiuso il capitolo "storico", passo a un romanzo che ho letto all'inizio di giugno quasi per caso.
Dovete sapere che io ho l'abitudine di selezionare un "libro da autobus", ossia un romanzo da leggere esclusivamente da telefono tramite l'app Kindle quando sono sui mezzi pubblici o mentre faccio qualche coda; questa volta la scelta è caduta su La casa di sale e lacrime di Erin Craig, cupo retelling della fiaba Le dodici principesse danzanti dei fratelli Grimm.
Ecco, io non mi immaginavo fosse TANTO cupo.
La storia ha inizio con un funerale, quello della quarta delle dodici figlie del signore dell'isola. Questo luttuoso giorno viene rallegrato dalla notizia della gravidanza della seconda moglie dell'uomo, ma ciò non cambia il fatto che in meno di una manciata d'anni, oltre alla prima moglie dell'uomo, abbiano perso la vita l'erede del titolo di signora di Highmoor e le tre sorelle insignite del titolo dopo di lei, motivo per cui inizia a serpeggiare la voce che le ragazze siano colpite da una maledizione.
La storia è narrata dal punto di vista di Annaleigh, la sesta delle dodici sorelle, e vi assicuro che a un certo punto il caos che regnava nella sua testa ha iniziato ad annebbiare pure la mia,SPOILER (clicca per visualizzare)per quanto il fatto che alla fine la causa di tutto fosse Morella era abbastanza palese, per quanto la donna abbia finto davvero bene, anche se mai mi sarei immaginata tutto quel sottobosco di divinità varie che in tutta onestà mi ha dato l'idea di espediente incollato lì in corso d'opera e quindi un filino stonato rispetto al resto.
Questa sensazione non mi ha impedito di adorare questa storia... E infatti, come è facile intuire, il libro non l'ho affatto letto solo nei momenti morti ma anzi me lo sono trascinato persino nel corso dei pasti, cosa che ultimamente non faccio spesso.
Prima di passare alle stelle polari letterarie dei miei primi sei mesi del 2022, menzione d'onore per uno dei romanzi che più attendevo e che, per quanto introduttivo, non mi ha affatto delusa... Se non per l'orrida copertina italiana (che ho rivalutato dopo aver visto quel mostro di copertina del secondo volume ).
Il titolo in question è Il ladro di Megan Whalen Turner ed io lo bramavo da ANNI, tanto da essere stata diverse volte sul punto di metterlo nel carrello di Amazon.
Protagonista della storia è Gen, un ladro rinchiuso nelle prigioni del regno di Sounis che viene ingaggiato dal mago del re per aiutarlo a trovare un artefatto dagli immensi poteri.
Lo so, sembra banalissimo e come dicevo il romanzo è quasi una scusa per introdurre i vari personaggi ma io lo aspettavo da talmente tanto da trovarlo una meraglia. Scherzi a parte, è davvero molto carino e sono certa che il secondo, già uscito in italiano, sarà una magnifica lettura... Quando lo recupererò.
E adesso passiamo alle star di questo periodo, che sono rispettivamente un romanzo autoconclusivo e... un universo narrativo di cui devo recuperare al più presto altri volumi perché no che non finisce qui.
Inizio con il volume singolo perché certamente l'argomento si esaurirà prima.
Di Christina Dalcher avevo già sentito parlare per via di Vox, romanzo in cui si parla di un mondo distopico in cui alle donne sono concesse solo cento parole al giorno e zero diritti civili (spoiler: ce l'ho già in casa e prevedo di leggerlo entro l'anno), ma quando ho letto la trama di La classe ho capito che prima avrei dovuto leggere quello.
E non sbagliavo perché questo romanzo è in pole position per essere IL romanzo del mio 2022.
La storia è ambientata in un ipotetico futuro in cui negli Stati Uniti la vita della popolazione è influenzata dal Q, un quoziente che valuta i meriti accademici delle persone ed in base a questi suddivide la popolazione in argento, verdi e gialli. Questo sistema, basato su verifiche periodiche, porta ad una suddivisione della popolazione fin dalla più tenera età: i bambini argento e verdi frequentano apposite scuole locali mentre i gialli vengono portati in scuole speciali in uno stato diverso da quello di appartenenza. Elena Fairchild, insegnante in una scuola argento nonché moglie di uno dei responsabili di questo sistema, non si preoccupa molto del rendimento scolastico di Annie, perfetta adolescente argento, mentre ha paura per Frankie, la sua fragile bambina di nove anni che patisce molto la tensione delle frequenti verifiche. Sfortunatamente un giorno Frankie non raggiunge gli standard richiesti dalla sua scuola verde e per questo la bambina verrà portata in un collegio giallo.
Questo romanzo mette i brividi.
Ve lo assicuro: è inquietantissimo perché è davvero una realtà molto verosimile ed è facilissimo rispecchiarsi nei flashback di Elena o ripensare ai racconti di nonni e bisnonni di fronte a quelli di un particolare personaggio con specifiche origini.
Non dico altro se non LEGGETELO.
E adesso veniamo al gran finale... E grande lo è davvero perché comprende tre romanzi, due novelle e una raccolta di brevi racconti.
Gente, sono stata acchiappata dal Grishaverse di Leigh Bardugo.
Erano almeno 6-7 anni che avevo in casa la prima trilogia della Bardugo, ossia Shadow and bones, Siege and storm e Ruin and rising ma non mi ero mai decisa ad iniziarla perché ad una certa temevo l'avrei trovata infantile o che tutte le mie aspettative sarebbero state deluse.
Ecco, sbagliavo clamorosamente perché, dopo un inizio che sì era carino ma non mi convinceva del tutto, ho ingranato la marcia e nel giro di una decina di giorni non solo avevo fatto fuori i tre romanzi in linga ( ) ma anche The life of saints e le novelle The tailor e The demon in the wood.
E ho avuto la fortuna di trovare nello stesso periodo a meno di 5 euro Six of crows, ossia il primo volume della dilogia spin off che ha ispirato la serie Netflix assieme alla trilogia principale, anche se prima di leggere quello ho deciso di aspettare di prendere Crooked Kingdom per completezza. Tra l'altro, nota estetica, l'edizione in sconto era quella con le immagini promozionali della serie in copertina, cosa che non mi fa esattamente impazzire... Ma a quel prezzo sarei stata idiota a lasciarlo lì.
Per ovvi motivi tra tutto questo ambaradan posso parlare solo del primo volume, in italiano noto come Tenebre e ossa.
NOTA: io i libri li ho letti tutti in inglese e non ricordo tutti i termini specifici in italiano quindi potrei confondermi
Alina Starkov è una mappatrice dell'esercito del regno di Ravka che viene inviata assieme ai suoi commilitoni alla Faglia d'Ombra. Tra questi c'è il suo migliore amico Mal, di cui è segretamente innamorata; sarà per salvare lui dall'imminente pericolo dei volcra, creature d'ombra che attaccano la loro Velasabbia, che Alina libererà un potere che fino a quel momento ignorava di possedere. Alina non solo è una Grisha, ossia una persona in grado di plasmare alcuni aspetti del mondo grazie al proprio potere, ma è la sola e unica Evocaluce e per questo viene presa in custodia dall'Oscuro, l'unico Grisha in grado di evocare le tenebre nonché il capo di tutti i Grisha.
Come scrivevo prima, inizialmente stavo trovando il romanzo carino ma non tutta questa gran cosa... Ma pian piano mi sono immersa in questo modo ed è stata un'escalation di frenesia letteraria di cui ad oggi non mi spiego il motivo. La storia è carina ma è figlia del suo tempo (il primo volume uscì oltre dieci anni fa), le dinamiche tra i protagonisti non sono chissà quale esempio di originalità e la loro stessa caratterizzazione lascia a desiderare per certi versi... Ma che ci posso fare se ci sono caduta con tutte le scarpe come un'adolescente?
Mi è piaciuta davvero tantissimo questa trilogia; per quanto riguarda la raccolta di racconti e le novelle sono carini e interessanti ma ovviamente non mi hanno causato scompensi come la trilogia.
Con questo chiudo l'ennesimo post fluviale... Per quanto essendo di sei mesi e non di tre o quattro non è neanche così lungo.
Voi avete letto qualcosa?
Non fatemi fare la particella di sodio dell'acqua Lete (non quella di adesso che ha famiglia e organizza feste in spiaggia ma quella dei primi anni 2000 ). -
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DISCLAIMER
Quando ho iniziato a scrivere questo post erano circa tre i mesi in esame ma come al solito mi sono persa in lungaggini e a un certo punto mi sono resa conto che mi ero dilungata a tal punto da essere più vicina a Natale che a Ferragosto! Vista questa illuminazione, ho ben pensato di prendermela ancora più comoda ... toppando alla grandissima perché tra l'abbonamento Audible ed il mio ormai consueto rush natalizio la cosa è andata fuori controllo.
Scrivo tutto questo per scusarmi del messaggio lunghissimo e degli eventuali anacronismi.
La volta scorsa vi ho parlato del fatto che fossi un tantino delusa per aver letto poco per i miei gusti.
Ecco mi sono rifatta perché in questi sei mesi, nonostante una parentesi di stallo e diversi impegni (di cui uno catalogato come "impiego" ), ho letto 30 libri tra romanzi e racconti, due serie manga per un totale di 35 volumi e due raccolte di storie di Topolino.
Vista la mole di roba di cui dovrei parlare ho pensato di sfruttare la tecnica di Midwinter di staccare i vari spezzoni usando delle immagini. Tranquilli, lo sa.
Prima di partire con queste letture, devo recuperare una mancanza: nel post precedente ho dimenticato di citare uno dei libri che ho più apprezzato in questo 2022 ossia Le cronache del drago e del pugnale, una raccolta di racconti realizzata da dieci autori emergenti ambientati in epoche diverse in vari paesi dell'Asia.
Vi dico solo una cosa:LEGGETELO
Gli autori coinvolti sono tutti delle ottime penne, nessuno escluso, ed il risultato è una bomba assoluta per tutti gli amanti dell'Estremo Oriente.
Per evitare di dilungarmi troppo (perché, come avrete intuito, sarà una faccenda lunga), vi lascio qui la mia recensione che contiene un pensiero su ognuno dei racconti.
Tra l'altro la raccolta ha anche un fine benefico quindi c'è un ulteriore motivo per acquistarla e leggerla.
Passando alle letture di questo periodo...MANGA E FUMETTI
Inizio con i volumi a tema Disney, che sono Le più belle storie horror e Paperina di Rivondosa, entrambi antologie con storie diverse.
Sarò estremamente breve: storie carine e divertenti ma non li rileggerei prima di una decina d'anni o anche di più.
Tra l'altro, forse perché queste due nello specifico erano l'una dietro l'altra, ho notato una cosa: le rivisitazioni fumettistiche di I Miserabili e Elisa di Rivombrosa (sì, lo so che questa storia è a sua volta una rivisitazione di un romanzo epistolare ma il discorso riguarda proprio il prodotto televisivo) sono entrambe indirizzate ad un pubblico di bambini e in quanto tali edulcorate e rivisitate in modo che il lettore si diverta leggendole, tuttavia ho trovato l'ironia della prima rivisitazione molto meno "sciocca" di quella della seconda, sì divertente e ironica (nonché folle perché a un certo punto resta davvero pochissimo della storia di Cosette e si segue una vicenda originale con qua e là rimandi al romanzo di Hugo) ma non così infantile...
Ok, se nella vostra vita vi è mai capitato di vedere questa serie saprete che Elisa di Rivombrosa è in buona parte costituito da una sequela di morti ammazzati, relazioni tossiche e situazioni per soli adulti ed ovviamente, non potendo propinare una simile storia ai bambini,
SPOILER DI PAPERINA DI RIVONDOSASPOILER (clicca per visualizzare)hanno alleggerito le seconde, eliminato le terze e fatto in modo che i primi venissero tramutati tutti in cactus grazie alla magia, una condizione quindi potenzialmente reversibile
ma il romanzo I Miserabili non è che sia così tanto gentile con i suoi personaggi... eppure sono riusciti ad adattare il tutto in chiave comica stravolgendo la storia senza però scadere in una ironia in grando di far presa solo sui bambini.
E poi Paperina di Rivondosa è di un tale peso che in confronto quel macignetto dell'Elisa di Rivombrosa può al massimo pulirle le scarpe.
Della serie: e per fortuna che dovevo essere estremamente breve...
Passando oltre, i manga letti sono sette volumi di Deep love e tutto Anatolia story.
Avendone già parlato nella sezione apposita non mi dilungherò particolarmente a riguardo, fornendo solo la sinossi e qualche informazione ed impressione fugace.
Di Deep love, che è una serie di manga correlati tra loro che definire "devastante" è un eufemismo (per scoprire come mai, potete leggere a vostro rischio e pericolo la ricostruzione cronologica o quasi della storia contenuta in questi volumi che ho scritto qui sul forum qualche tempo fa... Ma vi avviso che è un vero concentrato di sfighe); io ho letto quelli che raccontano le storie di Ayu, che è la protagonista da cui tutta la serie è partita, e di quelli che nel suo volume sono personaggi secondari ma importanti ossia Pao,Yoshiyuki e Reina; in teoria vi è una serie molto più lunga che parla di un personaggio secondario che compare nei volumi di cui è protagonista Yoshiyuki ma in tutta onestà non sono interessata al personaggio.
La narrazione ha inizio quando Ayu, adolescente che da quando è stata abbandonata dai genitori si guadagna da vivere prostituendosi e vive assieme ad un uomo che svolge il suo stesso mestiere, vede una donna anziana di cui mai si scoprirà il nome rimproverare un uomo per strada in quanto lui ha appena gettato in terra un mozzicone di sigaretta; la ragazza troverà quella donna patetica ma nel momento in cui pochi giorno dopo vedrà sul ciglio della strada una scatola con dentro un cagnolino bisognoso d'aiuto sarà proprio a lei che si rivolgerà, dando inizio ad una storia che vi strapperà o le gonadi (è possibile, non tutti amano i drammoni) o i bulbi oculari (se siete sensibili girate al largo perché contiene tragedie di vari tipi).
Tecnicamente per me alcuni volumi di Deep Love sono stati una rilettura... Ma in buona parte mi sono "goduta" le sfighe di questi personaggi in prima visione.
Riguardo ad Anatolia story, si tratta di una serie composta da 28 volumi e abbastanza vecchiotta (il primo volume è del 1995 e l'ultimo è uscito nel 2002) di cui avevo sentito parlare quando avevo circa 16-17 anni e che ho recuperato questa estate dopo anni ed anni di attesa e tentennamenti dovuti principalmente al fattore culturale (si tratta di una saga fantasy vecchia di 25 anni e in questo lasso di tempo gli stilemi del genere sono cambiati, così come la visione in prospettiva di alcuni atteggiamenti).
Anatolia Story narra la storia di come Suzuki Yuri, quindicenne giapponese viene catapultata indietro nel tempo di circa 3500 anni, finendo nella capitale degli Ittiti al tempo di re Suppiluliuma; ad averla portata lì è la magia della regina Nakia, che ha bisogno del suo sangue per un sacrificio, ma grazie all'intervento del principe Kail Mursuli riesce a scampare da questo infausto destino.
Come scritto altrove, a me la serie è piaciuta molto ma è figlia del suo tempo e non priva di pecche; per saperne altro c'è la discussione che ho linkato all'inizio di questa "sezione" del post.ROMANZI AUTOCONCLUSIVI
Questa estate ho letto Vox, il primo romanzo di Christina Dalcher pubblicato in Italia (e qualche settimana fa ne è uscito uno nuovo ) e devo dire che, come La classe, anche questo mi è piaciuto davvero molto. La storia è ambientata negli USA in un'ucronia corrispondente al nostro 2017-2018 (diciamo che l'indicazione del primo presidente afroamericano del paese è significativa) in cui le elezioni del 2016 sono state vinte da un personaggio di fantasia (per quanto sia un personaggio controverso non si tratta di Trump), appoggiato da un predicatore molto carismatico che, facendo leva sulla misoginia della popolazione, in sostanza promulga la visione dell'Antico Testamento della differenza tra uomini e donna, ossia afferma che le seconde siano inferiori ai primi e che di conseguenza nel paese vi sia l'estrema necessità che gli uomini si riprendano i propri spazi e soprattutto la loro posizione predominante sul genere femminile.
Morale della favola, in una manciata di mesi le donne hanno perso quasi tutti i propri diritti: l'unica occupazione che possono svolgere è quella di casalinghe, non possono possedere denaro né documenti d'identitàSPOILER (clicca per visualizzare)(ma, controsenso abbastanza spinoso del romanzo, possono guidare )
e soprattutto sono costrette a portare al polso un contaparole settato in modo tale che se nell'arco di 24 ore la donna pronuncia più di 100 parole dal macchinario iniziano a partire scariche elettriche sempre più forti per punirla della sua disobbedienza.
La protagonista del romanzo è Jean, ex luminare della ricerca neurologica di origini italiane che da mesi è relegata al ruolo di casalinga e madre dei suoi quattro figli; la donna è preoccupata soprattutto per la figlia minore, che ha appena iniziato le elementari e sta interiorizzando in maniera sempre più radicale il credo della nuova amministrazione (che penso sia corretto riassumere con la massima "donna schiava, zitta e lava") mentre con il maggiore, quasi maggiorenne, le cose non vanno per il meglio in quanto il ragazzo è un adolescente che di giorno in giorno diventa sempre più un fervente sostenitore delle tesi del reverendo (per rispetto a tutti mi censuro sulla terminologia tecnica con cui definirei questo ingrato).
La situazione cambia quando il fratello del presidente, nonché suo consigliere più fidato, ha un incidente sugli sci e subisce un danno all'area del cervello di cui Jean è la massima luminare del paese; al fine di curarlo nel migliore dei modi la donna potrà temporaneamente liberarsi delle restrizioni e donare maggiore libertà anche a sua figlia e alle donne con cui collaborerà ma ben presto si renderà conto che dietro tutto ciò c'è dell'altro.
Come La classe, anche questo romanzo è inquietantissimo per via dei rimandi per nulla velati a situazioni attuali e, per quanto non sia privo di difetti (in primis l'impresione che la Dalcher scriva sempre la stessa storia con personaggi diversi), l'ho adorato dalla prima all'ultima pagina.
Un altra bella storia con una protagonista costretta al silenzio è La custode dei peccati di Megan Campisi, romanzo ambientato in una sorta d'Inghilterra elisabettiana ucronistica in cui si muove la nostra protagonista May, una mangiapeccati.
Chi o cosa è una mangiapeccati? Una tradizione anglosassone, probabilmente di origine pagana, voleva che se sul petto di una persona morta veniva posto del cibo (tradizionalmente un pane) questo ne assorbisse i peccati; il sin eater era una persona che per professione consumava questo cibo, prendendosi di conseguenza carico dei suoi peccati e permettendo all'anima del defunto di lasciare la terra priva di colpe. Ca va sans dire che quello non fosse un bel mestiere e che i mangiapeccati erano additati come persone maligne.
L'autrice ha ricamato molto sulla figura del mangiapeccati, creando un sistema che probabilmente risulta essere più complesso di quello reale e decisamente affascinante.
May, la protagonista della storia, è condannata a divenire una mangiapeccati dopo aver compiuto un piccolo furto: le viene tatuata una S sulla lingua e messo un collare attorno alla gola per poi essere inviata dalla mangiapeccati locale a imparare a svolgere il mestiere; la ragazza è consapevole che, tranne nel momento in cui pronuncerà le formule rituali al capezzale di un moribondo, da quel momento non potrà più parlare con nessuno perché la sua voce verrà considerata quella del maligno, così come maledirà tutto ciò con cui entrerà in contatto. La sua vita, già resa complessa da queste restrizioni, si farà ancora più complicata quando verrà convocata a palazzo con la sua mentore per l'imminente trapasso di una dama al servizio della regina Bethany (l'autrice ha cambiato leggermente i nomi dei personaggi storici e modificato alcuni eventi per esigenze di trama).
Puntavo il romanzo dallo scorso gennaio, periodo della sua pubblicazione, e devo ammettere che, per quanto mi aspettassi una scrittura più elaborata e matura, non sono rimasta delusa: la storia è coinvolgente e scorrevole, i personaggi di contorno risultano interessanti ed efficaci e il fatto che sia narrata dalla stessa May giustifica il registro lessicale semplice.
Insomma, una bella lettura.
Autoconclusivo e al femminile è anche Le impure di Kim Liggett.
La storia è questa:CITAZIONELa vita delle donne della Garner County è scandita dal colore del nastro che hanno tra i capelli.
Bianco per l'infanzia e la giovinezza, a simboleggiare la loro purezza.
Nero per la maturità, quando ognuna prende il posto che le spetta nel mondo.
Sia il nastro bianco sia il nastro rosso sono importanti, tuttavia quello che più segna la vita di una donna della contea è il nastro che ornerà i suoi capelli per il lasso di tempo più breve.
Il nastro rosso, quello dell'anno di grazia.
Le ragazze di sedici anni, quelle in cui la magia ha iniziato a svilupparsi e che di conseguenza fa ribollire il sangue nelle vene degli uomini che le osservano, vengono inviate per un anno nei boschi al fine di poter sfogare i propri poteri; molte di loro muoiono, uccise dai bracconieri o dagli stenti di quella vita, mentre quelle che sopravvivono ricevono il nastro nero e possono tornare in seno alla propria comunità come mogli o lavoratrici, membri produttivi della società.
Per Tierney James è scaduto il tempo: il suo anno di grazia sta per iniziare e nulla nella sua vita sarà più lo stesso.
Volevo leggere questo libro da mesi ed ho fatto bene a seguire quell'impulso perché è un romanzo davvero valido in cui si è fatta l'azzeccatissima scelta di sovrapporre protagonista e voce narrante, uno stratagemma che permette al lettore di essere condizionato dallo sguardo di Tierney e quindi non solo di entrare in completa empatia con lei ma di seguire i suoi ragionamenti, nel bene e nel male.
Ho gradito particolarmente il fatto che la storia oscilli tra realtà e fantasia, con questi momenti in cui non solo Tierney ma anche il lettore si trova confuso, incapace di comprendere se sia davvero una storia realistica o se esista davvero la magia di cui si parla perché, come i personaggi, anche in lui si insinua il tarlo del dubbio
SPOILER DI LE IMPURESPOILER (clicca per visualizzare)e riesce a spiegarsi il tutto solo quando, messi insieme i tasselli, scopre che si tratta di una combinazione tra avvelenamento e autosuggestione e che la magia che si imputa a queste ragazze non è altro che ciò che il lettore sapeva essere sin dal primo momento: il combinarsi del fiorire della femminilità di queste ragazze e l'attrazione provata dagli uomini di questa società patriarcale che vede nelle donne solo ed esclusivamente delle proprietà da possedere e, al massimo, dei mezzi per trasmettere il proprio patrimonio genetico alla generazione successiva.
Ultima osservazione, ma non per questo meno importante, è quella riguardo alla società in cui è innestata questa storia. Quanta rabbia! Quanta, quanta rabbia!
Pur essendo un romanzo " un po' Balto" ("non è cane, non è lupo; sa soltanto quello che non è" ) ho inserito tra gli autoconclusivi Riflessi di Elizabeth Lim, una storia facente parte della serie A twisted tale, progetto in cui alcuni autori si sono prestati a scrivere degli "e se..." riguardanti film Disney; questo in particolare riguarda il film Mulan e lo snodo in cui la storia differisce dal lungometraggio è il fatto che sia Li Shang a rimanere ferito durante l'attacco dei mongoli (no, per me non saranno MAI unni) al passo Tung Shao (la scena della valanga, per intenderci). Partendo da questo punto, l'autrice ha narrato una storia in cui per salvare la vita al suo generale Mulan intraprende un viaggio nel regno dei morti in compagnia di ShiShi, leone guardiano della famiglia Li.
L'idea è molto carina e lo svolgimento risulta gradevole ma, forse perché è una storia indirizzata a un pubblico giovane, non sempre l'autrice è risultata efficace e a tratti queste "ingenuità" si sono sentite. Ciò non significa che non mi sia piaciuto perché, ripeto, è stata una lettura davvero carina e in futuro potrei essere tentata di leggere altri libri di questa serie.
Ultimo in ordine di tempo (perlomeno in questa categoria) ma non per importanza, La più grande di Davide Morosinotto, una storia ambientata in Cina alla fine del '700 che vede come protagonista Shi Yu, una bambina rimasta sola al mondo e accolta da un locandiere di Canton per fare la sguattera. All'età di sei anni la bambina incontra Li Wei, un ragazzino suo coetaneo, e suo nonno, uomo che la introduce alle arti marziali e che in questo modo cambierà completamente la sua esistenza.
La storia, che si dipana in circa 40 anni ed è liberamente ispirata all'esistenza della pirata Ching Shih (1775-1844), è stata scritta per un pubblico di giovani lettori e di conseguenza presenta un lessico abbastanza semplice e situazioni perlopiù adatte ai lettori più giovani... Ma non per questo è meno degno di lode!
Non si tratta di una storia complessa ma è ben strutturata e ben trattata, con scene ricche d'azione e colpi di scena interessanti quindi è approvatissima.SERIE
Come è intuibile da quanto scritto poco fa, gli altri libri sono tutti parte di serie che ho iniziato e/o proseguito e/o concluso.
Apro la sequenza delle serie con una che non proseguirò perché il primo volume mi è bastato e avanzato.
Si tratta di The Atlas Six di Olivie Blake.
In soldoni la storia narrata in questo mattoncino è questa:CITAZIONESei ragazzi in possesso di poteri magici fuori dall'ordinario si contendono i cinque posti messi a disposizione dalla Società Alessandrina.
Entro l'anno dovranno scegliere chi di loro verrà eliminato.
Avevo grandi aspettative per questo romanzo e quindi sono rimasta delusa quando mi sono trovata di fronte a una sorta di gigantesco esercizio di stile fine a se stesso (e, mi spiace, io ho una vera e propria repulsione per l'onanismo letterario), con ben poca storia a fare da impalcatura e personaggi sì ben strutturati e per certi aspetti interessanti ma con i quali non sono entrata affatto in empatia. Si tratta di un romanzo molto immobile, per certi aspetti, e questo neanche mi è piaciuto quindi ho deciso che non andrò avanti perché, detto semplicemente, non me ne frega nulla di cosa accadrà a questi personaggi.
Stessa sorte, ossia restare una serie inconclusa, per la dilogia di cui è parte Malice di Heather Walter, tuttavia devo specificare che in questo caso la mia scelta è stata dettata da un motivo del tutto opposto: contro ogni aspettativa questo romanzo mi è piaciuto e, visto che nel secondo volume è lecito aspettarsi che accada qualcosa, ho una fottuta paura che quell'ipotetica camionata di tarallucci e vino necessaria per arrivare al risultato atteso possa rovinarmi il bel ricordo, quindi ho deciso che per me questo è un autoconclusivo.
Malice è stata una lettura inviata dalla Mondadori per il programma delle recensioni che ho richiesto quasi per caso in quanto avevo paura fosse una storia estremamente trash e che per questo non mi sarebbe piaciuta... E invece, nonostante sia ben lontana dalla perfezione, mi ha piacevolmente sorpresa.
Si tratta di un romanzo fantasy ispirato alla storia di La bella addormentata nel bosco in cui la protagonista è Alyce, detta Malyce, una ventenne che ha nelle sue vene sangue di Vila, ossia la stirpe di demoni che secoli addietro minacciò il regno dei Fae e maledisse la stirpe dei regnanti di Briar con una maledizione: ogni principessa metterà al mondo esclusivamente figlie femmine che moriranno il giorno del loro ventunesimo compleanno se non avranno ricevuto il bacio del vero amore. Per ovvi motivi Alyce è osteggiata praticamente da chiunque nel regno e una delle pochissime persone che le mostreranno amicizia sarà proprio Aurora, l'ultima esponente della famiglia reale di Briar, alla quale sono rimasti pochi mesi per trovare il vero amore. Per essere del tutto onesta devo ammettere che i primi capitoli di questa storia sono abbastanza noiosi e che Alyce, per quanto abbia una sua buona parte di ragione, è una protagonista abbastanza lagnosa ma una volta preso il via la storia inizia a farsi più avvincente ed il finale mi è piaciuto davvero moltoSPOILER (clicca per visualizzare)pur essendo un bad ending visto che lei diventa ciò che tutti pensavano fosse e Aurora è sprofondata nel suo sonno magico.
Ed è proprio in prospettiva rispetto a questo finale che il secondo volume mi terrorizza: in queste scene finale Alyce si comporta in maniera davvero malvagia quindi le opzioni sono due: o si imbastirà una giustificazione usando come capro espiatorio lo spirito della Vila che si trova nel corpo di Alyce o l'autrice la farà morire prendendosi le sue responsabilità. Ora, io vorrei tanto avere fiducia in Heather Walter ma è un'autrice esordiente in un ambiente piuttosto tossico come quello della letteratura per giovani adulti e in questi sei mesi dalla pubblicazione non mi pare che Misrule sia stato oggetto di una shitstorm quindi ho il sospetto che abbia scelto la via più semplice, ossia quella dello scaricabarile... Ed io non apprezzo questa scelta in quanto, vista l'evoluzione di Alyce nel corso del romanzo e visto quanto dolore patisce nelle ore precedenti a quest'ultima scena troverei comprensibile (ma NON GIUSTIFICABILE) una simile reazione. E' una sorta di reazione a tutte le ingiustizie patite in vent'anni di vita, una risposta agli abusi e alle calunnie patite nel corso della sua intera esistenza e quindi è comprensibile che arrivata al limite e influenzata anche dalla rabbia dello spirito che adesso risiede in lei Alyce esploda attaccando ferocemente coloro che ritiene responsabili dei dolori patiti, specie l'ambasciatore dei Fae e il re di Briar. Sono questi i motivi per cui un finale in cui probabilmente si scarica tutta la responsabilità sull'influenza dell'altra Vila (lo ammetto, non ricordo il nome ) lo odierei ed è per questo che a quello preferisco un finale drammatico in cui non saprò se Aurora riuscirà mai a essere risvegliata.
Non me la sento di consigliarlo senza riserve perché non è il fantasy della vita ma sarebbe ingiusto dire che è brutto.
Insomma, siamo un po' nel mezzo ma visto che partivo con aspettative minime mi ha fatto una buona impressione.
Altra serie iniziata ma che non ho idea quando continuerò perché non è dato sapere se i volumi successivi usciranno in Italia è la Lady astronaut serie, di cui in lingua sono usciti tutti i volumi ma di cui qui in Italia al momento abbiamo disponibile solo The calculating stars.
Si tratta di un'ucronia che si snoda a partire da un evento avvenuto (nella finzione) nel 1952: un meteorite precipita sulla costa orientale degli Stati Uniti d'America, uccidendo milioni di persone e dando il via ad una serie di cambiamenti climatici i cui effetti andranno a cambiare pian piano l'equilibrio del pianeta, rendendolo invivibile nel giro di una manciata d'anni e per questo spingendo buona parte delle nazioni ad allearsi per sviluppare un progetto spaziale comune al fine di evacuare la Terra prima dell'estinzione dell'umanità.
Elma York, la protagonista della storia, è una matematica con una certa esperienza nell'ambito del volo essendo stata pilota durante la Seconda Guerra Mondiale; cooptata per il progetto assieme a suo marito, ben presto si trova suo malgrado a divenire la rappresentante del desiderio di poter divenire astronauta da parte di altre pilote come lei, estromesse dal programma.
Per quanto mi riguarda l'ho trovata un'ottima ucronia, ben sviluppata sia nella trama sia nei contenuti, verosimile e decisamente appassionante (non per nulla il romanzo ha vinto alcuni dei più prestigiosi premi della letteratura fantascientifica), quindi trovo un gran peccato che al momento possa quasi considerarsi una serie interrotta (il romanzo è stato pubblicato da noi un anno fa e la casa editrice non ha ancora annunciato i volumi successivi nonostante siano tutti editi in lingua).
Sempre di un primo volume ma di serie che continuerò certamente è Gilded di Marissa Meyer, retelling della fiaba di Tremotino.
Ora, io nella Meyer avevo una gran fiducia in quanto ho adorato le Cronache Lunari (sono passati quasi cinque anni dalla lettura dell'ultimo romanzo ) ed essendo anche questa una storia in cui le favole e la magia avevano un grande peso speravo in bene, tuttavia non nego di aver avuto un pochino di paura perché superare le aspettative che mi ero creata basandomi su quella serie sarebbe stato difficile.
Ora, per me Gilded non è superiore a quella serie ma è stato quello che mi aspettavo e volevo, ossia un bellissimo romanzo.
Protagonista della storia è Serilda, un'adolescente che vive in un villaggio con suo padre, che ha un mulino (anche nella storia originale la protagonista è la figlia di un mugnaio); Serilda ha degli occhi molto particolari, che presentano dei raggi dorati che da tutti sono visti come il tocco della divinità della menzogna (la Meyer attinge molto dalle figure fantastiche del folklore nordeuropeo) in quanto la ragazza pare incapace di raccontare le cose così come sono nella realtà.
La sera in cui si ritiene si sarebbe svolta la Caccia guidata dall'Erlking e che per questo spinge tutti gli abitanti del villaggio a sprangare la porta della propria abitazione, la ragazza salva la vita a due creature dei boschi mentendo proprio a lui: Serilda gli racconta infatti di essere fuori casa per raccogliere della paglia che grazie al suo dono riuscirà a filare in rocchetti di filo d'oro. La creatura crede alla sua storia e la lascia in pace ma il mese successivo la convoca al suo castello affinché lei fili la paglia in oro per lui; ovviamente Serilda non ne è in grado ma nella stanza in cui è rinchiusa appare uno spiritello che risponde al nome di Gild che possiede quella specifica capacità e che in cambio di un pegno tangibile farà quel lavoro al posto suo.
Ho apprezzato molto il fatto che l'autrice sia riuscita a creare una storia molto originale pur rispettando i punti cardine della fiaba di Tremotino, inserendo anche scene che non mi aspettavo assolutamente di leggere e colpi di scena piuttosto inaspettati (ve ne sono altri decisamente più telefonati, sono d'accordo, ma alcuni mi hanno proprio colpita).
L'unica incognita adesso è se la casa editrice porterà in Italia in tempi brevi anche Cursed (il secondo volume, che non so se sarà l'ultimo) o se dovrò attendere invano la sua pubblicazione. Io spero nella prima ipotesi perché ho davvero bisogno di sapere cosa succede.
Altro romanzo di cui aspetto il seguito con trepidazione (e che dovrò pazientare ancora un bel po' per leggere perché in inglese non uscirà prima di otto mesi interi ) è Iron widow di Xiran Jay Zhao.
Se amate le storie di mecha, questo romanzo fantascientifico è pane per i vostri denti.
In questa realtà futuristica la popolazione si difende dagli assalti dei temibili Hundun usando le loro carcasse, costituite da un materiale denominato metallo-spirito, per creare le Crisalidi, macchine in cui dovranno prendere posto un pilota e la sua concubina che utilizzeranno la loro energia spirituale per attivarla; se il primo ha possibilità di sopravvivere allo scontro, la seconda quasi sempre non ha la medesima fortuna.
Zetian, la protagonista di questo romanzo, decide di offrirsi come concubina di uno dei più celebri piloti di Crisalide per poterlo uccidere e vendicare sua sorella, assassinata da quel ragazzo mentre non erano in servizio; il suo piano in un certo senso ha successo in quanto Zetian riesce ad ucciderlo, tuttavia non aveva calcolato la possibilità di riuscirvi in una diretta di fronte a milioni di spettatori e men che meno di sopravvivere al gesto, divenendo di fatto la Iron Widow, la vedova di ferro.
Il romanzo mi è piaciuto davvero moltissimo (io i mecha nel 95% dei casi li detesto mentre nel restante 5% me ne innamoro... E questo fortunatamente è stato uno di questi casi) ed il finale è stato talmente epico da farmi attendere con ansia
il titolo potrebbe essere visto come uno spoilerino quindi lo nascondoSPOILER (clicca per visualizzare)Heavenly Tyrant
Tra l'altro ho trovato davvero ben trattata la relazione sentimentale presente:SPOILER (clicca per visualizzare)non ho molta esperienza a riguardo in quanto non ho letto moltissimi libri con questo tipo di situazione sentimentale ma qui ho trovato la dinamica di questo rapporto amoroso a tre davvero ben trattata.
Insomma, soffrirò certamente fino al 2023 inoltrato (anche perché nello stesso periodo dovrebbe uscire un nuovo romanzo di Jacqueline Carey con protagonista Phedre ).
Altro primo volume di serie letto in questi mesi è stato Lifel1k3 di Jay Kristoff, il primo di una trilogia già conclusa sia in inglese sia in italiano (quindi probabilmente nel 2023 provvederò a terminarla).
Protagonista della storia è Eve, una ragazza di diciassette anni che vive in condizioni economiche molto precarie in una discarica di una realtà post apocalittica. Nel giro di poche pagine Eve si trova costretta a fronteggiare diversi problemi piuttosto seri come l'aver perso il robot da combattimento con cui partecipava a dei combattimenti che le garantivano il denaro necessario a fornire delle cure a suo nonno, l'aver accidentalmente distrutto con la forza del pensiero il robot che aveva appena fatto a pezzi il suo e quindi avere alle sue calcagna una setta di fanatici religiosi che non tollerano simili aberrazioni e il dover fronteggiare una gang che cerca di rubare l'androide che ha appena trovato e dal cui smantellamento potrebbe ricavare un certo profitto. Peccato che l'androide sia danneggiato ma non dismesso, abbia un nome e che con il suo arrivo porterà guai enormi sia a lei e a suo nonno che alla sua amica Lemon Fresh, al machina Cricket e al suo Melampo (per capirci, un cane con componenti elettroniche che ad esempio rendono il suo olfatto finissimo).
Si tratta di una sorta di retelling che mescola con una certa coerenzaSPOILER (clicca per visualizzare)la storia di Anastasia Romanov, sia quella reale sia quella del film d'animazione degli anni'90, e il personaggio di Pinocchio di Carlo Collodi
quindi saperlo può dare indizi sulla storia narrata ma l'ho trovata davvero ben eseguita e ricca di colpi di scena inattesiSPOILER (clicca per visualizzare)che lei fosse Ana era abbastanza chiaro... Ma che fosse una macchina creata per rimpazzarla non me lo aspettavo assolutamente!
E riguardo al fatto che colei che ha i poteri non sia Eve ma Lemon c'ero sì arrivata prima della grande rivelazione, ma non con così tanto anticipo!
Insomma, altro primo volume approvatissimo di una serie che proseguirò certamente (me la tengo da parte giusto perché ci sono gli audiolibri su Audible e dovendo farmi spesso lunghe camminate mi fa comodo fruirli in questo formato).
Ultimo "primo volume" (tecnicamente non è così ma gli altri due sono molto più in basso) di cui devo parlarvi è L'atlante di smeraldo di John Stephens, primo di una trilogia che posseggo da davvero tanto tempo e che finalmente mi sono decisa ad iniziare.
Protagonisti di questa storia sono i piccoli Kate, Micheal e Emma, cresciuti in orfanotrofio in quanto la notte di Natale di dieci anni prima i loro genitori sono misteriosamente svaniti nel nulla. Giunti a Cambrige Falls dopo l'ennesimo trasferimento da una struttura all'altra, i ragazzi diventano ospiti del misterioso dottor Pym. Quest'esperienza farà iniziare ai ragazzi un viaggio che farà scoprire loro uno dei misteri fondamentali del mondo e, forse, un giorno potrebbe condurli a riabbracciare i propri genitori.
Si tratta di una storia molto semplice e adatta a lettori abbastanza giovani che ho trovato piuttosto gradevole e appassionante.
In questi mesi sono andata avanti con la serie di romanzi destinati ai giovani lettori scritti da Daniele Zolfanelli che vedono come protagonista il giovane Ronnie Cage, ragazzo che nel primo volume ha scoperto il mondo della magia.
Ronnie Cage nella tana dei lupi è un ottimo secondo volume in cui non solo proseguono le vicende di Ronnie e dei personaggi che abbiamo già conosciuto ma vengono introdotti nuovi personaggi e nuove sottotrame. Ora sono davvero curiosa di scoprire cosa accadrà.
Nel periodo di Halloween, per staccare un po' dalla serie di romanzi di cui parlerò alla fine di questa sezione, ho preso il toro per le corna e, complice la spintarella fornita dal film Netflix (che nonostante le ingenuità e la scarsa fedeltà alla storia originale ho trovato gradevole), mi sono decisa a rileggere L'accademia del bene e del male di Soman Chainani per poi andare avanti almeno con la prima trilogia (teoricamente ce n'è una seconda, di cui posseggo solo il primo volume, e da poco in Italia dovrebbe essere uscito un volume prequel); al momento ci sto riuscendo perché sotto le feste ho finito Un mondo senza eroi, ossia il secondo volume (di cui ovviamente non potrò parlare molto).
In breve la base della storia è questaCITAZIONEUna precisa notte di ogni quattro anni gli abitanti di Gavaldon rinchiudono in casa i propri figli in quanto due di loro verranno rapiti per diventare studenti dell'Accademia del Bene e del Male, una scuola in cui vengono istruiti i futuri eroi e i futuri cattivi delle storie. Le nostre protagoniste sono abitanti di questa cittadina, ossia Sophie, solare incarnazione della classica principessa (capelli color del grano, occhi di smeraldo, pelle perfetta...), e Agatha, pallida come la luna e amichevole come un cespuglio di rovi; al fine di incarnare le virtù di una vera principessa ed essere portata via da quel paesino in cui si ritiene sprecata, Sophie dedica parte del suo tempo a fraternizzare con l'emarginata Agatha, che per quanto in maniera assai scontrosa pare apprezzare le attenzioni ben poco disinteressate della ragazza. Quando Sophie viene rapita è ben felice di essere strappata da una cittadina per la quale ritiene di essere sprecata mentre Agatha vorrebbe tornare a casa, tuttavia è proprio al momento dell'assegnazione alla rispettiva scuola che le cose si fanno paradossali in quanto Agatha è assegnata all'Accademia del Bene mentre Sophie si ritrova relegata all'Accademia del Male.
Lo specifico subito: la storia è destinata ad un pubblico abbastanza giovane ma è davvero molto, molto gradevole e ben strutturata. Il ribaltamento dello stereotipo di bello=buono e brutto=cattivo che avviene al momento dell'assegnazione alle rispettive scuole delle due ragazze è solo il primo di una serie di cambi di prospettiva in cui viene fatta una critica dell'immagine di bene e male mostrando quanto male possa essere contenuto nel bene e viceversa, fatto che rende questi romanzi interessanti anche per i lettori più attempati.
A questo aspetto positivo si collega anche una trama per nulla scontata, ricca d'azione, misteri e colpi di scena che rendono la storia ancora più accattivante; per essere chiari, io mi sono già messa sul comodino il terzo perché vorrei leggerlo entro febbraio (ma io e i buoni proposito, ormai è noto, non andiamo d'accordissimo...).
In questi mesi ho letto anche La regina di Attolia di Megan Whalen Turner, il secondo di una serie.
Il primo volume, come dicevo circa sei mesi fa, aveva la funzione di introdurre il lettore a questo mondo; questo ha approfondito la figura di Eugenides, il protagonista, e a tratti è stato straziante.
Bello, bello, bello... Talmente bello che ho guardato le copertine sotto un nuovo punto di vista, le ho capite e adesso mi piacciono molto (tra l'altro dal vivo questa rende MOLTO più che in foto).
Adesso sono in febbrile attesa del terzo, che si preannuncia scoppiettante.
Il giorno di Natale ho letto questi due volumi abbastanza brevi (in totale dovrebbero essere circa 300 pagine ma sono presenti diverse illustrazioni), ossia Questo inverno e Nick e Charlie.
Si tratta di due romanzi brevi che narrano alcuni momenti non raccontati dalla serie di graphic novel Heartstopper.
Molto carini, come del resto è la serie di fumetti... Tuttavia, alla luce di quanto letto, preferisco la serie principale a questi scorci in quanto lo stile della Oseman non mi ha fatto impazzire e non ho trovato efficace in maniera uniforme l'uso dei punti di vista dei vari personaggi.
Questa estate ho concluso la serie di Costanza Macallè di Alessia Gazzola leggendo La Costanza è un'eccezione.
Metto le mani avanti: il romanzo mi è piaciuto molto ma il mio preferito della serie resta Costanza e buoni propositi (di cui parlai quasi due anni fa) fondamentalmente perché
SPOILER DI LA COSTANZA è UN'ECCEZIONESPOILER (clicca per visualizzare)se alla fine del volume precedente non mi dispiaceva l'idea che Marco e Costanza iniziassero una relazione, alla fine di questo romanzo avrei preferito che i due restassero in buoni rapporti ma senza coinvolgimento sentimentale.
In tutta onestà Marco non è un personaggio che mi ha fatto impazzire in questo romanzo (l'ho preferito nei primi due volumi) e avrei trovato più soddisfacente che Costanza, consapevole di dover amare in primis se stessa per essere una buona madre, gli dicesse che prima di pensare ad una relazione con lei dovrebbe prendersi del tempo per fare assoluta chiarezza su quel che prova per la sua ex e capire se è lei che ama o l'idea di avere una famiglia canonica.
Tra l'altro, se la volta scorsa scrivevo che un personaggionon lo sopportavo per nulla, devo dire che in questo romanzo la mia opinione è radicalmente cambiata; sia chiaro, non è neanche lontanamente un grande amore ma si è dimostrato un personaggio corretto, cosa che nel romanzo precedente non sembrava, e anche gradevole quindi almeno l*i approvatissim*.SPOILER (clicca per visualizzare)(Diana)
Altra serie conclusa è stata quella di La guerra dei papaveri.
Come scrissi qualche mese fa, per il mio compleanno mi era stato regalato il volume conclusivo,La dea in fiamme, e ad agosto ho deciso di farmi del male concludendo questa dolorosa trilogia.
Se il secondo volume l'ho centellinato, questo l'ho letto decisamente più speditamente perché nonostante fosse un discreto mattoncino ogni pagina tirava la successiva.
Sono soddisfatta?
Sì, molto.
SPOILER LA DEA IN FIAMMESPOILER (clicca per visualizzare)Immaginavo sin dalle prime pagine del primo volume che Rin non sarebbe arrivata alla conclusione quindi non mi ha sorpresa il finale tragico quanto il fatto che Nezha sia arrivato vivo all'ultima pagina; si tratta di un finale amarissimo, che strazia l'anima perché si sente la disperazione di questa transizione da un mondo più spirituale ad uno più concreto, in cui è la scienza e la ragione a farla da padrone.
In tutta onestà mi è dispiaciuto più per la morte di Kitay che per Rin proprio per questo: se Rin era incompatibile con questa realtà in quanto legata per natura al mondo spirituale, Kitay avrebbe certamente prosperato in un simile mondo se non fosse stato legato a doppio filo all'amica di una vita, per quanto non avrei messo la mano sul fuoco riguardo al fatto che potesse piacergli la nuova identità del paese.
Altro elemento che mi aveva preparata alla dipartita di Rin e Kitay era il fatto che fosse improbabile che Rin riuscisse a tenere unita la nazione perché di fatto troppo inesperta e disinteressata agli aspetti amministrativi legati all'essere a capo di una nazione; anche in questo caso Kitay era decisamente più preparato di lei alla cosa e per questo lui sì che avrebbe potuto essere un buon sovrano... Ma essendo l'ancora di Rin ed avendo quel carattere era palese che se fosse andata a fondo lei, lui l'avrebbe seguita.
Insomma, un gran bel finale tragico.
Restando nell'ambito dei finali, il 27 dicembre mi sono detta che quasi quasi avevo tempo per il 31 per finire la tetralogia Una fiamma nella notte di Sabaa Tahir quindi ho preso in mano Un assassino alle porte e una volta concluso quello il 29 dicembre mi sono gettata su Il cielo oltre la tempesta.
E avevo ragione a fare questa scelta perché nonostante me la sia presa abbastanza comoda ho concluso la lettura con ben 40 minuti d'anticipo e ho scoperto che la tetralogia migliorava.
Un anno fa scrissi questo...CITAZIONEma probabilmente punterò a completare la serie entro la prima metà del 2022 perché sono curiosa di conoscere il destino di Helene (nel primo romanzo personaggio quasi secondario che qui diventa personaggio principale a tutti gli effetti) e di alcuni personaggi secondari a lei collegati... E sì, lo ammetto: ora come ora di Laia ed Elias, aka i protagonisti principali dal minuto uno, mi importa davvero pochissimo.
Sarete felici di sapere che le cose non sono cambiate fino alla fine del quarto volume.
Ora, devo dare a Cesare quel che è di Cesare: a parte l'inizio del terzo volume e alcuni capitoli sparsi qua e là tra i due volumi, questi libri mi sono piaciuti abbastanza... Tanto che se il 27 dicembre ero piuttosto convinta che fosse ora di spedire la tetralogia su Vinted e il 29 dicembre, per quanto in maniera molto meno convinta, ero ancora del medesimo parere, oggi posso dire di aver deciso di tenerla.
Essendo metà di una tetralogia non posso parlare nella trama ma posso dire che in generale l'ho trovato un finale dolorosamente giusto.
Mi è piaciuto in toto? No, specie per
SPOILER DI ENTRAMBI I LIBRISPOILER (clicca per visualizzare)Mirra, la mamma di Laia.
Il suo ritorno in scena mi è parso abbastanza forzato ed il suo rispuntare al momento giusto dopo l'ennesima presunta morte l'ho trovato addirittura peggiore.
Non che l'autrice sia nuova a forzature, sia chiaro, ma tra questa situazione e
SPOILER DA UNA FIAMMA NELLA NOTTE IN POISPOILER (clicca per visualizzare)quella di Elias, che non solo era stato avvelenato ma che è letteralmente stato resuscitato perché senza di lui non ci sarebbe stato il finale felice per la protagonista femminile (evitare il veleno mortale sin dall'inizio era troppo complicato...)
non è che mi sia sentita esaltata... Però non posso negare che la storia mi sia piaciuta.
SPOILER IL CIELO OLTRE LA TEMPESTASPOILER (clicca per visualizzare)Avrei voluto un finale più gioioso per Helene?
Certamente: per quanto ci facciano capire nel finale che ci sia un potenziale inciucio con Musa in quanto hanno entrambi perso l'amore della loro vita, io avrei preferito avessero lasciato tra i respiranti Harper! Vabbè, l'importante è che sia lei l'imperatrice.
Dilogia che ho iniziato e concluso quest'estate è stata These violent delights di Chloe Gong, composta da Queste gioie violente e Questa violenta fine.
Ambientati a Shanghai tra il 1926 e il 1927, i romanzi raccontano una storia verosimile con alcuni elementi fantasy che vede come protagonisti Roman Nikolaevich Montagov, detto Roma, e Cài Jùnlì, detta Juliette, eredi rispettivamente dei Fiori Bianchi e della Gang Scarlatta, le due organizzazioni criminali che dominano la città (quindi... no, il fatto che i loro nomi somiglino fin troppo a quelli di a Romeo e Giulietta NON è un caso).
Alcuni anni prima degli eventi i due si sono innamorati e per un certo periodo hanno tentato di far funzionare la loro relazione, tuttavia la rivalità tra le loro famiglie li ha portati a diversi e odiarsi; tutto cambia quando una strana epidemia inizia a circolare tra la popolazione, colpendo indiscriminatamente i membri delle due fazioni e spingendo Juliette, appena rientrata in città, ad avvicinarsi nuovamente a Roma.
Ammetto di aver avuto qualche problemino a carburare: inizialmente la storia non mi ha presa moltissimo (sì, ero interessata, ma non riuscivo a leggere più di uno o due capitoli alla volta) ma man mano che proseguiva le cose sono cambiate e dalla metà del primo romanzo sono andata a un passo decisamente più spedito. Tra l'altro credo che l'aver fatto una pausa di circa un mese tra la lettura del primo romanzo e quella del secondo mi abbia aiutata a sviluppare quel po' di attesa che mi ha fatto divorare il secondo in meno di una settimana.
Se sulla carta è un retelling di Romeo e Giulietta e come tale mantiene alcune tappe di quella storia, dall'altra trovo che l'autrice abbia il merito di aver creato una storia che, dopo aver gettato un po' di utili basi per introdurre il lettore alla realtà in cui si svolgono le vicende, diventa molto avvincente ed il fatto che i personaggi abbiano un bello spessore (certe esternazioni di Juliette mi hanno fatta impazzire ) rende il tutto ancora più piacevole.
Io ora incrocio le dita perché Mondadori porti in Italia i volumi spin off perché ho davvero il bisogno di sapere cosa accadrà al personaggio (o forse i personaggi, perché non volendo sapere nulla della trama per non rovinarmi la sorpresa non so se vi saranno anche altri ritorni).
Ultima serie da citare è La saga dei Clifton di Jeffrey Archer, serie composta da sette volumi che coprono un arco temporale di diversi decenniSPOILER (clicca per visualizzare)(nello specifico dal 1919 al 1993).
Tutto ha avuto inizio quando quasi per caso mi sono trovata davanti a un bundle promozionale nel reparto remainders che conteneva Solo il tempo lo dirà e I peccati del padre. In realtà io il primo libro lo possedevo già da 4 anni perché al lancio lo vendevano a solo 1,90 euro (e che si dice no a un libro di 500 pagine a quel prezzo?) ma mi sono decisa a iniziare solo ora: in pratica per prendere il secondo a meno di 5 euro mi sono ritrovata in mano anche una seconda copia del primo volume e quello ho preso in mano quasi per caso un paio di giorni dopo.
E' stato quello il giorno in cui sono caduta di faccia in questa saga familiare che, intervallata qua e là da altre letture meno impegnative, mi ha tenuto compagnia per 49 giorni.:roftl_drop:
Si tratta di una saga familiare che narra la storia della famiglia Cliftona partire dal concepimento di Harry Clifton nel 1919.SPOILER (clicca per visualizzare)(o, per meglio dire, che tratta la storia di questa famiglia nell'arco temporale in cui è in vita Harry Clifton, ossia tra il 1920 e il 1992, più due capitoli ambientati nel 1919 per narrarne il concepimento e nel 1993 per raccontare della messa dell'anniversario della sua morte)
Se nel proseguire dei romanzi alla storia della vita di Harry si affiancheranno sempre più spesso le vicende di chi gli è accanto, il nucleo di questo romanzo è proprio quest'uomo nato a Bristol nel 1920 a cui sin dalla più tenera età viene raccontato che il padre Arthur è morto in guerra, cosa che molto in fretta il bambino capisce non essere plausibile, e a cui il destino riserverà una vita memorabile; il lettore assisterà a tutte le fasi della vita di Harry e a tutti gli sconvolgimenti che colpiranno la sua famiglia, dai grandi dolori alle immense gioie, mentre il mondo attorno a loro cambia completamente nel corso di gran parte di quegli anni che lo storico Hobsbawm definì "il secolo breve".
Lo stile di Archer mi ha catturata immediatamente e la storia era così scorrevole ed avvincente che, nonostante i vari impegni, sono riuscita a leggere in media un libro alla settimana.
Piccola chicca doramistica: non c'entra quasi nulla ma io in questa storia ho sentito tante vibrazioni "alla Giant"... Anche se in tutta onestà si avvicina più a King of baking Kim Tak Gu.
Questa è una serie che consiglio caldamente... Anche se forse sconglierei di fare una maratona come invece ha fatto la sottoscritta.RIEPILOGO
Come al solito in questa risposta è mia intenzione ripercorrere quanto scritto all'inizio dell'anno per vedere quanto mi sia sbagliata.OBIETTIVI PER IL 2022
Iniziamo con la novità più grande: dopo aver valutato e scartato più e più volte l'idea di mettermi alla prova con una reading challenge annuale, quest'anno ho trovato che la PopSugar Reading Challenge 2022 (che trovate qui) andasse nella stessa direzione che vorrei prendere io con le letture, ossia sperimentare generi e autori, e dopo aver fatto qualche ricerca riguardo alle papabili letture per la maggior parte della categorie, scoprendo non solo romanzi interessantissimi ma soprattutto che alcune storie che mi riprometto di leggere da diverso tempo sono in linea con gli obiettivi, ho deciso di seguirla in maniera informale... Ossia prendendo spunto dalle categorie da "dover completare" ma fregandomene del risultato.
Per quanto dati alla mano non sia la colonna sonora più appropriata, io mi sento di associare i miei risultati a questo:
Il motivo è semplice: per quanto io abbia seguito il mio proposito di seguire questa challenge in maniera molto informale (per rendere l'idea: ho controllato per la prima volta quanti titoli fossero aderenti alle sfide solo intorno a luglio) e nei fatti io abbia coperto l'85% delle richieste (se poi si comprendono anche le 10 extra la percentuale sale al 94%), non posso dire di aver sperimentato molte letture distanti da me in questo 2022, ed era quello l'obiettivo che avrei voluto perseguire con questa sfida, quindi lo vedo un po' come un fallimento.
A parte questo...
Direi che è andata bene.
Avevo davvero tanti arretrati in casa quindiCITAZIONE- Occhio al portafoglio e alla qualità delle letture
è stato semplice da raggiungere.
Per lo stesso motivo è stato piuttosto semplice ancheCITAZIONE- Fare la solita lettura di gennaio a tema Shoha o Seconda Guerra Mondiale
- Leggere maggiormente in inglese
, quest'ultima imbroccata grazie ai libri della Bardugo.
Inoltre, come avete potuto leggere, ho portato a termine sul filo di lana ancheCITAZIONE- Finire la tetralogia Il dominio del fuoco
cosa che mi ha permesso di raggiungere anche l'obiettivoCITAZIONE- Leggere circa un libro alla settimana escludendo racconti, fumetti e manga se non in caso di opere oggettivamente "dense"
che per via del blocco del lettore di inizio anno temevo di non riuscire a raggiungere.
In pratica l'unico obiettivo annuale cannato è statoCITAZIONE- Leggere Mistborn
perché non ho avuto voglia. Sia chiaro, il mio tentativo di riprendere in mano la serie l'ho fatto ma non riesco proprio ad appassionarmi quindi credo che per quest'anno accantonerò l'idea di fare l'ennesimo tentativo.OBIETTIVI PER IL 2023
Nonostante il 2022 non sia andato affatto male con i miei obiettivi, non voglio alzare l'asticella per il 2023 ma anzi mi voglio semplificare la vita con un piccolo accorgimento.
GENERALI
- Vorrei continuare sulla retta via del risparmio, ossia comprare meno libri nuovi, rivendere più spesso quelli usati che non mi hanno soddisfatta e sfruttare al meglio gli eventuali abbonamenti (come accennavo, dovendo fare delle lunghe camminate su base quotidiana dopo le feste punto a riattivare l'abbonamento Audible, che mi ha permesso in circa un mese di recuperare molte letture)
- Vorrei leggere 50 libri (quindi esclusi novelle, manga e graphic novel se sotto una determinata quantità di pagine)
SPECIFICI
- Vorrei NON iniziare per l'ennesima volta Mistborn (che lascerò a riposo almeno fino al 2024 se non 2025)
- Vorrei leggere di più in inglese, nello specifico vorrei includere nel conto Cassiel's Servant di Jacqueline Carey (in italiano dubito lo porteranno, quindi nonostante il braccino corto probabilmente a preorder aperti farò la mia mossa e lo ordinerò in inglese) e la dilogia Six of crows di Leigh Bardugo in lingua (l'intenzione sarebbe farlo intorno alla primavera)
- Vorrei leggere almeno un libro a tema Shoha o Seconda Guerra Mondiale e non necessariamente nel mese di gennaio (me ne hanno regalati alcuni quindi sarebbe meglio smaltirne un po')
PS: mentre preparavo il post mi sono resa conto che mai feci l'aggiornamento riguardo a questa faccenda...CITAZIONEComunque sia spero che questi non siano segni di un "non c'è due senza tre" perché al momento un pacco contenente una copia usata di The tiger's daughter di K. Arsenault Rivera sta viaggiando dagli Stati Uniti a qui e ho il terrore di cosa potrebbe accadere. Se vi state chiedendo "ma perché ti fai mandare una copia usata dall'America?" il motivo è semplice: non so per quale motivo, ma questa trilogia edita in copertina flessibile costicchia abbastanza (non ha prezzi folli ma di norma le flessibili in lingua costano almeno 4-6 euro di meno) e i suoi volumi non sono neanche facilissimi da trovare, quindi quando ho scoperto su Amazon una copia che in descrizione davano come in ottime condizioni, con spese di spedizione gratuite e a meno di 6 euro ho fatto la spesa nonostante i tempi d'attesa biblici (circa 5 settimane) e l'assenza di tracciamento dettagliato (ad oggi so solo che è partito dal Maryland un mese fa).
Spero di non aver buttato i miei soldi.
No, non l'ho fatto.
Il pacco è arrivato qualche giorno dopo questo messaggio in tutta la sua usata magnificenza.
Sia chiaro, il libro non era nuovo e si notava per delle piccole imperfezioni ma direi che per un libro pagato circa il 25% del suo prezzo di copertina è stato un affarone!
Tra l'altro nel corso di questo 2022 sono riuscita a recuperare anche gli altri due volumi.
The phoenix empress, ossia il secondo, così come il primo, l'ho trovato usato su Amazon (ma stavolta non era in America bensì in Germania ) giusto un paio di settimane fa e, complici sia il fatto che nello stesso store avevo adocchiato un altro libro usato che avrei recuperato con piacere (nello specifico, And I darken di Kiersten White in copertina rigida) sia il prezzo stracciato di entrambi (ho pagato entrambi circa il 20% del loro prezzo di copertina), mi sono buttata e sono rimasta soddisfattissima perché ho ricevuto un libro che sembra nuovo di zecca.
Il terzo ed ultimo volume, The warrior moon, l'avevo preso qualche settimana prima su IBS in modo quasi casuale. Le cose sono andate così: c'erano gli sconti del Black Friday e mi cade l'occhio sul romanzo, che aveva uno sconto di circa il 70% sul prezzo di copertina, e lo metto nel carrello ma non essendo sicurissima, avendo appunto solo il primo in casa e non avendolo ancora letto, non effettuo l'ordine e me ne dimentico (e non è così per dire; me lo sono proprio scordato di eliminarlo dal carrello!)... Fino a quando circa una settimana dopo IBS mi dice "Ehi, il libro è ancora nel carrello e vedendoti così indecisa ti regaliamo le spese di spedizione e 5 euro per finalizzare l'ordine", facendo schizzare lo sconto dal 70% ad un irresistibile 91,2% che mi ha fatto cliccare invio senza pensarci un solo secondo.
L'unica "pecca" è che adesso devo trovare un volume usato in copertina rigida di Now I rise (il secondo della trilogia della White, di cui posseggo il terzo in quell'edizione da almeno due o tre anni sempre grazie a uno sconto gigantesco... E lo cerco in rigida non perché sia una fissazione da collezionista ma perché quell'edizione dal vivo è uno splendore )... Ma al massimo, se potrò farlo, tra qualche mese mi prenderò una copia nuova sia questo sia Crooked Kingdom di Leigh Bardugo per tagliare la testa al toro.. -
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Io ci ho provato a fare questo post entro la fine di marzo, sappiatelo ma sono stata impegnatissima ed è slittato letteralmente fino a oggi.
Complici gli audiolibri che ho ascoltato mentre andavo a lavorare e non solo, in questi cinque mesi abbondanti ho accumulato trenta libri e due serie manga composte da un totale di trentatre volui di cui parlarvi.
Vi anticipo sin da ora che sui libri sarò piuttosto critica perché ho inanellato una serie di libri "meh" come non mi capitava da tanto tempo.
In previsione di una capatina al cinema a maggio (cosa che poi è sfumata ) a marzo ho iniziato una rilettura molto rilassata del manga di Slam Dunk nell'ultima edizione uscita in Italia, ossia quella composta da 20 volumi; a riprova del mio ritmo molto rilassante, dico subito che ho impiegato due mesi per farla.
Per chi non conoscesse la trama...
Perdonatemi ma io con i nomi "all'italiana" ci son cresciuta quindi per questa volta citerò i personaggi per nome e cognome e non al contrarioCITAZIONEAl suo ingresso alle scuole superiori Hanamichi Sakuragi detiene un infausto record: è già stato rifiutato da ben cinquanta ragazze... E i suoi amici Yohei Mito, Youji Ohkuso, Chuichirou Noma e Nozomi Takamiya non perdono occasione di ricordarglielo.
I suoi capelli color fiamma e la fama da teppista, combinati alla sua altezza di 188 centimetri non lo aiutano a conquistare le ragazze tuttavia sarà proprio la sua stazza a portare Haruko, anche lei appena arrivata dalle scuole medie, a fermarlo... Peccato che sia per invitarlo a entrare nel club di basket della scuola, nel quale milita anche suo fratello Takenori.
Come al solito ad Hanamichi basta uno sguardo per innamorarsi della graziosa Haruko quindi non esita ad acconsentire.
Hanamichi ignora che sarà quello il momento in cui entrerà in contatto per la prima volta con lo sport che gli cambierà la vita.
C'è poco da commentare: amavo Slam Dunk da adolescente, l'ho amato anche stavolta.
Il mio volume preferito è stato indubbiamente il quinto, nel quale vengono introdotti Hisashi Mitsui e Ryota Miyagi, che da sempre sono anche due dei miei personaggi preferiti del manga... Anche se devo ammettere che la mia stima per Takenori Akagi, già presente in tempi non sospetti, è cresciuta in maniera smisurata e lui ha raggiunto gli altri due sull'altarino dei personaggi più amati.
Che altro dire di questo capolavoro? Takehiko Inoue ha fatto un lavoro eccellente nella rappresentazione delle partite ed i personaggi sono estremamente accattivanti, seppur molto diversi dai "fratelli minori" di Real (opera tuttora in corso in cui il mangaka narra una storia di basket più matura e drammatica in cui l'attenzione è focalizzata sulla disabilità e sulla versione dello sport in carrozzina).
Non penso debba specificare che questo manga è un must read, giusto?
Altro manga che ho recuperato in queste settimane dopo una quantità industriale di tempo è stato A un passo da te di Sakisaka Io, composto da 13 volumi.
Per chi non conoscesse la trama, eccola qui:CITAZIONELa studentessa di prima media Yoshioka Futaba trova tutti i propri coetanei di sesso maschile rumorosi e violenti, di conseguenza non li sopporta.
L'unico ragazzo con cui Futaba si trova a proprio agio è Tanaka Kou in quanto è meno turbolento dei coetanei; pian piano la ragazzina si rende conto di essersene innamorata e vorrebbe dichiararsi, ma la sera del loro primo appuntamento lui non si presenta.
Tornata a scuola dopo le vacanze estive, Futaba scopre che Kou si è trasferito e la situazione peggiora in quanto le sue amiche iniziano a bullizzarla perché i ragazzi sono attratti da lei.
Tre anni dopo Yoshioka Futaba è una studentessa al primo anno di scuola superiore con due buone amiche e dei modi poco femminili che porta i ragazzi ad ignorarla.
Un giorno la ragazza nota tra i coetanei un ragazzo che somiglia in maniera sbalorditiva al suo primo e unico amore ma il cui cognome è "Mabuchi"; in realtà Mabuchi Kou è realmente Tanaka Kou e da questo momento le strade dei due si incroceranno nuovamente, seppure la situazione attuale sia decisamente più complessa rispetto a quella di tre anni prima.
Vidi l'anime moltissimi anni fa ed essendo questo privo di un finale soddisfacente (in tutta onestà non lo ricordo neanche come finisse ) ho sempre pensato che avrei dovuto recuperare il manga per scoprire come la situazione evolvesse.
Sono soddisfatta? Decisamente.
Sia chiaro, la storia è quella che Midwinter definisce "melassa" quindi non mi aspettavo altro che una storia ricca dei soliti cliché e ciò ho ottenuto... Ma non solo, perché in questo caso il dramma per certi versi è meno campato in aria della maggior parte degli altri casi:SPOILER (clicca per visualizzare)inizialmente Kou è traumatizzato dall'aver perso la madre a causa di un male incurabile quindi fatica ad aprirsi nuovamente agli altri, e questa parte è stata abbastanza originale... certo, poi entrano in scena quasi contemporaneamente dei più classici second lead maschile Gary Stu e un'amica di Kou che avendo vissuto lo stesso dramma di Kou tende ad attaccarsi a lui come una cozza allo scoglio... ma non si può avere la perfezione, no?
Insomma, l'ho trovato molto carino e l'ho promosso a pieni voti.
Passando ai libri, devo ammettere che in questi mesi ho fatto un paio di incursioni in generi differenti dal mio solito.
Sì, proprio un paio.
Forse non lo ricorderete ma nella seconda metà del 2021 ero finita nel vortice della serie romance dei Bridgerton di Julia Quinn, che spazzolai in poco tempo...
Ecco, con Audible mi sono gettata su due serie dell'autrice decisamente più brevi ossia la trilogia Splendid e la dilogia Gli agenti della corona.
Vi avviso: essendo dei romance immaginerete quale sia lo scopo di queste storie quindi mi sento libera di inserire nelle trame i leggeri collegamenti che legano queste storie che di fatto sono autonome l'una dall'altra (cosa che non potevo fare per Brigderton in quanto in alcuni casi vi erano dei grossi spoiler).
La dilogia Gli agenti della corona narra le storie che vedono nei panni dei protagonisti due agenti della corona inglese (lo so, era complicato capirlo ), Blake Ravenscroft e James Sidwell.
Tutto ha inizio in La spia della corona, quando una notte Blake Ravenscroft trova nei boschi nei pressi della sua tenuta una donna dall'aria sospetta che crede essere la spia spagnola Carlotta De Leon e la porta con la forza alla sua tenuta. In realtà la giovane altri non è che Caroline Trent, ventenne che negli ultimi dieci anni è stata sballottata da un tutore all'altro fino a finire nelle grinfie del complice della De Leon che, vista l'imminenza del suo ventunesimo compleanno e quindi della maggiore età della giovane, per impadronirsi della sua ingente fortuna ha ordinato al figlio di abusare della giovane per costringerla alle nozze; la ragazza è riuscita a difendersi sparando al suo aggressore ma quando questi le ha rivelato che in caso di un suo fallimento il padre avrebbe provveduto personalmente a disonorarla decide di fuggire nei boschi, dove viene catturata e imprigionata da Ravenscroft, situazione alla quale inizialmente si ribella ma, dato che il suo fine ultimo era quello di nascondersi per la manciata di settimane necessarie a raggiungere la maggiore età, alla quale alla fine si adatta fingendo di essere chi non è.
A smascherare Caroline qualche giorno dopo è James Sidwell, marchese di Riverdale nonché amico di Ravenscroft, che ha conosciuto la De Leon, ma vista la situazione di pericolo a Caroline viene permesso di restare... E immaginate come finisca con il padrone di casa.
Il romanzo è molto carino e Caroline non è male come protagonista.
Io ti avrò è ambientato l'anno successivo e vede nei panni della protagonista Elizabeth Hotchkiss, ragazza che per mantenere i suoi tre fratelli minori lavora come dama di compagnia per lady Danbury (per chi non lo sapesse, è un personaggio presente anche in Bridgerton), impiego che sfortunatamente non le frutta abbastanza né per permettere al fratellino di frequentare Eton né per presentare in società la maggiore delle sorelline; per ovviare alle loro ristrettezze economiche Elizabeth si convince che sia necessario sposare come minimo un marchese per garantire a tutti loro un futuro. Il caso vuole che il giorno successivo nella biblioteca dell'anziana donna trovi un libricino intitolato Come sposare un marchese e la ragazza lo prenda in prestito senza chiedere il permesso in quanto imbarazzata; sarà proprio in preda a questa emozione che si scontrerà contro James Siddons, il nuovo sovrintendente della tenuta, con il quale farà amicizia ignara che egli altri non è che James Sidwell, marchese di Riverdale nonché nipote di Ladu Danbury, giunto in campagna dietro richiesta della zia per aiutarla a risolvere una questione piuttosto incresciosa. Anche qui, immaginate voi come andrà a finire tra i due personaggi principali.
Carino quanto l'altro, ha il piccolo extra della presenza di quella volpe di lady Danbury.
La dilogia è gradevole e abbastanza divertente, senza tanti momenti opinabili ma da leggere tutta con il cervello staccato perché non sono romanzoni impegnativi.
Devo dire che in Io ti avrò la Quinn è persino riuscita a infilare un argomento abbastanza delicato senza trattarlo in maniera troppo superficiale o problematico (e lei è celebre perché nei suoi romanzi ci deve essere il momento in cui scivola in maniera plateale sulla buccia della banana che ha appena mangiato), tanto che a questo ho dato i pieni voti su Goodreads perché per essere quello che è mi ha soddisfatta in pieno. Ed il finale è proprio carino.
La trilogia Splendid è composta, come la serie dei Brigerton, da romanzi collegati dalla parentela dei personaggi.
A dare il via alle danze è Emma Dunster in Meravigliosa.
Ereditiera americana che soggiorna a Londra in casa dei suoi zii e che quindi ignora l'etichetta della vecchia Europa, Emma ha accettato l'invito dei familiari solo per far contento il padre, che spera di farle trovare marito nel corso della Stagione togliendole dalla testa l'idea di prendere le redini dell'azienda di famiglia.
Proprio nel corso di una sfacciata violazione dei dettami dell'etichetta inglese la ragazza incontra Alexander Ridgely, duca di Ashbourne, di cui salva il nipotino; inizia così una storia in cui lei vorrebbe innamorarsi di lui ma non può perché intenzionata a tornare in America mentre lui, da sempre allergico alle debuttanti e alle ipotetiche mogli in generale, inizia a fare un pensierino sul matrimonio.
In Danzando sotto le stelle la protagonista è Lady Arabella Blydon e, dato che soggiorna nella tenuta di sua cugina Emma che si è sposata da poco, potrete immaginare come sia finito il primo romanzo. Andando a zonzo per le terre degli Ashbourne Arabella, detta Belle, incontra John Blackwood, commilitone di Alex nonché eroe di guerra a cui è stato conferito un titolo nobiliare per i suoi meriti sul campo di battaglia. L'uomo ha avuto un'infanzia molto triste e la guerra gli ha lasciato, oltre a una zoppia, un grave trauma psicologico. Inutile specificare come andrà a finire.
Un evento di questo romanzo è il trampolino di lancio per Cieli di Cornovaglia, romanzo di cui è protagonista William Dunford, il migliore amico di Arabella, che a causa della morte di un lontano parente eredita da un giorno all'altro un titolo nobiliare e Stannage Park, una tenuta in Cornovaglia gestita da Henry, diminutivo di Henrietta Barrett, nipote della signora della tenuta che da anni si occupa della gestione della magione in quanto il marito della donna in seguito alla perdita della moglie era caduto in una profondissima depressione. Essendo la pupilla del defunto lord, ereditando il titolo nobiliare William diventa automaticamente il tutore della ragazza. Pure qui, lo sapete cosa accadrà.
In coda a quest'ultimo romanzo è inclusa una novella intitolata Le due sorelle in cui la Quinn racconta brevemente come anche Ned Blydon, cugino di Emma e fratello di Arabella, trova l'amore.
Ecco, questa credo che sia un insulto alla scrittura persino per la Quinn.
Seriamente, è allucinante e ha un risvolto di trama MALATISSIMO.
Come mai?
La storia è pressappoco questa; essendo una novella da tipo 50 pagine è tutto spoiler ma vi specifico che una parte della "malattia" della questione risiede PROPRIO nel fatto che sia una storia tanto breve che si svolge in un lasso di tempo altrettanto ridotto.SPOILER (clicca per visualizzare)Ned si trova alla tenuta dei Thornton in occasione di un matrimonio.
Il suo.
Mentre è fuori Ned incontra Charlotte, sorella della sua promessa sposa Lydia, e se ne innamora all'istante.
Dal canto suo, anche a Charlotte si smuove qualcosa dentro ma essendo l'uomo che un paio di giorni dopo deve sposare la sorella non ci pensa neanche.
Peccato che la sorella di Charlotte sia follemente innamorata.
E, peccato ancora più grosso, non di Ned.
La sorella è talmente innamorata che mentre in casa sua si trovano TUTTI gli invitati al suo matrimonio, parentado dello sposo incluso decide di scappare con il suo unico amore (personaggio talmente memorabile da non ricordarmi né che lavoro faccia né il suo nome... Ricordo solo che è povero in canna e ciò era un problema perché la famiglia ha qualche problema economico) nel cuore della notte aiutata dalla sorella.
Peccato che Ned le colga in flagranza di reato.E cosa succede allora?
Ned dice a Charlotte una cosa il cui succo è questo:io domattina pretendo di sposarmi ma non con tua sorella bensì con te.
Ora, il lettore sa che a lei lui piaciucchia ma la situazione è posta in una maniera tale da essere in tutto e per tutto un ricatto: o Charlotte lo sposa e Lydia può andare a farsi la sua vita con il suo grande amore o lui farà scoppiare un putiferio che i Thornton non possono permettersi.
Ovviamente l'affetto tra sorelle spinge Charlotte ad accettare l'accordo ma dubito possa chiamarsi "consenso" (non che nei romanzi della Quinn ci sia sempre...) e la cosa più triste è che la mattina dopo, quando il signor Thornton scopre cosa ha fatto Lydia e Ned gli offre come via d'uscita concedegli la mano dell'altra figlia, la sua risposta è più o meno questa:
Tutta tua.
Ecco una cosa che nei romanzi della Quinn (perlomeno questa dozzina che ho letto) invece non succede tanto spesso: per quanto a volte siano matrimoni di convenienza e l'amore arrivi dopo, sono le ragazze stesse a scegliere di sposarsi dopo aver ponderato bene questa decisione.
Qui il consenso di Charlotte è stato estorto (e sì, nella scena tra quella della fuga di Lydia e l'incontro con il padre c'è quella in biblioteca in cui Ned rivela i suoi sentimenti e si baciano, ma anche lì Charlotte mi sembra manipolata da Ned e dalle sensazioni che scatena in lei quella situazione) e la mattina dopo viene data via dalla sua famiglia come se fosse una mucca.
Comunque la novella si conclude con "il trionfo dell'amore" quindi Ned e Charlotte si sposano e consumano felicemente la loro unione, tutti felici evviva.
Io dal canto mio alla conclusione di questa novella ero così: -->
In tutta onestà si nota che questa trilogia è stata scritta quando l'autrice era agli esordi: lo stile è abbastanza acerbo, le trame sono abbastanza simili e in generale non sono romanzi molto brillanti.
Si leggono con piacere? Sì... A parte la novella.
Sono pesanti? No... A parte la novella.
Li riascolterei? Mai dire mai ma non è probabile.
Ciò non cambia il fatto che io abbia già in canna il primo volume della trilogia Bevelstoke ma devo ancora decidere quando ascoltarlo.
Restando nell'ambito di libri "insoliti" ho letto il memoir dell'ex stella di Nickelodeon Jennette McCurdy Sono contenta che mia mamma è morta.
Lo dico senza esitazioni: sono troppo vecchia per essere cresciuta nell'epoca d'oro degli show per teenager di Nickelodeon quindi non ho un legame emotivo con questi show tuttavia per uno strano scherzo del destino uno l'ho più o meno seguito per qualche tempo nonostante fossi decisamente fuori target: ricordo che un'estate tra il 2015 e il 2017 stavo facendo zapping per trovare qualcosa da far vedere a mia nonna o a colazione o a pranzo (ve la faccio breve: per chi non lo sapesse, per anni mi sono occupata di mia nonna che aveva la demenza senile e se trovavo un programma televisivo che ne catturava l'attenzione senza metterla in agitazione farla mangiare era più semplice) e mi capitò per caso di mettere su un episodio Sam & Cat, che si rivelò essere adatto allo scopo, e quindi divenne il sottofondo di questa operazione.
Persino una semplice spettatrice poco attenta come la sottoscritta poteva notare che lo show aveva qualcosa di strano: a parte un episodio la protagonista Cat, interpretata da Ariana Grande, passa l'intera durata di un episodio all'interno di uno scatolone di cartone, avevo l'impressione che la coprotagonista Sam, interpretata dalla McCurdy, fosse scazzata non solo per esigenze di copione; incuriosita cercai informazioni, scoprendo che tra le altre cose la serie era praticamente senza finale e che la sua chiusura era stata abbastanza burrascosa, oltre a rafforzare la mia impressione sulla perenne incazzatura mista a imbarazzo di Jennette fosse corretta (se non erro scrissero che era gelosa per il successo della Grande).
Dopo aver letto questo libro ho capito quanto ci fosse sotto.
Sono consapevole che si tratta di informazioni di pubblico dominio ma necessito di esternare in toto il mio pensiero quindi, non volendo rovinare la lettura (o l'infanzia) a qualcuno, metterò tutto sotto spoiler.SPOILER (clicca per visualizzare)La vita di Jennette McCurdy è stata fortemente influenzata dalla madre Debra, che non solo ha riversato sulle sue esili spalle di bambina il peso del suo sogno di divenire attrice (aspirazione che Jennette non ha mai avuto) ma ha utilizzato il cancro al seno, malattia di cui ha sofferto quando Jennette era piccolissima e che tornerà a presentare il conto anni dopo, per manipolare i membri della sua famiglia.
Dal memoriale di sua figlia emerge lampante una verità: la madre della McCurdy era una donna fortemente problematica.
Accumulatrice seriale al punto di costringere i figli ad abbandonare le loro stanze ed i loro letti per dormire in salotto, manipolatrice al punto da strumentalizzare il suo stato di salute in maniera costante sia in casa sia all'esterno, ed egoista al punto di non ascoltare mai i desideri quella che all'epoca era una bambina che con il suo lavoro manteneva l'intera famiglia, Debra McCurdy ha influenzato ogni giorno della vita di Jennette non solo mentre era tra i vivi ma anche dopo la sua morte.
Jennette risulta essere in ogni pagina la vittima di un genitore fortemente disturbato che arriva persino a far del male al sangue del suo sangue insegnandole la restrizione calorica pur di farla restare infantile e quindi utile come forza lavoro: a causa di questi primi insegnamenti Jennette cadrà nel vortice dei disturbi alimentari, divenendo prima anoressica e successivamente bulimica, oltre a rimanere ingabbiata in un rapporto tossico con la genitrice, dalla quale è estremamente dipendente.
La ragazza riuscirà ad uscire da questo vortice autodistruttivo soltanto quando è riuscita ad emanciparsi dalla figura della madre, morta anni prima portandosi nella tomba persino uno sconvolgente segreto sulla stessa Jennette, distruggendone l'immagine idealizzata che ne aveva creato per affrontare la realtà degli abusi subiti.
E' un volume che mette i brividi.
In un certo senso è parte delle mie letture insolite anche Bomba atomica. La storia vera e incredibile dell'ordigno più potente del mondo di Roberto Mercadini in quanto la sottoscritta legge prevalentemente narrativa e questo volume non lo è in quanto, se ho ben inteso, è un insieme dei monologhi che compongono uno spettacolo teatrale... Ma è anche vero che sul medesimo argomento, ossia la storia della creazione della bomba atomica, scrissi la mia tesi di laurea triennale quindi non è una lettura esterna alla mia zona di sicurezza.
Posso dire che da un lato Mercadini mi ha fornito diverse informazioni meno istituzionali sui protagonisti della vicenda ma dall'altro non posso definirmi sorpresa perché è una storia a me abbastanza nota.
Onestamente consiglio a chiunque di leggerlo ma credo che la sua forma migliore, in assenza dello spettacolo, sia ascoltarne l'audiolibro letto dallo stesso autore. Una vera bomba!
Come mi ero ripromessa all'inizio dell'anno, nel 2023 ho letto più di un romanzo sulla Shoah... Anche se a onor del vero li ho letti entrambi a gennaio.
Il mio primo libro dell'anno è stato Le gemelle di Auschwitz di Eva Mozes Kor, libro scritto con la collaborazione di Lisa Rojani Buccieri in cui la donna racconta l'esperienza traumatica vissuta da lei e da sua sorella gemella Miriam quando erano delle bambine di appena dieci anni. Le piccole sono state le uniche superstiti della propria famiglia grazie al loro status di gemelle ma ciò le ha fatte finire tra le mani di Joseph Mengele, che ha fatto su di loro e tanti altri bambini esperimenti che hanno danneggiato per sempre i loro corpi: sia Eva sia Miriam ebbero problemi di salute a seguito dei trattamenti somministrati dall'uomo ed in particolare ciò che venne somministrato a Miriam le bloccò il normale sviluppo dei reni, tanto che per salvarle la vita nel 1985 Eva le donò uno dei suoi e che fu proprio un cancro renale a ucciderla ad una manciata di mesi dal suo sessantesimo compleanno. Eva Mozes Kor, scomparsa nel 2019, è nota per aver fondato insieme alla sorella CANDLES (associazione che raggruppava i bambini sopravvissuti agli esperimenti di Mengele che ancora oggi ha sede a Terre Haute, in Indiana, dove sorge anche un museo) e per aver scritto una lettera in cui perdonava il dottor Mengele ed i nazisti in generale per neutralizzare l'effetto negativo che queste persone avevano su di lei (in pratica ha deciso di perdonarli per disattivarne l'influenza sulla sua esistenza).
Il libro è breve ma davvero molto significativo e toccante, specie per la giovanissima età delle protagoniste di questa tragica vicenda.
La mia seconda lettura a tema Shoah è decisamente più celebre, ossia Sonderkommando Auschwitz di Shlomo Venezia.
Anche questo non è un romanzo bensì il libro nato da un'intervista in cui Shlomo Venezia ha narrato quanto vissuto nei panni di membro di un Sonderkommando.
I Sonderkommando erano squadre formate da prigionieri, in gran parte ebrei, del campo di prigionia obbligati a collaborare con il personale del campo principalmente per svolgere funzioni collegate alle operazioni di sterminio della popolazione ebraica.
I membri del Sonderkommando avevano compiti quali l'accompagnare e il tranquillizzare i prigionieri diretti alle camere a gas o ai luoghi di esecuzione, raccogliere i beni di coloro che venivano uccisi, ricavare dai cadaveri materiali utili quali denti d'oro o capelli, trasportare ai forni i cadaveri ed infine occuparsi della cremazione.
Dovendo portare a termine compiti che richiedevano un certo sforzo fisico i membri del Sonderkommando venivano trattati un pochino meglio rispetto agli altri prigionieri ma, proprio perché sapevano cosa accadeva nelle "docce" ogni tre mesi circa i membri del Sonderkommando divenivano loro stessi eliminati con le medesime modalità dalla nuova squadra.
Shlomo Venezia è stato uno dei pochi membri di Sonderkommando a sopravvivere ai campi di prigionia e nelle sue parole il lettore può ripercorrere l'orrore di quanto avveniva.
Tra le letture di questo periodo c'è stata una saga familiare.
Sì, ci son cascata di nuovo.
Intorno al mese di marzo su Audible hanno iniziato a uscire i romanzi della saga Blackwater di Micheal McDowell e all'inizio di aprile ho iniziato ad ascoltarla.
Ho impiegato una settimana ad ascoltare il primo (c'è stata Pasqua in mezzo ed io usufruisco degli audiolibri principalmente quando devo lavorare) e una per ascoltare i rimanenti cinque volumi.
No no, non mi sono flippata con questa serie.
Scherzi a parte, l'inizio del primo volume non mi aveva convinta del tutto ma la sua conclusione mi ha spinta ad iniziare il secondo e da lì son finita nel gorgo.
Come si nota dall'immagine la serie, che è una saga familiare dalle tinte gotiche, è composta da sei volumi: La piena, La diga, La casa, La guerra, La fortuna e Pioggia.
Per ovvi motivi posso parlarvi in maniera specifica solo del primo.
La storia ha inizio nel 1919 nella città di Perdido, Alabama: una piena ha sommerso la cittadina e buona parte della sua popolazione si è rifugiata nelle aree più elevate per salvarsi perlomeno la vita; tra queste persone non figurano le famiglie che possiedono le quattro segherie delle città, che hanno le loro abitazioni site in posizioni migliori.
Oscar Caskey, rampollo di una di queste famiglie, sta pattugliando la città allagata a bordo di una barca insieme al un suo fido domestico Bray quando avvicinatosi all'Osceola Hotel nota all'interno di una delle stanze una donna; lei è Elinor Dammert, una giovane maestra dai capelli di fiamma che a causa della piena ha perso i suoi documenti.
L'arrivo di Elinor in casa Caskey sconvolgerà la vita non solo della famiglia Caskey ma dell'intera popolazione di Perdido.
Viste le tempistiche sopra citate capirete che la saga mi è piaciuta davvero moltissimo.
Ammetto di non aver amato particolarmente uno dei singoli personaggi quanto piuttosto i personaggi nelle loro interazioni in quanto perfetti per l'ambientazione decadente e a tratti macabra in cui il tutto si svolge.
Mi è piaciuta talmente tanto che non mi è dispiaciuto neppure il fatto che alla conclusione dei sei volumi non tutto sia stato spiegatoSPOILER (clicca per visualizzare)come quale creatura sia esattamente Elinor e cosa abbia portato Mary Love e John Robert a tornare dal regno dei morti per tormentare la sua famiglia!
Sempre in audiolibro ho letto in una mattinata Bulle da morire di Emanuela Da Ros.
La trama è piuttosto semplice: arrivate in prima superiore l'amicizia tra Giada e Stefania viene messa a dura prova dall'ingresso in scena di Eli e Bea, che iniziano a bullizzare Giada per via della sua semplicità e del suo amore per la campagna e la natura. Ben presto l'intera classe inizia ad evitare Giada quindi Stefania, consapevole che la sua amicizia con Giada potrebbe portare gli altri ad emarginare anche lei, si allontana dall'amica di sempre e si avvicina pericolosamente a coloro che per prime hanno iniziato a maltrattare la sua migliore amica, con risultati castastrofici.
Lavorando con i ragazzi leggere questo romanzo mi ha fatta incavolare non poco per via della sua protagonista, Stefania, che è la tipica amica che a quell'età è meglio perdere che trovare.SPOILER (clicca per visualizzare)L'apice viene raggiunto quando Stefania, pur essendosi riavvicinata a Giada, non riesce a difendere l'amica dal pestaggio delle ragazze e i loro "amici": arriva a un passo da lei ma non interviene a difenderla per paura delle conseguenze che potrebbe subire.
Sia chiaro: non mi stupisco della sua inattività quanto del fatto che non tenti neanche di contattare qualcuno per la violenza che l'amica sta subendo, un messaggio che nelle classi viene reiterato più e più volte proprio quando si parla di bullismo.
Al di là di questo, è stato un romanzo godibile, molto adatto ad un target prossimo all'età anagrafica dei personaggi ma intrattenente anche per i più attempati.
Ho fruito in audiolibro anche La spada del guerriero di Rick Riordan, primo volume della trilogia dedicata a Magnus Chase e alle divinità norrene.
Protagonista della storia è Magnus Chase, un sedicenne la cui vita da qualche tempo è andata a rotoli: nonostante non abbia mai conosciuto il padre e non abbia da anni contatti con la cugina Annabeth (personaggio principale della serie Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo), la sua vita è stata relativamente felice fino a quando la madre non è morta nell'esplosione della loro casa ed il ragazzo ha iniziato a vivere per la strada.
Il giorno del suo compleanno Magnus incontra il gigante del fuoco Surt e nello scontro con lui muore.
Inaspettatamente Magnus si risveglia all'interno dell'Hotel Valhalla, dove scopre di essere figlio della divinità norrena Freyr e che Loki sta cercando di anticipare il Ragnarok; Magnus dovrà intervenire con l'aiuto della valchiria Samirah-Al-Abbas, colei che ha ritenuto la sua morte eroica e ha fatto in modo che il ragazzo venisse accolto tra le schiere degli Einherji, i guerrieri immortali al servizio di Odino.
Lo ammetto: non mi aspettavo nulla più di una lettura godibile ed avevo un bel ricordo delle serie Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo e Eroi dell'Olimpo, oltre ad aver sentito dire che questa trilogia fosse valida, quindi pensavo di trovare una lettura rilassante perfetta per il mio scopo, ossia farmi il tragitto casa-lavoro.
Peccato che per me questo primo volume non è piaciuto particolarmente!
La storia di Magnus l'ho trovata un vero e proprio macigno sotto ogni punto di vista.
Ho trovato la trama eccessivamente dispersiva ed i personaggi poco coinvolgenti quindi mi sono letteralmente annoiata a morte, qualcosa che in tutta onestà non mi aspettavo.
Una parte di me vorrebbe andare avanti con la trilogia ma probabilmente con questo libro non solo mollerò la storia di Magnus ma in generale questo universo di Riordan perché essendo presenti collegamenti crociati con le serie successive in tutta onestà non me la sento di ipotecare così tanto tempo per letture che non mi prendono.
Altri libro che non mi ha convinta del tutto è L'ultimo lieto fine di Soman Chainani, ultimo della prima trilogia dell'Accademia del Bene e del Male.
Carino? Sì... Ma ho trovato il tutto tirato davvero troppo per le lunghe e pensare che possano esserci altri tre romanzi con i medesimi protagonisti mi causa nausea perché coerentemente già tre romanzi erano troppi (non per nulla questa era una trilogia!).
Della trama non posso dirvi nulla ma in generale posso dire che il finale inteso come la conclusione del libro non mi è dispiaciuta ma che secondo me su 550 pagine ce n'erano almeno 150-200 di troppo.
Romanzo nei confronti dei quali nutrivo poche aspettative e che se possibile è riuscito a disattendere persino quelle è Carve the mark: i predestinati di Veronica Roth, primo di una dilogia che avevo in casa da anni e che fortunatamente ho rivenduto perché vedermelo in giro per casa dopo questa lettura mi dava letteralmente l'orticaria.
Questo, come il romanzo di Magnus Chase, è stato un romanzo che mi è pesato in maniera abnorme... Ma, per farvi capire il confronto, se quello era un macigno, questo era una cattedrale.
Protagonisti della storia sono Cyra, sorella del tiranno a capo degli Shotet che possiede il dono di procurare dolore con il solo tocco delle mani e Akos, appartenente al popolo pacifico di Thuve, che è stato catturato e reso schiavo insieme a suo fratello, che desidera salvare ad ogni costo.
Quando Akos diventa servitore di Cyra si innesca un meccanismo in grado di cambiare la storia.
Personaggi di carta velina inseriti in una storia noiosa e piena di contraddizioni: questa è la mia opinione su questo romanzo in cui ottanta pagine pesano quasi come duecento (e non sono numeri sparati a caso!) e di conseguenza ho fatto festa quando sono riuscita a rivendermi l'intera dilogia.
Un romanzo che mi attirava da un po' e che ho fruito in audiolibro perché in cartaceo sono disponibili solo due volumi su tre mentre in quel formato eventualmente avrei potuto recuperarli tutti è stato La prova di Joelle Charbonneau.
Non è andata benissimo.
La trama del romanzo è questa:CITAZIONEIn un mondo in cui la popolazione è stata decimata dalle conseguenze della guerra nucleare, il Nord America è governato dalla Federazione Unita, che si occupa di selezionare nelle piccole comunità che lo compongono alcuni ragazzi al fine di inserirli in un programma di test atti a selezionare persone adatte a far parte della classe dirigente. Lo scopo è quello di trovare coloro che hanno le caratteristiche accademiche e personali adatte a guidare il popolo nella ricostruzione della civiltà.
Malencia Vale viene selezionata per partecipare alla Prova insieme ad altri tre ragazzi di Five Lakes ma prima di partire suo padre, che ha partecipato anni prima, la mette in guardia: deve diffidare di chiunque.
Ben presto la ragazza capisce quanta ragione avesse il genitore.
L'impressione che mi ha trasmesso questo romanzo è la seguente: l'autrice voleva scrivere una storia che combinasse la crudeltà di Battle Royale a delle prove cervellotiche ma alla fine, forse per evitare che i genitori del suo pubblico di riferimento la linciasse, ha scritto una storia piuttosto blanda che per certi aspetti ricorda quella di Hunger Games.
Insomma, secondo me di potenziale ne aveva davvero molto ma non si è osato abbastanza e visto che nel secondo volume le dinamiche sono destinate a cambiare ho deciso di staccare la spina.
Altro audiolibro parte di una serie che ho ascoltato e che mi ha portata a dire che non avrei proseguito con la storia è Le lupe di Pompei di Elodie Harper.
La trama è a grandi linee questa:CITAZIONENata figlia di un medico in Grecia e venduta come schiava alla morte di questi, Amara si trova costretta a prostituirsi in un lupanare di Pompei. Qui incontra altre donne che, come lei, devono concedere il proprio corpo in cambio di denaro. Tuttavia Amara non è una prostituta come tante...
Sarò sincera: in parte la mia bocciatura di questo romanzo è collegata al fatto che io DETESTO le incongruenze storiche.
Ci sono errori storici? In tutta onestà, l'ho ascoltato da velocità 1,4 a 2,1, in una escalation di velocità che non mi ha permesso di cogliere certi elementi.
Allora perché parlo di incongruenze storiche?
Perché questi personaggi parlano come qualsiasi persona seduta in un bar o in un ristorante nel 2023! Ora, lo so di essere pignola e rompiscatole in questo, ma non mi puoi mettere in bocca ad un cittadino romano del I secolo d.C. termini moderni! Gli manca la base storica! E fai impazzire la sottoscritta! Idem per il lessico utilizzato nelle parti narrate, troppo vicino ai nostri tempi.
Insomma, trovo che questo romanzo non sia abbastanza "antico romano".
Si tratta di un problema mio? Forse sì, dato che tendo a fossilizzarmi su certi elementi... Ma d'altro canto a me queste mancanze impediscono di entrare in connessione con il libro e mi irritano, quindi la lettura non è più un piacere. Persino se devo fruirla in maniera relativamente passiva come in questo caso.
Lettura dimenticabilissima per la sottoscritta è stata The never king di Nikki St. Crowe, primo di una tetralogia che non finirò.
Ispirato alla storia di Peter Pan, il breve romanzo parte dalla premessa che negli ultimi duecento anni tutte le donne Darling il giorno del loro diciottesimo compleanno vengano rapite e tenute sull'Isola Che Non C'è per un periodo di tempo dopo il quale tornano devastate nell'anima.
In questo caso la Darling che viene rapida si chiama Winnie e, perdonatemi la schiettezza, è una ninfomane.
Questo romanzo si legge in un paio d'ore e ha un mistero prevedibilissimo al suo interno che porta alla comparsa qui e là di sparute tracce di trama... Ma parla principalmente di come Winnie Darling usi il potere che nasconde tra le gambe per trattare con Peter Pan e tre dei suoi Ragazzi Sperduti (l'autrice si premura di specificare che sono tutti maggiorenni).
Non ho altro da dire perché questo romanzo, a parte questi incontri intimi qua e là ed il pensiero fisso di Winnie, è il nulla cosmico.
Per me è stata una delusione anche Sei di corvi di Leigh Bardugo... Ma lì la colpa è mia che mi sono costruita aspettative irragiungibili.
Il romanzo mi è piaciuto davvero tanto sia per i personaggi accattivanti sia per la storia narrata sia per l'ambientazione... Ma non è scattata la stessa scintilla che scattò leggendo la Grisha trilogy (la storia è ambientata nello stesso universo narrativo ma qualche tempo dopo i fatti avvenuti in quei libri).
A grandi linee la storia narrata è questa: Kaz Brekker viene ingaggiato da uno dei più potenti mercanti di Ketterdam al fine di portare via lo scienziato Bo Yul Bayur dall'insespugnabile Corte di Ghiaccio di Fjerda; in cambio lui e i suoi uomini riceveranno una cifra esorbitante.
Saltando da un punto di vista all'altro Leigh Bardugo narra una storia estremamente avventurosa popolata da personaggi sfaccettati ed intriganti, nonché moralmente imperfetti.
Vista la piccola delusione credo che aspetterò un pochino prima di buttarmi su Crooked Kingdom, secondo della dilogia, ma non molto perché sono curiosa di scoprire cosa accadrà visto il finale del romanzo.
Ammetto di averlo un po' letto in lingua e un po' ascoltato su Audible.
Sempre grazie ad Audible ho recuperato Ragazza, serpente, spina di Melissa Bashardoust, romanzo fantasy autoconclusivo carino ma non memorabile.
Protagonista è la principessa Soraya, sorella gemella del sovrano di Atashar che vive nascosta da tutti a causa del suo potere: il suo tocco è letale. Quando una div, una creatura magica simile a quella che ha segnato il suo destino, viene catturata, Soraya cercherà di avvicinarla per capire se la sua maledizione può essere infranta.
Non ci girerò troppo intorno: io l'ho trovato un romanzo carino ma pieno di pecche, in primis una protagonista talvolta esasperante ed un antagonista che è un insulto alla categoria.SPOILER (clicca per visualizzare)Io non metto in dubbio che lui possa innamorarsi di Soraya e quindi fare cavolate... Ma qui si esagera!
E lei che fa sempre LO STESSO ERRORE non è da meno.
Sempre su Audible ho concluso la trilogia Lifelike di Jay Kristoff completando la lettura di Dev1at3 e Truel1f3.
Ovviamente non posso parlare della storia (ho parlato del primo libro nel post precedente) e l'unica cosa che voglio dire la metterò sotto spoiler:SPOILER (clicca per visualizzare)senza l'ultimo capitolo sarebbe stata migliore.
L'happy ending è sbagliatissimo.
Una bella sorpresa l'ho ricevuta da Bellezza crudele di Rosamunde Hodge, retelling di La bella e la bestia uscito eoni fa in Italia e che vegetava nella mia libreria da almeno 7-8 anni.
Sia chiaro, esistono romanzi migliori sia in generale sia nella categoria specifica dei retelling di quella storia, però è stato davvero molto gradevole perché per una volta tanto non mi sono trovata davanti a un romanzo che voleva strafare con ambientazioni immense e una quantità industriale di personaggi poco approfonditi.
Protagonista della storia è Nyx, adolescente costretta a sposare la creatura demoniaca che ha costretto il suo mondo a vivere in una sorta di bolla dalla volta celeste color pergamena a causa di un patto stretto dal padre con la creatura. Lo scopo di Nyx in questo matrimonio è uno solo: ucciderlo e liberare il suo mondo.
Ispirato a La bella e la bestia, Bellezza crudele attinge a piene mani anche dalla tradizione greca e ha un pizzico della storia di Barbablù; Nyx non è una protagonista del tutto positiva e il Signore Gentile è meno crudele di quel che sembra (non credo sia spoiler essendo ispirato a La bella e la bestia, no?), la situazione non è semplice come potrebbe sembrare e le sorprese non mancano... Insomma, è una storia imperfetta ma molto interessante e, soprattutto, che funziona nonostante sia meno lineare di quel che sembri.
Non è il romanzo perfetto ma io lo consiglio perché secondo me è davvero gradevole, anche nelle ingenuità.
Altre buone letture sono state Ti amo già da un po' ed il prequel Ti amo ma non lo sai di Tania Paxia.
La storia di Ti amo già da un po' sembra uscire da quei film natalizi che danno su Tv8 sia per la dolcezza della storia sia per l'ambientazione.
Protagonista del romanzo è Maybelle Watson, giovane donna che a causa di seri problemi riguardanti l'etica dell'ufficio legale del suo futuro suocero, pianta New York, lavoro e fidanzato per tornarsene a Keene, sua cittadina natale. Qui incontrerà nuovamente Peter Harper, il ragazzo che era stato il suo migliore amico fino a otto anni prima, quando senza una ragione apparente l'aveva tagliata fuori dalla sua vita. Cosa ne sarà adesso di lei?
Visto il paragone potete immaginare come andrà a finire, tra cioccolate calde e aria natalizia, ma resta il fatto che sia un romanzo davvero molto carino.
Il prequel altro non è che l'ultimo anno di scuola superiore di Peter e Maybelle raccontato da quest'ultimo (tranquilli, non è uno spoiler perché il romanzo principale si apre con una scena avvenuta otto anni prima)... Che io, in tutta onestà, ho impiegato un po' a finire perché non mi ha presa del tutto. Indubbiamente carino ma ho preferito la storia principale.
Ultimo libro di cui vorrei parlare, non per la poca importanza ma anzi perché si meritava una posizione in cui non passasse inosservato, è La figlia della libertà di Luca Di Fulvio.
Il 4 aprile 2023 sul profilo Instagram dell'autore è apparso un video che mi ha fatta piangere tante lacrime: in quei pochi secondi Luca Di Fulvio annunciava faticosamente a noi lettori di avere la SLA.
Il 1 giugno, quindi meno di due mesi dopo, sua moglie Elisa ha annunciato che Luca se n'era andato per sempre il giorno prima; inutile dire che pure quel giorno ho dato fondo ai miei dotti lacrimali perché, nonostante il primo video mostrasse che le sue condizioni non erano affatto buone, non immaginavo che la malattia potesse avere una evoluzione fatale tanto rapida.
Quello stesso giorno ho preso in mano il suo libro a cui ero più affezionata nonché quello che rappresentava più ricordi legati alla sua persona (Luca interagiva molto con i suoi lettori) e l'ho riletto in suo onore ma con molta calma, prendendomi diversi giorni di tempo, al contrario di quella prima lettura molto rapida (se osservate bene la foto noterete la presenza di un bollino dorato che identifica la copia come un'anteprima, che nel mio caso mi venne inviata da un sito di e-commerce, quindi mi sbrigai a leggerlo per recensirlo il prima possibile).
Visto che nel 2019 non mi ero soffermata molto a parlarne, vi lascio qui la recensione che scrissi all'epoca; vi dico solo che l'ho amato quella volta e l'ho amato ancora di più questa perché è davvero un bellissimo romanzo.
Evito di ammorbarvi inutilmente... E sappiate che io ci provo a non far accumulare roba ma non funziona!. -
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Come per la volta scorsa, parto con una breve sezione sui manga per poi passare ai libri veri e propri.
In questi mesi ho riletto Le situazioni di lui e lei di Tsuda Masami.
Questa rilettura non solo non era per nulla prevista ma è stata totalmente dettata dal destino.
Ve la faccio brevissima: questa estate ero in libreria e ho visto tra gli usati alcuni volumi del manga, di cui avevo acquistato solo il volume 3 e dal volume 8 in poi (all'epoca ero solita acquistare solo i volumi dei manga delle serie dell'MTV Anime Night che non erano coperti dalla trasposizione animata). Tra quei volumi non ce n'era uno che mi mancasse ma mi fece venire la voglia di vedere su Vinted se fosse possibile trovare questi volumi... E mi sono trovata davanti un annuncio in cui venivano venduti proprio i primi 7 volumi a un prezzo che non mi sembrava vero!
Inutile dire che ho fatto l'acquisto in tempo zero per poi tornare in quella storia che avevo adorato e di cui non mi ricordavo il finale.
Di cosa parla La situazione di lui e lei?CITAZIONETra i nuovi iscritti di un prestigioso liceo pubblico ci sono Miyazawa Yukino e Arima Soichiro, entrambi ammiratissimi dai coetanei perché perfetti sotto ogni aspetto: sono bellissimi, intelligentissimi, gentilissimi, amatissimi... Insomma, non hanno un singolo difetto.
O almeno così sembra, visto che la perfezione di Yukino è solo una recita: la ragazza, che sembra in grado di apprendere senza fare il minimo sforzo, è sempre vestita impeccabilmente ed è gentile con tutti in maniera completamente disinteressata, in realtà studia giorno e notte per essere la migliore della scuola mentre in casa è decisamente pigra, si veste in modo sciatto ed è piuttosto veniale. Inoltre quando Arima le ha confessato di essersi preso una cotta per lei la ragazza ha gioito per quello che ai suoi occhi è un atto di debolezza.
Peccato che una domenica Soichiro si presenti a casa sua senza avvisare e si ritrovi di fronte la vera Miyazawa!
Inaspettatamente il ragazzo decide di ricattare Yukino scaricandole addosso alcune delle sue incombenze in cambio del proprio silenzio.
Questa sinossi dice poco o nulla sull'opera (copre praticamente il solo primo volume dei ventuno che compongono il manga) e se pensate di conoscerla perché avete visto l'anime, sappiate che vi sbagliate di grosso perché dove l'anime è stato interrotto per problemi tecnici di cui non ricordo la natura (chiedo venia ma son passati vent'anni!) inizia la vera storia di Soichiro e Yukino nonché quella dei loro amici.
Sarò brutalmente onesta: non è un manga perfetto ed il fatto che fino a un certo punto cerchi di essere corale ne è la prova in quanto in realtà di approfondimento sui vari comprimari ce n'è relativamente pocoSPOILER (clicca per visualizzare)(a eccezione di Kazuma e Tsubasa dal punto di vista sentimentale e Asaba dal punto di vista psicologico,
non vi è un gran lavoro d'approfondimento di personaggi che non siano Yukino, Arima e le rispettive famiglie) ma dalla metà in poi vi assicuro che è tutto fuorché il solito shoujo con ambientazione scolastica.
Dopo le vicende del festival scolastico che si vede nell'anime Le situazioni di lui e lei prende una piega decisamente matura,SPOILER (clicca per visualizzare)prima esplorando l'evoluzione della relazione tra Tsubasa e Kazuma, che si rendono conto della natura del loro legame sentimentale, e poi dissezionando per interi volumi l'anima di Soichiro, facendogli elaborare i suoi traumi attraverso il ritorno nella sua vita prima di quella creatura orrenda che è sua madre e poi del padre, mostrandoci come di trauma in trauma si sia arrivati alla nascita del Soichiro Arima dell'inizio del manga e, nel corso di questo, alla sua distruzione e conseguente rinascita.
Ammetto candidamente che, pur avendo letto all'epoca questi volumi, non mi ricordavo nulla di specifico tranneSPOILER (clicca per visualizzare)il fatto che Yukino rimanesse incinta prima della fine delle scuole superiori
quindi è stato bello riscoprire la profondità di questa storia e rendermi conto che "un dettagliuccio" lo ricordavo al contrarioSPOILER (clicca per visualizzare)ossia che fosse il padre di Arima il genitore tossico quando invece era la madre la vera feccia umana.
Sia chiaro, Reiji è tutto fuorché il genitore dell'anno ma, visti i traumi vissuti in età infantile e l'essersi improvvisamente ritrovato padre di un bambino non desiderato ad un'età tanto precoce, ho trovato encomiabile la scelta di "donare" quel bambino al fratello maggiore che sarebbe stato certamente un padre migliore per lui per poi scegliere di restare volontariamente fuori dalla vita del ragazzo... O quantomeno trovo molto meno dannosa questa decisione rispetto a quella della madre, che l'ha concepito con un Reiji minorenne e non del tutto presente a se stesso a causa in una profonda crisi personale al fine di usare il bambino come carda bancomat per poi sfogare ogni frustrazione su quel povero bambino innocente quando il suo piano non ha funzionato. Strazia il ciore pensare che la cui unica colpa di quel bambino che veniva affamato e brutalmente percosso dalla sua stessa madre fosse quella di essere stato concepito da due genitori che per motivi diversi non erano adatti a crescerlo.
Per quanto mi riguarda trovo che il vero errore di Reiji sia stato quello di non avvisare immediatamente il fratello del fatto di avere un figlio in quanto se l'intervento fosse stato più tempestivo certamente si sarebbe evitato tanto dolore al piccolo Soichiro.
Questo manga non me lo ricordavo così intenso...SPOILER (clicca per visualizzare)... e neanche così inquietante nella decisione di far innamorare la primogenita di Yukino e Soichiro dello "zio" Hideaki.
Sia chiaro, il senso è abbastanza chiaro e anche bello perché per Hideaki i suoi amici Soichiro e Yukino sono la sua vera famiglia, dato che sin dalle scuole superiori ha iniziato a vivere da solo in quanto la sua famiglia biologica non era in grado di supportarlo emotivamente, e lui li ha sempre amati entrambi nonostante non fossero quelli giusti per lui (Yukino era del sesso giusto ma essendo fin troppo simili caratterialmente non c'era totale affinità spirituale mentre Soichiro, al contrario, era la sua anima gemella in quanto è sempre riuscito a tirare fuori il meglio di lui ma essendo del sesso opposto rispetto a quello verso cui lui provava attrazione non c'era mai potuto essere nulla), quindi il fatto che i due abbiano messo al mondo l'unica persona che lui possa amare è poetico... Ma non cambia il fatto che la Tsuda abbia ambientato la scena in un momento sì significativo in quanto primo giorno di Sakura come studentessa della stessa scuola superiore in cui i suoi genitori e suo zio Hideaki si sono incontrati, ma pur sempre decisamente "prematuro" visto che la ragazza ha 15 anni mentre Hideaki ne ha 33. Certo, non è la prima relazione del manga con una considerevole differenza d'età dato che la loro amica Maho ha intrecciato la relazione sentimentale con il suo beneamato Yusuke quando lei aveva 15 anni e lui 28, e Sakura in teoria è un'adolescente estremamente matura... Ma lui è anche la stessa persona che le cambiava i pannolini da neonata quando i genitori erano impegnati (vivono in case adiacenti ma, come viene detto anche nel manga, lavorando da casa Asaba ha svolto le funzioni di un terzo genitore per i figli di Yukino e Soichiro), quindi mi inquieta un po' questa relazione.
Scherzi a parte, direi che è un manga da riscoprire perché è decisamente profondo e per certi aspetti molto attuale.
Passando ai romanzi, ho riletto per l'ennesima volta Il dardo e la rosa di Jacqueline Carey e Una bambina e La figlia della tigre di Torey Hayden.
Per non tediarvi troppo, del primo vi lascio la recensione (è uno dei miei romanzi preferiti) mentre di quelli della Hayden mi dilungo un attimo in più perché non ricordo di averne mai parlato.
Una bambina e La figlia della tigre possono considerarsi una vera e propria dilogia in cui l'autrice, che è stata insegnante nelle classi speciali e terapeuta per bambini affetti da disturbi di natura psicologica quali il mutismo elettivo o organica come l'autismo, racconta la sua storia con Sheila, una bambina di sei anni che venne collocata nella sua classe in attesa di un posto all'ospedale locale in quanto la piccola aveva legato e dato fuoco a un bambino di tre anni. Sheila si rivela un osso duro per Torey in quanto nella sua giovane vita ha subito il trauma dell'abbandono di sua madre, che l'aveva avuta appena quattordicenne e che all'età di diciotto anni ha portato via con sè solo il figlio minore Jimmy, e che vive in condizioni di estrema povertà con un padre violento e dipendente da alcol e sostanze stupefacenti, eppure in lei c'è qualcosa di straordinario, ossia un quoziente intellettivo di 178 (per capirci, un punteggio di 130 è decisamente sopra la media).
Spoiler su La figlia della tigreSPOILER (clicca per visualizzare)L'anno successivo Sheila viene inserita in una classe convenzionale sia perché è giusto inserirla in un contesto classico sia perché la classe di Torey non esiste più e lei lascia la città.
Per un po' Torey e Sheila riescono a rimanere in contatto ma quando l'anno dopo il padre di Sheila viene arrestato e lei entra nel circuito dell'affido purtroppo le due si perdono.
Sette anni dopo il loro ultimo giorno insieme Torey ha scritto il suo primo libro, ossia Una bambina, e riesce a rintracciare Sheila per farglielo leggere: ormai lei è diventata un'adolescente e l'impatto con questa ragazzina sconvolge Torey, che solo con il tempo e tanta fatica, complici anche dei trasferimenti e i guai legali del padre della ragazza, riuscirà a costruire un nuovo rapporto con lei, più sano e veritiero.
Amo questa autrice e questi sono tra i miei libri preferiti, quindi...
Connesso al primo dei romanzi che ho citato, ossia Il dardo e la rosa, è Cassiel's Servant ossia la rilettura di quella storia attraverso gli occhi di Joscelin.
La storia è la stessa per la maggior parte del volume ma questo libro aggiunge a quello di Phedre il punto di vista di colui che le viene affiancato per proteggerla, di cui ovviamente vengono esplorate in particolare le origini.
Era essenziale? No, ma non mi è dispiaciuto affatto poter scoprire nuove cose su Joscelin e dare quindi una spiegazione ad alcune sue azioni e reazioni.
L'estate 2023 per me ha un nome e un cognome: Elena Armas.
Ho recuperato quasi per caso Facciamo finta che mi ami (seriamente, l'ho preso perché era un'offerta "2 libri a 10 euro" e non sapevo con cosa completare l'accoppiata) e sempre con la stessa casualità ho iniziato a leggerlo... Per finirlo in circa 48 ore e andare dritta in libreria il giorno successivo a procurarmi Facciamo finta che non finirà, l'altro romanzo al momento disponibile.
Per una volta tanto non solo uno dei casi editoriali promossi dal booktok (spoiler: non sarà l'unica in questo post!) era nelle mie corde, ma si tratta persino di libri romance!
Protagonista di Facciamo finta che mi ami è Catalina "Lina" Martìn, una ventottenne di origini spagnole che anni prima è scappata a New York per allontanarsi dall'uomo con cui aveva una relazione. Sfortunatamente a non aver tagliato i ponti con lui è sua sorella minore, che sta per sposarne il fratello e non vede l'ora che sua sorella partecipi alle nozze assieme al suo fantastico fidanzato americano. Peccato che Lina non ce l'abbia un fidanzato! Per una serie di eventi ad accompagnare la donna in Spagna, spacciandosi per il suo fidanzato, è il suo tanto odioso (a detta di Lina, perché costui è uno zuccherino) quanto affascinante (questo sì!) collega Aaron Blackford.
In questo romanzo vengono introdotti i protagonisti del successivo ossia Rosie, la migliore amica di Lina, ed il surfista Lucas Martìn, cugino di quest'ultima, che finiscono per trovarsi a vivere sotto lo stesso tetto per un periodo di tempo.
In entrambi i casi, credo immaginiate come andrà a finire.
Il primo romanzo è abbastanza ricco di cliché mentre il secondo l'ho trovato meno scontato, tuttavia posso dirvi che sono entrambi estremamente godibili e utili a staccare la spina dalla vita quotidiana. Non saranno capolavori della letteratura ma sono carini.
Appartenente alla categoria è anche Lightlark di Alex Aster.
Io questo libro non avevo la minima intenzione di leggerlo sia perché non ero interessata alla trama sia perché attorno a questo libro si era sollevato un polverone ben prima della sua pubblicazione.
Per dirla in parole povere, la Aster non si è mostrata molto sincera.
La Aster ha iniziato a promuovere l'idea del suo libro su TikTok nella primavera del 2021, condividendo con i suoi fan citazioni e situazioni apparenenti al romanzo che stava scrivendo e quindi dando loro modo di sentirsi estremamente coinvolti nella creazione di Lightlark; la doccia fredda arrivò quando circa un anno dopo le copie ARC (advance reader copy) hanno iniziato a circolare e diverse informazioni, dinamiche e scene da lei condivise in rete come contenute nel romanzo in realtà non c'erano, portando i lettori ad accusarla di pubblicità ingannevole.
Nel frattempo i diritti per realizzare un film tratto da quello che si preannunciava essere un gigantesco successo editoriale vennero venduti alla Universal e quando l'autrice commentò gli zeri contenuti nell'assegno anche il suo raccontarsi come una scrittrice che contava sul risultato del suo libro per mantenersi in quanto non aveva nessuno su cui contare venne smentito: in realtà la donna che si nascondeva dietro questo pseudonimo non solo era una piccola celebrità locale in quanto con sua sorella gemella aveva partecipato agli spot per un celebre servizio di noleggio auto appartenente alla sua famglia, ma all'epoca dei fatti (ora non saprei) lavorava nella fiorente azienda di famiglia e viveva con i ricchi genitori, che tra l'altro le avevano completamente finanziato gli studi e quindi sulle sue spalle non gravava neanche il famigerato prestito universitario da restituire di cui si sente parlare spesso nei prodotti audiovisivi statunitensi.
Insomma, Alex Aster si spacciava per una persona con problemi economici quando in realtà non ne aveva ed io sono una ferma sostenitrice dell'onestà, quindi capirete che con queste premesse sul romanzo c'avevo messo una pietra sopra ben prima della sua pubblicazione in Italia.
Tra l'altro alcuni dettagli della sinossi mi sembravano fin troppo simili a Noi, i cattivi di Amanda Foody e C. L. Herman, che avevo iniziato a fruire in audiolibro ma che in breve tempo avevo bocciato perché non mi pareva molto interessante, quindi anche ciò mi faceva tenere alla larga dal romanzo.
Dopo questa premessa vi domanderete "ma allora perché l'hai letto?" ed io vi risponderò "per una volta tanto volevo fidarmi della mia amica Giorgia" in quanto leggiamo libri dello stesso genere ma quasi sempre abbiamo opinioni molto diverse. Ecco, ho voluto darle una possibilità e alla fin fine, per quanto il primo 25% sia un vero e proprio macigno di noia intriso di contraddizioni, il restante 75% è stato quantomeno ascoltabile.
Metto le mani avanti: questo romanzo non ha molto senso e il fatto che la protagonista sia anche piuttosto insulsa e poco acuta non aiuta, quindi non si può dire che il romanzo mi sia piaciuto... Tuttavia è stata una lettura molto leggera perfetta per i miei scopi (che, lo ricordo, è "avere compagnia" mentre mi faccio la mia quotidiana passeggiata casa-lavoro, quindi deve richiedere un livello d'attenzione che mi permetta nel frattempo di non finire stirata sotto qualche automobile ) quindi non me la sento di bocciarlo in toto.
La sinossi è più o meno questa:CITAZIONEIsla Crown è una dei sei regnanti a doversi scontrare nel corso del Centennale, la periodica competizione che si tiene sull'isola di Lightlark al fine di sciogliere le maledizioni che gravano sui sovrani e sui rispettivi popoli. Tuttavia la regina dei Naturali nasconde un segreto: essendosi sua madre opposta alla maledizione che vuole i Naturali uccidere le persone che amano, Isla è nata senza alcun potere. Come potrà concorrere contro gli altri regnanti?
Non amo farlo ma stavolta devo per forza di cose inserire qualche spoiler a riguardo per aiutarvi a TENERVI ALLA LARGA da questa storiaccia. Quelli esterni riguarderanno solo i primi capitoli, quindi sereni che non sono grandi anticipazioni.
Come dicevo prima, Isla è la regina del popolo della Natura ma a causa della mancanza di poter magici dovuta a quanto fatto da sua madre, ossia il non aver ucciso la persona di cui si era innamorata (e qui iniziano i "facciate finta che abbia senso" in quanto a casa mia il termine "maledizione" indica qualcosa di ineluttabile mentre questa ha potuto scegliere...) è vissuta sempre isolata dal suo popolo e cresciuta da due servitrici che l'hanno sempre controllata in maniera soffocante... o almeno in teoria, visto che in tempo zero scopriamo che la ragazza, nonostante racconti di essere stata controllata a vista per tutta la sua esistenza, ha avuto modo di:
- liberarsi di queste due persone per andare in soffitta (facciate finta che abbia senso #2)
- trovare una bacchetta magica nelle soffitte di un palazzo reale (facciate finta che abbia senso #3)
- capire che era un manufatto potentissimo che le avrebbe permesso di viaggiare per tutti i regni (facciate finta che abbia senso #4)
- viaggiare centinaia di volte e per diversi anni per vari regni (facciate finta che abbia senso #5)
Comunque sia, queste due donne l'hanno addestrata all'uso delle armi per darle almeno una possibilità di sopravvivere alle prove che dovrà affrontare nel corso di questo Centennale che ci viene presentato come una sorta di Hunger Games in cui non muore mai nessuno(facciate finta che abbia senso #5).
Tra l'altro nel corso di questi viaggi la ragazza ha fatto anche amicizia con Celeste, la regnante del regno delle Stelle, il cui popolo è afflitto dalla maledizione di vivere solo fino ai 25 anni d'età, ma ciò non deve sapersi.SPOILER (clicca per visualizzare)(personaggio che ho trovato sospettissimo dalla sua primissima apparizione e che difatti si dimostrerà essere la stronza che sospettavo ma di cui la nostra autodefinitasi ASTUTA Isla non sospetta neanche per un millisecondo )
Il resto del libro è fondamentalmenteSPOILER (clicca per visualizzare)un mischione spesso molto confusionario tra la ricerca di Isla e Celeste (anche se fa TUTTO Isla, pure quando è più morta che viva) dello Scioglivincoli-che-in-realtà-è-uno-Stringivincoli (tra l'altro c'è di mezzo pure un collegamento non del tutto chiaro con i vari regnanti che in sostanza permette a Celeste di avere tutti i poteri di tutti i regnanti anche se Isla è contesa "solo" da Oro, re del Sole nonché di Lightlark e da Fosco, sovrano delle Ombre) e la ricerca di Oro e Isla del cuore di Lightlark, che si sospetta essere connesso alla forza vitare di una pianta e alla fine trovano dentro un uovo.
Le sfide? Si vedono all'inizio... Anche se in realtà sono una serie di dimostrazioni di magia che spalmate su un lasso temporale di 20-30 giorni ed alla fine il Centennale si dimostra essere una sorta di un party della durata di 100 giorni.
La profezia che li lega? Utile quanto un +4 di Uno nel corso di una partita di briscola.
Le maledizioni? Quella più sera è quella del popolo degli Stellari, che campano fino a 25 anni; le altre sono tutte abbastanza evitabili (tipo i Lunari non escono di casa la sera di pleniluinio per paura di affogare in mare e la cosa funziona).
Il plot twist di Celeste? Prevedibile quanto un'alba in una giornata serena.
Il triangolo amoroso Isla-Oro-Fosco? Imprevedibile come l'evento citato un attimo fa.
Il plot twist che vuole Isla in realtà in possesso dei poteri della Natura celati però da quelli delle Ombre in quanto suo padre era un suddito di Fosco? Inaspettato... Ma solo perché la ragazza non mostra neanche i poteri delle Ombre, quindi non si capisce cosa la abbia impedito di manifestarli anche solo una volta in maniera involontaria.
Insomma, è una discreta porcheria che è andato a pescare da diversi successi degli ultimi anni per farne un libro...
E nella categoria il libro di cui vi parlerò tra pochissimo secondo me ha fatto un lavoro decisamente superiore in termini di godibilità della lettura (sulla qualità oggettiva invece stenderei un velo pietoso...)
In caso non vi sia ancora passata la voglia di leggerlo, vi lascio a Ilenia Zodiaco, che causalmente ha scelto proprio questo libro per il periodico appuntamento con il Libro di Melma.
Come dicevo pocanzi, nella categoria "prendi qualche successo, mettilo nel frullatore e facci un libro" tra Lightlark e il libro di cui voglio parlarvi vince a mani basse quest'ultimo in quanto mi ha decisamente appassionata.
Voglio parlarvi di Fourth Wing di Rebecca Yarros, il libro più atteso dal booktok nel 2023 in quanto amatissimo da tutti.
Anche questo l'ho ascoltato su Audibile e in tutta onestà capisco perché ha fatto successo: è un concentrato di tutti gli elementi vincenti di varie sage young adult fantasy degli ultimi anni con un inopportuno tocco di zozzeria (perché chiamarlo spicy?) inserito giusto per farlo passare da new adult.
Di cosa parla?CITAZIONENonostante soffra di una patologia invalidante e avesse trascorso praticamente tutta la vita a prepararsi a diventare scriba come il suo defunto padre, Violet Sorrengail si trova costretta dalla madre Lilith, generale di Navarra, a tentare di diventare cavaliere di drago all'accademia di Basgiath. Il corso di studi è letale... nel vero senso del termine.
Si tratta di un cosidetto "romantasy" quindi sappiate che nel caso vi venga voglia di leggerlo (ed io lo consiglio perché è una lettura piacevole, a patto che si cerchi qualcosa di avvincente ma non sempre coerente) vi troverete davanti a una storia romance (anche meno di quanto mi aspettassi, a esser sincera) con elementi fantasy.
Come dicevo, per apprezzare Fourth Wing è necessario lasciare da parte la logica e abbracciare l'amore per gli stereotipi, dato che questi abbondano; se poi si è digiuni di letture fantasy young adult degli ultimi anni, meglio ancora... Ma va bene anche essersi letti qualsiasi fantasy usciti dal 2010 in poi per divertirsi a riempire un ipotetico bingo delle idee sgraffignate (E non scherzo!).
Come scritto nella frasetta di presentazione, Violet viene introdotta nel romanzo come una ragazza di vent'anni che praticamente dall'oggi al domani viene costretta dalla madre, generale del regno di Navarra nonché capo dell'accademia, a diventare un cavaliere di drago nonostante lei non solo si sia preparata per tutta la sua vita a diventare una scriba, ma sia anche affetta da una malattia che la rende estremamente fragile dal punto di vista fisico (nel romanzo non viene mai detto il nome specifico della sua condizione ma si tratta della Sindrome di Ehlers-Danlos, da cui è affetta la stessa Rebecca Yarros). Come se questo non bastasse, il corso di studi per diventare cavaliere di drago è molto faticoso ed estremamente letale quindi, almeno in teoria, la madre ha condannato a morte certa sua figlia. Non vi devo stare a specificare che la teoria non corrisponderà alla pratica, vero?
Come dicevo, a me questo libro è piaciuto nonostante tutti i suoi innumerevoli difetti e l'originalità pari a quella di una borsa Brada o Pucci ... E il motivo è proprio il fatto che nel calderone la Yarros abbia gettato talmente tanti elementi di serie molto note che alla fine vuoi che non sia riuscita a scatenarmi l'effetto nostalgia con alcuni di questi?
In realtà questo romanzo di difetti ne ha tanti, alcuni concernenti la stessa Violet, che solo teoricamente è una ragazza fisicamente fragile (e non lo dico io ma il fatto che in questa scuola ogni mattina ci sia la conta dei morti e lei non vi rientri mai ) e che svariate volte si definisce o viene definita molto intelligente quando in realtà io credo sia la straordinaria combinazione del fatto che lei ogni tanto abbia buon senso mentre quelli che la circondano abbiano quasi tutti un QI inferiore a 75 ,SPOILER (clicca per visualizzare)per non parlare del fatto che alla fine diventi la partner di ben due draghi rarissimi e che il suo potere magico sia altrettanto raro
e quindi rientri a pieno titolo della famiglia delle Mary Sue...SPOILER (clicca per visualizzare)Anche se raramente ho letto di Mary Sue tanto arrapate!
Ovviamente a dare problemi non è solo Violet ma anche una serie di altri elementi molto logici qualiSPOILER (clicca per visualizzare)il fatto che i figli dei ribelli siano condannati a diventare cavalieri di drago (che sì, è il corso più letale dell'accademia quindi il numero diminuirebbe sensibilmente, ma d'altra parte i sopravvissuti avrebbero una connessione a vita con enormi bestioni sputafuoco che FORSE potrebbe essere rischiosa per il governo che ne ha sterminato le famiglie), il mandare a morire tanti giovani fisicamente prestanti (farne delle forze armate diverse dai cavalieri di drago no?), la comoda connessione mentale dei draghi sistemata ad hoc per la sola Violet, il corso di tattica militare in cui vengono teoricamente snocciolati tutti i segreti di guerra...
Insomma, ce ne sono di cose che hanno MOLTO senso.
L'unico accorgimento che mi è parso abbastanza originale e che devo ammettere mi sia anche piaciuto è il fatto che Violet per combattere l'ansia parta con degli utilissimi spiegoni.
Insomma, non è il romanzo della vita ma mi è piaciuto davvero molto e aspetto con ansia Iron Flame (che uscirà in Italia il 30 gennaio)... Anche se per cercare una informazione per scrivere questo post mi sono fatta uno spoiler gigantesco su qualcosa che succederà lì.
Sempre libro abbastanza noto sui social è Loveless di Alice Oseman, l'autrice di Heartstopper.
In questo romanzo viene narrata la storia della diciottenne Georgia Warr, una ragazza che iniziando l'università comincia a farsi delle domande su se stessa, ad esempio sul motivo per cui non si senta attratta da nessuno in senso romantico o fisico e sul perché non si sia mai innamorata come capita a tutti quelli che conosce.
Non amo particolarmente lo stile di scrittura della Oseman (mi piace di più in prodotti che combinano scrittura e immagine come le graphic novel) ma, al di là della sua penna, ho trovato questo romanzo molto bello in quanto esplora con sincerità l'animo di una ragazza che si sente distante da tutti quelli che conosce in quanto non riesce a provare quello che per altri è un processo normalissimo. Si tratta di una lettura adatta soprattutto agli adolescenti o giovani adulti ma credo possa essere utile un po' a chiunque.
Sempre tra i libri celebri ma questi da qualche anno in più, spinta dal fatto che la mia amica Giorgia me lo ha sempre consigliato mi sono buttata sull'audiolibri di Una corte di rose e spine di Sarah J. Maas, romanzo che io possedevo già in lingua ma che alla prima lettura avevo mollato intorno a pagina 150 perché lo trovavo estremamente vacuo.
E in un certo senso, vacuo lo è davvero perché leggendo e ascoltando una cosa mi è parsa palese: arrivata a pagina 300 la Mass ha cambiato idea su diverse cose, ha sistemato qualche elemento e ha fatto partire una storia differente che fungesse da preludio ai volumi successivi.
Di cosa parla questo romanzo?CITAZIONEFeyre è una ragazza di diciannove anni che vive in un cottage con il padre, ex mercante caduto in depressione dopo aver perso tutti i suoi averi ed essere stato azzoppato dai creditori, e le sue sorelle Elaine e Nesta.
Per sostentare la famiglia, Feyre caccia nella foresta vicino al confine tra il regno degli umani e quello dei fae; un giorno la ragazza uccide un gigantesco lupo che successivamente si scopre essere appunto un fae facente parte della Corte della Primavera, governata da Tamlin. Sarà lui a recarsi a casa di Feyre per reclamare la sua vita in cambio di quella del suo congiunto: la ragazza dovrò seguirlo a Prytian.
Ora, una cosa che mi ha portata ad avercela tanto con questo romanzo sono proprio i primi stupidissimi capitoli, quelli in cui nell'ordine...
- Feyre uccide il lupo CONSAPEVOLE che quella bestia grossa quanto un pony non poteva essere un lupo qualsiasi
- Si scopre che il padre di Feyre non fa praticamente un cavolo dalla mattina alla sera in quanto sì, è vero che è rimasto zoppo e che sia caduto in depressione, ma facendo il mercante e non il minatore o il boscaiolo le gambe gli servono relativamente in ambito professionale
- Si scopre che le sorelle di Feyre, che hanno all'incirca la sua età (mi pare Nesta un anno in più e Elaine uno in meno), non fanno NULLA per aiutare né economicamente né concretamente la famiglia (e con NULLA intendo che non tagliano la legna se no potrebbe entrargli una scheggia nel dito né cucinano per non scottarsi né aiutano a smembrare il cervo che Feyre porta a casa assieme alla pelle del lupo perché se no si sporcano le mani)--> io me le sono immaginate sempre con le braccine da tirannosauro
- La Maas dimostra di non sapere la differenza tra un alce e un bighorn...VS
... Ed io sono puntigliosa su certe cose
- Feyre viene portata in una bella casa in cui viene trattata da principessa e le viene data la libertà di fare e andare dove vuolema lei si LAMENTA tutto il tempo come se non avesse vinto alla lotteria della vita!SPOILER (clicca per visualizzare)(per non parlare del fatto che Tamlin sta provvedendo a mantenere pure i tre parassiti che ha lasciato a casa, e lei questo lo sa)
- I Fae sono colpiti da una maledizione che gli impedisce di togliersi dalla faccia le maschere della festa a cui parteciparono quasi 50 anni prima e secondo l'autrice per questo sono dei mostri... Peccato che queste maschere siano bene o male dei domino, quindi coprono ben poco il volto di questi che sono tutti, scusate la franchezza, boni da far schifo
Questo romanzo è anche abbastanza noioso in queste prime fasi in quanto sì, c'è qualche accenno a qualcosa di più grande ma di base succede davvero poco, fino a quando...SPOILER (clicca per visualizzare)La Maas decide di cambiare le carte in tavola, compreso l'interesse sentimentale di Feyre che si stava innamorando di Tamlin, per dare inizio a una storia praticamente nuova che si dipana anche abbastanza frettolosamente in meno di 200 pagine in cui in pratica si scopre che Maga Fetecchia (si chiama Amarantha ma viste quelle magie a metà che fa non si merita che io la chiami per nome) è tanto cattiva quanto fessa e il tutto finisce con Feyre che prima pugnala Tamlin al suo CUORE DI PIETRA (letterale la Sarah) e poi viene uccisa dalla Maga Fetecchia... Ma per fortuna viene immediatamente resuscitata dal combinarsi dei poteri di queste fate e diventa una fata pure lei.
Vi dico subito che sto andando avanti con la saga e al momento sono più o meno a metà del secondo volume in cui si concretizza il passaggio di testimoneSPOILER (clicca per visualizzare)da un fatone BONO all'altro fatone BONO che è stato appunto inserito alla fine dell'altro romanzo.
Che poi io fingo pure di stupirmi perché so già tante cose che succedono quindi questa mi ha stupita meno di zero.
Passando a libri meno mainstream...
Sfruttando gli audiolibri ho portato a termine anche la trilogia Bevelstoke di Julia Quinn, composta da Il segreto di Miranda, Quella volta a Londra e Quello che amo di te.
I protagonisti dei vari romanzi sono rispettivamente Miranda Cheever, la sua migliore amica Olivia Bevelstoke e Sebastian GreySPOILER (clicca per visualizzare)(ossia il cugino di Harry Valentine, colui che sposerà Olivia)
e in pieno stile Quinn ci troviamo di fronte a dei romance molto basici ma godibili.
Tutto ha inizio con la stagione che vede protagoniste Miranda Cheever e la sua migliore amica Olivia Bevelstoke: se la seconda ha dalla sua parte un aspetto invidiabile e una certa ricchezza, lo stesso non si può dire di Miranda, che ha un aspetto molto più comune e mezzi più limitati. D'altra parte Miranda ha già un uomo dei sogni, ossia Nigel Bevelstoke, fratello maggiore di Olivia, recentemente rimasto vedovo e indurito da quella relazione.
Come andrà a finire lo sappiamo da pagina 1.
Il mio preferito dei tre è sicuramente il secondo, che vede protagonista la linguaggiuta Olivia e Henry Valentine, un nobile che ha servito nell'esercito con il ruolo di interprete in quanto conosce bene il russo per via di sua nonna. Quando a Henry viene chiesto di indagare su un principe russo e questo pare avvicinarsi a Olivia, che poi è anche la vicina di casa di Henry, il pranzo è servito.
Menzione d'onore in questo romanzoSPOILER (clicca per visualizzare)è la proposta di matrimonio per finestra; l'ho trovata davvero molto carina.
Il terzo protagonista, ossia Sebastian,SPOILER (clicca per visualizzare)non solo è il cugino di Henry ma è anche l'autore del romanzo che lui e Olivia si lanciavano dalla finestra
ha una storia molto classica per i canoni della Quinn: lui povero in cannaSPOILER (clicca per visualizzare)(o almeno così credono tutti visto che i suoi romanzi sono molto noti sia nel Regno Unito sia in Russia grazie alla traduzione di Henry e all'intervento del principe russo del precedente romanzo)
e lei costretta a sposarsi per ragioni economiche. Carino ma non memorabile.
Restando in ambito romance, ho letto per una collaborazione con la casa editrice e l'autrice Nove mesi per innamorarsi di Maia.
Sappiate che a me non è dispiaciuto ma neanche mi ha fatta impazzire; per maggiori informazioni lascio la recensione qui (visto quanto è lungo il post voglio tediarvi il meno possibile).
Un altro romanzo che non mi ha fatta saltare sulla sedia ma neanche ho disprezzato (bene o male questi mesi sono andati bene da quel punto di vista) è Sotto accusa di Christopher Pike, un mistery per ragazzi che ho letto solo per l'autore (mi porto nel cuore i libri di Spooksville tradotti in italiano) e perché l'ho trovato in un cestone a 1 euro.
Essendo un giallo molto breve sarò estremamente sintetica: durante un'escursione in montagna la ricca adolescente statunitense Ann cade da un precipizio e pare che a spingerla nel vuoto sia stata la sua amica Sharon.
Per certi aspetti questo romanzo ricorda un'opera molto celebre, ossiaSPOILER (clicca per visualizzare)Gone Girl di Gillian Flynn
e con questo vi ho già svelato il colpo di scena... O almeno quello che sembra essere il colpo di scena visto che in realtà ve n'è un altro ancora più inaspettato, almeno per un lettore "inesperto"SPOILER (clicca per visualizzare)perché io c'ero arrivata subito che alla fine l'omicidio c'era stato sul serio.
Insomma, carino e godibile ma per una vecchietta come me abbastanza dimenticabile.
Altro romanzo che vede come protagoniste due adolescenti è Non è un lavoro per ragazze di Sakuraba Kazuki.
In questo caso la storia è ambientata in Giappone e le protagoniste, Onishi Aoi e Miyanoshita Shizuka, hanno solo tredici anni.
Le due vivono in una piccola isola unita alla terraferma da un ponte e le loro esistenze sono molto diverse: mentre Shizuka è la rampolla della famiglia più ricca dell'isola, formata da lei, suo cugino e l'anziano nonno disabile, ed ha una passione sconfinata per i libri, Aoi è una gamer la cui famiglia non naviga in acque tranquille dal punto di vista economico in quanto l'unica entrata fissa è lo stipendio della madre, spesso sperperato dal patrigno alcolizzato della ragazzina.
L'estate del loro secondo anno da studentesse di scuola media cambierà la loro esistenza:SPOILER (clicca per visualizzare)in sostanza Shizuka si propone di aiutare Aoi ad uccidere il patrigno, piano che nei fatti le due riescono a portare a termine con successo (anche se in maniera abbastanza fortuita), e si aspetta che l'amica le restituisca il favore per eliminare suo cugino.
Qui la storia si complica perché Shizuka racconta ad Aoi una storia tanto paradossale da sembrare impossibile... Sembrare perché nei fatti è proprio come dice lei!
Mi è piaciuto? Tutto sommato sì. Non mi ha fatta saltare dalla sedia ma è comunque una bella storia e credo recuperò anche Red Girls perché lo stile narrativo non mi è dispiaciuto.
Continuando con le storie di adolescenti, vi cito Wintergirls di Laurie Halse Anderson, noto anche con il titolo Così leggere da bucare le nuvole.
Questa è una storia molto doloroso che gira intorno al tema dell'anoressia e il processo autodistruttivo di questo disturbo alimentare.
Protagonista della storia è Lia, una diciottenne che dalla prima adolescenza ha iniziato a fare a gara con la sua amica Cassie su chi sarebbe riuscita a diventare più magra. La solitudine di queste due anime, accomunate da genitori poco presenti, le ha portate sull'orlo del baratro e neppure quando Cassie viene trovata cadavere nella stanza di un motel Lia riesce a tirarsi fuori dalle spire di quel serpente che la sta uccidendo lentamente giorno dopo giorno.
Un buon romanzo per adolescenti apprezzabile anche da cui adolescente non è più.
Una lettura che ho voluto affrontare perché desiderosa di sapere il punto di vista dei protagonisti della storia è stato Counting the cost di Jill Duggar.
Vi fornisco una premessa per chi non sapesse chi sia Jill Duggar e da quale famiglia provenga; mi spiace se non sarà brevissima.
C'è stato un tempo, poco meno di una decina d'anni fa, in cui Real Time mandava in onda un programma intitolato 21 sotto un tetto; questo programma televisivo narrava le vicissitudini della famiglia Duggar, composta dai genitori Jim Bob (1965) e Michelle (1966) e dai loro diciannove figliSPOILER (clicca per visualizzare)ossia...- Josh (1988)
sposato dal 2008 con Anna (1988), ha sette figli:
Mackynzie (2009)
Micheal (2011)
Marcus (2013)
Meredith (2015)
Mason (2017)
Maryella (2019)
Madyson (2021)
- John-David (1990)
sposato dal 2018 con Abbie (1992), ha due figli:
Grace (2020)
Charlie (2022)
- Jana (1990)
- Jill (1991)
sposata dal 2014 con Derick Dillard (1989), ha tre figli:
Israel (2015)
Samuel (2017)
Frederick (2022)
- Jessa (1992)
sposata dal 2014 con Ben Seewald (1995), ha cinque figli:
Spurgeon (2015)
Henry (2017)
Ivy (2019)
Fern (2021)
George (2023)
- Jinger (1993)
sposata dal 2016 con Jeremy Vuolo (1987), ha due figlie:
Felicity (2018)
Evangeline (2020)
- Joseph (1995)
sposato dal 2017 con Kendra (1998), hanno quattro figli
Garrett (2018)
Addison (2019)
Brooklyn (2021)
Justus (2022)
- Josiah (1996)
sposato dal 2018 con Lauren (1999), hanno due o tre figli:
Bella (2019)
Daisy
un maschietto che dovrebbe essere nato nel 2023 (non è dato sapere il nome né se sia effettivamente venuto al mondo)
- Joy-Anna (1997)
sposata con Austin (1993) dal 2017, hanno tre figli
Gideon (2018)
Evelyn (2020)
Gunner (2023)
- Jedidiah (1998)
sposato dal 2021 con Katelyn (1998), hanno due figli:
Truett (2022)
Nora (2023)
- Jeremiah (1998)
sposato con Hahhah (1995) dal 2022 hanno una figlia, Brynley (2022) e hanno annunciato circa un mese fa di essere in attesa del secondogenito
- Jason (2000)
- James (2001)
- Justin (2002)
sposato dal 2021 con Claire (2001), non hanno ancora avuto figli
- Jackson (2004)
- Johannah (2005)
- Jennifer (2007)
- Jordyn-Grace (2008)
- Josie (2009)
Lo show ebbe inizio nel 2004, quando Jim Bob Duggar perse le elezioni per un seggio al Senato ma attirò l'attenzione della TLC, interessata a questa grandissima famiglia in costante espansione e rappresentante di una realtà religiosa nota come Institute of Basic Life Priciples o IBLP, una organizzazione cristiana fondamentalista fondata da Bill Gothard nel 1961 che promuoveva valori quali ad esempio l'obbedienza alla famiglia e la netta divisione di compiti tra i vari sessi.
Inizialmente vennero prodotti degli special ma nel 2008 ebbe inizio la produzione della serie, che seguiva sia le gravidanze di Michelle (nel primo special era incinta di Jackson) sia il processo di crescita dei figli, focalizzandosi man mano che gli anni passavano soprattutto sulla vita di quelli già giunti in età adulta come Josh, Jinger e Jill.
Ammetto senza particolari problemi che seguivo la vita dei Duggar con lo stesso morboso interesse che si può avere quando non si riescono a staccare gli occhi dalla vittima di un incidente stradale rimasta gravemente ferita: io non sono mai stata particolarmente religiosa e vedere questa quantità in crescente aumento prima di figli e successivamente di nipoti intrappolati in credenze medievali mi dava i brividi e al tempo stesso non potevo fare a meno di informarmi, quasi non fossero persone reali.
Per questo fui inorridita ma non stupita quando nel 2015 venne allo scoperto una realtà agghiacciante: nel 2002-2003, quando il primogenito Josh aveva circa 14-15 anni, aveva molestato sessualmente cinque ragazzine, quattro delle quali erano le sue sorelle più grandi, e per queste ragioni era stato denunciato alla polizia e successivamente allontanato da casa per qualche tempo. Inoltre un paio di mesi dopo degli hacker rubarono dati da un server, tra cui quelli del sito specializzato in incontri tra persone sposate Ashley Madison, e venne alla luce che Josh aveva anche tradito sua moglie Anna.
Ciò mise fine allo show, per quanto in realtà la rete si limitò a cambiare focus e nome al programma, che prese il nome di Counting On e si focalizzò sulla vita dei figli adulti dei Duggar ad eccezione di Josh, che venne eliminato del tutto; inoltre, per associazione, venne limitata significativamente sia la presenza di Anna sia quella dei loro figli.
Nel corso degli anni sono proseguite le controversie e le voci sui protagonisti di questo programma fino a quando, intorno alla primavera del 2021, venne messa la pietra tombale sul programma (in quel momento sospeso per le regole sanitarie richieste dallo stato di pandemia) in quanto Josh venne arrestato con l'accusa di pedopornografia.
Tra le voci circolate sul programma nel corso della sua messa in onda, diverse riguardavano Jill e suo marito Derick Dillard: alcune erano fondate, come quella riguardo ad alcuni tweet di Derick (ad esempio nel 2018 l'uomo ha criticato il programma I am Jazz, che vedeva protagonista la donna transgender Jazz Jennings, affermando che non poteva essere considerato un reality in quanto non rappresentava la realtà), altre decisamente più aleatorie come il fatto che fosse una persona che aveva una pessima influenza sulla moglie o che fosse interessato solo al denaro.
Nel suo memoir Jill racconta la sua versione della storia, una verità di cui già si parlava da qualche tempo anche grazie al libro Becoming Free Indeed: My Story of Disentangling Faith from Fear di sua sorella Jinger Duggar Vuolo (uscito circa un anno fa, mentre questo è stato pubblicato lo scorso settembre) e dal documentario di Amazon Prime Happy Shiny People, incentrato sulla IBLP e sulla famiglia Duggar, al quale hanno partecipato, tra gli altri, Jill e suo marito Derick, la sorella di Jim Bob Deanna, sua figlia Amy e suo marito ed una coppia di amici di famiglia; questo documentario lo consiglio solo se amate i film dell'orrore... Perché le testimonianze di queste persone fanno rizzare i capelli in testa.
Che la realtà mostrata dai Duggar nel loro programma non fosse esattamente una bella realtà o una realtà del tutto veritiero penso tutti gli spettatori potessero capirlo, ma quanto rivelato da Jill mette i brividi in quanto evidenzia una triste verità: suo padre ed il suo credo religioso hanno profondamente manipolato la psiche di questa donna, cresciuta con il desiderio di essere approvata e la repulsione nei confronti dei conflitti, e solo dopo il matrimonio con Derick, che ha avuto un percorso di crescita più comune, ha iniziato a capire quanto sia stata danneggiata da ciò che suo padre ha detto e fatto, specie dopo aver assaporato la notorietà.
Con una visione molto lucida e ponderata sia di se stessa sia del genitore, Jill ripercorre la sua vita sin dall'infanzia, quando la sua vita non era dominata dalle telecamere del programma e cercava di essere la miglior versione di se stessa per far felici la sua mamma e il suo papà, ignara di crescere seguendo un credo che con il tempo l'avrebbe ingabbiata in un paradossale stato di moglie e madre sottoposta alla volontà di un padre che non è disposto a cedere il potere che esercita sui figli, in particolare quello economico: in queste pagine Jill racconta come il padre sfruttato la sua fiducia nei suoi confronti per farle firmare il giorno prima del suo matrimonio un contratto estremamente vincolate nel quale, nei fatti, lei e i suoi fratelli lasciavano che ogni centesimo guadagnato con il programma finisse nelle sue tasche, evitando quindi che i figli traessero profitto da quello che da anni era diventato un vero e proprio lavoro, specie per le figlie in quanto educate a svolgere l'unico impiego di mogli e madri (per quanto ad esempio Jill sia anche una levatrice certificata).
In queste pagine si parla esplicitamente sia del fatto che a un certo punto, al fine di poter svolgere la propria attività di missionari in America Latina senza alcun vincolo, la coppia abbia abbandonato lo show (tra l'altro senza che ciò venisse ufficializzato, causando un certo chiacchericcio maligno specialmente nei loro confronti) sia che il padre dichiarasse i guadagni dei suoi figli senza tuttavia dar loro un singolo centesimo (e potete ben capire che quando hanno abbandonato lo show Jim Bob si sia ben guardato dal dare alla figlia quanto le spettava, mettendole sulle spalle delle tasse a sei cifre che lei, casalinga, e suo marito, studente di legge, non potevano pagare).
Nel memoir Jill parla anche delle difficoltà vissute durante i parti dei suoi figli, in particolare quelli di Israel e Samuel.
Essendo il credo della famiglia basato su una visione estremizzata della Bibbia, basata sull'interpretazione di una specifica persona (non ricordo quale), non solo i figli sono considerati sempre una benedizione ma il parto deve essere vissuto con dolore e l'ospedalizzazione della partoriente è un'opzione solo se vi sono problemi molto seri; la situazione sarebbe stata complicata anche per il solo fatto che in Jill convivevano queste convinzioni e le nozioni apprese nel corso da levatrice, ma a complicare le cose c'è il fatto che le gestazioni della donna sono state faticose per via dell'iperemesi gravidica e tutti i parti abbastanza traumatici.
Quando ha messo al mondo Israel, nel 2015, Jill era ancora coinvolta nel programma; non solo insieme al marito dovette opporsi fermamente alla volontà della rete di mostrare il momento, ma il travaglio si prolungò per quasi tre giorni, costringendola a recarsi in ospedale per poi essere sottoposta a un cesareo.
Le cose andarono addirittura peggio con Samuel in quanto, dopo quasi due giorni di travaglio, Jill ebbe una rottura dell'utero che mise in pericolo sia la sua vita sia quella del bimbo; come se ciò non bastasse, alla nascita i medici constatarono che non solo il piccolo aveva aspirato del meconio ma che la sofferenza fetale lo aveva portato anche ad avere una emorragia cerebrale che lo porterà ad essere sottoposto a controlli periodici per valutare eventuali danni nello sviluppo cognitivo.
Tra l'altro prima per via del cesareo e poi per la rottura dell'utero, i medici vietarono alla donna di avere gravidanze almeno per un determinato lasso di tempo e di conseguenza si rese necessario per la coppia usare dei contraccettivi, qualcosa che sin dall'infanzia Jill aveva visto demonizzare dai suoi genitori (se ben ricordo Michelle e Jim Bob nel corso del programma dissero apertamente che secondo loro l'aborto spontaneo di Caleb, quello che sarebbe stato il secondo figlio della coppia, nel 1989 avvenne proprio perché precedentemente i due avevano fatto uso dei contraccettivi nei primi anni di matrimonio, contravvenendo al volere del Signore), oltre a farle dubitare di poter mettere al mondo altri figli, quello che per tutta la sua esistenza si era sentita dire essere lo scopo principale dell'esistenza di una donna.
Ovviamente il libro affronta anche la problematica costituita da Josh, la mina vagante della famiglia e per questo il figlio che viene maggiormente protetto dalla famiglia. Vorrei soffermarmi un istante proprio sulla figura di quest'uomo che, ve lo assicuro, non mi è mai piaciuto granché anche prima dei vari scandali: mi spiace dirlo ma era evidente che fosse considerato il golden boy della famiglia, quello tenuto in palmo di mano dai genitori in quanto primogenito e maschio nonostante nei fatti non fosse nulla di speciale e desse l'impressione di essere anche abbastanza viziato. Nel libro Jill è clemente sia con sua madre, che ai suoi occhi appare come una perfetta donna della IBLP quindi sottomessa alla volontà del marito, sia con suo padre, che l'ha sì vincolata con un contratto svantaggioso sia per lei sia per i suoi fratelli seguendo i precetti dell'IBLP che vede i figli sottoposti alla volontà paterna fino a quando questo non muore (quindi anche se adulti e a loro volta sposati e genitori) ma che lei grazie alla terapia è adesso in grado di vedere come un uomo buono influenzato dalla missione che si è autoimposto (ossia rivolgersi a un pubblico mondiale attraverso il programma televisivo al fine di avvicinarlo a quelli che lui ritiene essere i principi che un buon cristiano dovrebbe seguire); la medesima clemenza non la riserva per Josh, che vede come un bambinone che per anni è stato protetto dalla famiglia e aiutato in tutti i modi ma che in cambio ha continuato a sbagliare, spargendo ogni volta sale su quella ferita che sono le molestie subite da bambina (Jill nel 2002 aveva appena dieci anni), di cui lei non parla nel memoir.
Insomma, è un libro bello intenso.
Incuriosita dal libro di Jill, negli ultimi giorni dell'anno ho letto anche Becoming Free Indeed: My Story of Disentangling Faith from Fear di Jinger Duggar.
Nonostante siano i racconti di due sorelle che hanno vissuto la maggior parte delle loro esistenze insieme, le due storie sono molto diverse.
Se Jill parla dell'educazione ricevuta per poi concentrarsi sulle sue vicissitudini terrene e sullo scontro con il padre, quello di Jinger è il racconto del percorso spirituale che l'ha portata ad allontanarsi dai dettami dell'IBLP per sviluppare un rapporto con Dio molto più sano veicolato dallo studio delle Scritture.
Per quanto io non sia esattamente una persona di fede, è stato interessante leggere le riflessioni che l'hanno portata da un Cristianesimo estremista ad uno più moderato e proprio attraverso questa analisi approfondita di come passo dopo passo sia arrivata alle convinzioni che nutre attualmente attacca, attraverso i paragoni, il credo a cui aderiscono buona parte dei suoi familiari più stretti e molti dei suoi amici smontando pezzo per pezzo le indicazioni più tossiche veicolate da Bill Gothard, tra l'altro utilizzando lei stessa dei passi del Vecchio e Nuovo Testamento (sin dall'introduzione Jinger specifica che per evitare errori si è fatta aiutare anche dal marito, che è un pastore, e da un teologo).
Se Jill ci ha raccontato con suo padre l'abbia manipolata e controllata grazie anche al credo religioso, Jinger punta il dito sul reverendo Gothard e sui suoi insegnamenti esaminandoli uno alla volta, mostrando a un pubblico più ampio che non solo l'assunzione di alcolici è vista come un atto peccaminoso ma che in base ai dettami dell'IBLP l'onta di questo peccato passa da una generazione all'altra (mi pare sette), chiarendo quanto il peso della colpa possa schiacciare coloro che professano questo credo.
Jinger non si risparmia neanche quando dedica un capitolo intero allo scandalo sessuale che ha coinvolto il reverendo Gothard, accusato di molestie da decine di donne e successivamente costretto a dimettersi dalla guida del credo.
Sia chiaro, Jinger racconta anche fatti della sua esistenza, come il fatto che da adolescente ha visto il suo diario segreto in vendita su eBay o il disturbo alimentare di cui ha sofferto in adolescenza oppure l'ansia sociale che ha iniziato a provare quando, una volta sposata, ha lasciato l'Arkansas per seguire il marito che in quel momento era pastore a Laredo, Texas, in quanto abituata fino a quel momento ad avere rapporti significativi esclusivamente con la propria famiglia e poter sempre contare su uno dei suoi numerosi fratelli e sorelle o ancora il fatto che sin da bambina avesse capito di non volere tanti figli quanti ne prescriveva l'IBLP (ossia quanti ne sarebbero arrivati senza l'uso di contraccettivi), ma questi non sono mai centrali nella sua narrazione. Unica eccezione a ciò è il capitolo dedicato alla fine del programma, quando Jinger ci parla del fatto che anche loro, come avevano già fatto Jill e Derick, volevano lasciare il programma (nel caso specifico la decisione era stata dettata dal fatto di voler dare alle loro figlie una vita normale) per poi raccontare le ultime fasi della sua personale rivoluzione religiosa o, come lo chiama lei, disentanglement.
Mi è piaciuto? Sì, nonostante la mia fede sia immensamente meno salda rispetto a quella di questa donna, ma non lo consiglio a coloro che vogliono solo gossip.
Altro pugno nello stomaco è stato Venivamo tutte dal mare di Julie Otsuka, romanzo corale che parla delle spose per corrispondenza che giungevano negli Stati Uniti dal Giappone all'inizio del secolo scorso.
Lo stile, lo dico senza problemi, non mi ha convinta particolarmente ma questo dipende esclusivamente dal mio gusto personale in quanto è decisamente una bella lettura.
Restando in Estremo Oriente, voglio citarvi Fiori di seta di Giulia Esse.
Anche in questo caso vi lascio la recensione del blog. Vi consiglio di leggerla perché, come dico sempre, quest'autrice merita un seguito più nutrito di quanto non abbia attualmente.
Ultimo ad essere citato, ma non per importanza, Christine la macchina infernale di Stephen King.
Avevo questo libro in casa da anni e finalmente mi sono decisa ad affrontarlo nonostante la mole non indifferente.
Stavolta non vi lascio la trama ma l'incipit:CITAZIONEQuesta è la storia di un triangolo d’amore.
Protagonisti: Arnie Cunningham, Leigh Cabot e, naturalmente, Christine.
Vorrei tuttavia che teneste presente il fatto che Christine entrò in scena per prima.
È stata il primo amore di Arnie e anche se non lo giurerei, penso tuttavia che sia stata il suo unico e vero amore.
Per questo sostengo che ciò che avvenne fu una tragedia.
L'ho adorato, per quanto non rientri nella mia TOP3 dell'autore, e mi ha tenuta incollata alle pagine per alcuni pomeriggi perché volevo sapere come sarebbero andate a finire le cose.
Ho visto anche il film ma secondo me non rende bene quanto questo mattoncino di quasi 700 pagine.***
RIEPILOGO BUONI PROPOSITI 2023
Finito il recap annuale, vi ammorbo anche con il controllo degli obiettivi annuali.GENERALI
- Vorrei continuare sulla retta via del risparmio, ossia comprare meno libri nuovi, rivendere più spesso quelli usati che non mi hanno soddisfatta e sfruttare al meglio gli eventuali abbonamenti (come accennavo, dovendo fare delle lunghe camminate su base quotidiana dopo le feste punto a riattivare l'abbonamento Audible, che mi ha permesso in circa un mese di recuperare molte letture)
- Vorrei leggere 50 libri (quindi esclusi novelle, manga e graphic novel se sotto una determinata quantità di pagine)
Fin qui direi tutto a postissimo: ho aumentato l'acquisto di libri usati rispetto a quelli nuovi, per alcuni mesi ho anche limitato le spese in generale (poi da giugno in poi c'è stata un'impennata ma in buona parte o erano offertone o erano usati... E spesso appartenevano a entrambe queste categorie quindi meglio ancora) e sfruttando anche Audible sono arrivata comodamente al mio obiettivo annuale.CITAZIONESPECIFICI
- Vorrei NON iniziare per l'ennesima volta Mistborn (che lascerò a riposo almeno fino al 2024 se non 2025)
Questo è stato SEMPLICISSIMO mantenerlo e anzi, se non fosse che se poi volessi tornare indietro rischierei di andare nettamente in perdita potrei prendere in considerazione un'azione drastica!CITAZIONE- Vorrei leggere di più in inglese, nello specifico vorrei includere nel conto Cassiel's Servant di Jacqueline Carey (in italiano dubito lo porteranno, quindi nonostante il braccino corto probabilmente a preorder aperti farò la mia mossa e lo ordinerò in inglese) e la dilogia Six of crows di Leigh Bardugo in lingua (l'intenzione sarebbe farlo intorno alla primavera)
Allora, io questo punto tecnicamente non l'ho fallito... Ma non è decisamente andata come volevo.
Ho letto di più in inglese?
Sì. Complice anche un progetto nella vita reale, quest'anno ho decisamente letto di più in inglese e sicuramente continuerò su questa strada anche nei prossimi mesi.
Ho letto Cassiel's Servant?
Sì... Ma in ebook perché il mio preordine non è mai stato soddisfatto in quanto non è stato disponibile per diversi mesi e a una certa ho disinvestito quella quantità anche abbastanza elevata di denaro (circa 30 euro per un libro di circa 500 pagine) per fare un acquisto di natura ben diversa. A questo punto probabilmente aspetterò la flessibile inglese in uscita nell'estate 2024 per aggiungerla alla mia collezione.
Ho letto Sei di corvi in inglese?
Sì... Ma sicuramente l'ho fruito maggiormente come audiolibro in italiano! Inoltre, come avete letto nello scorso aggiornamento, non è che mi abbia fatta impazzire quanto speravo e difatti, nonostante l'audiolibro, Crooked Kingdom è ancora lì e a questo punto non so per quanto vi resterà perché a dirla tutta non mi interessa molto andare avanti e la vita è troppo breve per dedicarla a libri che non vogliamo leggere o ascoltare (perché sì, anche questo è disponibile su Audible).
Se ne riparlerà forse nel 2024.CITAZIONE- Vorrei leggere almeno un libro a tema Shoha o Seconda Guerra Mondiale e non necessariamente nel mese di gennaio (me ne hanno regalati alcuni quindi sarebbe meglio smaltirne un po')
Come scritto in precedenza, a gennaio ho effettivamente letto due libri sulla Shoha ma null'altro quindi anche qui sì ma anche no.OBIETTIVI PER IL 2024
Bene o male mi pongo sempre i solito obiettivi ossia...
- Leggere 50 libri in un anno (quindi esclusi manga e novelle)
- Attingere maggiormente ai libri che ho in casa piuttosto che acquistare
- Leggere di più in lingua inglese
- Leggere un libro sulla Shoah
Tuttavia ho deciso di farmi anche una piccola TBR di titoli che devo leggere entro l'anno "ispirata" da qualcosa di differente rispetto agli anni precedenti, ossia il fatto che quest'anno ho deciso di non farmi problemi a portarmi dei libri da un anno all'altro.
Al momento ho in lettura dei tre libri, ossia Una corte di nebbia e furia di Sarah J. Maas (che sto fruendo anche in audiolibro quindi, dato che quando posso preferisco leggere in maniera attiva, fino alla settimana prossima sarà praticamente in pausa), La corona senza stelle di James Rollins e Tre sorelle, tre regine di Philippa Gregory.
Visto che i primi due sono parti di serie in teoria nel 2024 dovrei andare avanti e di qui una breve lista di titoli da leggere entro il 31 dicembre 2024 e perché:
- Una corte di ali e rovina di Sarah J. Maas -->sono consapevole ci siano altri due libri inseribili in questa serie ma per il momento preferisco gettarmi solo sulla trilogia principale
- La culla di ghiaccio di James Rollins --> questo uscirà tra circa tre settimane ma non so se riuscirò a recuperarlo subito perché una settimana dopo esce...
- Iron Flame di Rebecca Yarros --> nonostante tutte le sue pecche, non vedo l'ora di sapere cosa accadrà a Violet e Xaden
- Heavenly Tyrant di Xiran Jay Zhao --> doveva uscire nel 2023 ma è slittato a quest'anno; se non sbaglio la Rizzoli ha già fatto sapere da qualche parte che dovrebbe pubblicarlo entro la fine dell'estate (in patria esce a fine aprile)
- Babel di R. F. Kuang --> l'ho preso appena uscito ed è ancora lì che mi fissa...
Con questo passo e chiudo.. -
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- Heavenly Tyrant di Xiran Jay Zhao --> doveva uscire nel 2023 ma è slittato a quest'anno; se non sbaglio la Rizzoli ha già fatto sapere da qualche parte che dovrebbe pubblicarlo entro la fine dell'estate (in patria esce a fine aprile)
Rimandato di nuovo.
In pratica Xiran Jay Zhao ha fatto sapere che a causa di contrasti interni con la casa editrice connessi al conflitto in Palestina il libro non uscirà certamente a fine aprile e probabilmente neppure entro l'anno..